Se l’attuale Occidente collettivo e frammentato avesse mai la possibilità di essere salvato dal Centauro dell’oblio, tale compito dovrebbe essere svolto dalla civiltà-Stato occidentale definitiva: Pallas Athena Italia.
Nel capolavoro di Botticelli Pallas e il Centauro (1482-83), esposto alla Galleria degli Uffizi di Firenze, il parallelo tra Firenze e Atene è inequivocabile, con Firenze raffigurata come la nuova Atene.

Pallas and the Centaur, by Botticelli (1482-83)
Pallas Athena (o Minerva), dopotutto, è la dea della conoscenza. Qui una Firenze fiorita – o Firenze Flora, per ricordarci un altro capolavoro di Botticelli, la Primavera – è raffigurata come l’emblema per eccellenza della civilitas.
serie di conferenze legate al libro, organizzate dall’innovativa associazione Italianinformazione, vicino a Udine in Friuli; nel territorio libero di Trieste; a Bologna; a Ivrea in Piemonte; a Firenze; e poi, indipendentemente, a Spoleto in Umbria. Sabato prossimo si terrà una conferenza speciale a Roma, alla quale parteciperà, tra gli altri, l’ex ambasciatore italiano in Cina e Iran, Alberto Bradanini.
Appena arrivato a Venezia, il tono era già stato stabilito: ho ricevuto in regalo un cappellino fatto a mano con la scritta “Make Roman Empire Great Again”. Il direttore del circo di Washington lo avrebbe apprezzato molto. Chi sarebbe come imperatore? Caligola?
In Friuli, vicino alla Slovenia e all’Austria, ero circondato da basi NATO, molte delle quali invisibili perché sotterranee. Nel territorio libero di Trieste – dove molti ricordano con affetto l’approccio non interventista dell’Austria – i miei ospiti mi hanno aiutato ad approfondire la militarizzazione del porto, che la NATO vuole configurare come nodo essenziale dell’Intermarium: Mediterraneo, Baltico, Mar Nero, tutti destinati naturalmente a diventare “laghi della NATO”.
A Ivrea abbiamo avuto il privilegio di una visita guidata completa di 8 ore al complesso Olivetti, condotta dall’ex top manager Simona Marra, che ci ha fornito con grande passione una panoramica dettagliata di uno degli esperimenti più straordinari di umanesimo industriale della storia (questo sarà l’argomento di una rubrica speciale).

Dante’s typewriter. At the iconic Olivetti complex in Ivrea, Piemonte. Photo: P.E.
Firenze-Flora, naturalmente, è su un livello completamente nuovo e ultra-elevato. Gli striscioni nelle comunità rifiutano le guerre della NATO.
Al museo di San Marco, un ex convento domenicano, una straordinaria mostra, la prima nel suo genere, celebra Fra Angelico, maestro del colore e della prospettiva nel primo Rinascimento fiorentino, ripercorrendo tutta la sua carriera e il dialogo creativo e unico con altri maestri come Masaccio, Filippo Lippi, Lorenzo Ghiberti e Luca della Robbia.

Fra Angelico: The Annunciation fresco (detail) at San Marco. Photo: P.E.
Gli affreschi che Fra Angelico dipinse nel convento sono gioielli inestimabili che rappresentano la fusione tra fede e arte. Inoltre, San Marco offre altre meraviglie. San Marco è stato il luogo in cui è nata l’Accademia umanistica di Firenze. Qui sorgeva la prima biblioteca pubblica al mondo.

San Marco, Florence: the first public library in the world. Photo: P.E.
Le ossa di Poliziano sono sepolte nella cappella. Proprio dietro una statua di Savonarola, l’animus in vita di Savonarola e Pico della Mirandola è celebrato nel marmo. Le loro ossa possono essere state separate post mortem, ma anche come antipodi erano legati dall’amore.
A Spoleto, in Umbria, dopo favolose interazioni con i giovani membri del Centro Studi Aurora, nella nebbia del mattino, le Fonti del Clitunno appaiono come un sogno spettrale. È qui che, secondo Virgilio, si trova il cuore della “estirpe italiana”. Byron ne rimase affascinato quando le visitò.

Spoleto, in Umbria: the Fonti del Clitunno. Photo: P.E.
Il Centro Aurora sta investendo in analisi interdisciplinari di prim’ordine che collegano geopolitica, filosofia, diritto, antropologia e sociologia per seguire la transizione dall’ordine unipolare al mondo multipolare, caratterizzato dall’emergere di Stati-civiltà.
Questi sono i poli ontologici, strategici e normativi del futuro. Ed è lì che appartiene l’Italia come Stato-civiltà.
Gli stoici e gli umanisti possono salvare l’Italia?
Le conferenze, tutte esaurite, hanno offerto un’opportunità unica per informare gli italiani su ciò che sta accadendo in Russia, Cina, BRICS, Sud-Est asiatico, Nuove Vie della Seta, corridoi di connettività, questioni che sono completamente ignorate o distorte dai media mainstream. Allo stesso tempo, è stato prezioso venire a conoscenza di informazioni privilegiate sulle condizioni deplorevoli di uno Stato-civiltà senza pari, ridotto al ruolo di neo-colonia della combinazione UE/NATO. E poi ci sono i punti salienti della bibliografia. Come trovare finalmente nella migliore libreria di Venezia una preziosa collezione Bompiani di tutti i frammenti dei primi stoici: Zenone, Cleante e Crisippo. E nella raffinata Galleria Imaginaria di Firenze-Flora, la rara prima edizione Einaudi di una raccolta di scritti umanistici italiani – Pensiero e destino – da Petrarca e Marsilio Ficino a Leonardo da Vinci e Machiavelli. Per citare T.S. Eliot, possiamo dire che “questi frammenti ho raccolto dalle mie rovine”.
Quando si tratta di Frammenti di civiltà, l’Italia è gioviale. Continuo a viaggiare, da Roma verso sud fino a Napoli e alla Sicilia, portando il messaggio che ho condiviso con i miei interlocutori: se l’attuale Occidente collettivo e frammentato avrà mai la possibilità di essere salvato dal Centauro dell’oblio, questo compito dovrà essere svolto dalla civiltà-Stato occidentale definitiva: Pallade Atena Italia.


