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Stefano Vernole
April 22, 2025
© Photo: Public domain

Che cosa si può dire dei legami del Presidente Vucic con la guru israeliano del marketing Srulik Ajnhorn.

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Il quotidiano Haaretz ha rivelato il ruolo di Srulik Ajnhorn –  guru israeliano del marketing attualmente sotto inchiesta nel suo Paese – che risiede ora a Belgrado, dove gestisce una società di consulenza nell’esportazione di munizioni in Israele, nonché i dettagli della campagna di pubbliche relazioni da lui creata per Vučić: dalla rappresentazione del presidente come pacificatore nei conflitti globali e star di podcast popolari, all’assunzione di autori famosi affinché scrivano cose positive su di lui, fino ai cartelloni pubblicitari nelle capitali occidentali per promuovere “l’era Vučić” (Serbian President Aleksandar Vučić and Netanyahu associate Israel Einhorn. From Qatargate to Belgrade: Files Reveal Netanyahu Ally’s PR, 15 aprile 2025).

Haaretz rivela che il propagandista israeliano ha fondato la società di consulenza “Insight Partners” a Belgrado, allo stesso indirizzo della sede centrale dell’Institute for Southeast European Politics and Economics (IPESE), di cui Einhorn è membro del comitato consultivo. L’Istituto è diretto da Zoran Korac, un influente consigliere dei politici balcanici, tra cui Aleksandar Vucic e vanta tra i partner Transatlantic Leadership Network [1] e il Centro di Innovazione israeliano Shimon Peres.

“La Serbia risplende attraverso il suo presidente”, aveva scritto Srulik Einhorn nella sua rubrica per il Jerusalem Post nel dicembre 2023. Questo ex DJ, organizzatore di feste ed esperto di marketing, noto anche come “il beniamino della scena hipster di Tel Aviv”, ha iniziato a lavorare per il partito del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel 2019, contribuendo a quattro vittorie elettorali, utilizzando spesso stratagemmi e fake news per alzare il livello di attenzione.

Si sospetta che Einhorn fosse uno dei collaboratori di Benjamin Netanyahu, presumibilmente pagato dal Qatar per promuovere il Paese sui media sionisti, ed è sotto inchiesta anche per aver presumibilmente fatto trapelare documenti militari segreti a un giornalista del quotidiano tedesco Bild, nel tentativo di ridurre la pressione pubblica sull’attuale reuccio di Tel Aviv in seguito all’uccisione di sei ostaggi israeliani da parte di Hamas nel settembre 2024.

Einhorn è presente a Belgrado almeno dalla campagna elettorale del 2020. Una delle prime fotografie registrate mostra lo spin doctor israeliano durante una cerimonia presso la sede del partito SNS di Vucic, insieme ad alti funzionari. Haaretz ha rivelato la campagna che stava preparando per Vučić, sulla base di uno dei documenti trapelati sullo scandalo “Qatargate”, che ha scosso Israele dopo aver coinvolto il Parlamento europeo nel 2022.

Tale campagna è rivolta all’Occidente, in particolare agli americani, e prevedeva che Vučić sarebbe apparso in popolari podcast mondiali e avrebbe recitato il ruolo di narratore in una miniserie storica sulla Serbia. Inoltre, “sarebbero stati assunti scrittori di fama mondiale per scrivere cose entusiastiche sul suo conto” e nelle capitali occidentali sarebbero stati affissi cartelloni pubblicitari pro-serbi per promuovere la presunta rapida crescita dell’economia serba e del settore informatico.

Aijhorn sarebbe poi coinvolto nell’esportazione di munizioni serbe in Israele, la cui consegna sarebbe avvenuta tramite il Montenegro. Secondo BIRN e Haaretz, il valore delle esportazioni di armi serbe verso Israele è aumentato di 30 volte, passando da 1,4 milioni di euro nel 2023 a 42,3 milioni di euro nel 2024, nonostante le diffuse accuse contro Tel Aviv di crimini di guerra in Palestina.

Il documento, a cui Haaretz e BIRN hanno accesso, descrive dettagliatamente gli obiettivi interni ed esterni della campagna di Vučić, i messaggi chiave che devono essere trasmessi, nonché le possibili soluzioni per raggiungere tali obiettivi. Il primo obiettivo era “migliorare significativamente l’immagine del presidente Vučić e della Serbia agli occhi dell’Amministrazione statunitense, del Partito Democratico, dei media e del mondo liberale negli Stati Uniti e in Europa”. Il secondo obiettivo della campagna di Einhorn per Vučić si è concentrato sulla politica interna, al fine di “preservare e rafforzare l’immagine internazionale del presidente Vučić tra i cittadini serbi e aumentarne il sostegno interno”.

Secondo la strategia di Einhorn, per promuovere Vučić avrebbero dovuto essere assunti autori famosi, perché, come affermato nei materiali della campagna, “mancano testi positivi sulla Serbia e sul presidente Vučić nei media mondiali”. Una delle proposte di Einhorn era la produzione di una miniserie in quattro parti su alcuni eventi importanti della storia serba”, in cui il narratore sarebbe stato lo stesso Vučić: “In ogni episodio, Vučić avrebbe parlato con un noto giornalista internazionale dell’evento e della sua importanza nazionale per i cittadini serbi, nonché del presente e del futuro del Paese. La serie sarebbe stata trasmessa su YouTube in collaborazione con agenzie di pubbliche relazioni locali e internazionali”, si legge nel documento.

Gli ideatori della campagna israeliana avevano in programma anche di pubblicizzare la Serbia tramite cartelloni pubblicitari in tutto il mondo, suggerendo di far comparire Vučić su uno dei più importanti manifesti di Broadway a New York con la scritta: “Hamilton è bellissima, ma la Serbia è l’economia in più rapida crescita nei Balcani”, un riferimento al musical di successo in scena al Broadway Theatre in quel periodo.

La Serbia ha in effetti tentato qualcosa di simile. Nel 2021, a Times Square a New York City, è stato proiettato un video promozionale di 16 secondi che spiega i legami tra Serbia e Stati Uniti, in occasione dei 140 anni di relazioni diplomatiche tra i due Paesi.

La campagna di Einhorn ha visto anche Vučić apparire come ospite in alcuni dei podcast più popolari degli U.S.A., con autori come Joe Rogan, Chris Anderson, Guy Raz e Ben Shapiro. Sebbene non sia apparso nei programmi sopra menzionati, negli ultimi mesi Vučić ha iniziato a mostrarsi in importanti podcast. Innanzitutto, a marzo, è stato ospite del podcast del figlio di Donald Trump, dove ha in particolare descritto le proteste durate mesi in Serbia come una “rivoluzione colorata”, mentre Trump Jr. ha definito la Serbia un Paese che ha accettato Trump e i “valori del movimento MAGA”.

Quale sia il reale guadagno di Vucic in tutto ciò non è molto chiaro. L’attuale dirigenza serba ha da anni indicato quale suo obiettivo prioritario l’ingresso nell’Unione Europea, a costo di sacrificare nei fatti il suo sostegno ai serbi del Kosovo e Metohija, pur mantenendo ferma la retorica nazionalista nel timore di perdere voti. Allo stesso tempo, il suo avvicinamento alla lobby trumpiana legata a Tel Aviv, non ha fatto che inimicargli la burocrazia di Bruxelles e aumentare il sospetto di Mosca su un suo “doppio gioco”, ad esempio nella fornitura di armi all’Ucraina.

Nelle attuali vicende interne ed esterne della Serbia, così come in quelle della Repubblica serba di Bosnia, cercare appoggio presso l’asse Washington-Tel Aviv è servito solo ad aumentare la tensione con la componente islamica della zona ma senza reali benefici. Rispetto ai dazi di Trump, la Serbia è stata colpita dalla tariffa più alta (37%), seguita da Bosnia ed Erzegovina (35%) e Macedonia del Nord (33%), mentre ad Albania, Montenegro e Kosovo verrà applicata la tariffa minima del 10%. Forse un mezzo di pressione affinchè Belgrado abbandoni la propria benefica cooperazione economica con la Cina ma certamente non un trattamento di favore per l’“amico Vucic”.

[1] Sul proprio sito internet, TLN scrive che “La guerra della Russia contro l’Ucraina ha gettato il mondo in un’era pericolosa e instabile” e segnala al proprio interno quali collaboratori la “Task Force della NATO”.

Il “senso” di Vucic per Israele

Che cosa si può dire dei legami del Presidente Vucic con la guru israeliano del marketing Srulik Ajnhorn.

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Il quotidiano Haaretz ha rivelato il ruolo di Srulik Ajnhorn –  guru israeliano del marketing attualmente sotto inchiesta nel suo Paese – che risiede ora a Belgrado, dove gestisce una società di consulenza nell’esportazione di munizioni in Israele, nonché i dettagli della campagna di pubbliche relazioni da lui creata per Vučić: dalla rappresentazione del presidente come pacificatore nei conflitti globali e star di podcast popolari, all’assunzione di autori famosi affinché scrivano cose positive su di lui, fino ai cartelloni pubblicitari nelle capitali occidentali per promuovere “l’era Vučić” (Serbian President Aleksandar Vučić and Netanyahu associate Israel Einhorn. From Qatargate to Belgrade: Files Reveal Netanyahu Ally’s PR, 15 aprile 2025).

Haaretz rivela che il propagandista israeliano ha fondato la società di consulenza “Insight Partners” a Belgrado, allo stesso indirizzo della sede centrale dell’Institute for Southeast European Politics and Economics (IPESE), di cui Einhorn è membro del comitato consultivo. L’Istituto è diretto da Zoran Korac, un influente consigliere dei politici balcanici, tra cui Aleksandar Vucic e vanta tra i partner Transatlantic Leadership Network [1] e il Centro di Innovazione israeliano Shimon Peres.

“La Serbia risplende attraverso il suo presidente”, aveva scritto Srulik Einhorn nella sua rubrica per il Jerusalem Post nel dicembre 2023. Questo ex DJ, organizzatore di feste ed esperto di marketing, noto anche come “il beniamino della scena hipster di Tel Aviv”, ha iniziato a lavorare per il partito del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel 2019, contribuendo a quattro vittorie elettorali, utilizzando spesso stratagemmi e fake news per alzare il livello di attenzione.

Si sospetta che Einhorn fosse uno dei collaboratori di Benjamin Netanyahu, presumibilmente pagato dal Qatar per promuovere il Paese sui media sionisti, ed è sotto inchiesta anche per aver presumibilmente fatto trapelare documenti militari segreti a un giornalista del quotidiano tedesco Bild, nel tentativo di ridurre la pressione pubblica sull’attuale reuccio di Tel Aviv in seguito all’uccisione di sei ostaggi israeliani da parte di Hamas nel settembre 2024.

Einhorn è presente a Belgrado almeno dalla campagna elettorale del 2020. Una delle prime fotografie registrate mostra lo spin doctor israeliano durante una cerimonia presso la sede del partito SNS di Vucic, insieme ad alti funzionari. Haaretz ha rivelato la campagna che stava preparando per Vučić, sulla base di uno dei documenti trapelati sullo scandalo “Qatargate”, che ha scosso Israele dopo aver coinvolto il Parlamento europeo nel 2022.

Tale campagna è rivolta all’Occidente, in particolare agli americani, e prevedeva che Vučić sarebbe apparso in popolari podcast mondiali e avrebbe recitato il ruolo di narratore in una miniserie storica sulla Serbia. Inoltre, “sarebbero stati assunti scrittori di fama mondiale per scrivere cose entusiastiche sul suo conto” e nelle capitali occidentali sarebbero stati affissi cartelloni pubblicitari pro-serbi per promuovere la presunta rapida crescita dell’economia serba e del settore informatico.

Aijhorn sarebbe poi coinvolto nell’esportazione di munizioni serbe in Israele, la cui consegna sarebbe avvenuta tramite il Montenegro. Secondo BIRN e Haaretz, il valore delle esportazioni di armi serbe verso Israele è aumentato di 30 volte, passando da 1,4 milioni di euro nel 2023 a 42,3 milioni di euro nel 2024, nonostante le diffuse accuse contro Tel Aviv di crimini di guerra in Palestina.

Il documento, a cui Haaretz e BIRN hanno accesso, descrive dettagliatamente gli obiettivi interni ed esterni della campagna di Vučić, i messaggi chiave che devono essere trasmessi, nonché le possibili soluzioni per raggiungere tali obiettivi. Il primo obiettivo era “migliorare significativamente l’immagine del presidente Vučić e della Serbia agli occhi dell’Amministrazione statunitense, del Partito Democratico, dei media e del mondo liberale negli Stati Uniti e in Europa”. Il secondo obiettivo della campagna di Einhorn per Vučić si è concentrato sulla politica interna, al fine di “preservare e rafforzare l’immagine internazionale del presidente Vučić tra i cittadini serbi e aumentarne il sostegno interno”.

Secondo la strategia di Einhorn, per promuovere Vučić avrebbero dovuto essere assunti autori famosi, perché, come affermato nei materiali della campagna, “mancano testi positivi sulla Serbia e sul presidente Vučić nei media mondiali”. Una delle proposte di Einhorn era la produzione di una miniserie in quattro parti su alcuni eventi importanti della storia serba”, in cui il narratore sarebbe stato lo stesso Vučić: “In ogni episodio, Vučić avrebbe parlato con un noto giornalista internazionale dell’evento e della sua importanza nazionale per i cittadini serbi, nonché del presente e del futuro del Paese. La serie sarebbe stata trasmessa su YouTube in collaborazione con agenzie di pubbliche relazioni locali e internazionali”, si legge nel documento.

Gli ideatori della campagna israeliana avevano in programma anche di pubblicizzare la Serbia tramite cartelloni pubblicitari in tutto il mondo, suggerendo di far comparire Vučić su uno dei più importanti manifesti di Broadway a New York con la scritta: “Hamilton è bellissima, ma la Serbia è l’economia in più rapida crescita nei Balcani”, un riferimento al musical di successo in scena al Broadway Theatre in quel periodo.

La Serbia ha in effetti tentato qualcosa di simile. Nel 2021, a Times Square a New York City, è stato proiettato un video promozionale di 16 secondi che spiega i legami tra Serbia e Stati Uniti, in occasione dei 140 anni di relazioni diplomatiche tra i due Paesi.

La campagna di Einhorn ha visto anche Vučić apparire come ospite in alcuni dei podcast più popolari degli U.S.A., con autori come Joe Rogan, Chris Anderson, Guy Raz e Ben Shapiro. Sebbene non sia apparso nei programmi sopra menzionati, negli ultimi mesi Vučić ha iniziato a mostrarsi in importanti podcast. Innanzitutto, a marzo, è stato ospite del podcast del figlio di Donald Trump, dove ha in particolare descritto le proteste durate mesi in Serbia come una “rivoluzione colorata”, mentre Trump Jr. ha definito la Serbia un Paese che ha accettato Trump e i “valori del movimento MAGA”.

Quale sia il reale guadagno di Vucic in tutto ciò non è molto chiaro. L’attuale dirigenza serba ha da anni indicato quale suo obiettivo prioritario l’ingresso nell’Unione Europea, a costo di sacrificare nei fatti il suo sostegno ai serbi del Kosovo e Metohija, pur mantenendo ferma la retorica nazionalista nel timore di perdere voti. Allo stesso tempo, il suo avvicinamento alla lobby trumpiana legata a Tel Aviv, non ha fatto che inimicargli la burocrazia di Bruxelles e aumentare il sospetto di Mosca su un suo “doppio gioco”, ad esempio nella fornitura di armi all’Ucraina.

Nelle attuali vicende interne ed esterne della Serbia, così come in quelle della Repubblica serba di Bosnia, cercare appoggio presso l’asse Washington-Tel Aviv è servito solo ad aumentare la tensione con la componente islamica della zona ma senza reali benefici. Rispetto ai dazi di Trump, la Serbia è stata colpita dalla tariffa più alta (37%), seguita da Bosnia ed Erzegovina (35%) e Macedonia del Nord (33%), mentre ad Albania, Montenegro e Kosovo verrà applicata la tariffa minima del 10%. Forse un mezzo di pressione affinchè Belgrado abbandoni la propria benefica cooperazione economica con la Cina ma certamente non un trattamento di favore per l’“amico Vucic”.

[1] Sul proprio sito internet, TLN scrive che “La guerra della Russia contro l’Ucraina ha gettato il mondo in un’era pericolosa e instabile” e segnala al proprio interno quali collaboratori la “Task Force della NATO”.

Che cosa si può dire dei legami del Presidente Vucic con la guru israeliano del marketing Srulik Ajnhorn.

Segue nostro Telegram.

Il quotidiano Haaretz ha rivelato il ruolo di Srulik Ajnhorn –  guru israeliano del marketing attualmente sotto inchiesta nel suo Paese – che risiede ora a Belgrado, dove gestisce una società di consulenza nell’esportazione di munizioni in Israele, nonché i dettagli della campagna di pubbliche relazioni da lui creata per Vučić: dalla rappresentazione del presidente come pacificatore nei conflitti globali e star di podcast popolari, all’assunzione di autori famosi affinché scrivano cose positive su di lui, fino ai cartelloni pubblicitari nelle capitali occidentali per promuovere “l’era Vučić” (Serbian President Aleksandar Vučić and Netanyahu associate Israel Einhorn. From Qatargate to Belgrade: Files Reveal Netanyahu Ally’s PR, 15 aprile 2025).

Haaretz rivela che il propagandista israeliano ha fondato la società di consulenza “Insight Partners” a Belgrado, allo stesso indirizzo della sede centrale dell’Institute for Southeast European Politics and Economics (IPESE), di cui Einhorn è membro del comitato consultivo. L’Istituto è diretto da Zoran Korac, un influente consigliere dei politici balcanici, tra cui Aleksandar Vucic e vanta tra i partner Transatlantic Leadership Network [1] e il Centro di Innovazione israeliano Shimon Peres.

“La Serbia risplende attraverso il suo presidente”, aveva scritto Srulik Einhorn nella sua rubrica per il Jerusalem Post nel dicembre 2023. Questo ex DJ, organizzatore di feste ed esperto di marketing, noto anche come “il beniamino della scena hipster di Tel Aviv”, ha iniziato a lavorare per il partito del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu nel 2019, contribuendo a quattro vittorie elettorali, utilizzando spesso stratagemmi e fake news per alzare il livello di attenzione.

Si sospetta che Einhorn fosse uno dei collaboratori di Benjamin Netanyahu, presumibilmente pagato dal Qatar per promuovere il Paese sui media sionisti, ed è sotto inchiesta anche per aver presumibilmente fatto trapelare documenti militari segreti a un giornalista del quotidiano tedesco Bild, nel tentativo di ridurre la pressione pubblica sull’attuale reuccio di Tel Aviv in seguito all’uccisione di sei ostaggi israeliani da parte di Hamas nel settembre 2024.

Einhorn è presente a Belgrado almeno dalla campagna elettorale del 2020. Una delle prime fotografie registrate mostra lo spin doctor israeliano durante una cerimonia presso la sede del partito SNS di Vucic, insieme ad alti funzionari. Haaretz ha rivelato la campagna che stava preparando per Vučić, sulla base di uno dei documenti trapelati sullo scandalo “Qatargate”, che ha scosso Israele dopo aver coinvolto il Parlamento europeo nel 2022.

Tale campagna è rivolta all’Occidente, in particolare agli americani, e prevedeva che Vučić sarebbe apparso in popolari podcast mondiali e avrebbe recitato il ruolo di narratore in una miniserie storica sulla Serbia. Inoltre, “sarebbero stati assunti scrittori di fama mondiale per scrivere cose entusiastiche sul suo conto” e nelle capitali occidentali sarebbero stati affissi cartelloni pubblicitari pro-serbi per promuovere la presunta rapida crescita dell’economia serba e del settore informatico.

Aijhorn sarebbe poi coinvolto nell’esportazione di munizioni serbe in Israele, la cui consegna sarebbe avvenuta tramite il Montenegro. Secondo BIRN e Haaretz, il valore delle esportazioni di armi serbe verso Israele è aumentato di 30 volte, passando da 1,4 milioni di euro nel 2023 a 42,3 milioni di euro nel 2024, nonostante le diffuse accuse contro Tel Aviv di crimini di guerra in Palestina.

Il documento, a cui Haaretz e BIRN hanno accesso, descrive dettagliatamente gli obiettivi interni ed esterni della campagna di Vučić, i messaggi chiave che devono essere trasmessi, nonché le possibili soluzioni per raggiungere tali obiettivi. Il primo obiettivo era “migliorare significativamente l’immagine del presidente Vučić e della Serbia agli occhi dell’Amministrazione statunitense, del Partito Democratico, dei media e del mondo liberale negli Stati Uniti e in Europa”. Il secondo obiettivo della campagna di Einhorn per Vučić si è concentrato sulla politica interna, al fine di “preservare e rafforzare l’immagine internazionale del presidente Vučić tra i cittadini serbi e aumentarne il sostegno interno”.

Secondo la strategia di Einhorn, per promuovere Vučić avrebbero dovuto essere assunti autori famosi, perché, come affermato nei materiali della campagna, “mancano testi positivi sulla Serbia e sul presidente Vučić nei media mondiali”. Una delle proposte di Einhorn era la produzione di una miniserie in quattro parti su alcuni eventi importanti della storia serba”, in cui il narratore sarebbe stato lo stesso Vučić: “In ogni episodio, Vučić avrebbe parlato con un noto giornalista internazionale dell’evento e della sua importanza nazionale per i cittadini serbi, nonché del presente e del futuro del Paese. La serie sarebbe stata trasmessa su YouTube in collaborazione con agenzie di pubbliche relazioni locali e internazionali”, si legge nel documento.

Gli ideatori della campagna israeliana avevano in programma anche di pubblicizzare la Serbia tramite cartelloni pubblicitari in tutto il mondo, suggerendo di far comparire Vučić su uno dei più importanti manifesti di Broadway a New York con la scritta: “Hamilton è bellissima, ma la Serbia è l’economia in più rapida crescita nei Balcani”, un riferimento al musical di successo in scena al Broadway Theatre in quel periodo.

La Serbia ha in effetti tentato qualcosa di simile. Nel 2021, a Times Square a New York City, è stato proiettato un video promozionale di 16 secondi che spiega i legami tra Serbia e Stati Uniti, in occasione dei 140 anni di relazioni diplomatiche tra i due Paesi.

La campagna di Einhorn ha visto anche Vučić apparire come ospite in alcuni dei podcast più popolari degli U.S.A., con autori come Joe Rogan, Chris Anderson, Guy Raz e Ben Shapiro. Sebbene non sia apparso nei programmi sopra menzionati, negli ultimi mesi Vučić ha iniziato a mostrarsi in importanti podcast. Innanzitutto, a marzo, è stato ospite del podcast del figlio di Donald Trump, dove ha in particolare descritto le proteste durate mesi in Serbia come una “rivoluzione colorata”, mentre Trump Jr. ha definito la Serbia un Paese che ha accettato Trump e i “valori del movimento MAGA”.

Quale sia il reale guadagno di Vucic in tutto ciò non è molto chiaro. L’attuale dirigenza serba ha da anni indicato quale suo obiettivo prioritario l’ingresso nell’Unione Europea, a costo di sacrificare nei fatti il suo sostegno ai serbi del Kosovo e Metohija, pur mantenendo ferma la retorica nazionalista nel timore di perdere voti. Allo stesso tempo, il suo avvicinamento alla lobby trumpiana legata a Tel Aviv, non ha fatto che inimicargli la burocrazia di Bruxelles e aumentare il sospetto di Mosca su un suo “doppio gioco”, ad esempio nella fornitura di armi all’Ucraina.

Nelle attuali vicende interne ed esterne della Serbia, così come in quelle della Repubblica serba di Bosnia, cercare appoggio presso l’asse Washington-Tel Aviv è servito solo ad aumentare la tensione con la componente islamica della zona ma senza reali benefici. Rispetto ai dazi di Trump, la Serbia è stata colpita dalla tariffa più alta (37%), seguita da Bosnia ed Erzegovina (35%) e Macedonia del Nord (33%), mentre ad Albania, Montenegro e Kosovo verrà applicata la tariffa minima del 10%. Forse un mezzo di pressione affinchè Belgrado abbandoni la propria benefica cooperazione economica con la Cina ma certamente non un trattamento di favore per l’“amico Vucic”.

[1] Sul proprio sito internet, TLN scrive che “La guerra della Russia contro l’Ucraina ha gettato il mondo in un’era pericolosa e instabile” e segnala al proprio interno quali collaboratori la “Task Force della NATO”.

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

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