È cominciato lo shopping politico in Italia, accorrete tutti!
Ragazzo prodigio
Non fa in tempo a insediarsi il nuovo governo americano, che già arrivano in Italia i primi depredatori in gran segreto: Kimbal Musk, fratello di Elon “DOGE” Musk, è giunto a Roma il 24 gennaio, facendo una visita a sorpresa al Governo. Pochissime le indiscrezioni trapelate da Palazzo Chigi. Non è stato dichiarato niente di ufficiale a riguardo.
È però curioso che Elon abbia mandato suo fratello. Chi è costui?
Kimbal Musk è un imprenditore e, come si dice oggigiorno, un filantropo, noto per essere il fratello di Elon Musk. Anch’egli nato a Pretoria, in Sud Africa, nel 1972, ha sempre avuto un interesse per l’innovazione e la sostenibilità, e la sua carriera si è sviluppata in modo tale da riflettere questi valori. Sebbene sia spesso associato al famoso fratello, Kimbal ha avuto un impatto significativo in vari settori, in particolare nell’agricoltura e nell’industria alimentare.
È cresciuto in Sud Africa insieme al fratello Elon e alla sorella Tosca. Dopo aver frequentato la Waterkloof House Preparatory School e la Pretoria Boys High School, Kimbal ha deciso di trasferirsi in Canada per studiare presso la Queen’s University in Ontario, dove ha conseguito una laurea in economia. Dopo la laurea, si è trasferito negli Stati Uniti per approfondire le sue conoscenze nel campo delle nuove tecnologie.
Kimbal ha iniziato la sua carriera con una serie di iniziative nel settore tecnologico. Uno dei suoi primi progetti è stata la creazione di una società chiamata Zip2, fondata insieme al fratello Elon, una piattaforma che forniva software di guida e mappe per giornali online, aiutando le pubblicazioni a digitalizzare le loro informazioni. L’azienda è stata venduta nel 1999 a Compaq per quasi 300 milioni di dollari, il che ha permesso a Kimbal e Elon di ottenere una sostanziale liquidità e lanciarsi in nuovi progetti. Dopo la vendita di Zip2, Kimbal ha continuato a sviluppare iniziative nel campo della tecnologia, ma il suo percorso ha preso una direzione diversa quando ha iniziato a concentrarsi su un obiettivo più ampio legato all’ambiente e alla salute.
Negli anni successivi, ha trovato la sua vera vocazione – così dice – nell’ambito dell’alimentazione e dell’agricoltura, settori che sono diventati il fulcro delle sue attività imprenditoriali e filantropiche. La sua visione è sempre stata quella di trasformare il sistema alimentare globale in modo più sostenibile e accessibile, e in particolare ha voluto rendere l’agricoltura più “umana”, mettendo al centro la salute delle persone e dell’ambiente. In tal senso, nel 2004 ha fondato The Kitchen Restaurant Group, un’iniziativa che punta a creare ristoranti in grado di offrire cibo sano e locale, promuovendo anche il concetto di comunità. Questo gruppo, che ha sedi in varie città degli Stati Uniti, si è evoluto in una rete di ristoranti che servono piatti preparati con ingredienti freschi, coltivati localmente da agricoltori sostenibili. Oltre ai ristoranti, ha anche lanciato iniziative educative e pratiche come The Kitchen Community, una rete di orti scolastici che insegna ai bambini come coltivare il cibo e comprendere il legame tra la terra e la loro alimentazione.
Un altro importante progetto è Square Roots, una startup che sviluppa fattorie verticali urbane. L’idea è quella di portare l’agricoltura direttamente nelle città, dove la domanda di cibo fresco è in crescita, ma la disponibilità di spazio è limitata. Le fattorie verticali sono una soluzione innovativa che utilizza tecniche di coltivazione indoor, consentendo di coltivare piante in ambienti controllati, senza l’uso di pesticidi o fertilizzanti chimici. Il suo impegno nella lotta contro la fame e nell’educazione alimentare è evidente anche attraverso il lavoro con Big Green, un’organizzazione che promuove l’educazione alimentare nelle scuole. L’organizzazione si concentra sulla creazione di orti scolastici che insegnano ai bambini non solo come coltivare il cibo, ma anche come fare scelte alimentari più consapevoli e sane.
È curioso – che coincidenza! – che Kimbal compaia nella lista dei “giovani prodigi” della Schwab Foundation, nella sezione Young Global Leaders. Probabilmente, diranno alcuni, si tratta di una coincidenza, di una omonimia, anche se c’è motivo di dubitare che di miliardari con un cappello da cowboy in testa di cognome Musk ce ne siano a bizzeffe negli Stati Uniti d’America.
Un ragazzone che compare implicato anche in un curioso affare con Jeffrey Epstein, il criminale sessuale multimilionario, che avrebbe introdotto Kimbal ad una donna del suo entourage, la quale faceva parte del gruppo di modelle che Epstein frequentava, ottenendogli un giro privato alla base di SpaceX a Hawthorne, California, nel 2012. Anche questa una coincidenza, no?
Per un piatto di lenticchie
Dunque, tornando all’Italia, il giovane Musk giunge a Roma e si infila a Palazzo Chigi. Peccato che non sia una palazzo turistico, bensì la sede del Governo italiano. Considerando la sua filantropia e il suo amore per il cibo, è verosimile che abbia trattato di frutta e verdura col Ministro dell’Istruzione Giuli, curiosamente coinvolto nel trapelamento di informazioni circa l’incontro. Spostando l’attenzione su ipotesi più serie, invece, è chiaro che “l’ambasciatore” della famiglia Musk non sia venuto casualmente.
Per un piatto di lenticchie, Giorgia Meloni ha terminato la svendita dell’Italia a Londra prima e Washington dopo – senza scordarsi Tel Aviv – ed ha confermato l’asservimento ai poteri esteri. Così facendo, si è meritata fiducia.
D’altronde, Meloni sa fare politica. Sa che la politica è l’arte del compromesso, ed una come lei per arrivare dov’è ha dovuto sgomitare con la concorrenza, ma alla fine ha ottenuto di essere premiata dagli americani, addirittura lasciando che si parlasse di una tresca fra lei ed Elon, venendo persino invitata alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente. Meloni conosce la politica, ha fatto una carriera dal basso, passo dopo passo. Sa perfettamente come si vende il Paese, oltre alla dignità.
Quello che probabilmente ci aspetta dopo questa visita è l’ennesima intromissione di entità transnazionali negli affari interni dell’Italia.
Kimbal non è un politico, è un imprenditore, ma adesso ha un fratello che è politico e che farà quello che vuole, perché anche lui è un imprenditore, così potente da essersi costruito una intera carriera di livello planetario. Il fatto che abbia avuto un colloquio col Ministro della Cultura è emblematico: l’americano viene non a prendere lezioni di civiltà, bensì ad acquistare un souvenir. È il capovolgimento di tutto ciò che è sensato.
Similmente curiosa è la segretezza di questo intervento. Un non-politico con un sacco di soldi che entra in un palazzo del Governo e dialoga con un Ministro con la semplicità di una persona che a bere un caffè al bar, dovrebbe farci preoccupare. È l’ennesima presa in giro.
La svendita degli ultimi pezzettini del Paese è alla fase dei saldi. L’azienda è in fallimento, non ci sarà una nuova collezione per la nuova stagione.
Ahi, cara Italia, cameriera d’America!