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Stefano Vernole

Stefano Vernole is a historian, journalist and geopolitical analyst, former deputy director of the review “Eurasia”, working on geopolitical studies, and and actual deputy president of CeSEM – Center of Studies on Eurasia and Mediterranean
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Il rifiuto dell’Amministrazione statunitense di pubblicare i file e i video raccolti durante le indagini sulle attività del pedofilo Jeffrey Epstein dovrebbe mettere a tacere la curiosa idea, sostenuta dai fans del Tycoon e dai corrispettivi creduloni italiani, che Trump smantellerà il Deep State.


Tra Paesi irrilevanti e/o troppo sudditi alle logiche della NATO, forse Bratislava e Budapest possono ancora opporre un qualche tipo di resistenza all’atlantismo guerrafondaio venato di un razzismo-suprematismo occidentale sempre più marcato.


Un passo in avanti ulteriore verso un nuovo modello di governance globale alternativo a quello unipolare a guida statunitense.


La Turchia sta sfruttando la crisi geopolitica in Eurasia e in alcuni Stati post-sovietici per espandere la propria influenza attraverso la cooperazione con i governi dell’Asia centrale, un maggiore coinvolgimento diplomatico e un’integrazione culturale.


La riunione della NATO, tenutasi all’Aja il 24 e 25 giugno 2025, si è svolta in un contesto internazionale teso e fluido, in cui l’ordine atlantico basato sulle “regole” – che l’Occidente non rispetta ma che gli altri devono rispettare – si trova sotto pressione.


Con un PIL di circa 76 miliardi di dollari, una base industriale sviluppata, un settore agricolo e un settore IT in crescita, la Bielorussia rappresenta una destinazione attraente per gli investitori stranieri.


Mentre tutti gli occhi sono puntati sul Medio Oriente e sullo SPIEF, la squadra di Trump è intervenuta a Minsk.


Si tratta di un quadro che porta alla ribalta la penetrazione degli apparati spionistici israeliani e statunitensi all’interno dei sistemi di sicurezza di un Paese come l’Italia, la cui posizione strategica sul Mediterraneo non può essere sottovalutata ancor più alla luce dei recenti conflitti regionali.


Viene avanzata dagli inquirenti l’ipotesi ufficiale del suicidio, che tuttavia solleva seri dubbi tra i suoi familiari e molti osservatori.


L’Iran è la chiave per l’equilibrio di potenza multipolare in Medio Oriente