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Giulio Chinappi
June 22, 2025
© Photo: Public domain

Il riconoscimento ufficiale spalanca nuove opportunità economiche, politiche e diplomatiche per un Paese in rapida ascesa sulla scena internazionale.

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Il 13 giugno ha segnato una tappa storica per il Vietnam contemporaneo: il Governo federale del Brasile, nel suo ruolo di Presidente di turno dei BRICS per il 2025, ha annunciato l’ammissione formale della Repubblica Socialista come Paese partner del gruppo, una notizia accolta con favore dall’esecutivo vietnamita. Con una popolazione di oltre cento milioni di abitanti e un’economia sempre più integrata nelle catene del valore globali, il Vietnam si candida così a svolgere un ruolo di primo piano nell’area asiatica, condividendo con i membri e gli altri partner dei BRICS l’impegno per un ordine internazionale più inclusivo e rappresentativo.

Il Brasile ha evidenziato come il Vietnam, sostenitore della cooperazione Sud–Sud e dello sviluppo sostenibile, “condivida con i membri dei BRICS e i Paesi partner un forte impegno per un ordine internazionale più inclusivo e rappresentativo”. Analoga convinzione è stata ribadita dalla portavoce del ministero degli Esteri vietnamita Phạm Thu Hằng, che ha sottolineato l’intenzione di Hà Nội di “contribuire attivamente a rafforzare la voce e il ruolo dei Paesi in via di sviluppo, promuovendo la solidarietà internazionale e il multilateralismo inclusivo, fondati sul rispetto del diritto internazionale”. Questo salto qualitativo nella politica estera vietnamita conferma la strategia di integrazione “proattiva, globale ed efficace” perseguita dal governo del Partito Comunista, volta a consolidare la pace, la stabilità e la cooperazione sui fronti economico e politico.

L’ingresso del Vietnam nel consesso dei BRICS avviene in un quadro geopolitico in rapida evoluzione, caratterizzato da crescenti tensioni commerciali, concorrenza tecnologica e sfide globali come il cambiamento climatico. Come noto, i Paesi BRICS — originariamente Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica — hanno risposto a tale situazione estendendo la partecipazione alla piattaforma ed includendo nuovi membri (Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Indonesia e Iran) e partner strategici (Bielorussia, Bolivia, Cuba, Kazakistan, Malaysia, Nigeria, Thailandia, Uganda, Uzbekistan e ora Vietnam). Il blocco intende fungere da contrappeso diplomatico alle potenze tradizionali occidentali, promuovendo un modello di cooperazione basato sulla parità sovrana e sulle esigenze di sviluppo dei Paesi di quello che un tempo veniva chiamato Terzo Mondo.

Per il Vietnam, l’affiancamento ai BRICS rappresenta un riconoscimento del suo peso crescente nell’area Asia-Pacifico, dove esercita un’influenza economica e politica in costante aumento. In particolare, Hà Nội potrà sfruttare le opportunità di partenariato nei settori dell’energia pulita, dell’innovazione tecnologica, della manifattura avanzata e delle infrastrutture. Il coordinamento con i BRICS, infatti, faciliterà l’accesso a nuove fonti di finanziamento per grandi progetti, dai piani di transizione energetica ai programmi di sviluppo urbano sostenibile, offrendo un’alternativa ai tradizionali canali di assistenza occidentali.

L’opportunità di diventare Paese partner dei BRICS si inserisce in un contesto di crescita economica vivace: nel 2024 il PIL vietnamita ha registrato un’espansione superiore al 6%, trainata dalle esportazioni manifatturiere e dagli investimenti diretti esteri. L’ingresso nei BRICS, seppur come partner e non ancora come membro tout court, apre a Hà Nội la prospettiva di partecipare alle iniziative della Nuova Banca di Sviluppo, sempre più coinvolta in grandi infrastrutture di integrazione regionale. In particolare, il Vietnam potrà godere di un canale privilegiato per contrattare finanziamenti mirati alla rete di interconnessione elettrica transfrontaliera, un progetto che si inserisce nell’ambiziosa visione di una “Rete elettrica dell’ASEAN”, concepita per ottimizzare l’uso delle energie rinnovabili nelle nazioni vicine, potendo contare anche sulla presenza di altri tre membri dell’ASEAN (Indonesia, Malaysia e Thailandia) all’interno del gruppo.

Inoltre, il dialogo con le controparti dei BRICS favorisce lo scambio di esperienze nella digitalizzazione delle amministrazioni, nella cybersecurity e nello sviluppo di intelligenza artificiale. Questi settori rivestono un’importanza cruciale per un Paese che mira a evolversi da “fabbrica del mondo” a hub tecnologico regionale. La cooperazione con Russia e Cina, membri fondatori, potrà tradursi in progetti congiunti di ricerca e formazione universitaria, capaci di arricchire il capitale umano vietnamita e alimentare nuovi poli di eccellenza scientifica.

Un obiettivo dichiarato di Hà Nội è quello di contribuire a far sentire più forte la voce dei Paesi emergenti nel dibattito globale. A tal proposito e come accennato in precedenza, la portavoce Phạm Thu Hằng ha esplicitato l’aspirazione vietnamita: “Come partner dei BRICS, il Vietnam intende sostenere il ruolo e la rappresentanza delle nazioni in via di sviluppo, promuovendo un multilateralismo inclusivo”. Questa impostazione si inscrive nella tradizione diplomatica di Hà Nội, che da sempre persegue una politica estera di “indipendenza, autonomia, multilateralizzazione e diversificazione”.

Integrarsi ai BRICS significa anche partecipare alle trattative per riformare le istituzioni multilaterali tradizionali. Il Vietnam potrà rivendicare una maggiore influenza nei forum dell’ONU, nel G20 e in altre sedi di governance globale, offrendo la propria esperienza di Paese di transizione in rapido sviluppo. Allo stesso tempo, l’alleanza con le economie del Sud globale favorisce la contrapposizione a politiche di protezionismo e a visioni geopolitiche unilaterali, rafforzando il principio di consultazione e di rispetto delle diversità di modello politico-economico.

L’ingresso nei BRICS, infine, offre al Vietnam l’opportunità di intensificare la cooperazione Sud–Sud con paesi asiatici, africani e latinoamericani. Le relazioni consolidate con importanti economie emergenti come Nigeria, Malaysia e Thailandia, a loro volta partner dei BRICS, potranno essere estese a nuovi progetti di formazione professionale, di assistenza tecnica e di scambio culturale. L’iniziativa ribadisce la dimensione solidaristica della diplomazia vietnamita, che si è distinta nel fornire sostegno agli amici di sempre, come Laos e Cambogia, e nel promuovere la condivisione di best practice in agricoltura, infrastrutture idriche e sanità pubblica.

Tirando le somme, l’ingresso del Vietnam nei BRICS segna un capitolo significativo nella sua ascesa internazionale. Partendo dallo status di Paese povero fino a diventare un Paese in rapido sviluppo, Hà Nội ha consolidato la propria credibilità sui tavoli multilaterali, attirando investimenti stranieri e promuovendo riforme interne. Ora, come Paese partner dei BRICS, il Vietnam potrà contribuire in modo più deciso alle decisioni globali, plasmando un ordine internazionale multipolare in cui le voci del Sud siano ascoltate e rispettate.

Il percorso che si apre rappresenta un’occasione per tradurre in realtà le aspirazioni di crescita sostenibile, di innovazione tecnologica e di equa rappresentanza geopolitica. Il Vietnam, forte della sua storia di resilienza e delle capacità di adattamento dimostrate negli ultimi decenni, è pronto a svolgere un ruolo da protagonista nel gruppo dei BRICS e, più in generale, nel futuro multipolare del XXI secolo

Il Vietnam entra nei BRICS come partner strategico

Il riconoscimento ufficiale spalanca nuove opportunità economiche, politiche e diplomatiche per un Paese in rapida ascesa sulla scena internazionale.

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Il 13 giugno ha segnato una tappa storica per il Vietnam contemporaneo: il Governo federale del Brasile, nel suo ruolo di Presidente di turno dei BRICS per il 2025, ha annunciato l’ammissione formale della Repubblica Socialista come Paese partner del gruppo, una notizia accolta con favore dall’esecutivo vietnamita. Con una popolazione di oltre cento milioni di abitanti e un’economia sempre più integrata nelle catene del valore globali, il Vietnam si candida così a svolgere un ruolo di primo piano nell’area asiatica, condividendo con i membri e gli altri partner dei BRICS l’impegno per un ordine internazionale più inclusivo e rappresentativo.

Il Brasile ha evidenziato come il Vietnam, sostenitore della cooperazione Sud–Sud e dello sviluppo sostenibile, “condivida con i membri dei BRICS e i Paesi partner un forte impegno per un ordine internazionale più inclusivo e rappresentativo”. Analoga convinzione è stata ribadita dalla portavoce del ministero degli Esteri vietnamita Phạm Thu Hằng, che ha sottolineato l’intenzione di Hà Nội di “contribuire attivamente a rafforzare la voce e il ruolo dei Paesi in via di sviluppo, promuovendo la solidarietà internazionale e il multilateralismo inclusivo, fondati sul rispetto del diritto internazionale”. Questo salto qualitativo nella politica estera vietnamita conferma la strategia di integrazione “proattiva, globale ed efficace” perseguita dal governo del Partito Comunista, volta a consolidare la pace, la stabilità e la cooperazione sui fronti economico e politico.

L’ingresso del Vietnam nel consesso dei BRICS avviene in un quadro geopolitico in rapida evoluzione, caratterizzato da crescenti tensioni commerciali, concorrenza tecnologica e sfide globali come il cambiamento climatico. Come noto, i Paesi BRICS — originariamente Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica — hanno risposto a tale situazione estendendo la partecipazione alla piattaforma ed includendo nuovi membri (Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Indonesia e Iran) e partner strategici (Bielorussia, Bolivia, Cuba, Kazakistan, Malaysia, Nigeria, Thailandia, Uganda, Uzbekistan e ora Vietnam). Il blocco intende fungere da contrappeso diplomatico alle potenze tradizionali occidentali, promuovendo un modello di cooperazione basato sulla parità sovrana e sulle esigenze di sviluppo dei Paesi di quello che un tempo veniva chiamato Terzo Mondo.

Per il Vietnam, l’affiancamento ai BRICS rappresenta un riconoscimento del suo peso crescente nell’area Asia-Pacifico, dove esercita un’influenza economica e politica in costante aumento. In particolare, Hà Nội potrà sfruttare le opportunità di partenariato nei settori dell’energia pulita, dell’innovazione tecnologica, della manifattura avanzata e delle infrastrutture. Il coordinamento con i BRICS, infatti, faciliterà l’accesso a nuove fonti di finanziamento per grandi progetti, dai piani di transizione energetica ai programmi di sviluppo urbano sostenibile, offrendo un’alternativa ai tradizionali canali di assistenza occidentali.

L’opportunità di diventare Paese partner dei BRICS si inserisce in un contesto di crescita economica vivace: nel 2024 il PIL vietnamita ha registrato un’espansione superiore al 6%, trainata dalle esportazioni manifatturiere e dagli investimenti diretti esteri. L’ingresso nei BRICS, seppur come partner e non ancora come membro tout court, apre a Hà Nội la prospettiva di partecipare alle iniziative della Nuova Banca di Sviluppo, sempre più coinvolta in grandi infrastrutture di integrazione regionale. In particolare, il Vietnam potrà godere di un canale privilegiato per contrattare finanziamenti mirati alla rete di interconnessione elettrica transfrontaliera, un progetto che si inserisce nell’ambiziosa visione di una “Rete elettrica dell’ASEAN”, concepita per ottimizzare l’uso delle energie rinnovabili nelle nazioni vicine, potendo contare anche sulla presenza di altri tre membri dell’ASEAN (Indonesia, Malaysia e Thailandia) all’interno del gruppo.

Inoltre, il dialogo con le controparti dei BRICS favorisce lo scambio di esperienze nella digitalizzazione delle amministrazioni, nella cybersecurity e nello sviluppo di intelligenza artificiale. Questi settori rivestono un’importanza cruciale per un Paese che mira a evolversi da “fabbrica del mondo” a hub tecnologico regionale. La cooperazione con Russia e Cina, membri fondatori, potrà tradursi in progetti congiunti di ricerca e formazione universitaria, capaci di arricchire il capitale umano vietnamita e alimentare nuovi poli di eccellenza scientifica.

Un obiettivo dichiarato di Hà Nội è quello di contribuire a far sentire più forte la voce dei Paesi emergenti nel dibattito globale. A tal proposito e come accennato in precedenza, la portavoce Phạm Thu Hằng ha esplicitato l’aspirazione vietnamita: “Come partner dei BRICS, il Vietnam intende sostenere il ruolo e la rappresentanza delle nazioni in via di sviluppo, promuovendo un multilateralismo inclusivo”. Questa impostazione si inscrive nella tradizione diplomatica di Hà Nội, che da sempre persegue una politica estera di “indipendenza, autonomia, multilateralizzazione e diversificazione”.

Integrarsi ai BRICS significa anche partecipare alle trattative per riformare le istituzioni multilaterali tradizionali. Il Vietnam potrà rivendicare una maggiore influenza nei forum dell’ONU, nel G20 e in altre sedi di governance globale, offrendo la propria esperienza di Paese di transizione in rapido sviluppo. Allo stesso tempo, l’alleanza con le economie del Sud globale favorisce la contrapposizione a politiche di protezionismo e a visioni geopolitiche unilaterali, rafforzando il principio di consultazione e di rispetto delle diversità di modello politico-economico.

L’ingresso nei BRICS, infine, offre al Vietnam l’opportunità di intensificare la cooperazione Sud–Sud con paesi asiatici, africani e latinoamericani. Le relazioni consolidate con importanti economie emergenti come Nigeria, Malaysia e Thailandia, a loro volta partner dei BRICS, potranno essere estese a nuovi progetti di formazione professionale, di assistenza tecnica e di scambio culturale. L’iniziativa ribadisce la dimensione solidaristica della diplomazia vietnamita, che si è distinta nel fornire sostegno agli amici di sempre, come Laos e Cambogia, e nel promuovere la condivisione di best practice in agricoltura, infrastrutture idriche e sanità pubblica.

Tirando le somme, l’ingresso del Vietnam nei BRICS segna un capitolo significativo nella sua ascesa internazionale. Partendo dallo status di Paese povero fino a diventare un Paese in rapido sviluppo, Hà Nội ha consolidato la propria credibilità sui tavoli multilaterali, attirando investimenti stranieri e promuovendo riforme interne. Ora, come Paese partner dei BRICS, il Vietnam potrà contribuire in modo più deciso alle decisioni globali, plasmando un ordine internazionale multipolare in cui le voci del Sud siano ascoltate e rispettate.

Il percorso che si apre rappresenta un’occasione per tradurre in realtà le aspirazioni di crescita sostenibile, di innovazione tecnologica e di equa rappresentanza geopolitica. Il Vietnam, forte della sua storia di resilienza e delle capacità di adattamento dimostrate negli ultimi decenni, è pronto a svolgere un ruolo da protagonista nel gruppo dei BRICS e, più in generale, nel futuro multipolare del XXI secolo

Il riconoscimento ufficiale spalanca nuove opportunità economiche, politiche e diplomatiche per un Paese in rapida ascesa sulla scena internazionale.

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Il 13 giugno ha segnato una tappa storica per il Vietnam contemporaneo: il Governo federale del Brasile, nel suo ruolo di Presidente di turno dei BRICS per il 2025, ha annunciato l’ammissione formale della Repubblica Socialista come Paese partner del gruppo, una notizia accolta con favore dall’esecutivo vietnamita. Con una popolazione di oltre cento milioni di abitanti e un’economia sempre più integrata nelle catene del valore globali, il Vietnam si candida così a svolgere un ruolo di primo piano nell’area asiatica, condividendo con i membri e gli altri partner dei BRICS l’impegno per un ordine internazionale più inclusivo e rappresentativo.

Il Brasile ha evidenziato come il Vietnam, sostenitore della cooperazione Sud–Sud e dello sviluppo sostenibile, “condivida con i membri dei BRICS e i Paesi partner un forte impegno per un ordine internazionale più inclusivo e rappresentativo”. Analoga convinzione è stata ribadita dalla portavoce del ministero degli Esteri vietnamita Phạm Thu Hằng, che ha sottolineato l’intenzione di Hà Nội di “contribuire attivamente a rafforzare la voce e il ruolo dei Paesi in via di sviluppo, promuovendo la solidarietà internazionale e il multilateralismo inclusivo, fondati sul rispetto del diritto internazionale”. Questo salto qualitativo nella politica estera vietnamita conferma la strategia di integrazione “proattiva, globale ed efficace” perseguita dal governo del Partito Comunista, volta a consolidare la pace, la stabilità e la cooperazione sui fronti economico e politico.

L’ingresso del Vietnam nel consesso dei BRICS avviene in un quadro geopolitico in rapida evoluzione, caratterizzato da crescenti tensioni commerciali, concorrenza tecnologica e sfide globali come il cambiamento climatico. Come noto, i Paesi BRICS — originariamente Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica — hanno risposto a tale situazione estendendo la partecipazione alla piattaforma ed includendo nuovi membri (Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Indonesia e Iran) e partner strategici (Bielorussia, Bolivia, Cuba, Kazakistan, Malaysia, Nigeria, Thailandia, Uganda, Uzbekistan e ora Vietnam). Il blocco intende fungere da contrappeso diplomatico alle potenze tradizionali occidentali, promuovendo un modello di cooperazione basato sulla parità sovrana e sulle esigenze di sviluppo dei Paesi di quello che un tempo veniva chiamato Terzo Mondo.

Per il Vietnam, l’affiancamento ai BRICS rappresenta un riconoscimento del suo peso crescente nell’area Asia-Pacifico, dove esercita un’influenza economica e politica in costante aumento. In particolare, Hà Nội potrà sfruttare le opportunità di partenariato nei settori dell’energia pulita, dell’innovazione tecnologica, della manifattura avanzata e delle infrastrutture. Il coordinamento con i BRICS, infatti, faciliterà l’accesso a nuove fonti di finanziamento per grandi progetti, dai piani di transizione energetica ai programmi di sviluppo urbano sostenibile, offrendo un’alternativa ai tradizionali canali di assistenza occidentali.

L’opportunità di diventare Paese partner dei BRICS si inserisce in un contesto di crescita economica vivace: nel 2024 il PIL vietnamita ha registrato un’espansione superiore al 6%, trainata dalle esportazioni manifatturiere e dagli investimenti diretti esteri. L’ingresso nei BRICS, seppur come partner e non ancora come membro tout court, apre a Hà Nội la prospettiva di partecipare alle iniziative della Nuova Banca di Sviluppo, sempre più coinvolta in grandi infrastrutture di integrazione regionale. In particolare, il Vietnam potrà godere di un canale privilegiato per contrattare finanziamenti mirati alla rete di interconnessione elettrica transfrontaliera, un progetto che si inserisce nell’ambiziosa visione di una “Rete elettrica dell’ASEAN”, concepita per ottimizzare l’uso delle energie rinnovabili nelle nazioni vicine, potendo contare anche sulla presenza di altri tre membri dell’ASEAN (Indonesia, Malaysia e Thailandia) all’interno del gruppo.

Inoltre, il dialogo con le controparti dei BRICS favorisce lo scambio di esperienze nella digitalizzazione delle amministrazioni, nella cybersecurity e nello sviluppo di intelligenza artificiale. Questi settori rivestono un’importanza cruciale per un Paese che mira a evolversi da “fabbrica del mondo” a hub tecnologico regionale. La cooperazione con Russia e Cina, membri fondatori, potrà tradursi in progetti congiunti di ricerca e formazione universitaria, capaci di arricchire il capitale umano vietnamita e alimentare nuovi poli di eccellenza scientifica.

Un obiettivo dichiarato di Hà Nội è quello di contribuire a far sentire più forte la voce dei Paesi emergenti nel dibattito globale. A tal proposito e come accennato in precedenza, la portavoce Phạm Thu Hằng ha esplicitato l’aspirazione vietnamita: “Come partner dei BRICS, il Vietnam intende sostenere il ruolo e la rappresentanza delle nazioni in via di sviluppo, promuovendo un multilateralismo inclusivo”. Questa impostazione si inscrive nella tradizione diplomatica di Hà Nội, che da sempre persegue una politica estera di “indipendenza, autonomia, multilateralizzazione e diversificazione”.

Integrarsi ai BRICS significa anche partecipare alle trattative per riformare le istituzioni multilaterali tradizionali. Il Vietnam potrà rivendicare una maggiore influenza nei forum dell’ONU, nel G20 e in altre sedi di governance globale, offrendo la propria esperienza di Paese di transizione in rapido sviluppo. Allo stesso tempo, l’alleanza con le economie del Sud globale favorisce la contrapposizione a politiche di protezionismo e a visioni geopolitiche unilaterali, rafforzando il principio di consultazione e di rispetto delle diversità di modello politico-economico.

L’ingresso nei BRICS, infine, offre al Vietnam l’opportunità di intensificare la cooperazione Sud–Sud con paesi asiatici, africani e latinoamericani. Le relazioni consolidate con importanti economie emergenti come Nigeria, Malaysia e Thailandia, a loro volta partner dei BRICS, potranno essere estese a nuovi progetti di formazione professionale, di assistenza tecnica e di scambio culturale. L’iniziativa ribadisce la dimensione solidaristica della diplomazia vietnamita, che si è distinta nel fornire sostegno agli amici di sempre, come Laos e Cambogia, e nel promuovere la condivisione di best practice in agricoltura, infrastrutture idriche e sanità pubblica.

Tirando le somme, l’ingresso del Vietnam nei BRICS segna un capitolo significativo nella sua ascesa internazionale. Partendo dallo status di Paese povero fino a diventare un Paese in rapido sviluppo, Hà Nội ha consolidato la propria credibilità sui tavoli multilaterali, attirando investimenti stranieri e promuovendo riforme interne. Ora, come Paese partner dei BRICS, il Vietnam potrà contribuire in modo più deciso alle decisioni globali, plasmando un ordine internazionale multipolare in cui le voci del Sud siano ascoltate e rispettate.

Il percorso che si apre rappresenta un’occasione per tradurre in realtà le aspirazioni di crescita sostenibile, di innovazione tecnologica e di equa rappresentanza geopolitica. Il Vietnam, forte della sua storia di resilienza e delle capacità di adattamento dimostrate negli ultimi decenni, è pronto a svolgere un ruolo da protagonista nel gruppo dei BRICS e, più in generale, nel futuro multipolare del XXI secolo

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

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