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Stefano Vernole
February 18, 2025
© Photo: Public domain

Oltre un anno fa, Cina e Cuba hanno firmato un accordo di cooperazione per promuovere progetti di costruzione sull’isola caraibica nell’ambito della Belt and Road Initiative (BRI).

Segue nostro Telegram.

La collaborazione è avvenuta dopo che Cuba si è unita alla Belt and Road Energy Partnership (BREP), un’alleanza che mira a migliorare la connettività negli investimenti in infrastrutture ed energia pulita. La BREP è stata lanciata ufficialmente nell’aprile 2019 e conta decine di Paesi membri, tra cui quattro latinoamericani: Cuba, Venezuela, Suriname e Bolivia.

La costruzione di infrastrutture per l’energia rinnovabile da parte della Cina a Cuba potrebbe ridurre la dipendenza di quest’ultima dalle importazioni di energia, che contribuiscono al 53% dell’attuale produzione di elettricità dell’isola.

Ad oggi, oltre il 95% del consumo di energia di Cuba è generato da combustibili fossili, principalmente da otto centrali termoelettriche in funzione da oltre 30 anni. Cuba mira ad aumentare la quota di energia rinnovabile nel suo mix energetico da meno del 5% attuale al 24% nel 2030.

Cuba prevede importanti investimenti nelle energie rinnovabili, tra cui parchi fotovoltaici e parchi eolici, per contrastare l’attuale crisi energetica; in particolare, entro il 2025 L’Avana sosterrà i cittadini nell’installazione di pannelli solari e fornirà 5.000 sistemi solari fotovoltaici per le famiglie.

Una recente donazione dalla Cina include pannelli solari che si prevede aggiungeranno almeno 120 MW alla rete nazionale; a questi, il Governo cubano ha aggiunto 10.500 batterie per pannelli fotovoltaici, che saranno gradualmente integrate nell’infrastruttura energetica.

Inoltre, un progetto di parco eolico atteso da tempo a Las Tunas, sviluppato in collaborazione con la Cina, dovrebbe migliorare significativamente la capacità energetica del Paese. Questo piano è visto come un passo fondamentale per affrontare l’attuale crisi energetica di Cuba.

L’isola ha infatti dovuto affrontare gravi interruzioni energetiche da ottobre, tra cui tre interruzioni complete della corrente elettrica a livello nazionale, principalmente a causa di problemi alla centrale elettrica Antonio Guiteras a Matanzas e danni causati dagli uragani che hanno colpito Cuba in autunno. La compagnia elettrica statale, UNE, ha attribuito queste interruzioni a guasti degli impianti e riparazioni necessarie.

Il primo Vice Ministro del commercio estero e degli investimenti, Carlos Luis Jorge, ha ringraziato la Cina per il suo sostegno a Cuba “in un momento speciale (dovuto alla complessa situazione economica di Cuba) dimostrando solidarietà, fratellanza e sostegno del Governo e del popolo cinese allo sviluppo economico e sociale cubano”, mentre il futuro funzionamento dei parchi fotovoltaici rappresenterà un risparmio annuale di 18 mila tonnellate di combustibile per Cuba, pari a 7 milioni di dollari.

Negli ultimi anni, il Governo cubano ha promosso attivamente politiche di transizione energetica per cui i prodotti e la tecnologia fotovoltaica della Cina sono diventati una soluzione a questa visione, contribuendo a migliorare la capacità di fornitura di energia di Cuba e a ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili.

Un motivo importante per utilizzare la tecnologia cinese è la sua convenienza e l’elevata efficienza in termini di costi. L’idea fondamentale è che questo kit solare cubano con tecnologia cinese non superi il prezzo di produzione di $ 150 dollari, con un massimo di $ 200, e che abbia una capacità di potenza di almeno 1.500 watt, che è composta da almeno un pannello solare di almeno 500 W, un inverter da 1,5 kW e una batteria di almeno 12 volt e 100 ampere.

Un kit con queste caratteristiche permetterebbe a una famiglia cubana di avere due o tre luci LED accese, caricare due o tre cellulari, guardare la TV, ascoltare la radio e soprattutto far funzionare il frigorifero per conservare il cibo deperibile.

Nella provincia occidentale di Pinar del Río, a Cuba, sono visibili da tempo file di pannelli fotovoltaici in ordine silenzioso. Si tratta del primo progetto di centrale solare di Cuba progettato, acquistato e costruito come iniziativa integrata dal Governo cinese. Consegnata ufficialmente al Governo cubano nell’aprile 2018, la stazione rappresenta una pietra miliare nella cooperazione internazionale, secondo il sito web di PowerChina, una società di progettazione e costruzione di proprietà statale cinese.

Una volta operativa, la stazione potrebbe fornire elettricità a 20.000 residenti. Essa sostituisce parte delle centrali elettriche a petrolio, riducendo le emissioni di anidride carbonica e dando l’esempio per la ricerca di energia pulita e un’economia a basse emissioni di carbonio da parte di Cuba.

La parte cinese ha garantito supporto tecnico e di attrezzature, mentre la parte cubana ha fornito manodopera e alcuni materiali da costruzione. Nel giugno 2024, tre centrali elettriche assistite dalla Cina sono state collegate alla rete nazionale di Cuba, generando un totale di circa 60.000 kilowattora di elettricità al giorno e beneficiando circa 25.000 famiglie con carenza di energia.

Questo modello cooperativo non solo fornisce energia pulita di cui c’è urgente bisogno, ma crea anche opportunità di lavoro per i cubani.

Nonostante gli sforzi di Washington di isolarla, Cuba dal 2025 è stata ammessa come membro associato del gruppo dei Paesi BRICS, il che le consente di ottenere nuove opportunità di commercio, cooperazione ed investimento.

In risposta alla recente pubblicazione del Center for Strategic and International Studies (CSIS), la portavoce del Ministro degli Esteri cinese Mao Ning ha tenuto a ribadire che le affermazioni fatte dal think tank statunitense riguardo alle cosiddette basi militari cinesi a Cuba sono del tutto infondate. Mao ha sottolineato che la cooperazione tra Cina e Cuba è legittima e trasparente, non rivolta a terze parti e che i due Paesi partner non accettano o consentono assolutamente alcuna calunnia o diffamazione maligna da parte di terze parti.

Gli Stati Uniti, al contrario, occupano illegalmente Guantanamo come base militare e hanno imposto un blocco e sanzioni a Cuba per oltre 60 anni, causando gravi sofferenze al popolo cubano; la nuova Amministrazione Trump, peraltro, sconfessando il recente provvedimento emanato da Joe Biden, ha reinserito Cuba nella lista dei “Paesi che sponsorizzano il terrorismo”. Ciò significa che quanti hanno visitato Cuba dopo il 12 gennaio 2021, non possono più richiedere l’ESTA (il visto elettronico) per entrare negli Stati Uniti ma devono recarsi presso una rappresentanza diplomatica nordamericana nel loro Paese.

Un provvedimento assurdo, volto ad ostacolare il turismo nell’isola “ribelle” e che dimostra la natura ricattatoria degli USA nei confronti di quanti non si piegano alle loro istanze.

La Cina supporta Cuba con un progetto basato sull’energia solare

Oltre un anno fa, Cina e Cuba hanno firmato un accordo di cooperazione per promuovere progetti di costruzione sull’isola caraibica nell’ambito della Belt and Road Initiative (BRI).

Segue nostro Telegram.

La collaborazione è avvenuta dopo che Cuba si è unita alla Belt and Road Energy Partnership (BREP), un’alleanza che mira a migliorare la connettività negli investimenti in infrastrutture ed energia pulita. La BREP è stata lanciata ufficialmente nell’aprile 2019 e conta decine di Paesi membri, tra cui quattro latinoamericani: Cuba, Venezuela, Suriname e Bolivia.

La costruzione di infrastrutture per l’energia rinnovabile da parte della Cina a Cuba potrebbe ridurre la dipendenza di quest’ultima dalle importazioni di energia, che contribuiscono al 53% dell’attuale produzione di elettricità dell’isola.

Ad oggi, oltre il 95% del consumo di energia di Cuba è generato da combustibili fossili, principalmente da otto centrali termoelettriche in funzione da oltre 30 anni. Cuba mira ad aumentare la quota di energia rinnovabile nel suo mix energetico da meno del 5% attuale al 24% nel 2030.

Cuba prevede importanti investimenti nelle energie rinnovabili, tra cui parchi fotovoltaici e parchi eolici, per contrastare l’attuale crisi energetica; in particolare, entro il 2025 L’Avana sosterrà i cittadini nell’installazione di pannelli solari e fornirà 5.000 sistemi solari fotovoltaici per le famiglie.

Una recente donazione dalla Cina include pannelli solari che si prevede aggiungeranno almeno 120 MW alla rete nazionale; a questi, il Governo cubano ha aggiunto 10.500 batterie per pannelli fotovoltaici, che saranno gradualmente integrate nell’infrastruttura energetica.

Inoltre, un progetto di parco eolico atteso da tempo a Las Tunas, sviluppato in collaborazione con la Cina, dovrebbe migliorare significativamente la capacità energetica del Paese. Questo piano è visto come un passo fondamentale per affrontare l’attuale crisi energetica di Cuba.

L’isola ha infatti dovuto affrontare gravi interruzioni energetiche da ottobre, tra cui tre interruzioni complete della corrente elettrica a livello nazionale, principalmente a causa di problemi alla centrale elettrica Antonio Guiteras a Matanzas e danni causati dagli uragani che hanno colpito Cuba in autunno. La compagnia elettrica statale, UNE, ha attribuito queste interruzioni a guasti degli impianti e riparazioni necessarie.

Il primo Vice Ministro del commercio estero e degli investimenti, Carlos Luis Jorge, ha ringraziato la Cina per il suo sostegno a Cuba “in un momento speciale (dovuto alla complessa situazione economica di Cuba) dimostrando solidarietà, fratellanza e sostegno del Governo e del popolo cinese allo sviluppo economico e sociale cubano”, mentre il futuro funzionamento dei parchi fotovoltaici rappresenterà un risparmio annuale di 18 mila tonnellate di combustibile per Cuba, pari a 7 milioni di dollari.

Negli ultimi anni, il Governo cubano ha promosso attivamente politiche di transizione energetica per cui i prodotti e la tecnologia fotovoltaica della Cina sono diventati una soluzione a questa visione, contribuendo a migliorare la capacità di fornitura di energia di Cuba e a ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili.

Un motivo importante per utilizzare la tecnologia cinese è la sua convenienza e l’elevata efficienza in termini di costi. L’idea fondamentale è che questo kit solare cubano con tecnologia cinese non superi il prezzo di produzione di $ 150 dollari, con un massimo di $ 200, e che abbia una capacità di potenza di almeno 1.500 watt, che è composta da almeno un pannello solare di almeno 500 W, un inverter da 1,5 kW e una batteria di almeno 12 volt e 100 ampere.

Un kit con queste caratteristiche permetterebbe a una famiglia cubana di avere due o tre luci LED accese, caricare due o tre cellulari, guardare la TV, ascoltare la radio e soprattutto far funzionare il frigorifero per conservare il cibo deperibile.

Nella provincia occidentale di Pinar del Río, a Cuba, sono visibili da tempo file di pannelli fotovoltaici in ordine silenzioso. Si tratta del primo progetto di centrale solare di Cuba progettato, acquistato e costruito come iniziativa integrata dal Governo cinese. Consegnata ufficialmente al Governo cubano nell’aprile 2018, la stazione rappresenta una pietra miliare nella cooperazione internazionale, secondo il sito web di PowerChina, una società di progettazione e costruzione di proprietà statale cinese.

Una volta operativa, la stazione potrebbe fornire elettricità a 20.000 residenti. Essa sostituisce parte delle centrali elettriche a petrolio, riducendo le emissioni di anidride carbonica e dando l’esempio per la ricerca di energia pulita e un’economia a basse emissioni di carbonio da parte di Cuba.

La parte cinese ha garantito supporto tecnico e di attrezzature, mentre la parte cubana ha fornito manodopera e alcuni materiali da costruzione. Nel giugno 2024, tre centrali elettriche assistite dalla Cina sono state collegate alla rete nazionale di Cuba, generando un totale di circa 60.000 kilowattora di elettricità al giorno e beneficiando circa 25.000 famiglie con carenza di energia.

Questo modello cooperativo non solo fornisce energia pulita di cui c’è urgente bisogno, ma crea anche opportunità di lavoro per i cubani.

Nonostante gli sforzi di Washington di isolarla, Cuba dal 2025 è stata ammessa come membro associato del gruppo dei Paesi BRICS, il che le consente di ottenere nuove opportunità di commercio, cooperazione ed investimento.

In risposta alla recente pubblicazione del Center for Strategic and International Studies (CSIS), la portavoce del Ministro degli Esteri cinese Mao Ning ha tenuto a ribadire che le affermazioni fatte dal think tank statunitense riguardo alle cosiddette basi militari cinesi a Cuba sono del tutto infondate. Mao ha sottolineato che la cooperazione tra Cina e Cuba è legittima e trasparente, non rivolta a terze parti e che i due Paesi partner non accettano o consentono assolutamente alcuna calunnia o diffamazione maligna da parte di terze parti.

Gli Stati Uniti, al contrario, occupano illegalmente Guantanamo come base militare e hanno imposto un blocco e sanzioni a Cuba per oltre 60 anni, causando gravi sofferenze al popolo cubano; la nuova Amministrazione Trump, peraltro, sconfessando il recente provvedimento emanato da Joe Biden, ha reinserito Cuba nella lista dei “Paesi che sponsorizzano il terrorismo”. Ciò significa che quanti hanno visitato Cuba dopo il 12 gennaio 2021, non possono più richiedere l’ESTA (il visto elettronico) per entrare negli Stati Uniti ma devono recarsi presso una rappresentanza diplomatica nordamericana nel loro Paese.

Un provvedimento assurdo, volto ad ostacolare il turismo nell’isola “ribelle” e che dimostra la natura ricattatoria degli USA nei confronti di quanti non si piegano alle loro istanze.

Oltre un anno fa, Cina e Cuba hanno firmato un accordo di cooperazione per promuovere progetti di costruzione sull’isola caraibica nell’ambito della Belt and Road Initiative (BRI).

Segue nostro Telegram.

La collaborazione è avvenuta dopo che Cuba si è unita alla Belt and Road Energy Partnership (BREP), un’alleanza che mira a migliorare la connettività negli investimenti in infrastrutture ed energia pulita. La BREP è stata lanciata ufficialmente nell’aprile 2019 e conta decine di Paesi membri, tra cui quattro latinoamericani: Cuba, Venezuela, Suriname e Bolivia.

La costruzione di infrastrutture per l’energia rinnovabile da parte della Cina a Cuba potrebbe ridurre la dipendenza di quest’ultima dalle importazioni di energia, che contribuiscono al 53% dell’attuale produzione di elettricità dell’isola.

Ad oggi, oltre il 95% del consumo di energia di Cuba è generato da combustibili fossili, principalmente da otto centrali termoelettriche in funzione da oltre 30 anni. Cuba mira ad aumentare la quota di energia rinnovabile nel suo mix energetico da meno del 5% attuale al 24% nel 2030.

Cuba prevede importanti investimenti nelle energie rinnovabili, tra cui parchi fotovoltaici e parchi eolici, per contrastare l’attuale crisi energetica; in particolare, entro il 2025 L’Avana sosterrà i cittadini nell’installazione di pannelli solari e fornirà 5.000 sistemi solari fotovoltaici per le famiglie.

Una recente donazione dalla Cina include pannelli solari che si prevede aggiungeranno almeno 120 MW alla rete nazionale; a questi, il Governo cubano ha aggiunto 10.500 batterie per pannelli fotovoltaici, che saranno gradualmente integrate nell’infrastruttura energetica.

Inoltre, un progetto di parco eolico atteso da tempo a Las Tunas, sviluppato in collaborazione con la Cina, dovrebbe migliorare significativamente la capacità energetica del Paese. Questo piano è visto come un passo fondamentale per affrontare l’attuale crisi energetica di Cuba.

L’isola ha infatti dovuto affrontare gravi interruzioni energetiche da ottobre, tra cui tre interruzioni complete della corrente elettrica a livello nazionale, principalmente a causa di problemi alla centrale elettrica Antonio Guiteras a Matanzas e danni causati dagli uragani che hanno colpito Cuba in autunno. La compagnia elettrica statale, UNE, ha attribuito queste interruzioni a guasti degli impianti e riparazioni necessarie.

Il primo Vice Ministro del commercio estero e degli investimenti, Carlos Luis Jorge, ha ringraziato la Cina per il suo sostegno a Cuba “in un momento speciale (dovuto alla complessa situazione economica di Cuba) dimostrando solidarietà, fratellanza e sostegno del Governo e del popolo cinese allo sviluppo economico e sociale cubano”, mentre il futuro funzionamento dei parchi fotovoltaici rappresenterà un risparmio annuale di 18 mila tonnellate di combustibile per Cuba, pari a 7 milioni di dollari.

Negli ultimi anni, il Governo cubano ha promosso attivamente politiche di transizione energetica per cui i prodotti e la tecnologia fotovoltaica della Cina sono diventati una soluzione a questa visione, contribuendo a migliorare la capacità di fornitura di energia di Cuba e a ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili.

Un motivo importante per utilizzare la tecnologia cinese è la sua convenienza e l’elevata efficienza in termini di costi. L’idea fondamentale è che questo kit solare cubano con tecnologia cinese non superi il prezzo di produzione di $ 150 dollari, con un massimo di $ 200, e che abbia una capacità di potenza di almeno 1.500 watt, che è composta da almeno un pannello solare di almeno 500 W, un inverter da 1,5 kW e una batteria di almeno 12 volt e 100 ampere.

Un kit con queste caratteristiche permetterebbe a una famiglia cubana di avere due o tre luci LED accese, caricare due o tre cellulari, guardare la TV, ascoltare la radio e soprattutto far funzionare il frigorifero per conservare il cibo deperibile.

Nella provincia occidentale di Pinar del Río, a Cuba, sono visibili da tempo file di pannelli fotovoltaici in ordine silenzioso. Si tratta del primo progetto di centrale solare di Cuba progettato, acquistato e costruito come iniziativa integrata dal Governo cinese. Consegnata ufficialmente al Governo cubano nell’aprile 2018, la stazione rappresenta una pietra miliare nella cooperazione internazionale, secondo il sito web di PowerChina, una società di progettazione e costruzione di proprietà statale cinese.

Una volta operativa, la stazione potrebbe fornire elettricità a 20.000 residenti. Essa sostituisce parte delle centrali elettriche a petrolio, riducendo le emissioni di anidride carbonica e dando l’esempio per la ricerca di energia pulita e un’economia a basse emissioni di carbonio da parte di Cuba.

La parte cinese ha garantito supporto tecnico e di attrezzature, mentre la parte cubana ha fornito manodopera e alcuni materiali da costruzione. Nel giugno 2024, tre centrali elettriche assistite dalla Cina sono state collegate alla rete nazionale di Cuba, generando un totale di circa 60.000 kilowattora di elettricità al giorno e beneficiando circa 25.000 famiglie con carenza di energia.

Questo modello cooperativo non solo fornisce energia pulita di cui c’è urgente bisogno, ma crea anche opportunità di lavoro per i cubani.

Nonostante gli sforzi di Washington di isolarla, Cuba dal 2025 è stata ammessa come membro associato del gruppo dei Paesi BRICS, il che le consente di ottenere nuove opportunità di commercio, cooperazione ed investimento.

In risposta alla recente pubblicazione del Center for Strategic and International Studies (CSIS), la portavoce del Ministro degli Esteri cinese Mao Ning ha tenuto a ribadire che le affermazioni fatte dal think tank statunitense riguardo alle cosiddette basi militari cinesi a Cuba sono del tutto infondate. Mao ha sottolineato che la cooperazione tra Cina e Cuba è legittima e trasparente, non rivolta a terze parti e che i due Paesi partner non accettano o consentono assolutamente alcuna calunnia o diffamazione maligna da parte di terze parti.

Gli Stati Uniti, al contrario, occupano illegalmente Guantanamo come base militare e hanno imposto un blocco e sanzioni a Cuba per oltre 60 anni, causando gravi sofferenze al popolo cubano; la nuova Amministrazione Trump, peraltro, sconfessando il recente provvedimento emanato da Joe Biden, ha reinserito Cuba nella lista dei “Paesi che sponsorizzano il terrorismo”. Ciò significa che quanti hanno visitato Cuba dopo il 12 gennaio 2021, non possono più richiedere l’ESTA (il visto elettronico) per entrare negli Stati Uniti ma devono recarsi presso una rappresentanza diplomatica nordamericana nel loro Paese.

Un provvedimento assurdo, volto ad ostacolare il turismo nell’isola “ribelle” e che dimostra la natura ricattatoria degli USA nei confronti di quanti non si piegano alle loro istanze.

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

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