Italiano
Lorenzo Maria Pacini
December 10, 2024
© Photo: Public domain

L’attuale assetto politico dell’UE porterà l’Europa a una catastrofe.

Segue nostro Telegram.

Nihil sub sole novum, avrebbero detto gli antichi latini: l’Unione Europea conferma la propria scelta di scendere verso l’inferno della guerra. A discapito della volontà popolare e dei calcoli strategici, l’obbedienza a Washington trionfa. Ancora.

Il giogo inamovibile

Il cosiddetto passum sub iugum (“passaggio sotto il giogo”) fu una pratica imposta nell’antica Italia, in cui una o più persone erano costrette a passare letteralmente sotto un giogo agreste, oppure sotto una teoria di lance disposte come a formare una porta simbolica. I nemici sconfitti venivano fatti passare sotto un giogo costruito con aste di lance. Lo scopo era quello di infliggere una umiliazione per la sconfitta ricevuta, ma era anche un gesto rituale compiuto al fine di rimuovere la “colpa del sangue”. Lo storico William Fowler nei primi del Novecento interpretò questa pratica come un mezzo per rimuovere un “tabù”. La spogliazione dei beni ed il passaggio sotto il giogo, dunque avevano caratteristiche catartiche, atte a purificare, tracciando un parallelismo interessante che avvicina il gesto ad una fase dal carattere “iniziatico”. Fowler identificò un simile bisogno di purificazione nel rito che accoglieva il rientro dei soldati romani nella città, i quali venivano fatti passare sotto la Porta Triumphalis nel Campus Martius: anche questo gesto era ritenuto una pratica di espiazione e purificazione al pari dell’abbandono delle armi dentro la zona sacralmente recintata, il pomerium.

Ancora oggi, nonostante siano trascorsi diversi secoli, il gioco è lì a indicarci una umiliazione che si perpetua nel tempo, come una sorta di condanna all’ergastolo: gli USA hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale ed hanno sottomesso i popoli europei militarmente, con una occupazione stabile, economicamente con l’imposizione del dollaro come valuta di riferimento, culturalmente con l’intromissione dei prodotti culturali spazzatura in maniera massificata. Ideologicamente, poi, la vittoria del globalismo ha sancito decenni di lotte politiche.

È così che l’intera Europa si è trovata non soltanto sconfitta e invasa, ma anche costretta a pagare un tributo quotidiano al proprio aguzzino. Gli americani hanno prima inventato il Trattato dell’Atlantico nel 1949, facendovi aderire forzosamente i principali Paesi europei che avevano conquistato; poi il Trattato di Maastricht nel 1992, inventando l’Unione Europea, l’organismo politico che andava a definire la dipendenza economica precedentemente stabilita, con lo scopo di deteriorare gli ultimi guitti di sovranità nazionale, portandoli verso una sorta di “Stati Uniti d’Europa”, in cui il governo centrale, diviso fra politico ed economico, avesse la capacità di sopraffare i governi degli Stati membri, in modo da garantire una leadership univoca coerente con gli interessi del padrone, non certo dei popoli europei.

Più di 30 anni di politiche scellerate hanno portato l’Europa intera non soltanto ad una decadenza finanziaria senza precedenti, ma soprattutto alla incapacità funzionale di rialzarsi dal baratro in cui si trova. Il Parlamento Europeo con la sua Commissione si è rivelato un organo di oppressione degli Stati, imponendo leggi liberticide e contrastanti con la tutela degli interessi nazionali e delle identità culturali, storiche e religiose, andando ad erodere i valori tradizionali per sostituirli con dei mefistofelici feticci.

L’Euro è stato una trappola micidiale, congeniato nei minimi dettagli per impoverire tutti gli aderenti e ora, dopo aver obbedito ciecamente agli ordini di Washington di imporre sanzioni alla Russia, non solo la crisi economica perpetua dell’Europa è peggiorata ma addirittura le previsioni di crescita dell’Eurozona sono in forte calo, mentre quelle degli Stati Uniti sono in rialzo. L’Europa ha fatto in modo che rimanesse un vassallo politico ed economico di Washington e ne ha pagato il prezzo. Una vera e propria auto-sanzione, o meglio il rinnovarsi del debito che viene ricordato dal giogo. Le sanzioni promulgate si sono rivelate un boomerang senza precedenti, un vero e proprio disastro. Nessuno dei Paesi che ha imposto sanzioni ha avuto un beneficio da esse, tutti ne sono usciti devastati. A giovare sono stati soltanto gli altri Paesi del mondo che non hanno aderito alle sanzioni ed hanno cominciato, nel giro degli ultimi due anni, a ragionare secondo logiche di mercato differenti: nuove rotte commerciali, transazioni con valute nazionali, de-dollarizzazione, accordi multilaterali, prospettive multipolari. Non è retorica, è un dato di fatto.

Un’eco riecheggia in tutto il continente: inflazione, miseria, povertà. Ed ora ci manca solo la guerra.

L’elezione di Trump non migliora la situazione

La NATO è stata, ancora prima della UE, il braccio armato per tenere l’Europa sotto controllo. Con una occupazione militare spacciata per “patronato”, “sicurezza internazionale” e “cooperazione pacifica”, gli USA hanno esteso il loro potere verso Est, proseguendo nella campagna militare a lungo termine meglio nota col nome di “conquista del mondo”.

Il ritorno di Donald Trump alla presidenza è stato celebrato da molti come un successo che avrebbe portato prosperità anche all’Europa… e invece così non è stato, almeno fino ad oggi. Anzi, tutt’altro. Non appena è arrivato il tycoon MAGA, la UE ha effettuato il cambio di paradigma e impostato l’Europa su una economia di guerra: obbligo di aumento della spesa militare, aumento dell’inflazione, altri pacchetti di sanzioni alla Russia e alla Cina, un restringimento nella politica estera nei confronti dei Paesi orientali e dell’orbita BRICS+, proclami arroganti di presunte guerre da vincere.

Per quanto riguarda l’Ucraina, il Parlamento Europeo non si è fatto attendere: come primo atto, ha confermato il pieno sostegno all’Ucraina, proponendo misure più aggressive verso la Russia e i suoi alleati. Con 390 voti favorevoli, 135 contrari e 52 astensioni, i deputati hanno approvato un testo che, pur dichiarando di cercare una “soluzione pacifica” al conflitto, sembra non voler deviare dalla via della guerra e delle sanzioni, nonostante l’evidente fallimento di questa strategia. Questa risoluzione, inoltre, si inserisce nel contesto di un presunto coinvolgimento di attori internazionali come la Cina e la Corea del Nord, accusati di supportare la Russia nel conflitto, ma senza alcuna prova concreta che giustifichi tali accuse. Al contrario, la risposta militare e la continua escalation sembrano essere considerate l’unica opzione percorribile, con rischi sempre maggiori per la sicurezza globale. La giustificazione di questa scelta sarebbe quella di tutelare l’Europa dalla presunta alleanza fra Russia, Bielorussia, Corea del Nord e Iran. Le dichiarazioni dei ministri degli esteri dei Paesi UE sono una sfilata di imbarazzanti idiozie da collezionare nell’album della Storia.

In Medio Oriente, la situazione è la medesima: più armi a Israele, con pieno e incondizionato sostegno politico e militare, combattendo contro i “terroristi” di Hamas, Hezbollah, Iran, Siria, Yemen e chissà quali altri vittime della propaganda mediatica occidentale. La costruzione del Terzo Tempio è un imperativo esistenziale per il padrino americano del sionismo.  Probabilmente per far capire ai cittadini europei che gli USA non saranno il messia tanto atteso, ci vorranno tempo o catastrofi internazionali. Ancora l’infatuazione è molto alta, perché i precedenti anni di amministrazione Biden sono stati motivo di intensa delusione anche per i Dem europei.

Il problema è che gli USA sono pronti a muovere guerre su guerre, sfruttando il “cortile” con i suoi polli, cioè l’Europa. Non avranno nemmeno bisogno di chiedere il permesso, perché l’Europa è proprietà loro.

La UE farà perdere l’Europa

Bisogna riconoscere un successo alla politica colonialista in terra europea: ha funzionato. Sì, ha funzionato, perché ci sono volute almeno due generazioni di manipolazione e indottrinamento per arrivare ad avere una classe politica totalmente sottomessa, in ogni senso, all’Egemone americano. Una riprogrammazione generazionale efficacissima, dalla quale sarà molto difficile uscire, perché ci vorranno altrettanti anni di attesa e intensa attività educativa per riavere dei politici decorosi.

Smantellare il neoliberismo non sarà solo un problema educativo, ma anche un problema strutturale, perché le istituzioni sono state pensate secondo quel modello e quindi, richiedono di essere riconfigurate su altre basi.

Il sistema della UE non ha funzionato. Riconoscere questo primo dato di fatto è indispensabile. L’Unione Europea si è dimostrata il peggior nemico dell’Unione Europea stessa. Dal punto di vista costituzionale, non esiste: la UE è un patto fra Stati che concerne esclusivamente il Diritto Internazionale. La famigerata “costituzione europea” , proposta nel 2004 e bocciata largamente nel 2005, era l’espressione perfetta di una classe di burocrati autoreferenziali senza alcuna rappresentanza. La usa versione edulcorata del 2007, nota come Trattato di Lisbona, ha ribadito l’incapacità fattuale della UE di adottar una legge fondamentale con testo unico che valesse toto orbe Europae. Se è vero che il potere costituito presuppone un potere costituente, l’idea di un potere costituente europeo è il grande assente nei discorsi sull’Europa. Dal punto di vista della sua pretesa costituzione, l’Unione europea non ha pertanto alcuna legittimità

Il progetto di un’Europa dei popoli è stato fatto naufragare sino al punto di renderlo un’utopia irraggiungibile, ma resta in verità l’unica opzione di riscatto e rinascita.

L’attuale assetto politico comunitario non potrà portare l’Europa a nient’altro che una catastrofe.

L’Unione Europea è in trappola

L’attuale assetto politico dell’UE porterà l’Europa a una catastrofe.

Segue nostro Telegram.

Nihil sub sole novum, avrebbero detto gli antichi latini: l’Unione Europea conferma la propria scelta di scendere verso l’inferno della guerra. A discapito della volontà popolare e dei calcoli strategici, l’obbedienza a Washington trionfa. Ancora.

Il giogo inamovibile

Il cosiddetto passum sub iugum (“passaggio sotto il giogo”) fu una pratica imposta nell’antica Italia, in cui una o più persone erano costrette a passare letteralmente sotto un giogo agreste, oppure sotto una teoria di lance disposte come a formare una porta simbolica. I nemici sconfitti venivano fatti passare sotto un giogo costruito con aste di lance. Lo scopo era quello di infliggere una umiliazione per la sconfitta ricevuta, ma era anche un gesto rituale compiuto al fine di rimuovere la “colpa del sangue”. Lo storico William Fowler nei primi del Novecento interpretò questa pratica come un mezzo per rimuovere un “tabù”. La spogliazione dei beni ed il passaggio sotto il giogo, dunque avevano caratteristiche catartiche, atte a purificare, tracciando un parallelismo interessante che avvicina il gesto ad una fase dal carattere “iniziatico”. Fowler identificò un simile bisogno di purificazione nel rito che accoglieva il rientro dei soldati romani nella città, i quali venivano fatti passare sotto la Porta Triumphalis nel Campus Martius: anche questo gesto era ritenuto una pratica di espiazione e purificazione al pari dell’abbandono delle armi dentro la zona sacralmente recintata, il pomerium.

Ancora oggi, nonostante siano trascorsi diversi secoli, il gioco è lì a indicarci una umiliazione che si perpetua nel tempo, come una sorta di condanna all’ergastolo: gli USA hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale ed hanno sottomesso i popoli europei militarmente, con una occupazione stabile, economicamente con l’imposizione del dollaro come valuta di riferimento, culturalmente con l’intromissione dei prodotti culturali spazzatura in maniera massificata. Ideologicamente, poi, la vittoria del globalismo ha sancito decenni di lotte politiche.

È così che l’intera Europa si è trovata non soltanto sconfitta e invasa, ma anche costretta a pagare un tributo quotidiano al proprio aguzzino. Gli americani hanno prima inventato il Trattato dell’Atlantico nel 1949, facendovi aderire forzosamente i principali Paesi europei che avevano conquistato; poi il Trattato di Maastricht nel 1992, inventando l’Unione Europea, l’organismo politico che andava a definire la dipendenza economica precedentemente stabilita, con lo scopo di deteriorare gli ultimi guitti di sovranità nazionale, portandoli verso una sorta di “Stati Uniti d’Europa”, in cui il governo centrale, diviso fra politico ed economico, avesse la capacità di sopraffare i governi degli Stati membri, in modo da garantire una leadership univoca coerente con gli interessi del padrone, non certo dei popoli europei.

Più di 30 anni di politiche scellerate hanno portato l’Europa intera non soltanto ad una decadenza finanziaria senza precedenti, ma soprattutto alla incapacità funzionale di rialzarsi dal baratro in cui si trova. Il Parlamento Europeo con la sua Commissione si è rivelato un organo di oppressione degli Stati, imponendo leggi liberticide e contrastanti con la tutela degli interessi nazionali e delle identità culturali, storiche e religiose, andando ad erodere i valori tradizionali per sostituirli con dei mefistofelici feticci.

L’Euro è stato una trappola micidiale, congeniato nei minimi dettagli per impoverire tutti gli aderenti e ora, dopo aver obbedito ciecamente agli ordini di Washington di imporre sanzioni alla Russia, non solo la crisi economica perpetua dell’Europa è peggiorata ma addirittura le previsioni di crescita dell’Eurozona sono in forte calo, mentre quelle degli Stati Uniti sono in rialzo. L’Europa ha fatto in modo che rimanesse un vassallo politico ed economico di Washington e ne ha pagato il prezzo. Una vera e propria auto-sanzione, o meglio il rinnovarsi del debito che viene ricordato dal giogo. Le sanzioni promulgate si sono rivelate un boomerang senza precedenti, un vero e proprio disastro. Nessuno dei Paesi che ha imposto sanzioni ha avuto un beneficio da esse, tutti ne sono usciti devastati. A giovare sono stati soltanto gli altri Paesi del mondo che non hanno aderito alle sanzioni ed hanno cominciato, nel giro degli ultimi due anni, a ragionare secondo logiche di mercato differenti: nuove rotte commerciali, transazioni con valute nazionali, de-dollarizzazione, accordi multilaterali, prospettive multipolari. Non è retorica, è un dato di fatto.

Un’eco riecheggia in tutto il continente: inflazione, miseria, povertà. Ed ora ci manca solo la guerra.

L’elezione di Trump non migliora la situazione

La NATO è stata, ancora prima della UE, il braccio armato per tenere l’Europa sotto controllo. Con una occupazione militare spacciata per “patronato”, “sicurezza internazionale” e “cooperazione pacifica”, gli USA hanno esteso il loro potere verso Est, proseguendo nella campagna militare a lungo termine meglio nota col nome di “conquista del mondo”.

Il ritorno di Donald Trump alla presidenza è stato celebrato da molti come un successo che avrebbe portato prosperità anche all’Europa… e invece così non è stato, almeno fino ad oggi. Anzi, tutt’altro. Non appena è arrivato il tycoon MAGA, la UE ha effettuato il cambio di paradigma e impostato l’Europa su una economia di guerra: obbligo di aumento della spesa militare, aumento dell’inflazione, altri pacchetti di sanzioni alla Russia e alla Cina, un restringimento nella politica estera nei confronti dei Paesi orientali e dell’orbita BRICS+, proclami arroganti di presunte guerre da vincere.

Per quanto riguarda l’Ucraina, il Parlamento Europeo non si è fatto attendere: come primo atto, ha confermato il pieno sostegno all’Ucraina, proponendo misure più aggressive verso la Russia e i suoi alleati. Con 390 voti favorevoli, 135 contrari e 52 astensioni, i deputati hanno approvato un testo che, pur dichiarando di cercare una “soluzione pacifica” al conflitto, sembra non voler deviare dalla via della guerra e delle sanzioni, nonostante l’evidente fallimento di questa strategia. Questa risoluzione, inoltre, si inserisce nel contesto di un presunto coinvolgimento di attori internazionali come la Cina e la Corea del Nord, accusati di supportare la Russia nel conflitto, ma senza alcuna prova concreta che giustifichi tali accuse. Al contrario, la risposta militare e la continua escalation sembrano essere considerate l’unica opzione percorribile, con rischi sempre maggiori per la sicurezza globale. La giustificazione di questa scelta sarebbe quella di tutelare l’Europa dalla presunta alleanza fra Russia, Bielorussia, Corea del Nord e Iran. Le dichiarazioni dei ministri degli esteri dei Paesi UE sono una sfilata di imbarazzanti idiozie da collezionare nell’album della Storia.

In Medio Oriente, la situazione è la medesima: più armi a Israele, con pieno e incondizionato sostegno politico e militare, combattendo contro i “terroristi” di Hamas, Hezbollah, Iran, Siria, Yemen e chissà quali altri vittime della propaganda mediatica occidentale. La costruzione del Terzo Tempio è un imperativo esistenziale per il padrino americano del sionismo.  Probabilmente per far capire ai cittadini europei che gli USA non saranno il messia tanto atteso, ci vorranno tempo o catastrofi internazionali. Ancora l’infatuazione è molto alta, perché i precedenti anni di amministrazione Biden sono stati motivo di intensa delusione anche per i Dem europei.

Il problema è che gli USA sono pronti a muovere guerre su guerre, sfruttando il “cortile” con i suoi polli, cioè l’Europa. Non avranno nemmeno bisogno di chiedere il permesso, perché l’Europa è proprietà loro.

La UE farà perdere l’Europa

Bisogna riconoscere un successo alla politica colonialista in terra europea: ha funzionato. Sì, ha funzionato, perché ci sono volute almeno due generazioni di manipolazione e indottrinamento per arrivare ad avere una classe politica totalmente sottomessa, in ogni senso, all’Egemone americano. Una riprogrammazione generazionale efficacissima, dalla quale sarà molto difficile uscire, perché ci vorranno altrettanti anni di attesa e intensa attività educativa per riavere dei politici decorosi.

Smantellare il neoliberismo non sarà solo un problema educativo, ma anche un problema strutturale, perché le istituzioni sono state pensate secondo quel modello e quindi, richiedono di essere riconfigurate su altre basi.

Il sistema della UE non ha funzionato. Riconoscere questo primo dato di fatto è indispensabile. L’Unione Europea si è dimostrata il peggior nemico dell’Unione Europea stessa. Dal punto di vista costituzionale, non esiste: la UE è un patto fra Stati che concerne esclusivamente il Diritto Internazionale. La famigerata “costituzione europea” , proposta nel 2004 e bocciata largamente nel 2005, era l’espressione perfetta di una classe di burocrati autoreferenziali senza alcuna rappresentanza. La usa versione edulcorata del 2007, nota come Trattato di Lisbona, ha ribadito l’incapacità fattuale della UE di adottar una legge fondamentale con testo unico che valesse toto orbe Europae. Se è vero che il potere costituito presuppone un potere costituente, l’idea di un potere costituente europeo è il grande assente nei discorsi sull’Europa. Dal punto di vista della sua pretesa costituzione, l’Unione europea non ha pertanto alcuna legittimità

Il progetto di un’Europa dei popoli è stato fatto naufragare sino al punto di renderlo un’utopia irraggiungibile, ma resta in verità l’unica opzione di riscatto e rinascita.

L’attuale assetto politico comunitario non potrà portare l’Europa a nient’altro che una catastrofe.

L’attuale assetto politico dell’UE porterà l’Europa a una catastrofe.

Segue nostro Telegram.

Nihil sub sole novum, avrebbero detto gli antichi latini: l’Unione Europea conferma la propria scelta di scendere verso l’inferno della guerra. A discapito della volontà popolare e dei calcoli strategici, l’obbedienza a Washington trionfa. Ancora.

Il giogo inamovibile

Il cosiddetto passum sub iugum (“passaggio sotto il giogo”) fu una pratica imposta nell’antica Italia, in cui una o più persone erano costrette a passare letteralmente sotto un giogo agreste, oppure sotto una teoria di lance disposte come a formare una porta simbolica. I nemici sconfitti venivano fatti passare sotto un giogo costruito con aste di lance. Lo scopo era quello di infliggere una umiliazione per la sconfitta ricevuta, ma era anche un gesto rituale compiuto al fine di rimuovere la “colpa del sangue”. Lo storico William Fowler nei primi del Novecento interpretò questa pratica come un mezzo per rimuovere un “tabù”. La spogliazione dei beni ed il passaggio sotto il giogo, dunque avevano caratteristiche catartiche, atte a purificare, tracciando un parallelismo interessante che avvicina il gesto ad una fase dal carattere “iniziatico”. Fowler identificò un simile bisogno di purificazione nel rito che accoglieva il rientro dei soldati romani nella città, i quali venivano fatti passare sotto la Porta Triumphalis nel Campus Martius: anche questo gesto era ritenuto una pratica di espiazione e purificazione al pari dell’abbandono delle armi dentro la zona sacralmente recintata, il pomerium.

Ancora oggi, nonostante siano trascorsi diversi secoli, il gioco è lì a indicarci una umiliazione che si perpetua nel tempo, come una sorta di condanna all’ergastolo: gli USA hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale ed hanno sottomesso i popoli europei militarmente, con una occupazione stabile, economicamente con l’imposizione del dollaro come valuta di riferimento, culturalmente con l’intromissione dei prodotti culturali spazzatura in maniera massificata. Ideologicamente, poi, la vittoria del globalismo ha sancito decenni di lotte politiche.

È così che l’intera Europa si è trovata non soltanto sconfitta e invasa, ma anche costretta a pagare un tributo quotidiano al proprio aguzzino. Gli americani hanno prima inventato il Trattato dell’Atlantico nel 1949, facendovi aderire forzosamente i principali Paesi europei che avevano conquistato; poi il Trattato di Maastricht nel 1992, inventando l’Unione Europea, l’organismo politico che andava a definire la dipendenza economica precedentemente stabilita, con lo scopo di deteriorare gli ultimi guitti di sovranità nazionale, portandoli verso una sorta di “Stati Uniti d’Europa”, in cui il governo centrale, diviso fra politico ed economico, avesse la capacità di sopraffare i governi degli Stati membri, in modo da garantire una leadership univoca coerente con gli interessi del padrone, non certo dei popoli europei.

Più di 30 anni di politiche scellerate hanno portato l’Europa intera non soltanto ad una decadenza finanziaria senza precedenti, ma soprattutto alla incapacità funzionale di rialzarsi dal baratro in cui si trova. Il Parlamento Europeo con la sua Commissione si è rivelato un organo di oppressione degli Stati, imponendo leggi liberticide e contrastanti con la tutela degli interessi nazionali e delle identità culturali, storiche e religiose, andando ad erodere i valori tradizionali per sostituirli con dei mefistofelici feticci.

L’Euro è stato una trappola micidiale, congeniato nei minimi dettagli per impoverire tutti gli aderenti e ora, dopo aver obbedito ciecamente agli ordini di Washington di imporre sanzioni alla Russia, non solo la crisi economica perpetua dell’Europa è peggiorata ma addirittura le previsioni di crescita dell’Eurozona sono in forte calo, mentre quelle degli Stati Uniti sono in rialzo. L’Europa ha fatto in modo che rimanesse un vassallo politico ed economico di Washington e ne ha pagato il prezzo. Una vera e propria auto-sanzione, o meglio il rinnovarsi del debito che viene ricordato dal giogo. Le sanzioni promulgate si sono rivelate un boomerang senza precedenti, un vero e proprio disastro. Nessuno dei Paesi che ha imposto sanzioni ha avuto un beneficio da esse, tutti ne sono usciti devastati. A giovare sono stati soltanto gli altri Paesi del mondo che non hanno aderito alle sanzioni ed hanno cominciato, nel giro degli ultimi due anni, a ragionare secondo logiche di mercato differenti: nuove rotte commerciali, transazioni con valute nazionali, de-dollarizzazione, accordi multilaterali, prospettive multipolari. Non è retorica, è un dato di fatto.

Un’eco riecheggia in tutto il continente: inflazione, miseria, povertà. Ed ora ci manca solo la guerra.

L’elezione di Trump non migliora la situazione

La NATO è stata, ancora prima della UE, il braccio armato per tenere l’Europa sotto controllo. Con una occupazione militare spacciata per “patronato”, “sicurezza internazionale” e “cooperazione pacifica”, gli USA hanno esteso il loro potere verso Est, proseguendo nella campagna militare a lungo termine meglio nota col nome di “conquista del mondo”.

Il ritorno di Donald Trump alla presidenza è stato celebrato da molti come un successo che avrebbe portato prosperità anche all’Europa… e invece così non è stato, almeno fino ad oggi. Anzi, tutt’altro. Non appena è arrivato il tycoon MAGA, la UE ha effettuato il cambio di paradigma e impostato l’Europa su una economia di guerra: obbligo di aumento della spesa militare, aumento dell’inflazione, altri pacchetti di sanzioni alla Russia e alla Cina, un restringimento nella politica estera nei confronti dei Paesi orientali e dell’orbita BRICS+, proclami arroganti di presunte guerre da vincere.

Per quanto riguarda l’Ucraina, il Parlamento Europeo non si è fatto attendere: come primo atto, ha confermato il pieno sostegno all’Ucraina, proponendo misure più aggressive verso la Russia e i suoi alleati. Con 390 voti favorevoli, 135 contrari e 52 astensioni, i deputati hanno approvato un testo che, pur dichiarando di cercare una “soluzione pacifica” al conflitto, sembra non voler deviare dalla via della guerra e delle sanzioni, nonostante l’evidente fallimento di questa strategia. Questa risoluzione, inoltre, si inserisce nel contesto di un presunto coinvolgimento di attori internazionali come la Cina e la Corea del Nord, accusati di supportare la Russia nel conflitto, ma senza alcuna prova concreta che giustifichi tali accuse. Al contrario, la risposta militare e la continua escalation sembrano essere considerate l’unica opzione percorribile, con rischi sempre maggiori per la sicurezza globale. La giustificazione di questa scelta sarebbe quella di tutelare l’Europa dalla presunta alleanza fra Russia, Bielorussia, Corea del Nord e Iran. Le dichiarazioni dei ministri degli esteri dei Paesi UE sono una sfilata di imbarazzanti idiozie da collezionare nell’album della Storia.

In Medio Oriente, la situazione è la medesima: più armi a Israele, con pieno e incondizionato sostegno politico e militare, combattendo contro i “terroristi” di Hamas, Hezbollah, Iran, Siria, Yemen e chissà quali altri vittime della propaganda mediatica occidentale. La costruzione del Terzo Tempio è un imperativo esistenziale per il padrino americano del sionismo.  Probabilmente per far capire ai cittadini europei che gli USA non saranno il messia tanto atteso, ci vorranno tempo o catastrofi internazionali. Ancora l’infatuazione è molto alta, perché i precedenti anni di amministrazione Biden sono stati motivo di intensa delusione anche per i Dem europei.

Il problema è che gli USA sono pronti a muovere guerre su guerre, sfruttando il “cortile” con i suoi polli, cioè l’Europa. Non avranno nemmeno bisogno di chiedere il permesso, perché l’Europa è proprietà loro.

La UE farà perdere l’Europa

Bisogna riconoscere un successo alla politica colonialista in terra europea: ha funzionato. Sì, ha funzionato, perché ci sono volute almeno due generazioni di manipolazione e indottrinamento per arrivare ad avere una classe politica totalmente sottomessa, in ogni senso, all’Egemone americano. Una riprogrammazione generazionale efficacissima, dalla quale sarà molto difficile uscire, perché ci vorranno altrettanti anni di attesa e intensa attività educativa per riavere dei politici decorosi.

Smantellare il neoliberismo non sarà solo un problema educativo, ma anche un problema strutturale, perché le istituzioni sono state pensate secondo quel modello e quindi, richiedono di essere riconfigurate su altre basi.

Il sistema della UE non ha funzionato. Riconoscere questo primo dato di fatto è indispensabile. L’Unione Europea si è dimostrata il peggior nemico dell’Unione Europea stessa. Dal punto di vista costituzionale, non esiste: la UE è un patto fra Stati che concerne esclusivamente il Diritto Internazionale. La famigerata “costituzione europea” , proposta nel 2004 e bocciata largamente nel 2005, era l’espressione perfetta di una classe di burocrati autoreferenziali senza alcuna rappresentanza. La usa versione edulcorata del 2007, nota come Trattato di Lisbona, ha ribadito l’incapacità fattuale della UE di adottar una legge fondamentale con testo unico che valesse toto orbe Europae. Se è vero che il potere costituito presuppone un potere costituente, l’idea di un potere costituente europeo è il grande assente nei discorsi sull’Europa. Dal punto di vista della sua pretesa costituzione, l’Unione europea non ha pertanto alcuna legittimità

Il progetto di un’Europa dei popoli è stato fatto naufragare sino al punto di renderlo un’utopia irraggiungibile, ma resta in verità l’unica opzione di riscatto e rinascita.

L’attuale assetto politico comunitario non potrà portare l’Europa a nient’altro che una catastrofe.

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

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