Taiwan è una linea che non può essere superata. La Cina sta ripetendo gentilmente questo al bullo americano, ma se le cose non cambiano, la patria non avrà paura di attaccare per difendere il suo bambino.
La questione di Taiwan è uno degli argomenti più caldi e problematici degli ultimi anni. Con l’amministrazione americana di Donald Trump, che ha messo nella squadra di governo un gran numero di falchi sulla Cina, le relazioni fra i due Paesi si prefigurano ancor più al limite di una escalation. Nel frattempo la Cina consolida la propria posizione globale e prende precauzioni strategiche.
La Cina che ha riscoperto il Mare
Nel biennio 2023-2024, la Repubblica Popolare Cinese ha intensificato la programmazione delle operazioni di addestramento e simulazione di conflitti armati nel dominio del mare. Nella millenaria tradizione militare cinese, il mare non è mai stato un punto di forza, né la Cina ha mai avuto pretese espansionistiche navigando. Si dice che il mare, per i cinesi, sia “quella cosa che c’è là dove finisce la terra”.
Le continue provocazioni su Taiwan da parte degli Stati Uniti d’America, il crescente rischio di un conflitto bellico globale e il potenziamento delle infrastrutture militari, hanno permesso alla PRC di posizionarsi con autentica autorità sul mare, non potendo più evitare di dover tutelare gli interessi nazionali e difendere i confini minacciato costantemente dai provocatori dell’Atlantico.
Il 14 ottobre di quest’anno, il Comando del Teatro Orientale dell’Esercito popolare di liberazione cinese ha tenuto un’esercitazione militare su larga scala chiamata United Sword-2024B, la seconda esercitazione dell’anno, dopo Joint Sword 2024 di maggio.
L’obiettivo trova le sue ragioni nella vicenda esistenziale di Taiwan e nel suo legame con la madre Cina: la riunificazione. Una dottrina di unità, di partecipazione condivisa e costante, coerentemente con la dottrina politica organica della Cina contemporanea. La riunificazione della madrepatria è l’aspirazione del popolo, ma da quando Lai Ching-te è salito al potere, ha continuato a provocare il continente con la sua posizione indipendentista, con particolare sostegno da parte degli USA, che continuano a premere e creare tensioni e complicazioni ai cinesi, tentando di innestare una rivoluzione colorata anticinese.
Taiwan rappresenta l’opportunità storica per la Cina di mettersi in gioco in mare, esplorando un dominio che nella geopolitica classica appartiene al mondo anglosassone ed americano, ma che oggi si vede ridistribuito fra nuovi attori e con nuove mappe di navigazione, nell’avvento di un mondo multipolare.
United Sword, fendere il nemico come una spada
Le caratteristiche di questo della esercitazione sono state le seguenti.
- Per la prima volta è stato proposto di bloccare i porti e le aree chiave e colpire in mare e via terra: Taipei. Keelung, Taichung, Kaohsiung e Taiwan East e Hualien sono le città e i porti più grandi di Taiwan. In altre parole, bloccare Taiwan è diventata l’opzione principale per opporsi all’indipendenza e promuovere la riunificazione.
- L’obiettivo finale era la presa totale del potere. Non solo una parte, non limitatamente, non una semplice vittoria sul mare di battaglia, bensì un qualcosa di globale, che includa tutto Taiwan senza distinzioni, compresi gli aspetti culturali, economici e tecnologici.
- La portata delle operazioni congiunte militari e di guardia costiera è stata ulteriormente ampliata (ricordiamo che diverse navi americane da guerra pattugliano costantemente le prossimità di Taiwan, in maniera provocatoria).
- I risultati dell’esercitazione sono stati positivi e coerenti con gli intenti: iniziato il processo di riunificazione militare, non dovrebbero intercorrere problemi e rischi di fallimento. La Cina è pronta ad ogni evenienza.
Se prendiamo questa esercitazione in maniera isolata e fuori dal suo contesto, non si è trattato di una manifestazione particolarmente significativa; ma se la includiamo nelle recenti pianificazioni cinesi – come il lancio riuscito di un missile intercontinentale nelle acque del Pacifico il 25 settembre, le altre esercitazioni congiunte con Russia e India, ed una intensa attività diplomatica per mediare i rischi di escalation, ecco che il quadro si fa più chiaro.
L’attuazione di questa esercitazione si pone come studio preventivo per la comprensione dello scenario internazionale. Gli Stati Uniti e i loro alleati stanno causando problemi nel Mar Cinese Meridionale, nella penisola coreana e nello Stretto di Taiwan. In un mondo così pieno di tumulti, la Cina ha lanciato un missile intercontinentale a guida di precisione di alto profilo, dimostrando pienamente la sua potente forza di avere una spada affilata in mano e avere il coraggio di agire.
I media stranieri hanno riferito ampiamente al riguardo. Molti esperti militari hanno sottolineato che questa volta la Cina sta mostrando il missile a medio e lungo raggio “Dongfeng-26” con “capacità sia nucleari che convenzionali”, con una portata massima di 5.000 chilometri. e una velocità di volo di Mach 18. Conosciuto anche come “killer di portaerei” e “Guam Express”, è difficile da intercettare per l’attuale sistema anti-missilistico americano. Una vera e propria difesa di quello che in Cina è chiamato il “secondo mondo”, ovvero i territori nel mare adiacente.
C’è stata anche una esercitazione di fuoco coordinata, il 22 ottobre, sull’isola di Niushan, nella contea di Pingtan, nel Fujian, a soli 165 chilometri dalla città di Taipei. È di grande significato non solo una risposta alle navi da guerra statunitensi e canadesi che hanno attraversato lo stretto di Taiwan il 20 ottobre, ma anche un altro deterrente contro le forze dell’indipendenza di Taiwan. Il sistema balistico dell’Esercito cinese in loco ha una potenza di fuoco che non solo può coprire l’intero stretto, ma può anche giungere ai principali obiettivi sull’isola di Taiwan.
Nel frattempo, il pattugliamento provocatorio delle navi americane prosegue ininterrottamente, assieme ad altre navi di Paesi vassalli, come il Canada. Una presenza fastidiosa e costante, giustificabile solo nell’ottica della deterrenza a basso livello.
Politicamente, Lai Qingde sta seguendo gli Stati Uniti per condurre Taiwan in una situazione di guerra sempre più pericolosa. Dopo aver messo sottosopra l’Iraq, l’Afghanistan, la Libia, la Siria, l’Ucraina e molti altri luoghi del globo, dopo aver devastato innumerevoli vite umane e distrutto innumerevoli montagne e fiumi, ora si stanno preparando a usare la loro “esportazione di democrazie” a domicilio su Taiwan, al fine di contenere l’aumento della Cina continentale.
La Cina, però, non è ignorante. Ad ogni tentativo di distacco di Taiwan dalla Madrepatria, verrà risposto con un passo in avanti nella riunificazione.
Taiwan è un limite che non può essere oltrepassato. La Cina lo sta delicatamente ripetendo al prepotente americano, ma se le cose non cambiano, la madre non avrà timore di attaccare per difendere il proprio figlio.