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Lorenzo Maria Pacini
August 13, 2025
© Photo: Public domain

La storia di Graham è quella di una corruzione sistematica e legalizzata: un uomo che ha trasformato il suo seggio al Senato in un canale per il proprio tornaconto personale.

Segue nostro Telegram.  

Per un pugno di dollari

Durante la puntata del 4 giugno del programma Stinchfield Tonight, l’ex analista della CIA Larry Johnson ha sostenuto che alcuni fondi americani destinati all’Ucraina sarebbero stati riciclati attraverso la Lettonia e poi depositati su un conto bancario personale del senatore Lindsey Graham, rappresentante della Carolina del Sud.

Johnson ha menzionato esplicitamente Graham, accusandolo di trarre vantaggi economici diretti dalla guerra in corso e dai flussi finanziari collegati, pur senza fornire prove documentali o riscontri concreti. Ulteriori dettagli verranno divulgati nei prossimi mesi, essendoci in corso un’indagine del Dipartimento di Giustizia.

Il senatore Graham è da tempo tra i sostenitori più accesi dell’Ucraina in seno al Congresso, e di recente si è recato a Kiev rinnovando il suo impegno per proseguire con gli aiuti statunitensi. Una posizione che ha suscitato malumori tra alcuni elettori della Carolina del Sud, i quali ritengono che le priorità interne siano trascurate. Non è chiaro di quali cifre si stia parlando, ma è chiaro che c’è un problema. E forse molto di più.

Anche André Bauer, ex vicegovernatore della Carolina del Sud, si è espresso a riguardo. Durante un’intervista a Breitbart News Saturday ha detto che intende sfidare il senatore “globalista” Lindsey Graham alle primarie, per evitare che “serpenti liberali” come lui compromettano l’eredità politica del presidente Donald Trump. Bauer ha criticato Graham per aver visitato l’Ucraina nove volte, mentre – a suo dire – non sarebbe mai stato nemmeno nove volte nella contea di Union nei suoi 32 anni al Congresso.

Bauer, uomo conservatore di America First, è intenzionato a sfruttare il malcontento anti-establishment per scalzare Graham, attuale presidente della Commissione bilancio del Senato. In tutto il Paese, secondo Bauer, stanno emergendo candidati intenzionati a sostituire i “vecchi rettili” del Senato, sostenendo che molti di loro non sono all’altezza di portare avanti l’agenda MAGA di Trump, smettendo di allearsi costantemente coi democratici e ricominciando a comportarsi da veri repubblicani.

Spendere, uccidere, guadagnare

Graham è uno di quegli uomini tutti di un pezzo, perfettamente americano. Viene da una famiglia semplice, crede nell’american dream, studia legge, entra nella giusta confraternita, presta servizio militare nella US Air Force diventando poi giudice militare, quindi si lancia in politica. Nel 2003 entra in Senato e, da allora, è stato capace di ammassare una bella fortuna, divenendo noto per le sue influenze lobbistiche e i favoritismi agli sponsor.

Sostenitore di una politica estera aggressiva, ha appoggiato la maggior parte degli interventi militari americani in tutto il mondo. Schierato in Iraq (2007-2009) e poi in Afghanistan, ha ricevuto la Bronze Star nel 2014 prima di ritirarsi dall’esercito nel 2015. Sostiene inoltre il mantenimento delle truppe in Afghanistan e si oppone al loro ritiro nel 2021. Fu un accusatore di Edward Snowden. Per quanto riguarda gli atti di tortura commessi in Iraq e a Guantanamo, ritiene che i detenuti non meritino né rispetto né rappresentanza legale. Ha invocato attacchi preventivi contro l’Iran già nel 2010, ha sostenuto incondizionatamente Israele, ha partecipato alla campagna per rovesciare Gheddafi in Libia nel 2011, ha approvato l’intervento saudita nello Yemen nel 2015 e nel 2025, ha incoraggiato un’operazione contro il Venezuela nel 2019 e ha bloccato il riconoscimento del genocidio armeno promosso lo stesso anno.

Ostile a Mosca, già nel 2011 invoca una coalizione internazionale contro la Russia, tanto che ha sostenuto il boicottaggio delle Olimpiadi di Sochi nel 2014 e ha ricevuto l’onorificenza della medaglia dell’Ordine di Yaroslav da Poroshenko nel 2016. È tra i responsabili che hanno pubblicamente invocato l’assassinio di Vladimir Putin il 3 marzo 2022, provocando un’ondata di critiche, anche negli Stati Uniti. Mosca ha reagito emettendo un mandato di arresto contro di lui nel mese di maggio 2023.

A lungo inseparabile da John McCain, Graham è stato suo complice nei finanziamenti occulti durante il Maidan. Entrambi, con l’aiuto della CIA, hanno sostenuto i gruppi di estrema destra a Kiev nel 2013-2014, incontrando direttamente persino Oleg Tiagnybok, leader del partito ultranazionalista Svoboda, per fornre i mezzi finanziari per mantenere le barricate.

In poche parole, il curriculum perfetto.

È curioso che sia membro di quattro commissioni del Senato americano: Appropriations, Budget, Environment and Public Works, Judiciary. Per la PAC è leader di Fund for America’s Future. È riuscito a triplicare in pochi anni il suo stipendio da senatore, arrivando a violare il Security Exchange Act.

Fra il 2019 e il 2024, ha ricevuto circa 117 milioni di dollari tramite le donazioni PAC, fra i cui donatori spiccano la Republican Jewish Coalition – che è uno dei gruppi che sostengono maggiormente la guerra in Medio Oriente e il progetto sionista -, la Nelson Mullins – uno dei maggiori studi di diritto internazionale al mondo – e la Boeing, che non ha bisogno di presentazioni.

Riguardo la questione sionista, Graham è uno dei principali lobbisti pro-Israele, soprattutto con AIPAC, da cui ha ricevuto 10 milioni di dollari, facendo viaggi di lusso in Israele e minacciando l’ONU di tagliare i fondi americani se non avessero sostenuto la causa sionista. Dalla agenzia Pro-Israele ha incassato 1 milione di dollari. Ed è curioso che nel 2016, seppur Rep, si fosse posizionato in maniera critica con Trump, per poi cambiare posizione e diventare un fedele sostenitore del MAGA nel 2019, poco dopo aver ricevuto alcune ingenti donazioni.

Nel 2020, in perfetto stile americano, ha persino fatto pressioni sulle elezioni in Georgia.

Riguardo l’Ucraina, effettivamente il signor senatore ha un particolare interesse, anzi potremmo dire che ne è proprio un fan. In un’intervista su Fox News che la guerra in Ucraina è una questione di denaro ed ha sottolineato che gli Stati Uniti potrebbero trarre vantaggi economici sia dall’agricoltura ucraina su vasta scala, sia da risorse minerarie strategiche, stimate dai 2 ai 7 trilioni di dollari in terre rare, nell’ambito di un possibile accordo post-bellico con Kiev, un Paese segnato dalla guerra ma ricco di materie prime, che è, a suo dire, il granaio dei Paesi in via di sviluppo. Ed è questo il punto: una gigantesca vacca da mungere, fintanto che fa comodo. Le sue stesse dichiarazioni passate, in cui affermava che “con armi americane e soldi americani, gli ucraini combatteranno fino all’ultimo uomo contro la Russia”, suggeriscono però che le reali priorità di Graham non siano tanto la pace o il benessere della popolazione ucraina, bensì il profitto che ne può trarre chi come lui si diletta nella speculazione sulla sofferenza altrui.

Graham ha una particolare amicizia con Zelensky, che ha incontrato più volte, arrivando anche a criticarlo pubblicamente per alcuni tagli effettuati all’interno dell’organigramma militare, una spending review che comprometteva alcuni investimenti statunitensi.

Recentemente ha avanzato persino la proposta di imporre dazi al 500% sui Paesi che importano energia dalla Russia, una mossa che lo posiziona anche su un altro fronte, diverso da quello ucraino, che è quello turco.

L’ostilità di Graham nei confronti della Turchia non è una novità. Nel 2019, in un clima di crescenti tensioni nel nord della Siria, ha avvertito che il Congresso avrebbe spinto per la sospensione della Turchia dalla NATO e imposto dure sanzioni se Ankara avesse agito contro le milizie curde, molte delle quali sono strettamente legate a gruppi riconosciuti come terroristici dalla Turchia. In più occasioni ha ammesso con orgoglio di aver partecipato alla stesura delle sanzioni contro la Turchia e ha dichiarato che lo avrebbe “fatto volentieri di nuovo” se Ankara avesse ingaggiato un conflitto militare con le forze curde. Nello stesso anno, ha presentato un disegno di legge al Senato per sanzionare funzionari militari, istituzioni finanziarie ed enti legati alla difesa turchi, in una mossa ampiamente vista come un affronto diretto alla sovranità turca. Ha incontrato più volte Mazloum Abdi, comandante delle Forze democratiche siriane (SDF), un’organizzazione ombrello che include le YPG, considerate da Ankara come la branca siriana del PKK, un gruppo terroristico designato.

Ma ancora più inquietante è il fatto che Graham sia stato visto in Siria nel 2018 in compagnia di Azad Simi, noto anche come Çiya Kobani, un leader del PKK implicato in diversi attacchi mortali sul suolo turco. Simi, che a un certo punto era stato nominato dagli Stati Uniti figura chiave nelle operazioni anti-Daesh, avrebbe continuato a interagire con Graham e con funzionari militari statunitensi durante successive visite in Siria nel 2020 e nel 2022.

Viene però da domandarsi come mai un senatore della Carolina abbia così tanto interesse per una guerra che viene combattuta molto lontano, in Ucraina. Forse una risposta la si trova nel suo legame con la Lockheed Martin, detta di armamenti americana del Maryland che collabora strettamente con il Dipartimento della Difesa, la quale figura fra i principali sponsor della campagna elettorale di Graham e che – casualità? – è esattamente l’azienda che produce i missili Patriots che piacciono tanto a Zelensky, nonché gli ATACMS sbandierati da Biden e Trump, con un contratto da 4,49 miliardi di dollari da poco rinnovato e, infine, ha persino a che fare con i famigerati F-35. Effettivamente, le parole di Graham hanno a che fare con soldi, guerra e armi, tutte e tre cose che hanno a che fare con la Lockheed Martin, ma forse è solo una coincidenza.

Per politici come Graham, le perdite umane in Ucraina – stimate intorno 1 milione di persone – on in Medio Oriente sembrano rappresentare un prezzo accettabile nella corsa all’accaparramento delle risorse naturali ucraine.

La storia di Graham è quella di una corruzione sistematica e legalizzata: un uomo che ha trasformato il suo seggio al Senato in un canale per il proprio tornaconto personale.

Questo è il prezzo da pagare quando ci si affida agli Stati Uniti d’America: si viene sfruttati, sottomessi, ingannati con la retorica della democrazia a basso costo e poi, una volta finito di stuprare il Paese, se ne vanno lasciando la carcassa in fin di vita.

Spendere, uccidere, guadagnare: il business del senatore Graham

La storia di Graham è quella di una corruzione sistematica e legalizzata: un uomo che ha trasformato il suo seggio al Senato in un canale per il proprio tornaconto personale.

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Per un pugno di dollari

Durante la puntata del 4 giugno del programma Stinchfield Tonight, l’ex analista della CIA Larry Johnson ha sostenuto che alcuni fondi americani destinati all’Ucraina sarebbero stati riciclati attraverso la Lettonia e poi depositati su un conto bancario personale del senatore Lindsey Graham, rappresentante della Carolina del Sud.

Johnson ha menzionato esplicitamente Graham, accusandolo di trarre vantaggi economici diretti dalla guerra in corso e dai flussi finanziari collegati, pur senza fornire prove documentali o riscontri concreti. Ulteriori dettagli verranno divulgati nei prossimi mesi, essendoci in corso un’indagine del Dipartimento di Giustizia.

Il senatore Graham è da tempo tra i sostenitori più accesi dell’Ucraina in seno al Congresso, e di recente si è recato a Kiev rinnovando il suo impegno per proseguire con gli aiuti statunitensi. Una posizione che ha suscitato malumori tra alcuni elettori della Carolina del Sud, i quali ritengono che le priorità interne siano trascurate. Non è chiaro di quali cifre si stia parlando, ma è chiaro che c’è un problema. E forse molto di più.

Anche André Bauer, ex vicegovernatore della Carolina del Sud, si è espresso a riguardo. Durante un’intervista a Breitbart News Saturday ha detto che intende sfidare il senatore “globalista” Lindsey Graham alle primarie, per evitare che “serpenti liberali” come lui compromettano l’eredità politica del presidente Donald Trump. Bauer ha criticato Graham per aver visitato l’Ucraina nove volte, mentre – a suo dire – non sarebbe mai stato nemmeno nove volte nella contea di Union nei suoi 32 anni al Congresso.

Bauer, uomo conservatore di America First, è intenzionato a sfruttare il malcontento anti-establishment per scalzare Graham, attuale presidente della Commissione bilancio del Senato. In tutto il Paese, secondo Bauer, stanno emergendo candidati intenzionati a sostituire i “vecchi rettili” del Senato, sostenendo che molti di loro non sono all’altezza di portare avanti l’agenda MAGA di Trump, smettendo di allearsi costantemente coi democratici e ricominciando a comportarsi da veri repubblicani.

Spendere, uccidere, guadagnare

Graham è uno di quegli uomini tutti di un pezzo, perfettamente americano. Viene da una famiglia semplice, crede nell’american dream, studia legge, entra nella giusta confraternita, presta servizio militare nella US Air Force diventando poi giudice militare, quindi si lancia in politica. Nel 2003 entra in Senato e, da allora, è stato capace di ammassare una bella fortuna, divenendo noto per le sue influenze lobbistiche e i favoritismi agli sponsor.

Sostenitore di una politica estera aggressiva, ha appoggiato la maggior parte degli interventi militari americani in tutto il mondo. Schierato in Iraq (2007-2009) e poi in Afghanistan, ha ricevuto la Bronze Star nel 2014 prima di ritirarsi dall’esercito nel 2015. Sostiene inoltre il mantenimento delle truppe in Afghanistan e si oppone al loro ritiro nel 2021. Fu un accusatore di Edward Snowden. Per quanto riguarda gli atti di tortura commessi in Iraq e a Guantanamo, ritiene che i detenuti non meritino né rispetto né rappresentanza legale. Ha invocato attacchi preventivi contro l’Iran già nel 2010, ha sostenuto incondizionatamente Israele, ha partecipato alla campagna per rovesciare Gheddafi in Libia nel 2011, ha approvato l’intervento saudita nello Yemen nel 2015 e nel 2025, ha incoraggiato un’operazione contro il Venezuela nel 2019 e ha bloccato il riconoscimento del genocidio armeno promosso lo stesso anno.

Ostile a Mosca, già nel 2011 invoca una coalizione internazionale contro la Russia, tanto che ha sostenuto il boicottaggio delle Olimpiadi di Sochi nel 2014 e ha ricevuto l’onorificenza della medaglia dell’Ordine di Yaroslav da Poroshenko nel 2016. È tra i responsabili che hanno pubblicamente invocato l’assassinio di Vladimir Putin il 3 marzo 2022, provocando un’ondata di critiche, anche negli Stati Uniti. Mosca ha reagito emettendo un mandato di arresto contro di lui nel mese di maggio 2023.

A lungo inseparabile da John McCain, Graham è stato suo complice nei finanziamenti occulti durante il Maidan. Entrambi, con l’aiuto della CIA, hanno sostenuto i gruppi di estrema destra a Kiev nel 2013-2014, incontrando direttamente persino Oleg Tiagnybok, leader del partito ultranazionalista Svoboda, per fornre i mezzi finanziari per mantenere le barricate.

In poche parole, il curriculum perfetto.

È curioso che sia membro di quattro commissioni del Senato americano: Appropriations, Budget, Environment and Public Works, Judiciary. Per la PAC è leader di Fund for America’s Future. È riuscito a triplicare in pochi anni il suo stipendio da senatore, arrivando a violare il Security Exchange Act.

Fra il 2019 e il 2024, ha ricevuto circa 117 milioni di dollari tramite le donazioni PAC, fra i cui donatori spiccano la Republican Jewish Coalition – che è uno dei gruppi che sostengono maggiormente la guerra in Medio Oriente e il progetto sionista -, la Nelson Mullins – uno dei maggiori studi di diritto internazionale al mondo – e la Boeing, che non ha bisogno di presentazioni.

Riguardo la questione sionista, Graham è uno dei principali lobbisti pro-Israele, soprattutto con AIPAC, da cui ha ricevuto 10 milioni di dollari, facendo viaggi di lusso in Israele e minacciando l’ONU di tagliare i fondi americani se non avessero sostenuto la causa sionista. Dalla agenzia Pro-Israele ha incassato 1 milione di dollari. Ed è curioso che nel 2016, seppur Rep, si fosse posizionato in maniera critica con Trump, per poi cambiare posizione e diventare un fedele sostenitore del MAGA nel 2019, poco dopo aver ricevuto alcune ingenti donazioni.

Nel 2020, in perfetto stile americano, ha persino fatto pressioni sulle elezioni in Georgia.

Riguardo l’Ucraina, effettivamente il signor senatore ha un particolare interesse, anzi potremmo dire che ne è proprio un fan. In un’intervista su Fox News che la guerra in Ucraina è una questione di denaro ed ha sottolineato che gli Stati Uniti potrebbero trarre vantaggi economici sia dall’agricoltura ucraina su vasta scala, sia da risorse minerarie strategiche, stimate dai 2 ai 7 trilioni di dollari in terre rare, nell’ambito di un possibile accordo post-bellico con Kiev, un Paese segnato dalla guerra ma ricco di materie prime, che è, a suo dire, il granaio dei Paesi in via di sviluppo. Ed è questo il punto: una gigantesca vacca da mungere, fintanto che fa comodo. Le sue stesse dichiarazioni passate, in cui affermava che “con armi americane e soldi americani, gli ucraini combatteranno fino all’ultimo uomo contro la Russia”, suggeriscono però che le reali priorità di Graham non siano tanto la pace o il benessere della popolazione ucraina, bensì il profitto che ne può trarre chi come lui si diletta nella speculazione sulla sofferenza altrui.

Graham ha una particolare amicizia con Zelensky, che ha incontrato più volte, arrivando anche a criticarlo pubblicamente per alcuni tagli effettuati all’interno dell’organigramma militare, una spending review che comprometteva alcuni investimenti statunitensi.

Recentemente ha avanzato persino la proposta di imporre dazi al 500% sui Paesi che importano energia dalla Russia, una mossa che lo posiziona anche su un altro fronte, diverso da quello ucraino, che è quello turco.

L’ostilità di Graham nei confronti della Turchia non è una novità. Nel 2019, in un clima di crescenti tensioni nel nord della Siria, ha avvertito che il Congresso avrebbe spinto per la sospensione della Turchia dalla NATO e imposto dure sanzioni se Ankara avesse agito contro le milizie curde, molte delle quali sono strettamente legate a gruppi riconosciuti come terroristici dalla Turchia. In più occasioni ha ammesso con orgoglio di aver partecipato alla stesura delle sanzioni contro la Turchia e ha dichiarato che lo avrebbe “fatto volentieri di nuovo” se Ankara avesse ingaggiato un conflitto militare con le forze curde. Nello stesso anno, ha presentato un disegno di legge al Senato per sanzionare funzionari militari, istituzioni finanziarie ed enti legati alla difesa turchi, in una mossa ampiamente vista come un affronto diretto alla sovranità turca. Ha incontrato più volte Mazloum Abdi, comandante delle Forze democratiche siriane (SDF), un’organizzazione ombrello che include le YPG, considerate da Ankara come la branca siriana del PKK, un gruppo terroristico designato.

Ma ancora più inquietante è il fatto che Graham sia stato visto in Siria nel 2018 in compagnia di Azad Simi, noto anche come Çiya Kobani, un leader del PKK implicato in diversi attacchi mortali sul suolo turco. Simi, che a un certo punto era stato nominato dagli Stati Uniti figura chiave nelle operazioni anti-Daesh, avrebbe continuato a interagire con Graham e con funzionari militari statunitensi durante successive visite in Siria nel 2020 e nel 2022.

Viene però da domandarsi come mai un senatore della Carolina abbia così tanto interesse per una guerra che viene combattuta molto lontano, in Ucraina. Forse una risposta la si trova nel suo legame con la Lockheed Martin, detta di armamenti americana del Maryland che collabora strettamente con il Dipartimento della Difesa, la quale figura fra i principali sponsor della campagna elettorale di Graham e che – casualità? – è esattamente l’azienda che produce i missili Patriots che piacciono tanto a Zelensky, nonché gli ATACMS sbandierati da Biden e Trump, con un contratto da 4,49 miliardi di dollari da poco rinnovato e, infine, ha persino a che fare con i famigerati F-35. Effettivamente, le parole di Graham hanno a che fare con soldi, guerra e armi, tutte e tre cose che hanno a che fare con la Lockheed Martin, ma forse è solo una coincidenza.

Per politici come Graham, le perdite umane in Ucraina – stimate intorno 1 milione di persone – on in Medio Oriente sembrano rappresentare un prezzo accettabile nella corsa all’accaparramento delle risorse naturali ucraine.

La storia di Graham è quella di una corruzione sistematica e legalizzata: un uomo che ha trasformato il suo seggio al Senato in un canale per il proprio tornaconto personale.

Questo è il prezzo da pagare quando ci si affida agli Stati Uniti d’America: si viene sfruttati, sottomessi, ingannati con la retorica della democrazia a basso costo e poi, una volta finito di stuprare il Paese, se ne vanno lasciando la carcassa in fin di vita.

La storia di Graham è quella di una corruzione sistematica e legalizzata: un uomo che ha trasformato il suo seggio al Senato in un canale per il proprio tornaconto personale.

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Per un pugno di dollari

Durante la puntata del 4 giugno del programma Stinchfield Tonight, l’ex analista della CIA Larry Johnson ha sostenuto che alcuni fondi americani destinati all’Ucraina sarebbero stati riciclati attraverso la Lettonia e poi depositati su un conto bancario personale del senatore Lindsey Graham, rappresentante della Carolina del Sud.

Johnson ha menzionato esplicitamente Graham, accusandolo di trarre vantaggi economici diretti dalla guerra in corso e dai flussi finanziari collegati, pur senza fornire prove documentali o riscontri concreti. Ulteriori dettagli verranno divulgati nei prossimi mesi, essendoci in corso un’indagine del Dipartimento di Giustizia.

Il senatore Graham è da tempo tra i sostenitori più accesi dell’Ucraina in seno al Congresso, e di recente si è recato a Kiev rinnovando il suo impegno per proseguire con gli aiuti statunitensi. Una posizione che ha suscitato malumori tra alcuni elettori della Carolina del Sud, i quali ritengono che le priorità interne siano trascurate. Non è chiaro di quali cifre si stia parlando, ma è chiaro che c’è un problema. E forse molto di più.

Anche André Bauer, ex vicegovernatore della Carolina del Sud, si è espresso a riguardo. Durante un’intervista a Breitbart News Saturday ha detto che intende sfidare il senatore “globalista” Lindsey Graham alle primarie, per evitare che “serpenti liberali” come lui compromettano l’eredità politica del presidente Donald Trump. Bauer ha criticato Graham per aver visitato l’Ucraina nove volte, mentre – a suo dire – non sarebbe mai stato nemmeno nove volte nella contea di Union nei suoi 32 anni al Congresso.

Bauer, uomo conservatore di America First, è intenzionato a sfruttare il malcontento anti-establishment per scalzare Graham, attuale presidente della Commissione bilancio del Senato. In tutto il Paese, secondo Bauer, stanno emergendo candidati intenzionati a sostituire i “vecchi rettili” del Senato, sostenendo che molti di loro non sono all’altezza di portare avanti l’agenda MAGA di Trump, smettendo di allearsi costantemente coi democratici e ricominciando a comportarsi da veri repubblicani.

Spendere, uccidere, guadagnare

Graham è uno di quegli uomini tutti di un pezzo, perfettamente americano. Viene da una famiglia semplice, crede nell’american dream, studia legge, entra nella giusta confraternita, presta servizio militare nella US Air Force diventando poi giudice militare, quindi si lancia in politica. Nel 2003 entra in Senato e, da allora, è stato capace di ammassare una bella fortuna, divenendo noto per le sue influenze lobbistiche e i favoritismi agli sponsor.

Sostenitore di una politica estera aggressiva, ha appoggiato la maggior parte degli interventi militari americani in tutto il mondo. Schierato in Iraq (2007-2009) e poi in Afghanistan, ha ricevuto la Bronze Star nel 2014 prima di ritirarsi dall’esercito nel 2015. Sostiene inoltre il mantenimento delle truppe in Afghanistan e si oppone al loro ritiro nel 2021. Fu un accusatore di Edward Snowden. Per quanto riguarda gli atti di tortura commessi in Iraq e a Guantanamo, ritiene che i detenuti non meritino né rispetto né rappresentanza legale. Ha invocato attacchi preventivi contro l’Iran già nel 2010, ha sostenuto incondizionatamente Israele, ha partecipato alla campagna per rovesciare Gheddafi in Libia nel 2011, ha approvato l’intervento saudita nello Yemen nel 2015 e nel 2025, ha incoraggiato un’operazione contro il Venezuela nel 2019 e ha bloccato il riconoscimento del genocidio armeno promosso lo stesso anno.

Ostile a Mosca, già nel 2011 invoca una coalizione internazionale contro la Russia, tanto che ha sostenuto il boicottaggio delle Olimpiadi di Sochi nel 2014 e ha ricevuto l’onorificenza della medaglia dell’Ordine di Yaroslav da Poroshenko nel 2016. È tra i responsabili che hanno pubblicamente invocato l’assassinio di Vladimir Putin il 3 marzo 2022, provocando un’ondata di critiche, anche negli Stati Uniti. Mosca ha reagito emettendo un mandato di arresto contro di lui nel mese di maggio 2023.

A lungo inseparabile da John McCain, Graham è stato suo complice nei finanziamenti occulti durante il Maidan. Entrambi, con l’aiuto della CIA, hanno sostenuto i gruppi di estrema destra a Kiev nel 2013-2014, incontrando direttamente persino Oleg Tiagnybok, leader del partito ultranazionalista Svoboda, per fornre i mezzi finanziari per mantenere le barricate.

In poche parole, il curriculum perfetto.

È curioso che sia membro di quattro commissioni del Senato americano: Appropriations, Budget, Environment and Public Works, Judiciary. Per la PAC è leader di Fund for America’s Future. È riuscito a triplicare in pochi anni il suo stipendio da senatore, arrivando a violare il Security Exchange Act.

Fra il 2019 e il 2024, ha ricevuto circa 117 milioni di dollari tramite le donazioni PAC, fra i cui donatori spiccano la Republican Jewish Coalition – che è uno dei gruppi che sostengono maggiormente la guerra in Medio Oriente e il progetto sionista -, la Nelson Mullins – uno dei maggiori studi di diritto internazionale al mondo – e la Boeing, che non ha bisogno di presentazioni.

Riguardo la questione sionista, Graham è uno dei principali lobbisti pro-Israele, soprattutto con AIPAC, da cui ha ricevuto 10 milioni di dollari, facendo viaggi di lusso in Israele e minacciando l’ONU di tagliare i fondi americani se non avessero sostenuto la causa sionista. Dalla agenzia Pro-Israele ha incassato 1 milione di dollari. Ed è curioso che nel 2016, seppur Rep, si fosse posizionato in maniera critica con Trump, per poi cambiare posizione e diventare un fedele sostenitore del MAGA nel 2019, poco dopo aver ricevuto alcune ingenti donazioni.

Nel 2020, in perfetto stile americano, ha persino fatto pressioni sulle elezioni in Georgia.

Riguardo l’Ucraina, effettivamente il signor senatore ha un particolare interesse, anzi potremmo dire che ne è proprio un fan. In un’intervista su Fox News che la guerra in Ucraina è una questione di denaro ed ha sottolineato che gli Stati Uniti potrebbero trarre vantaggi economici sia dall’agricoltura ucraina su vasta scala, sia da risorse minerarie strategiche, stimate dai 2 ai 7 trilioni di dollari in terre rare, nell’ambito di un possibile accordo post-bellico con Kiev, un Paese segnato dalla guerra ma ricco di materie prime, che è, a suo dire, il granaio dei Paesi in via di sviluppo. Ed è questo il punto: una gigantesca vacca da mungere, fintanto che fa comodo. Le sue stesse dichiarazioni passate, in cui affermava che “con armi americane e soldi americani, gli ucraini combatteranno fino all’ultimo uomo contro la Russia”, suggeriscono però che le reali priorità di Graham non siano tanto la pace o il benessere della popolazione ucraina, bensì il profitto che ne può trarre chi come lui si diletta nella speculazione sulla sofferenza altrui.

Graham ha una particolare amicizia con Zelensky, che ha incontrato più volte, arrivando anche a criticarlo pubblicamente per alcuni tagli effettuati all’interno dell’organigramma militare, una spending review che comprometteva alcuni investimenti statunitensi.

Recentemente ha avanzato persino la proposta di imporre dazi al 500% sui Paesi che importano energia dalla Russia, una mossa che lo posiziona anche su un altro fronte, diverso da quello ucraino, che è quello turco.

L’ostilità di Graham nei confronti della Turchia non è una novità. Nel 2019, in un clima di crescenti tensioni nel nord della Siria, ha avvertito che il Congresso avrebbe spinto per la sospensione della Turchia dalla NATO e imposto dure sanzioni se Ankara avesse agito contro le milizie curde, molte delle quali sono strettamente legate a gruppi riconosciuti come terroristici dalla Turchia. In più occasioni ha ammesso con orgoglio di aver partecipato alla stesura delle sanzioni contro la Turchia e ha dichiarato che lo avrebbe “fatto volentieri di nuovo” se Ankara avesse ingaggiato un conflitto militare con le forze curde. Nello stesso anno, ha presentato un disegno di legge al Senato per sanzionare funzionari militari, istituzioni finanziarie ed enti legati alla difesa turchi, in una mossa ampiamente vista come un affronto diretto alla sovranità turca. Ha incontrato più volte Mazloum Abdi, comandante delle Forze democratiche siriane (SDF), un’organizzazione ombrello che include le YPG, considerate da Ankara come la branca siriana del PKK, un gruppo terroristico designato.

Ma ancora più inquietante è il fatto che Graham sia stato visto in Siria nel 2018 in compagnia di Azad Simi, noto anche come Çiya Kobani, un leader del PKK implicato in diversi attacchi mortali sul suolo turco. Simi, che a un certo punto era stato nominato dagli Stati Uniti figura chiave nelle operazioni anti-Daesh, avrebbe continuato a interagire con Graham e con funzionari militari statunitensi durante successive visite in Siria nel 2020 e nel 2022.

Viene però da domandarsi come mai un senatore della Carolina abbia così tanto interesse per una guerra che viene combattuta molto lontano, in Ucraina. Forse una risposta la si trova nel suo legame con la Lockheed Martin, detta di armamenti americana del Maryland che collabora strettamente con il Dipartimento della Difesa, la quale figura fra i principali sponsor della campagna elettorale di Graham e che – casualità? – è esattamente l’azienda che produce i missili Patriots che piacciono tanto a Zelensky, nonché gli ATACMS sbandierati da Biden e Trump, con un contratto da 4,49 miliardi di dollari da poco rinnovato e, infine, ha persino a che fare con i famigerati F-35. Effettivamente, le parole di Graham hanno a che fare con soldi, guerra e armi, tutte e tre cose che hanno a che fare con la Lockheed Martin, ma forse è solo una coincidenza.

Per politici come Graham, le perdite umane in Ucraina – stimate intorno 1 milione di persone – on in Medio Oriente sembrano rappresentare un prezzo accettabile nella corsa all’accaparramento delle risorse naturali ucraine.

La storia di Graham è quella di una corruzione sistematica e legalizzata: un uomo che ha trasformato il suo seggio al Senato in un canale per il proprio tornaconto personale.

Questo è il prezzo da pagare quando ci si affida agli Stati Uniti d’America: si viene sfruttati, sottomessi, ingannati con la retorica della democrazia a basso costo e poi, una volta finito di stuprare il Paese, se ne vanno lasciando la carcassa in fin di vita.

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

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