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Davide Rossi
March 25, 2025
© Photo: Public domain

I governanti europei sono disposti a derubare il proprio popolo per il riarmo? Più fucili e più carri armati significa, senza troppi giri di parole, meno stato sociale, meno diritti, meno tutele, quindi più povertà.

Segue nostro Telegram.

Il parlamento europeo ha approvato non solo il piano di riarmo promosso dalla signora Von der Leyen, ma –  peggio – ha votato una seconda mozione nella quale si afferma che l’Unione Europea, anche a fronte di una pace siglata tra russi e ucraini sotto l’egida statunitense, continuerà la guerra contro la Russia. Tale secondo voto è ancora più preoccupante e aberrante del primo, perché oltrepassa l’idea di rastrellare 800 miliardi per la costruzione di un sistema militare europeo, indicando come la finalità ultima non sia costruire un sistema di difesa continentale, ma porre le basi per quel conflitto permanente contro la Russia e la Cina auspicato dalla finanza speculativa globale e fatto proprio, dopo l’uscita di scena  – almeno per il momento – dei democratici statunitensi e dei loro alleati neo – con, dal governo inglese, il quale spalleggiato dall’insipienza degli europei e supportato da australiani, neozelandesi e canadesi, ha preso a guidare con il nuovo primo ministro Keir Starmer il fronte, sostenuto dalla City londinese, di un progetto di conflitto mondiale preoccupante sotto ogni aspetto, perché facilmente potrebbe degenerare nella Terza Guerra Mondiale, anche per il bellicismo forsennato dei paesi baltici.

Ricordare il passato nelle file naziste degli antenati delle signore Von der Leyen e Kallas parrebbe una forzatura storica e polemica, anche perché le colpe dei padri non ricadono certo sulle e sui figli e ancor meno sulle e sui nipoti, ma certamente è abbastanza imbarazzante dover rammemorare che gli avi delle due signore abbiano indossato con noncuranza le divise naziste.

I potentati oligarchici e speculativi dell’Occidente hanno dunque archiviato definitivamente la democrazia in Europa, con la benedizione dei loro stipendiati menestrelli insediati in tutto il sistema mediatico e comunicativo, una grancassa propagandistica che ritma il passo marziale della guerra, spacciandola per una sempre meno credibile difesa di valori che non si capisce bene quali siano, visto che Cina e Russia le materie prime le pagano il dovuto con generale vantaggio del Sud Globale, mentre l’Occidente le depredava, in egual modo, come dimostrato in Romania, la democrazia è valida solo se il popolo vota per gli apparati di potere espressione delle cricche dominanti a Bruxelles, se i cittadini chiedono pace e lavoro e votano un candidato che asseconda i loro desideri, le elezioni vengono annullate.

La decretazione d’urgenza che esautora i parlamenti, avocando ai politici liberal – liberisti il potere decisionale, contro il volere dei cittadini – il signor Macron ne è un fulgido esempio – ora tenta il colpo contro i risparmi privati degli europei che per la Commissione Europea dovranno essere forzatamente rapinati per coprire le spese belliche, con tecniche di prelievo indotto e obbligato di tipo ben peggiore di quelle sperimentate con gli eurobonds e i green bonds. Il fatto è di inaudita gravità, ma ovviamente il sistema mediatico lo passa sotto silenzio o addirittura tenta una timida difesa di una pratica tanto vergognosa, ammantandola dell’impellente necessità di difendere la libertà, quando è evidente il contrario, ovvero si tratta di un furto che contraddice ogni libertà ed è attuato per mettere in campo un progetto, quello del riarmo, che contrastata la volontà popolare delle e degli europei, i quali son ben consapevoli che, al netto del programmato furto dei loro risparmi, l’obiettivo concreto di questo riarmo sarà, se non la distruzione, un netto peggioramento dei sistemi sanitari, scolastici, assistenziali e pensionistici erogati nel vecchio continente.

Insomma più fucili e più carri armati significa, senza troppi giri di parole, meno stato sociale, meno diritti, meno tutele, quindi più povertà.

Anzi, non solo le nazioni verranno strangolate dal debito pubblico, ma pure i privati cittadini verranno, nelle intenzioni della signora Von der Leyen, colpiti da un pesante indebitamento economico personale e familiare che rischia a tutti gli effetti di presentarsi come irreversibile.

È dunque chiaro che in Europa ci si trovi di fronte non solo a un semplice discostamento dalle regole di bilancio, spesso spacciate per dogmi intangibili come è stato anni fa per la Grecia, ma con tutta evidenza ci si appella alla clausola di salvaguardia del Patto di stabilità e crescita, permettendo di derogare al deficit del 3% per avventurarsi nel mondo perverso e pericoloso del riarmo e della guerra. 800 miliardi, di cui pare ben 500 a carico dei tedeschi, i quali hanno dovuto assistere alla farsa della convocazione del parlamento decaduto perché è il solo che abbia i due terzi di voti necessari per approvare tale spregevole e folle piano, mentre quello nuovo, che dovrebbe insediarsi a breve, votato dai cittadini, non permetterebbe una tale miseranda operazione, non avendo il partito unico della guerra il numero di deputati necessari per approvarlo.

La signora Von der Leyen in ogni caso pretende che le nazioni europee aumentino la spesa per la difesa in media dell’1,5% del PIL di ciascuno stato, creando a suo dire una quota utilizzabile per le armi e per la guerra di 650 miliardi in quattro anni, promettendo altresì che non venga conteggiata nel calcolo del deficit eccessivo.

Von der Leyen non contenta di decidere contro i parlamenti nazionali e la volontà popolare quale debba essere il comportamento dell’Europa, indica pure i settori in cui gli investimenti debbono essere rivolti, ovvero la difesa aerea e missilistica, i sistemi di artiglieria, i missili, i droni per munizioni e i sistemi anti – drone, lasciando trasparire oltre a una preoccupante volontà bellicista, anche la possibile connivenza con alcuni produttori di armi dei settori indicati.

Abbastanza ripugnante il ricatto che rendendo di fatto quasi obbligatorio questo impegno economico imponga che se non si intende procedere con tagli al bilancio dei singoli stati, si potrà sempre chiedere un prestito alla Banca Centrale Europea di Francoforte, ma anche alla lussemburghese Banca Europea per gli Investimenti, la quali appunto procederanno con un prestito che dovrà essere restituito, peggiorando di molto la situazione contabile e dunque sociale delle singole nazioni, così come la volontà di sforbiciare da subito tutti i progetti di coesione volti ad aiutare le regioni europee in difficoltà, con il chiaro intento di colpire le nazioni dell’area mediterranea.

A questo punto viene da chiedersi come potranno essere spesi tutti questi soldi, sorgendo il dubbio che il solo modo sia l’acquisto di armi statunitensi, perché l’eventuale riconversione militare delle fabbriche automobilistiche europee e tedesche richiederebbe tempi ben più lunghi di quanto accadesse nel Novecento, quando il ruolo degli operai e delle maestranze era preponderante rispetto a quello dei macchinari. In sostanza, le attuali fabbriche sono predisposte per fare carrozzerie di automobili e sedili in finta pelle, non sono immediatamente convertibili alla produzione di cannoni e carri armati, il farlo richiederebbe un tempo molto lungo e poco compatibile con le urgenze guerrafondaie che Londra e Bruxelles intendono perseguire.

Il terrorismo mediatico d’altronde rilancia le parole di Ursula Von der Leyen: “l’Europa si trova ad affrontare un pericolo chiaro e immediato, di una portata che nessuno di noi ha mai sperimentato nella propria vita adulta”, secondo la signora il pericolo sarebbe ovviamente la Russia, salvo che il presidente Vladimir Putin a più riprese ha ribadito che non ha nessun interesse e intenzione ad entrare in conflitto con l’Europa, chiede piuttosto da anni semplicemente che l’Ucraina sia denazificata, non faccia parte della NATO, non abbia sistemi missilistici o d’arma che possano essere utilizzati contro la Russia.

La malafede dei politici europei dunque rischia di impoverire i cittadini e innescare un conflitto di portata devastante. Peggiore situazione non potrebbe essere data.

Riarmo, guerra, furto dei risparmi dei cittadini e archiviazione di ogni processo democratico, la deriva autoritaria dell’Europa

I governanti europei sono disposti a derubare il proprio popolo per il riarmo? Più fucili e più carri armati significa, senza troppi giri di parole, meno stato sociale, meno diritti, meno tutele, quindi più povertà.

Segue nostro Telegram.

Il parlamento europeo ha approvato non solo il piano di riarmo promosso dalla signora Von der Leyen, ma –  peggio – ha votato una seconda mozione nella quale si afferma che l’Unione Europea, anche a fronte di una pace siglata tra russi e ucraini sotto l’egida statunitense, continuerà la guerra contro la Russia. Tale secondo voto è ancora più preoccupante e aberrante del primo, perché oltrepassa l’idea di rastrellare 800 miliardi per la costruzione di un sistema militare europeo, indicando come la finalità ultima non sia costruire un sistema di difesa continentale, ma porre le basi per quel conflitto permanente contro la Russia e la Cina auspicato dalla finanza speculativa globale e fatto proprio, dopo l’uscita di scena  – almeno per il momento – dei democratici statunitensi e dei loro alleati neo – con, dal governo inglese, il quale spalleggiato dall’insipienza degli europei e supportato da australiani, neozelandesi e canadesi, ha preso a guidare con il nuovo primo ministro Keir Starmer il fronte, sostenuto dalla City londinese, di un progetto di conflitto mondiale preoccupante sotto ogni aspetto, perché facilmente potrebbe degenerare nella Terza Guerra Mondiale, anche per il bellicismo forsennato dei paesi baltici.

Ricordare il passato nelle file naziste degli antenati delle signore Von der Leyen e Kallas parrebbe una forzatura storica e polemica, anche perché le colpe dei padri non ricadono certo sulle e sui figli e ancor meno sulle e sui nipoti, ma certamente è abbastanza imbarazzante dover rammemorare che gli avi delle due signore abbiano indossato con noncuranza le divise naziste.

I potentati oligarchici e speculativi dell’Occidente hanno dunque archiviato definitivamente la democrazia in Europa, con la benedizione dei loro stipendiati menestrelli insediati in tutto il sistema mediatico e comunicativo, una grancassa propagandistica che ritma il passo marziale della guerra, spacciandola per una sempre meno credibile difesa di valori che non si capisce bene quali siano, visto che Cina e Russia le materie prime le pagano il dovuto con generale vantaggio del Sud Globale, mentre l’Occidente le depredava, in egual modo, come dimostrato in Romania, la democrazia è valida solo se il popolo vota per gli apparati di potere espressione delle cricche dominanti a Bruxelles, se i cittadini chiedono pace e lavoro e votano un candidato che asseconda i loro desideri, le elezioni vengono annullate.

La decretazione d’urgenza che esautora i parlamenti, avocando ai politici liberal – liberisti il potere decisionale, contro il volere dei cittadini – il signor Macron ne è un fulgido esempio – ora tenta il colpo contro i risparmi privati degli europei che per la Commissione Europea dovranno essere forzatamente rapinati per coprire le spese belliche, con tecniche di prelievo indotto e obbligato di tipo ben peggiore di quelle sperimentate con gli eurobonds e i green bonds. Il fatto è di inaudita gravità, ma ovviamente il sistema mediatico lo passa sotto silenzio o addirittura tenta una timida difesa di una pratica tanto vergognosa, ammantandola dell’impellente necessità di difendere la libertà, quando è evidente il contrario, ovvero si tratta di un furto che contraddice ogni libertà ed è attuato per mettere in campo un progetto, quello del riarmo, che contrastata la volontà popolare delle e degli europei, i quali son ben consapevoli che, al netto del programmato furto dei loro risparmi, l’obiettivo concreto di questo riarmo sarà, se non la distruzione, un netto peggioramento dei sistemi sanitari, scolastici, assistenziali e pensionistici erogati nel vecchio continente.

Insomma più fucili e più carri armati significa, senza troppi giri di parole, meno stato sociale, meno diritti, meno tutele, quindi più povertà.

Anzi, non solo le nazioni verranno strangolate dal debito pubblico, ma pure i privati cittadini verranno, nelle intenzioni della signora Von der Leyen, colpiti da un pesante indebitamento economico personale e familiare che rischia a tutti gli effetti di presentarsi come irreversibile.

È dunque chiaro che in Europa ci si trovi di fronte non solo a un semplice discostamento dalle regole di bilancio, spesso spacciate per dogmi intangibili come è stato anni fa per la Grecia, ma con tutta evidenza ci si appella alla clausola di salvaguardia del Patto di stabilità e crescita, permettendo di derogare al deficit del 3% per avventurarsi nel mondo perverso e pericoloso del riarmo e della guerra. 800 miliardi, di cui pare ben 500 a carico dei tedeschi, i quali hanno dovuto assistere alla farsa della convocazione del parlamento decaduto perché è il solo che abbia i due terzi di voti necessari per approvare tale spregevole e folle piano, mentre quello nuovo, che dovrebbe insediarsi a breve, votato dai cittadini, non permetterebbe una tale miseranda operazione, non avendo il partito unico della guerra il numero di deputati necessari per approvarlo.

La signora Von der Leyen in ogni caso pretende che le nazioni europee aumentino la spesa per la difesa in media dell’1,5% del PIL di ciascuno stato, creando a suo dire una quota utilizzabile per le armi e per la guerra di 650 miliardi in quattro anni, promettendo altresì che non venga conteggiata nel calcolo del deficit eccessivo.

Von der Leyen non contenta di decidere contro i parlamenti nazionali e la volontà popolare quale debba essere il comportamento dell’Europa, indica pure i settori in cui gli investimenti debbono essere rivolti, ovvero la difesa aerea e missilistica, i sistemi di artiglieria, i missili, i droni per munizioni e i sistemi anti – drone, lasciando trasparire oltre a una preoccupante volontà bellicista, anche la possibile connivenza con alcuni produttori di armi dei settori indicati.

Abbastanza ripugnante il ricatto che rendendo di fatto quasi obbligatorio questo impegno economico imponga che se non si intende procedere con tagli al bilancio dei singoli stati, si potrà sempre chiedere un prestito alla Banca Centrale Europea di Francoforte, ma anche alla lussemburghese Banca Europea per gli Investimenti, la quali appunto procederanno con un prestito che dovrà essere restituito, peggiorando di molto la situazione contabile e dunque sociale delle singole nazioni, così come la volontà di sforbiciare da subito tutti i progetti di coesione volti ad aiutare le regioni europee in difficoltà, con il chiaro intento di colpire le nazioni dell’area mediterranea.

A questo punto viene da chiedersi come potranno essere spesi tutti questi soldi, sorgendo il dubbio che il solo modo sia l’acquisto di armi statunitensi, perché l’eventuale riconversione militare delle fabbriche automobilistiche europee e tedesche richiederebbe tempi ben più lunghi di quanto accadesse nel Novecento, quando il ruolo degli operai e delle maestranze era preponderante rispetto a quello dei macchinari. In sostanza, le attuali fabbriche sono predisposte per fare carrozzerie di automobili e sedili in finta pelle, non sono immediatamente convertibili alla produzione di cannoni e carri armati, il farlo richiederebbe un tempo molto lungo e poco compatibile con le urgenze guerrafondaie che Londra e Bruxelles intendono perseguire.

Il terrorismo mediatico d’altronde rilancia le parole di Ursula Von der Leyen: “l’Europa si trova ad affrontare un pericolo chiaro e immediato, di una portata che nessuno di noi ha mai sperimentato nella propria vita adulta”, secondo la signora il pericolo sarebbe ovviamente la Russia, salvo che il presidente Vladimir Putin a più riprese ha ribadito che non ha nessun interesse e intenzione ad entrare in conflitto con l’Europa, chiede piuttosto da anni semplicemente che l’Ucraina sia denazificata, non faccia parte della NATO, non abbia sistemi missilistici o d’arma che possano essere utilizzati contro la Russia.

La malafede dei politici europei dunque rischia di impoverire i cittadini e innescare un conflitto di portata devastante. Peggiore situazione non potrebbe essere data.

I governanti europei sono disposti a derubare il proprio popolo per il riarmo? Più fucili e più carri armati significa, senza troppi giri di parole, meno stato sociale, meno diritti, meno tutele, quindi più povertà.

Segue nostro Telegram.

Il parlamento europeo ha approvato non solo il piano di riarmo promosso dalla signora Von der Leyen, ma –  peggio – ha votato una seconda mozione nella quale si afferma che l’Unione Europea, anche a fronte di una pace siglata tra russi e ucraini sotto l’egida statunitense, continuerà la guerra contro la Russia. Tale secondo voto è ancora più preoccupante e aberrante del primo, perché oltrepassa l’idea di rastrellare 800 miliardi per la costruzione di un sistema militare europeo, indicando come la finalità ultima non sia costruire un sistema di difesa continentale, ma porre le basi per quel conflitto permanente contro la Russia e la Cina auspicato dalla finanza speculativa globale e fatto proprio, dopo l’uscita di scena  – almeno per il momento – dei democratici statunitensi e dei loro alleati neo – con, dal governo inglese, il quale spalleggiato dall’insipienza degli europei e supportato da australiani, neozelandesi e canadesi, ha preso a guidare con il nuovo primo ministro Keir Starmer il fronte, sostenuto dalla City londinese, di un progetto di conflitto mondiale preoccupante sotto ogni aspetto, perché facilmente potrebbe degenerare nella Terza Guerra Mondiale, anche per il bellicismo forsennato dei paesi baltici.

Ricordare il passato nelle file naziste degli antenati delle signore Von der Leyen e Kallas parrebbe una forzatura storica e polemica, anche perché le colpe dei padri non ricadono certo sulle e sui figli e ancor meno sulle e sui nipoti, ma certamente è abbastanza imbarazzante dover rammemorare che gli avi delle due signore abbiano indossato con noncuranza le divise naziste.

I potentati oligarchici e speculativi dell’Occidente hanno dunque archiviato definitivamente la democrazia in Europa, con la benedizione dei loro stipendiati menestrelli insediati in tutto il sistema mediatico e comunicativo, una grancassa propagandistica che ritma il passo marziale della guerra, spacciandola per una sempre meno credibile difesa di valori che non si capisce bene quali siano, visto che Cina e Russia le materie prime le pagano il dovuto con generale vantaggio del Sud Globale, mentre l’Occidente le depredava, in egual modo, come dimostrato in Romania, la democrazia è valida solo se il popolo vota per gli apparati di potere espressione delle cricche dominanti a Bruxelles, se i cittadini chiedono pace e lavoro e votano un candidato che asseconda i loro desideri, le elezioni vengono annullate.

La decretazione d’urgenza che esautora i parlamenti, avocando ai politici liberal – liberisti il potere decisionale, contro il volere dei cittadini – il signor Macron ne è un fulgido esempio – ora tenta il colpo contro i risparmi privati degli europei che per la Commissione Europea dovranno essere forzatamente rapinati per coprire le spese belliche, con tecniche di prelievo indotto e obbligato di tipo ben peggiore di quelle sperimentate con gli eurobonds e i green bonds. Il fatto è di inaudita gravità, ma ovviamente il sistema mediatico lo passa sotto silenzio o addirittura tenta una timida difesa di una pratica tanto vergognosa, ammantandola dell’impellente necessità di difendere la libertà, quando è evidente il contrario, ovvero si tratta di un furto che contraddice ogni libertà ed è attuato per mettere in campo un progetto, quello del riarmo, che contrastata la volontà popolare delle e degli europei, i quali son ben consapevoli che, al netto del programmato furto dei loro risparmi, l’obiettivo concreto di questo riarmo sarà, se non la distruzione, un netto peggioramento dei sistemi sanitari, scolastici, assistenziali e pensionistici erogati nel vecchio continente.

Insomma più fucili e più carri armati significa, senza troppi giri di parole, meno stato sociale, meno diritti, meno tutele, quindi più povertà.

Anzi, non solo le nazioni verranno strangolate dal debito pubblico, ma pure i privati cittadini verranno, nelle intenzioni della signora Von der Leyen, colpiti da un pesante indebitamento economico personale e familiare che rischia a tutti gli effetti di presentarsi come irreversibile.

È dunque chiaro che in Europa ci si trovi di fronte non solo a un semplice discostamento dalle regole di bilancio, spesso spacciate per dogmi intangibili come è stato anni fa per la Grecia, ma con tutta evidenza ci si appella alla clausola di salvaguardia del Patto di stabilità e crescita, permettendo di derogare al deficit del 3% per avventurarsi nel mondo perverso e pericoloso del riarmo e della guerra. 800 miliardi, di cui pare ben 500 a carico dei tedeschi, i quali hanno dovuto assistere alla farsa della convocazione del parlamento decaduto perché è il solo che abbia i due terzi di voti necessari per approvare tale spregevole e folle piano, mentre quello nuovo, che dovrebbe insediarsi a breve, votato dai cittadini, non permetterebbe una tale miseranda operazione, non avendo il partito unico della guerra il numero di deputati necessari per approvarlo.

La signora Von der Leyen in ogni caso pretende che le nazioni europee aumentino la spesa per la difesa in media dell’1,5% del PIL di ciascuno stato, creando a suo dire una quota utilizzabile per le armi e per la guerra di 650 miliardi in quattro anni, promettendo altresì che non venga conteggiata nel calcolo del deficit eccessivo.

Von der Leyen non contenta di decidere contro i parlamenti nazionali e la volontà popolare quale debba essere il comportamento dell’Europa, indica pure i settori in cui gli investimenti debbono essere rivolti, ovvero la difesa aerea e missilistica, i sistemi di artiglieria, i missili, i droni per munizioni e i sistemi anti – drone, lasciando trasparire oltre a una preoccupante volontà bellicista, anche la possibile connivenza con alcuni produttori di armi dei settori indicati.

Abbastanza ripugnante il ricatto che rendendo di fatto quasi obbligatorio questo impegno economico imponga che se non si intende procedere con tagli al bilancio dei singoli stati, si potrà sempre chiedere un prestito alla Banca Centrale Europea di Francoforte, ma anche alla lussemburghese Banca Europea per gli Investimenti, la quali appunto procederanno con un prestito che dovrà essere restituito, peggiorando di molto la situazione contabile e dunque sociale delle singole nazioni, così come la volontà di sforbiciare da subito tutti i progetti di coesione volti ad aiutare le regioni europee in difficoltà, con il chiaro intento di colpire le nazioni dell’area mediterranea.

A questo punto viene da chiedersi come potranno essere spesi tutti questi soldi, sorgendo il dubbio che il solo modo sia l’acquisto di armi statunitensi, perché l’eventuale riconversione militare delle fabbriche automobilistiche europee e tedesche richiederebbe tempi ben più lunghi di quanto accadesse nel Novecento, quando il ruolo degli operai e delle maestranze era preponderante rispetto a quello dei macchinari. In sostanza, le attuali fabbriche sono predisposte per fare carrozzerie di automobili e sedili in finta pelle, non sono immediatamente convertibili alla produzione di cannoni e carri armati, il farlo richiederebbe un tempo molto lungo e poco compatibile con le urgenze guerrafondaie che Londra e Bruxelles intendono perseguire.

Il terrorismo mediatico d’altronde rilancia le parole di Ursula Von der Leyen: “l’Europa si trova ad affrontare un pericolo chiaro e immediato, di una portata che nessuno di noi ha mai sperimentato nella propria vita adulta”, secondo la signora il pericolo sarebbe ovviamente la Russia, salvo che il presidente Vladimir Putin a più riprese ha ribadito che non ha nessun interesse e intenzione ad entrare in conflitto con l’Europa, chiede piuttosto da anni semplicemente che l’Ucraina sia denazificata, non faccia parte della NATO, non abbia sistemi missilistici o d’arma che possano essere utilizzati contro la Russia.

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The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

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