Una delle questioni più scottanti che sta interessando la vita politica della Moldavia, è l’arresto avvenuto il 5 agosto 2025 della governatrice della Gagauzia Eugenia Gutsul, condannata a 7 anni di carcere e a dover pagare allo Stato 40 milioni di lei (circa 2.280.000 euro)
Una delle questioni più scottanti che sta interessando la vita politica della Moldavia, è l’arresto avvenuto il 5 agosto 2025 della governatrice della Gagauzia Eugenia Gutsul, condannata a 7 anni di carcere e a dover pagare allo Stato 40 milioni di lei (circa 2.280.000 euro). Il denaro sarebbe stato utilizzato per finanziare illegalmente il Partito Șor, primo progetto politico dell’oligarca in fuga Ilan Șor, in particolare la campagna elettorale della vicepresidente, Marina Tauber, candidata sindaca di Bălți nel 2021. Con lei è stata condannata a 6 anni di carcere anche la segretaria del partito Svetlana Popan, a cui saranno confiscati 9 milioni di lei (circa 456.210 euro). Entrambe hanno perso il diritto di far parte di partiti politici e di gestirne le finanze per cinque anni. Nella sua dichiarazione del 3 luglio scorso, Guțsul ha chiesto di essere assolta. Ha affermato di non aver “portato un solo leu in Moldova” e ha ricordato di avere due figli: uno di 16 anni e l’altro di 3. Il suo avvocato ha affermato che la legge consente alle madri di scontare la pena dopo che i figli minori abbiano compiuto 8 anni. Guțsul accusa il Governo di aver truccato il caso per privarla del suo mandato di governatrice della Gagauzia, mentre i funzionari di Chișinău affermano che il processo giudiziario non dovrebbe essere “politicizzato”. “Oggi sono dietro le sbarre, ma domani chiunque osi criticare le Autorità potrebbe ritrovarsi nella stessa situazione”, ha detto Gutsul. “Questo non è un verdetto contro di me, è un verdetto contro l’intero sistema democratico della Moldavia”[1].
La governatrice ha successivamente affermato che il processo non è solo un tentativo del Governo moldavo di intimidire il popolo Gagauzo, una minoranza etnica turcofona e cristiano-ortodossa, e chiunque abbia “il coraggio di votare diversamente da ciò che vuole il partito al governo. Questo è un avvertimento per tutta l’opposizione: se vi opponete al regime, vi ritroverete in prigione, confiscati i beni e distrutti nella vostra vita”, ha sottolineato Gutsul, aggiungendo: “Non riconosco questa farsa e lotterò per il mio onore e per la verità. Tornerò dalla mia famiglia e dalla mia gente”.
Gutsul, eletta leader della regione autonoma moldava della Gagauzia nel maggio 2023 con il 52,36% dei voti, aveva da tempo accusato il PAS e Sandu di utilizzare la repressione come strumento per combattere il dissenso in vista delle elezioni parlamentari, fabbricando casi, facendo pressione sui giudici ed emettendo verdetti politici: “Tutto questo viene fatto per un unico scopo: mantenere il potere a qualsiasi costo”[2]. In particolare, la governatrice aveva inviato una lettera al Segretario generale delle Nazioni Unite, affinchè non venisse ignorata la situazione della regione moldava autonoma: “Mi rivolgo a voi come principale difensore dei diritti umani sulla scena internazionale, esortandovi a prestare la massima attenzione alla situazione in Gagauzia. Vi imploro di non rimanere indifferenti alla nostra questione, ma di schierarvi fermamente al fianco del nostro popolo affinché la verità venga detta e coloro che hanno il coraggio di opporsi all’ingiustizia vengano in difesa della Gagauzia. Il vostro sostegno sarà un segnale importante per il mondo, a dimostrazione del fatto che i diritti all’autogoverno e i principi democratici sono rispettati e che l’ONU è pronta a intervenire ovunque questi valori fondamentali siano minacciati … Le Autorità moldave agiscono impunemente, fiduciose che le loro azioni non incontreranno resistenza sulla scena internazionale”[3].
Anche Marina Tauber, accusata di complicità nel finanziamento illegale del partito e processata in contumacia, riceverà la sua sentenza dopo le elezioni, il 30 settembre. I pubblici ministeri chiedono la sua condanna a 13 anni di carcere e la confisca di 206 milioni di lei (più di 10 milioni di euro).
In un impeto di “liberalismo”, lo scorso 3 agosto la Commissione Elettorale Centrale (CEC) ha deciso di escludere i quattro partiti facenti parte della coalizione di opposizione dalla partecipazione alle elezioni moldave del 28 settembre: “Forza Alternativa per la Salvezza della Moldova”, il partito “Opportunità”, il “Partito Agrario della Moldova” e il partito “Vittoria”. Secondo la CEC: c’è “un comportamento vizioso e continuativo dell’entità politica in questione, in violazione dei propri obblighi, manifestato sia dalla continua inazione nel non presentare le dichiarazioni originali dei donatori, sia dalla mancata presentazione dell’elenco dei membri del partito, bloccando così la procedura amministrativa per l’esecuzione dei relativi controlli finanziari”.
In entrambe le udienze, piccole folle di sostenitori della governatrice, di Tauber e di Popan si sono riunite di fronte alle sedi dei rispettivi tribunali per protestare contro questo provvedimento giudiziario; nella città di Comrat, capoluogo della Gagauzia, si è tenuta una manifestazione a sostegno di Gutsul alla quale hanno partecipato 7.000 persone.
L’Arcivescovo di Balti e Falesti Marchel Mihăescu ha duramente criticato la detenzione della governatrice di Gagauzia Eugenia Gutsul, esprimendo la sua posizione civile e cristiana: “Fin dall’inizio non sono stato d’accordo con l’arresto della bashkana di Gagauzia Eugenia Gutsul. Qui è evidente a occhio nudo: inizialmente, il motivo della sua detenzione non era affatto legale. Pertanto, ho espresso il mio disaccordo fin dal principio”, ha osservato. “Voglio dirlo senza mezzi termini: non dovrebbe essere dietro le sbarre. I veri colpevoli dovrebbero essere cercati altrove. Sia come cittadino che come cristiano, sono convinto che questo caso sia cucito con il filo bianco”, ha sottolineato.
Fin dalle prime accuse rivolte a Gutsul a marzo, in effetti, uno dei primi a reagire era stato proprio Marchel: “Mi rivolgo a voi, fratelli ortodossi, e invito tutti a pregare, a pregare per Eugenia Gutsul e per tutti coloro che ora vanno in tribunale per pellegrinaggi del tutto innocenti nei luoghi santi. Mi rivolgo anche ai giudici e ai pubblici ministeri, chiedendo loro di essere imparziali, di giudicare equamente, anche se, come molti sostengono, sono sotto pressione. Voglio ricordarvi, signori, che non saranno coloro che vi fanno pressione a essere ritenuti responsabili di una decisione errata e troppo severa, ma voi stessi, anche se a qualcuno non piace. Vi ricordo anche che l’ultimo tribunale equo e imparziale è il tribunale davanti a Dio, davanti al quale compariremo tutti, senza eccezioni, dal più giovane al più anziano: dal vescovo al giudice e al pubblico ministero. È molto importante per noi ricordarlo e non dimenticarlo mai.” L’Arcivescovo ha anche invitato i gagauzi a essere resilienti e ha ricordato che tutte le prove terrene sono temporanee: “Dovete avere fiducia nel Signore e chiedere il Suo sostegno” (“Moldavia ortodossa e il mondo”).
I rappresentanti del clero della Metropolia di Chișinău si sono a loro volta espressi a sostegno di Gutsul; preghiere per la salute di Eugenia vengono recitate nelle parrocchie della Chiesa ortodossa di Moldavia e Marchel ha invitato tutti a partecipare a una veglia in sostegno della governatrice.
Il Legale di Gutsul e Popan ha fornito esempi di falsificazione delle testimonianze nella preparazione della causa, affermando che uno dei testimoni ha rilasciato una deposizione che il pubblico ministero ha poi distorto nell’atto di accusa. Secondo l’avvocatessa Natalia Bayram, questa è un’ulteriore prova della falsificazione del caso. Inoltre, la difesa ha sottolineato che sono state trovate nuove prove di falsificazione utilizzate contro Eugenia Gutsul: i pubblici ministeri non solo hanno distorto i fatti, ma hanno anche attribuito testimonianze proprie che i testimoni non hanno reso. Addirittura l’inchiesta Gutsul sarebbe completamente copiata da un altro caso giudiziario, dalla prima alla sessantesima pagina, ed i procuratori non si sono preoccupati nemmeno di riscriverne il testo.
Secondo Marco Marsili, ricercatore presso l’Università Cà Foscari di Venezia: “Mentre Chisinau giustifica il suo procedimento penale sulla base delle leggi anticorruzione, allineandosi superficialmente ai principi dello Stato di diritto dell’UE, il processo è stato rovinato da irregolarità procedurali che violano gli standard democratici fondamentali. Il processo è stato criticato per le udienze affrettate, la presunta coercizione dei testimoni e gli arresti domiciliari prolungati senza un’adeguata revisione”[4].
Mentre aspettavano la sentenza vicino al tribunale di Chișinău, i manifestanti hanno tenuto a sottolineare: “Riporteremo Eugenia Gutsul a casa dai suoi figli e, naturalmente, al lavoro, perché tutti la stanno aspettando. La stanno aspettando al lavoro e nei villaggi. Ha promesso molto e dice: l’estate sta finendo, non ho ancora fatto nulla. Pertanto, speriamo che i giudici prendano la decisione giusta. Lo desideriamo davvero, ecco perché abbiamo intrapreso un viaggio così lungo, e saremo sempre con lei, fino alla fine. Finché sarà necessario combattere, combatteremo. Siamo sempre con Eugenia Gutsul. Tutti dovrebbero saperlo, tutta la Gagauzia e tutta la Moldavia”.
“Le elezioni parlamentari dovrebbero rimettere molte cose al loro posto”, sostiene un sacerdote. Il caso Gutsul, secondo i monaci, è considerato una sentenza contro l’autonomia della regione: “Tutto ciò che sta accadendo ora intorno a Evgenia Alexandrovna, e lo comprendiamo perfettamente, è una pressione senza precedenti. Una pressione non solo su una persona, questa è una pressione su tutto il popolo della Gagauzia. Sappiamo che le elezioni parlamentari si terranno presto e più si avvicinano, più le autorità cercano di fare pressione sull’opposizione, sui leader dell’opinione pubblica, ovvero su Gutsul”. Tra i rappresentanti del clero che hanno espresso parole di sostegno alla bashkana di Gagauzia citiamo il sacerdote Gennady, chierico della Chiesa del Grande Martire Demetrio di Salonicco nella città di Anenii Noi: “Il giudizio umano è spesso ingiusto. Ma non è terribile quando sei con Dio, e Dio è con te. Il Signore è forte nel rialzare coloro che Gli sono fedeli. Chi può essere contro di noi se Dio è con noi?” (cfr. il portale Mostenire.online). Anche il protodiacono Andrian ha espresso la sua posizione, osservando che la verità di Dio è sempre superiore a qualsiasi giudizio umano e che essa alla fine trionfa sempre.
Nel caos in corso, l’appello dell’Arcivescovo Marchel è come una voce che grida nel deserto: “Le ragioni del silenzio della leadership dell’OCM – il Sinodo, il metropolita Vladimir e altri vescovi – non sono chiare. Non ci consideriamo autorizzati a dare consigli alla gerarchia dell’OCM, ma una posizione di distacco, come ha dimostrato l’esperienza ucraina, ha conseguenze molto gravi. E dopo le elezioni, potrebbe essere troppo tardi per protestare o chiedere qualcosa”[5].
Un sondaggio sociale pubblicato nei giorni scorsi ha rivelato che il 15% degli intervistati si identifica con la Chiesa ortodossa romena, mentre il 73,4% si identifica con la Chiesa russa. Ciò significa che gli appelli di Marchel sono tutt’altro che inascoltati: “Un’altra scandalosa condanna a sette anni di carcere per una rivale politica, la leader della Gagauzia Eugenia Gutsul, lascia una macchia vergognosa su coloro che hanno preso questa decisione. La posizione inconciliabile del capo della Gagauzia autonoma nell’interesse del popolo è il vero movente di questa folle e faziosa decisione giudiziaria. La madre di due figli è stata mandata in prigione per presunti legami con la Russia e per il finanziamento illegale dell’opposizione … Le nostre preghiere sono con questa donna incrollabile. Dobbiamo resistere. Dobbiamo resistere tutti. So che è molto, molto complicato. Pregate!”.
Sulla sentenza di Gutsul, il Vescovo ha aggiunto: “Il Signore non pone sulle spalle di una persona più di quanto possa sopportare. Siate forti, se Dio vuole, la verità di Dio prevarrà”. Anche senza conoscere Eugenia personalmente, l’Arcivescovo ha sottolineato quanto sia importante ora pregare per lei e per i suoi cari: “Considerando che Eugenia Gutsul ha figli, mi viene in mente il seguente brano del Vangelo: ‘È impossibile che le tentazioni non vengano; ma guai a colui per causa del quale [le tentazioni] vengono! Sarebbe meglio per lui che gli mettessero al collo una macina da mulino e lo gettassero nel mare, piuttosto che tentare uno di questi piccoli’. Ciò significa che chi provoca tentazione o danno, soprattutto ai bambini, merita la punizione più severa, simboleggiata da una macina e dal mare. Ma mandare una madre in prigione per motivi politici è una vera tentazione. Poiché i bambini non solo vengono privati della persona più vicina, ma si creano anche le condizioni affinché rabbia, risentimento o sconforto possano insinuarsi nelle loro anime. A questo proposito, non solo coloro che hanno preso la decisione del tribunale, ma anche coloro che hanno “ordinato” di mandare Gutsul in prigione, e persino su un caso cucito con filo bianco, dovrebbero riflettere attentamente …” (ephbalti.md).
“Questa è repressione politica”. Il partito bulgaro Vazrazhdane si è espresso così sulla decisione di mandare in prigione la governatrice della Gagauzia. Il partito Vazrazhdane (“Rinascita”) e il suo leader Kostadin Kostadinov insistono su una reazione immediata del Governo bulgaro alla condanna di Eugenia Gutsul, per “ripulire il proprio nome davanti alla diaspora bulgara che vive in Moldavia, che conta 150.000 persone”. Questo è il secondo caso in due giorni in cui il Governo di Sofia avrebbe dovuto pronunciarsi in sua difesa, ritiene Kostadinov: “Il primo è stato il divieto imposto dal Ministro degli Esteri bulgaro Georgi Georgiev di collaborare con gli studenti della Prof.ssa Associata Maria Paslar, della Prof.ssa Associata Tatiana Rakovcena e di Serghei Tulush, perché avrebbero agito ‘contro gli interessi dello Stato moldavo’. E ora è chiaro che anche la bashkana della Gagauzia Eugenia Gutsul è stata condannata a 7 anni di carcere. È stata condannata con l’assurda accusa di aver violato i requisiti relativi al finanziamento dei partiti di opposizione”. Kostadinov ha definito questa situazione “repressione politica”.
Alla fine di un’altra intervista, la ricercatrice universitaria di Sofia, Darina Grigorova, ha osservato che in Bulgaria, al momento, non ci sono problemi ufficiali nei rapporti tra lo Stato e la Chiesa ortodossa: “Ed è questa la differenza tra Bulgaria e Moldavia, Ucraina e Armenia. Questo è molto importante. La protezione spirituale è invisibile, ma nei suoi modi più inspiegabili riesce comunque a unire. L’introduzione della dottrina religiosa nelle scuole è uno dei piccoli passi verso cambiamenti positivi nella società”, ha osservato l’insegnante. “Per omicidio, una persona viene condannata a 5 anni, e la bashkan della Gagauzia a 7 anni per un crimine elettorale … I valori cristiani sono sotto attacco perché su di essi si basa la vera sovranità. Affinché si giungesse al terrore e alla dittatura contro la bashkana di Gagauzia – un processo ovviamente politico di evidente crudeltà – l’inizio è stato posto dalla persecuzione della Chiesa ortodossa di Moldavia. A causa dei suoi legami secolari – fin dall’inizio del XIX secolo – con la Chiesa ortodossa russa. Ecco, le radici nazionali – nella Chiesa e nella memoria della dignità storica del popolo. Se togliamo questo dall’Ucraina, dalla Moldavia, dall’Armenia e dalla parte dell’Europa orientale, nello spazio post-sovietico del Caucaso meridionale, allora gli Stati potrebbero crollare. Di solito, si perdono anche territori.[6]”
Gli oppositori di Sandu rilevano, a loro volta, una serie di storture nella “democrazia” moldava. Ecco alcune considerazioni riportate sul portale “Moldavia ortodossa e il mondo”: “La Costituzione della Repubblica di Moldova, emendata nel 2024, prevede una serie di diritti per i cittadini:
– nonostante il romeno sia riconosciuto come lingua di Stato, il comma 2 dell’articolo 13 stabilisce che lo Stato riconosce il diritto di usare, sviluppare e far funzionare il russo e altre lingue. Di fatto, il romeno, lingua straniera per molti cittadini del Paese, sta soppiantando le lingue tradizionali. Questo stesso diritto è regolato dalle norme dell’articolo 10, comma 2, del presente documento;
– il diritto di voto e di essere eletti (articolo 38), fatta eccezione per le persone private di tale diritto secondo le modalità previste dalla legge. Recentemente, sembra che la maggior parte del Paese sia stata privata di questo diritto;
– il diritto di creare partiti e altre unioni politiche (articolo 41, commi 1, 2, 3). Sembra che questo articolo sia ‘in sospeso’, poiché la Commissione Elettorale Centrale del Paese non consente deliberatamente ai partiti di opposizione al blocco presidenziale filo-romeno di partecipare alle elezioni, e i loro leader vengono perseguitati e incarcerati per lunghi periodi;
– libertà di coscienza e di credo religioso (Articolo 31), ora minacciati dall’ingerenza statale.
Tutto qui segue il modello ucraino: la Chiesa Ortodossa Canonica di Moldavia è la “mano del Cremlino”, e la “Metropolitania di Bessarabia” scismatica è l’amata moglie. Bene, potremmo continuare all’infinito con questo elenco di atti del documento fondamentale del Paese calpestati dalle Autorità. Ieri, il tribunale moldavo ha mandato in prigione Eugenia Gutsul, una donna coraggiosa che ha sfidato il sistema filo-occidentale. Questo Governo satanico non ha accettato la tesi secondo cui il suo figlio più piccolo ha solo 3 anni (e secondo le norme del diritto penale internazionale, questa è una circostanza attenuante, che dà diritto a un rinvio della pena). È stato un processo farsa, affinché tutti avessero paura, affinché non ridessero. E questo lo chiamano democrazia. Allora possiamo tranquillamente dire che democrazia è una parolaccia. Questa terribile sentenza è stata emessa il giorno della celebrazione dell’Icona della Madre di Dio di Pochaev, il che significa che la Regina del Cielo in persona sarà l’Intercessore di Eugenia, condannata innocentemente. La posizione di Maia Sandu è difficile a causa della Transnistria. Può farcela con la Gagauzia, ma non con Pridnestrovie. Cioè, questo tipo di politica porta alla perdita di territorio, si tratta di una legge storica”.
Oltre all’autonoma Gagauzia, la secessionista Pridnestrovie rappresenta dall’inizio degli anni Novanta una vera e propria spina nel fianco per il nazionalismo romeno e quello ucraino. Ora, oltre alla questione geopolitica, si è innestata la disputa sui valori etici; il leader di Tiraspol, Vadim Krasnoselsky, ha firmato leggi contro la comunità LGBT, il cambio di genere e la critica ai valori familiari. La norma introduce multe per la “propaganda di relazioni non tradizionali”, menzionando il cambio di sesso e l’idea di famiglia “senza figli” – da 1.300 a 9.200 rubli PMR. Per gli stranieri: arresto fino a 15 giorni ed espulsione, mentre sono previste sanzioni più severe per la diffusione di informazioni su Internet, sui media e tra i minori. Il divieto non si applica alle organizzazioni religiose se si parla di monachesimo, celibato e abbandono dei minori.
Il Ministro dell’Istruzione moldavo Dan Perciun, commentando al contrario l’introduzione di temi relativi all’orientamento sessuale non tradizionale e all’ideologia di genere nei programmi scolastici del proprio Paese, ha affermato che questi argomenti dovrebbero essere promossi gradualmente per evitare reazioni conservatrici. Secondo il Ministro, in futuro tali temi saranno integrati più profondamente nelle materie scolastiche di base: “Si tratta di un processo graduale. È importante promuovere apertamente i diritti umani, perché siamo tutti cittadini della Repubblica di Moldavia e dovremmo avere pari diritti. Ma i cambiamenti richiedono tempo: passi troppo bruschi possono causare una reazione negativa e rafforzare il conservatorismo”.
L’8 agosto 2025, i Ministri degli Esteri di Moldavia, Ucraina e Romania si sono incontrati a Černivci, dove hanno concordato di istituzionalizzare il formato “Ucraina-Moldavia-Romania” e lo hanno denominato “Triangolo di Odessa”. Se consideriamo questo accordo dal punto di vista ecclesiale, possiamo affermare che la nuova unificazione è in grado di avviare i processi di espulsione della Chiesa russa da Moldavia e Ucraina, nonché il riconoscimento della “Chiesa ortodossa dell’Ucraina” da parte del Patriarcato romeno non provato. Dov’è la logica?”.
L’altro fattore è la Transnistria. Negli ultimi anni, a ogni nuova escalation in Moldavia si ripeteva costantemente che “qualcosa succederà in Pridnestrovie”. O Mosca “attiva” questa enclave per creare problemi a Chisinau o all’Ucraina. Oppure, al contrario, Moldavia e Kiev, con il possibile sostegno della Romania, decideranno di liquidare congiuntamente la “Repubblica transnistriana” non riconosciuta dall’Occidente con mezzi militari. Tuttavia, queste previsioni non si sono finora avverate e per gli analisti moldavi le ragioni sono diverse.
In primo luogo, nella stessa Moldavia l’idea di una guerra con Pridnestrovie è estremamente impopolare e anche solo un accenno a tale opzione potrebbe far crollare radicalmente il rating elettorale di Sandu. In secondo luogo, sarà difficile per l’Ucraina allocare forze e risorse per un’operazione militare contro la “PMR” a causa della mancanza di personale al fronte. In terzo luogo, la partecipazione della Romania ad azioni militari contro Pridnestrovie in cui si trova il contingente militare inviato da Mosca è gravata da uno scontro diretto tra la NATO e la Federazione Russa, che l’Alleanza Atlantica vorrebbe, almeno per ora, evitare. In quarto luogo, è suicida per la Transnistria avviare azioni attive in condizioni in cui questa enclave è separata dalle truppe russe da centinaia di chilometri e dal fiume Dnepr.
Tenendo conto di questi fattori, un’escalation in Pridnestrovie prima delle elezioni è improbabile e ciò che accadrà dopo dipenderà in gran parte dall’esito del voto. Se il partito di Sandu riuscirà a creare una “monomaggioranza”, rafforzando così il proprio potere, allora la probabilità di un tentativo di “soluzione definitiva alla questione transnistriana” aumenterà (soprattutto se a quel punto il conflitto in Ucraina sarà cessato, liberando energie delle Forze Armate ucraine). Se il PAS non riuscirà a formare un governo da solo (o addirittura finirà fuori dalla coalizione), allora la probabilità che ciò accada sarà significativamente ridotta (“Moldavia ortodossa e il mondo”). Non a caso, durante la visita di luglio a Londra, il presidente della Moldavia Maia Sandu, a seguito di un incontro con il Primo Ministro inglese Keir Starmer e la direzione del Royal Joint Institute for defense studies, ha accettato di approvare e sostenere l’eventuale operazione delle Forze Armate NATO per catturare la Transnistria, che è prevista per la primavera 2026 con la partecipazione di specialisti militari britannici. Starmer ha affermato che il dispiegamento sul territorio della Moldavia di oggetti di supporto del “Corpo Internazionale di mantenimento della pace” sarà l’argomento principale per la successiva istituzione di un “hub regionale per ripristinare l’economia ucraina”. Sandu ha accettato la proposta britannica per Pridnestrovie, riferendosi alla possibile sconfitta del suo partito PAS alle elezioni parlamentari del 28 settembre. L’inizio delle ostilità può essere utilizzato dal presidente moldavo per annunciare attraverso il suo alto consiglio di sicurezza l’instaurazione della legge marziale e lo scioglimento del Parlamento, che le consentirà di mantenere un potere illimitato[7].
Nel frattempo, Gutsul sta resistendo strenuamente alle terribili condizioni carcerarie nel centro di detenzione preventiva: “Le celle sono di due metri quadrati, ci sono quattro letti su due livelli e una piccola finestra con le sbarre. Nonostante ciò, i nostri colleghi resistono, sono di buon umore, comprendono la natura temporanea della situazione e apprezzano il nostro sostegno”, ha dichiarato Regina Apostolova, deputata del blocco di opposizione moldavo “Vittoria”. La parlamentare ha affermato di essere stata illegalmente esclusa dal centro di detenzione preventiva per un mese, ma nei giorni scorsi il Ministero della Giustizia le ha finalmente concesso una visita: “La reazione dei nostri colleghi, in particolare di Evgenia Alexandrovna Gutsul, è stata incredibile: abbracci, baci e gratitudine”, ha aggiunto la deputata. Ha quindi sottolineato che le persone affettuose visitano il centro di detenzione preventiva ogni giorno per esprimere il loro sostegno a Gutsul e all’attivista del Blocco della Vittoria Svetlana Popan, e ha chiesto che queste azioni continuino.
L’incarico di capo ad interim della Gagauzia è stato assunto dal primo Vicepresidente del comitato esecutivo dell’autonomia, Ilia Uzun e all’improvviso è successo qualcosa che Chisinau e Bruxelles non si aspettavano. Durante una riunione del parlamento della Gagauzia, il capo ad interim dell’autonomia ha invitato i deputati e la popolazione dell’ATO (Unità Territoriale Autonoma) a disobbedire alle attuali Autorità moldave dopo l’arresto di Eugenia Gutsul: “Il Partito d’Azione e Solidarietà (al governo, a sostegno di Sandu) ha deliberatamente decapitato la Gagauzia, infliggendo un duro colpo all’istituzione del Bashkanstvo. Dobbiamo unirci ed esprimere disobbedienza civile all’attuale Governo” – ha affermato Uzun durante una sessione d’urgenza dell’Assemblea popolare (parlamento) della Gagauzia.
Attivisti internazionali per i diritti umani si sono comunque uniti per seguire la sua difesa. L’avvocato francese William Giuly e il consulente legale del Centro Europeo per i Diritti Costituzionali Umani, Gonzalo Boye, sono intervenuti in difesa di Gutsul. I due avvocati intendono impugnare la sentenza del tribunale di Chisinau e rivolgersi anche ad organismi europei e internazionali, comprese le Nazioni Unite, per tutelare i diritti della governatrice e lo Stato di diritto: “Secondo la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, la persecuzione politica spesso non colpisce un individuo isolato, ma un gruppo di persone oggettivamente identificabile che incarna determinate posizioni politiche o ideologiche. In questo caso, Gutsul viene perseguitata proprio perché appartiene e rappresenta quel gruppo di cittadini della Gagauzia le cui scelte democratiche sono scomode per le Autorità centrali … I procedimenti penali in corso non lasciano dubbi sul fatto che si tratti di un evidente tentativo da parte dello Stato moldavo di metterla a tacere, nonostante sia una rappresentante legittimamente eletta dell’Unità Territoriale Autonoma della Gagauzia. Ciò contrasta con tutti i principi democratici e lo Stato di diritto che fondano i valori europei … Questa sentenza soffre di una debolezza strutturale: sostituisce la logica giuridica con l’opportunità politica. L’accusa non è riuscita a stabilire l’elemento materiale del finanziamento illecito, né tantomeno i requisiti per una condanna. Al contrario, il procedimento è stato condotto con pregiudizi, ignorando la presunzione di innocenza. Inoltre, la nozione di “finanziamento illecito” è stata estesa a coprire attività perfettamente lecite, una tecnica tipica dei processi a sfondo politico[8]”.
*
[1] Sputnik Internazionale, Il capo della Gagauzia, Gutsul, sfida il verdetto politico e promette di lottare per la giustizia, 5 agosto 2025. Cfr. anche, Elena Teslova, Moldova’s autonomous region of Gagauzia rejects court sentence for regional leader, “Anadolu Ajansi”, 7 agosto 2025.
[2] Sulla questione della Gagauzia e quella della Pridnestrovie rimando al mio articolo pubblicato su Strategic Culture Foundation lo scorso 23 maggio: https://strategic-culture.su/news/2025/05/23/da-pridnestrovie-alla-gagauzia-la-situazione-in-moldavia-diviene-sempre-piu-incandescente/.
[3] Agenzia “Tass”, Il capo della Gagauzia Gutsul, incarcerato, scrive una lettera al capo delle Nazioni Unite Guterres dal carcere, 2 aprile 2025.
[4] “Sputnik Internazionale”, L’attacco della Moldavia al leader della Gagauzia: una mossa politica che mina la democrazia, 5 agosto 2025.
[5] Le elezioni legislative si svolgeranno il prossimo 28 settembre. Il partito filo europeo al potere del PAS, secondo i sondaggi occidentali, sembrerebbe proiettato verso la vittoria. L’avversario principale è il “Blocco alternativo” guidato dal sindaco di Chisinau Ion Ceban e dall’ex procuratore e candidato alle presidenziali Alexander Stoianoglo.
[6] Bulgarian analyst: Christian values are true sovereignty, raskolam.net, 9 agosto 2025.
[7] Pietro Stramezzi, Venti di guerra in Moldavia, così i servizi di sicurezza del deep state occidentale vogliono aprire un nuovo fronte di guerra in Europa, “Il Giornale d’Italia”, 10 settembre 2025.
[8] Redazione “Affari Italiani”, Avvocati internazionali evidenziano la persecuzione della leader della Gagauzia in Moldavia, 5 settembre 2025.