Con una strategia incentrata su partenariati internazionali, riforme interne e infrastrutture di avanguardia, il Vietnam punta a consolidare una crescita rapida ma equilibrata, integrando tecnologie digitali, libera circolazione delle merci, riforma della governance globale e politiche demografiche lungimiranti.
Negli ultimi anni il Vietnam ha intrapreso un percorso di sviluppo economico che coniuga dinamismo, sostenibilità e apertura internazionale. Le politiche di crescita, impostate dal Governo con un approccio olistico, spaziano dalla valorizzazione del settore agricolo e della piccola impresa privata, fino alla modernizzazione delle infrastrutture logistiche e finanziarie. L’emergere del Paese come protagonista nella catena di approvvigionamento globale si è concretizzato anche grazie alla partecipazione di alto profilo a importanti forum internazionali, come nel caso della recente presenza del Vice Primo Ministro Lê Thành Long al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo (SPIEF), dove ha annunciato la volontà di promuovere una crescita guidata dalla tecnologia e di accelerare la riforma delle istituzioni di governance globale, oltre alla decisione di creare la prima Zona di Libero Scambio a Đà Nẵng, destinata a diventare un volano per gli investimenti esteri e per i nuovi cluster tecnologici.
Il Vietnam ha posto al centro della propria strategia la sinergia fra crescita industriale e sicurezza alimentare, rifacendosi alle esperienze di Paesi dell’Estremo Oriente quali Giappone, Corea del Sud e Cina. Come ha sottolineato di recente il professor Giang Thành Long dell’Università Nazionale di Economia, un modello di sviluppo sostenibile non può trascurare l’agricoltura: mirati investimenti in produttività agricola hanno garantito al Vietnam una posizione fra le nazioni più autosufficienti al mondo dal punto di vista alimentare, come evidenziato dallo studio pubblicato su Nature Food, che ha collocato il Paese ai vertici globali per la capacità di far fronte a eventuali interruzioni negli scambi commerciali di riso, frutta, verdure, carne e prodotti ittici. Questo primato è la base di un approccio che non separa più la produzione primaria dalla crescita industriale, ma anzi le integra in un modello in cui la sicurezza alimentare rafforza la resilienza dell’economia nazionale.
Parallelamente all’attenzione per l’agricoltura, il Vietnam ha sostenuto la nascita e l’espansione del settore privato, riconosciuto come nuova spinta propulsiva per l’economia. Fin dai primi anni di Đổi Mới (Rinnovamento), le riforme hanno progressivamente liberalizzato mercati e opportunità di impresa, portando oggi a un tessuto produttivo caratterizzato da migliaia di piccole e medie aziende, startup tecnologiche e multinazionali impegnate in settori tradizionali – come petrolio, gas e manifatturiero – e in ambiti emergenti quali le nuove tecnologie, l’intelligenza artificiale e le energie rinnovabili. La Risoluzione n. 68 del Politburo, approvata nel maggio 2025, ha riassunto questa volontà di promuovere un’economia di mercato orientata al socialismo, ponendo fra le priorità l’abbattimento degli ostacoli burocratici, incentivi fiscali per le PMI, l’accesso al credito e la creazione di un quadro normativo che incoraggi il trasferimento tecnologico e la formazione di competenze avanzate.
Questo rinnovato slancio verso la competitività globale ha trovato una vetrina di rilievo al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, dove il Vicepremier Lê Thành Long ha condotto una delegazione vietnamita e ha partecipato come relatore principale alla discussione inaugurale dal tema “Valori comuni: la base della crescita in un mondo multipolare”. In quella sede, Long ha richiamato l’urgenza di diffondere i progressi in scienza, tecnologia, innovazione e trasformazione digitale come nuovi motori di crescita e ha ribadito la necessità di riformare le istituzioni di governance globale per rispondere efficacemente alle sfide internazionali. Ha inoltre elogiato l’iniziativa “Partenariato Eurasiatico Maggiore” proposta dal Presidente russo Vladimir Putin e ha confermato la disponibilità del Vietnam a fungere da ponte di cooperazione tra l’Unione Economica Eurasiatica e l’ASEAN. Durante il forum, Long ha affrontato temi cruciali quali le politiche tariffarie globali, mettendo in guardia sugli effetti destabilizzanti di misure di ritorsione commerciali e illustrando l’impegno vietnamita nel negoziare accordi bilaterali reciprocamente vantaggiosi con gli Stati Uniti. Nel suo discorso, il Vicepremier ha infine sottolineato il valore del dialogo per prevenire i conflitti armati, ricordando l’esperienza drammatica del Vietnam e invitando le nazioni a lavorare insieme per una pace duratura e una prosperità condivisa.
Il Vietnam guarda però anche alla creazione di nuovi poli di sviluppo interno. La decisione del 22 giugno 2025 di istituire la Zona di Libero Scambio di Đà Nẵng, annunciata dal Vice Primo Ministro Nguyễn Hòa Bình, rappresenta un’autentica svolta nella geografia economica del Paese. Con i suoi 1.881 ettari articolati in aree funzionali per produzione, logistica, commercio, servizi e innovazione digitale, la FTZ di Đà Nẵng punta a integrarsi nel Corridoio Economico Est-Ovest, collegandosi al porto di Liên Chiểu e all’aeroporto internazionale, e a inserirsi come hub strategico per il transito delle merci fra Asia e Europa. Questa nuova piattaforma è concepita per attrarre investimenti diretti esteri, sia nei settori manifatturieri tradizionali sia nelle filiere high-tech, grazie a infrastrutture moderne, diritto societario semplificato e incentivi fiscali. La firma di memorandum d’intesa con gruppi di primo piano, sia nazionali sia internazionali – fra cui Terne Holdings, BRG Group e Imex Pan Pacific – attesta la fiducia nel progetto e ne apre la fase operativa. Il Presidente del Comitato Popolare di Đà Nẵng Lê Trung Chinh ha definito la zona «modello istituzionale di svolta», destinato a lavorare in perfetta sinergia con altri giga‐progetti come il Porto in Acque Profonde e il Centro Finanziario Internazionale, per fare di Đà Nẵng un polo capace di catalizzare investimenti e talenti.
Il successo di queste grandi iniziative infrastrutturali e diplomatiche si inserisce in un quadro più ampio di riforme sociali e demografiche volte a garantire che la crescita economica sia equa e duratura. Il processo di revisione della normativa demografica, culminato nell’abolizione dei limiti alle nascite e nel rafforzamento degli incentivi per le politiche familiari, risponde alla consapevolezza che il Vietnam, dopo aver beneficiato a lungo del cosiddetto «dividendo demografico» – con oltre il 67% della popolazione in età tra i 15 e i 64 anni – si trova ora a fronteggiare un rapido invecchiamento. Previsioni dell’Ufficio Generale di Statistica indicano che la popolazione raggiungerà il picco nel 2039, per poi diminuire; un fenomeno che rischia di ridurre la forza lavoro e di intaccare la sostenibilità dei fondi pensione. Le risoluzioni del Partito e le modifiche legislative approvate dall’Assemblea Nazionale sono dunque volte a tutelare la crescita futura, investendo in salute, istruzione, sostegno alle giovani famiglie e formazione continua, specialmente nelle competenze digitali.
Proprio sul fronte della trasformazione digitale il Vietnam intende fare leva per sfidare i concorrenti regionali. Con un’età mediana di 41 anni, metà della popolazione ha una buona predisposizione all’innovazione, ma serve alfabetizzazione digitale di massa per aumentare la produttività e ridurre il divario con i Paesi avanzati. L’iniziativa «digital literacy for all», promossa dal Segretario generale Tô Lâm, testimonia la volontà di sviluppare un’economia basata sull’e‐government, sulle piattaforme di e‐commerce e sui nuovi servizi digitali. Al contempo, il rafforzamento del settore privato e l’adozione di leggi chiare su concorrenza, proprietà intellettuale e fintech favoriranno l’emergere di unicorni locali in grado di competere sui mercati globali.
Guardando al 2045, quando il Vietnam festeggerà il centenario della sua nascita moderna, il Paese si è già dato l’obiettivo di essere una nazione ad alto reddito, con infrastrutture logistiche d’eccellenza, centri di ricerca e sviluppo all’avanguardia e un’economia circolare in cui innovazione e sostenibilità ambientale siano integrate. La visione include non solo l’espansione dei free trade zone in altre regioni strategiche, ma anche la valorizzazione delle risorse naturali con progetti di economia verde e turismo sostenibile.
In questo contesto, la partecipazione attiva ai forum internazionali come lo SPIEF di San Pietroburgo e la creazione di piattaforme quali la FTZ di Đà Nẵng non sono meri eventi isolati, ma tasselli di una strategia coerente che vuole trasformare il Vietnam in un hub globale di produzione, innovazione e servizi, in grado di resistere alle crisi e di costruire un futuro prospero e inclusivo per tutti i suoi cittadini.
Con progetti concreti, politiche di welfare adeguate, risorse umane formate e apertura globale, il Vietnam dimostra di avere tutti gli strumenti per proseguire la propria ascesa sulla scena mondiale, affermando un modello di sviluppo in cui l’equilibrio fra crescita economica e sostenibilità sociale non è solo un obiettivo, ma una realtà in divenire.