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Lorenzo Maria Pacini
October 19, 2025
© Photo: Public domain

Le aberranti politiche anti sociali dell’entourage meloniano raggiungono un nuovo livello di squallore, nella più radicale negazione della politica orientata al bene comune

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Dimenticatevi il welfare, dimenticatevi lo Stato che provvede ai cittadini, dimenticatevi le aziende strategiche di Stato, dimenticatevi la sacralità della madrepatria, dello spirito nazionale, e tutte le altre cose che tradizionalmente si annoveravano nelle politiche “di destra”: il Governo di Giorgia Meloni ha approvato il pignoramento per chi non paga le bollette, senza passare da un giudice.

L’obiettivo è consentire il pignoramento dei beni per chi non salda le bollette senza la necessità di un intervento del giudice, rendendo così la procedura più celere. Si tratta di una proposta di legge presentata dalla Lega, a prima firma della senatrice Erika Stefani. L’iter parlamentare è ormai a buon punto: il disegno di legge sulla riscossione dei debiti non ha ancora ottenuto l’approvazione definitiva in Commissione Giustizia del Senato, ma i lavori si avviano alla conclusione e la maggioranza di centrodestra ha già approvato tutti gli emendamenti. Manca quindi soltanto il voto finale della Commissione prima dell’invio del testo in Aula, dove sarà esaminato dapprima dal Senato e poi dalla Camera. Il percorso legislativo rimane comunque lungo, per cui il via libera definitivo non arriverà nel giro di poche settimane.

In sostanza, la proposta introduce un nuovo meccanismo che permetterebbe ai creditori di procedere al pignoramento senza dover passare dal vaglio di un tribunale. Chiunque abbia debiti di varia natura – dalle bollette non pagate ai prestiti contratti con società finanziarie o conti scoperti, con l’esclusione dei mutui bancari – potrebbe ricevere una diffida formale da parte dell’avvocato del creditore e, in assenza di risposta entro 40 giorni, subire il pignoramento dei propri beni o del conto corrente. Tutto ciò avverrebbe senza un controllo preventivo da parte dello Stato o di un giudice.

Secondo i promotori leghisti, l’intento è quello di rendere più snella una procedura giudiziaria oggi ritenuta troppo lenta e complessa. Attualmente, infatti, il creditore deve rivolgersi a un giudice civile o di pace per ottenere un decreto ingiuntivo e solo successivamente può avviare l’esecuzione forzata. Con la riforma, questo passaggio verrebbe eliminato: sarà l’avvocato, su mandato del creditore, a inviare un’“intimazione monitoria” corredata dalle prove del debito. Se il debitore non presenta opposizione entro 40 giorni, il pignoramento scatterà in modo automatico.

La nuova disciplina si applicherebbe soltanto ai debiti rientranti nella competenza del giudice di pace, ossia quelli fino a 10mila euro, e non ai mutui con gli istituti bancari. Tuttavia, il disegno di legge non esclude i crediti di natura finanziaria, agevolando così le società di recupero crediti e gli intermediari, ma lasciando potenzialmente più esposte le famiglie. Il testo stabilisce che, in caso di abusi, la responsabilità ricada sull’avvocato del creditore, che potrà essere sanzionato dal proprio ordine professionale o ritenuto civilmente responsabile per eventuali danni. Non sono però previsti controlli pubblici o meccanismi di vigilanza preventiva.

Benché non ancora approvata, la proposta ha già sollevato dubbi di legittimità costituzionale e le associazioni dei consumatori hanno espresso forte preoccupazione per i possibili rischi di frodi e per la vulnerabilità dei cittadini meno informati. Dopo il voto in Commissione Giustizia, il testo dovrà essere esaminato dal Senato e poi dalla Camera. Considerando l’imminente avvio dei lavori sulla legge di bilancio, difficilmente la riforma potrà essere discussa prima della fine del 2025.

Anche qualora fosse approvata, il Ministero della Giustizia avrebbe un periodo di sei mesi per emanare il decreto attuativo, quindi le nuove regole non entrerebbero in vigore prima della fine del 2026, o più realisticamente, nel corso del 2027.

Le aberranti politiche anti sociali dell’entourage meloniano raggiungono un nuovo livello di squallore, nella più radicale negazione della politica orientata al bene comune, a favore delle privilegiate élite. La negazione storica e politica di ciò che era lo spirito della destra e dei suoi teorici.

Ancor più scandalosi, però, sono gli italiani che alle recenti elezioni regionali hanno espresso crescenti preferenze per la coalizione di Governo: ogni popolo ha i politici che si merita. Nel frattempo, la povertà aumenta e l’irreversibilità della crisi economica si fa sempre più vicina alla prospettiva di un conflitto sociale domestico, una guerra fra poveri per la sopravvivenza.

Il governo dei patrioti è esattamente il governo che i patrioti li uccide.

La Destra di Governo che uccide i cittadini

Le aberranti politiche anti sociali dell’entourage meloniano raggiungono un nuovo livello di squallore, nella più radicale negazione della politica orientata al bene comune

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Dimenticatevi il welfare, dimenticatevi lo Stato che provvede ai cittadini, dimenticatevi le aziende strategiche di Stato, dimenticatevi la sacralità della madrepatria, dello spirito nazionale, e tutte le altre cose che tradizionalmente si annoveravano nelle politiche “di destra”: il Governo di Giorgia Meloni ha approvato il pignoramento per chi non paga le bollette, senza passare da un giudice.

L’obiettivo è consentire il pignoramento dei beni per chi non salda le bollette senza la necessità di un intervento del giudice, rendendo così la procedura più celere. Si tratta di una proposta di legge presentata dalla Lega, a prima firma della senatrice Erika Stefani. L’iter parlamentare è ormai a buon punto: il disegno di legge sulla riscossione dei debiti non ha ancora ottenuto l’approvazione definitiva in Commissione Giustizia del Senato, ma i lavori si avviano alla conclusione e la maggioranza di centrodestra ha già approvato tutti gli emendamenti. Manca quindi soltanto il voto finale della Commissione prima dell’invio del testo in Aula, dove sarà esaminato dapprima dal Senato e poi dalla Camera. Il percorso legislativo rimane comunque lungo, per cui il via libera definitivo non arriverà nel giro di poche settimane.

In sostanza, la proposta introduce un nuovo meccanismo che permetterebbe ai creditori di procedere al pignoramento senza dover passare dal vaglio di un tribunale. Chiunque abbia debiti di varia natura – dalle bollette non pagate ai prestiti contratti con società finanziarie o conti scoperti, con l’esclusione dei mutui bancari – potrebbe ricevere una diffida formale da parte dell’avvocato del creditore e, in assenza di risposta entro 40 giorni, subire il pignoramento dei propri beni o del conto corrente. Tutto ciò avverrebbe senza un controllo preventivo da parte dello Stato o di un giudice.

Secondo i promotori leghisti, l’intento è quello di rendere più snella una procedura giudiziaria oggi ritenuta troppo lenta e complessa. Attualmente, infatti, il creditore deve rivolgersi a un giudice civile o di pace per ottenere un decreto ingiuntivo e solo successivamente può avviare l’esecuzione forzata. Con la riforma, questo passaggio verrebbe eliminato: sarà l’avvocato, su mandato del creditore, a inviare un’“intimazione monitoria” corredata dalle prove del debito. Se il debitore non presenta opposizione entro 40 giorni, il pignoramento scatterà in modo automatico.

La nuova disciplina si applicherebbe soltanto ai debiti rientranti nella competenza del giudice di pace, ossia quelli fino a 10mila euro, e non ai mutui con gli istituti bancari. Tuttavia, il disegno di legge non esclude i crediti di natura finanziaria, agevolando così le società di recupero crediti e gli intermediari, ma lasciando potenzialmente più esposte le famiglie. Il testo stabilisce che, in caso di abusi, la responsabilità ricada sull’avvocato del creditore, che potrà essere sanzionato dal proprio ordine professionale o ritenuto civilmente responsabile per eventuali danni. Non sono però previsti controlli pubblici o meccanismi di vigilanza preventiva.

Benché non ancora approvata, la proposta ha già sollevato dubbi di legittimità costituzionale e le associazioni dei consumatori hanno espresso forte preoccupazione per i possibili rischi di frodi e per la vulnerabilità dei cittadini meno informati. Dopo il voto in Commissione Giustizia, il testo dovrà essere esaminato dal Senato e poi dalla Camera. Considerando l’imminente avvio dei lavori sulla legge di bilancio, difficilmente la riforma potrà essere discussa prima della fine del 2025.

Anche qualora fosse approvata, il Ministero della Giustizia avrebbe un periodo di sei mesi per emanare il decreto attuativo, quindi le nuove regole non entrerebbero in vigore prima della fine del 2026, o più realisticamente, nel corso del 2027.

Le aberranti politiche anti sociali dell’entourage meloniano raggiungono un nuovo livello di squallore, nella più radicale negazione della politica orientata al bene comune, a favore delle privilegiate élite. La negazione storica e politica di ciò che era lo spirito della destra e dei suoi teorici.

Ancor più scandalosi, però, sono gli italiani che alle recenti elezioni regionali hanno espresso crescenti preferenze per la coalizione di Governo: ogni popolo ha i politici che si merita. Nel frattempo, la povertà aumenta e l’irreversibilità della crisi economica si fa sempre più vicina alla prospettiva di un conflitto sociale domestico, una guerra fra poveri per la sopravvivenza.

Il governo dei patrioti è esattamente il governo che i patrioti li uccide.

Le aberranti politiche anti sociali dell’entourage meloniano raggiungono un nuovo livello di squallore, nella più radicale negazione della politica orientata al bene comune

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Dimenticatevi il welfare, dimenticatevi lo Stato che provvede ai cittadini, dimenticatevi le aziende strategiche di Stato, dimenticatevi la sacralità della madrepatria, dello spirito nazionale, e tutte le altre cose che tradizionalmente si annoveravano nelle politiche “di destra”: il Governo di Giorgia Meloni ha approvato il pignoramento per chi non paga le bollette, senza passare da un giudice.

L’obiettivo è consentire il pignoramento dei beni per chi non salda le bollette senza la necessità di un intervento del giudice, rendendo così la procedura più celere. Si tratta di una proposta di legge presentata dalla Lega, a prima firma della senatrice Erika Stefani. L’iter parlamentare è ormai a buon punto: il disegno di legge sulla riscossione dei debiti non ha ancora ottenuto l’approvazione definitiva in Commissione Giustizia del Senato, ma i lavori si avviano alla conclusione e la maggioranza di centrodestra ha già approvato tutti gli emendamenti. Manca quindi soltanto il voto finale della Commissione prima dell’invio del testo in Aula, dove sarà esaminato dapprima dal Senato e poi dalla Camera. Il percorso legislativo rimane comunque lungo, per cui il via libera definitivo non arriverà nel giro di poche settimane.

In sostanza, la proposta introduce un nuovo meccanismo che permetterebbe ai creditori di procedere al pignoramento senza dover passare dal vaglio di un tribunale. Chiunque abbia debiti di varia natura – dalle bollette non pagate ai prestiti contratti con società finanziarie o conti scoperti, con l’esclusione dei mutui bancari – potrebbe ricevere una diffida formale da parte dell’avvocato del creditore e, in assenza di risposta entro 40 giorni, subire il pignoramento dei propri beni o del conto corrente. Tutto ciò avverrebbe senza un controllo preventivo da parte dello Stato o di un giudice.

Secondo i promotori leghisti, l’intento è quello di rendere più snella una procedura giudiziaria oggi ritenuta troppo lenta e complessa. Attualmente, infatti, il creditore deve rivolgersi a un giudice civile o di pace per ottenere un decreto ingiuntivo e solo successivamente può avviare l’esecuzione forzata. Con la riforma, questo passaggio verrebbe eliminato: sarà l’avvocato, su mandato del creditore, a inviare un’“intimazione monitoria” corredata dalle prove del debito. Se il debitore non presenta opposizione entro 40 giorni, il pignoramento scatterà in modo automatico.

La nuova disciplina si applicherebbe soltanto ai debiti rientranti nella competenza del giudice di pace, ossia quelli fino a 10mila euro, e non ai mutui con gli istituti bancari. Tuttavia, il disegno di legge non esclude i crediti di natura finanziaria, agevolando così le società di recupero crediti e gli intermediari, ma lasciando potenzialmente più esposte le famiglie. Il testo stabilisce che, in caso di abusi, la responsabilità ricada sull’avvocato del creditore, che potrà essere sanzionato dal proprio ordine professionale o ritenuto civilmente responsabile per eventuali danni. Non sono però previsti controlli pubblici o meccanismi di vigilanza preventiva.

Benché non ancora approvata, la proposta ha già sollevato dubbi di legittimità costituzionale e le associazioni dei consumatori hanno espresso forte preoccupazione per i possibili rischi di frodi e per la vulnerabilità dei cittadini meno informati. Dopo il voto in Commissione Giustizia, il testo dovrà essere esaminato dal Senato e poi dalla Camera. Considerando l’imminente avvio dei lavori sulla legge di bilancio, difficilmente la riforma potrà essere discussa prima della fine del 2025.

Anche qualora fosse approvata, il Ministero della Giustizia avrebbe un periodo di sei mesi per emanare il decreto attuativo, quindi le nuove regole non entrerebbero in vigore prima della fine del 2026, o più realisticamente, nel corso del 2027.

Le aberranti politiche anti sociali dell’entourage meloniano raggiungono un nuovo livello di squallore, nella più radicale negazione della politica orientata al bene comune, a favore delle privilegiate élite. La negazione storica e politica di ciò che era lo spirito della destra e dei suoi teorici.

Ancor più scandalosi, però, sono gli italiani che alle recenti elezioni regionali hanno espresso crescenti preferenze per la coalizione di Governo: ogni popolo ha i politici che si merita. Nel frattempo, la povertà aumenta e l’irreversibilità della crisi economica si fa sempre più vicina alla prospettiva di un conflitto sociale domestico, una guerra fra poveri per la sopravvivenza.

Il governo dei patrioti è esattamente il governo che i patrioti li uccide.

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