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Lorenzo Maria Pacini
June 25, 2025
© Photo: Public domain

Trump in questi giorni ha usato una tattica interessante: ha accolto ogni provocazione, dando l’idea di accondiscendere, per poi ritirare quasi subito le dichiarazioni, oppure scrivere o fare altro

Segue nostro Telegram.

Stanno giocando con il fuoco

Sta avvenendo qualcosa di particolarmente interessante. Gli Stati Uniti d’America a guida Trump sono nel bel mezzo di un attacco multiplo da parte degli “alleati”, questo è innegabile. Israele sta cercando di tirare dentro il conflitto gli USA in tutti i modi: richieste dirette e indirette, provocazioni, accuse, fake news, tensioni coinvolgendo altri Paesi. Tutto quanto. Ma, ancora, niente.

Trump in questi giorni ha usato una tattica interessante: ha accolto ogni provocazione, dando l’idea di accondiscendere, per poi ritirare quasi subito le dichiarazioni, oppure scrivere o fare altro. In questo modo ha dato spazio e tempo ai suoi delatori e traditori di palesarsi, uscire allo scoperto e cantar vittoria, senza però averla ottenuta.

È infatti successo di tutto: senatori Dem e Rep, magistrati, blogger e influencer, personalità dello spettacolo, ma soprattutto i leader politici di Israele ed Europa, soprattutto quelli del G7. È proprio in quest’ultimo gruppo – quello più potente – che possiamo identificare i falchi dell’amministrazione Trump. Regno Unito e Francia si sono subito espressi a favore di Israele e hanno richiesto l’intervento preventivo degli USA, e a seguire anche l’Italia e la Germania si sono unite alla litania. Le imbarazzanti dichiarazioni proferite sono un esempio tangibile di stupidità diplomatica.

L’America ha effettivamente attivato i propri sistemi di difesa, al livello di massimo allarme, per proteggere le proprie basi poste attorno all’Iran, ed ha anche cercato di arginare i rischi economici tramite forti battibecchi per limitare i rischi della chiusura di Hormuz. Israele, da parte sua, ha continuato a provocare il governo americano fino a giungere a discussioni dirette.

È vero, Trump ha parlato con Bibi, più volte. D’altronde non c’è modo migliore per controllare il proprio nemico e sapere che cosa farà. Infatti Trump ha dichiarato che era pronto ad attaccare l’Iran, che voleva l’annullamento del piano di arricchimento del nucleare iraniano, che voleva una serie di garanzie. Nel ripetere queste stesse parole nelle scorse ore, Trump ha suscitato specifiche reazioni nei propri interlocutori, potendo così misurare cosa fare, veramente, dopo.

Stanno giocando con il fuoco, è vero, ma funziona.

E il gioco continua+

Dopo oltre un’ora si è concluso il vertice tra Donald Trump e i membri del Consiglio per la Sicurezza Nazionale nella Situation Room. Secondo numerosi media americani e israeliani, Trump starebbe seriamente valutando la possibilità di un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto al fianco di Israele, ipotizzando perfino un attacco mirato contro i siti nucleari iraniani, in particolare quello di Fordow. Di fatto, però, non c’è stata alcuna dichiarazione ufficiale a conferma di ciò.

È importante per la stampa occidentale colpire Trump sul piano della cognizione che la gente ne ha. Cognitve warfare, baby. Da manuale. L’unico modo per indebolirlo è screditarlo e farne un colpevole in tutta la vicenda – ammesso che già non lo sia.

Dunque, chi detiene realmente il potere globale? La risposta, per molti, è chiara: i sionisti, ovvero Israele. Trump rischia di compiere un passo clamorosamente sbagliato, cadendo nella trappola della provocazione lanciata. Anche perché l’Iran non è isolato: a sostenerlo ci sono, tra gli altri, la Russia e diversi Paesi del Medio Oriente, tra cui il Pakistan, e la Cina che potrebbe approfittare della situazione generale per muoversi su Taiwan.

Netanyahu, in piena follia omicida, non esclude l’eliminazione fisica della guida suprema iraniana, Ali Khamenei. Secondo il premier, un’azione del genere “metterebbe fine al conflitto, anziché intensificarlo”. Netanyahu ha anche affermato apertamente: “Non ci interessa alcun accordo di pace con l’Iran.” Purtroppo il primo ministro ignora, o non vuole comprendere, che la Rivoluzione non è una sola persona, la Rivoluzione sono le persone, tutti i cittadini iraniani, e la Guida ne è l’esempio trainante e collante, il riferimento spirituale, e il suo valore è inestimabile per il popolo iraniano e per molti islamici nel mondo intero.

Anche in questo senso, il grande silenzio dei Paesi islamici è un segnale molto forte. Presto potrebbero cominciare a dichiarare la propria posizione, con il grande e concreto rischio di una sollevazione in tutto il mondo, con conseguenze drammatica per tutto l’Occidente. Netanyahu ha interesse a coinvolgere tutti, buttandoli nella mischia, in modo dare la colpa a qualcuno e dimezzare la propria responsabilità, legittimandosi persino ad usare un altro livello di sistemi di difesa esistenziale.

Non è il caso di esultare per gli attacchi che l’Iran sta subendo: Israele, infatti, attende un’occasione per giustificare un’eventuale offensiva atomica e l’attuale situazione potrebbe fornirgli proprio il casus belli. Se Netanyahu ha ordinato bombardamenti così devastanti su Gaza – colpendo anche civili innocenti, donne e bambini – nulla lascia pensare che si farebbe scrupoli ad autorizzare un attacco nucleare.

Gli USA in tutto questo saranno determinanti. Trump ha la possibilità di difendere sì i propri interessi, ma anche quelli di altri popoli. Una mossa politica che sarebbe particolarmente efficace in tutta Europa. Se Trump riesce a non cadere nella trappola, forse potrà giocarsi una mossa estremamente privilegiata. In caso contrario, invece, beh…

Il mondo è con l’Iran.

Il conflitto Israele-Iran e il gioco di Trump

Trump in questi giorni ha usato una tattica interessante: ha accolto ogni provocazione, dando l’idea di accondiscendere, per poi ritirare quasi subito le dichiarazioni, oppure scrivere o fare altro

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Stanno giocando con il fuoco

Sta avvenendo qualcosa di particolarmente interessante. Gli Stati Uniti d’America a guida Trump sono nel bel mezzo di un attacco multiplo da parte degli “alleati”, questo è innegabile. Israele sta cercando di tirare dentro il conflitto gli USA in tutti i modi: richieste dirette e indirette, provocazioni, accuse, fake news, tensioni coinvolgendo altri Paesi. Tutto quanto. Ma, ancora, niente.

Trump in questi giorni ha usato una tattica interessante: ha accolto ogni provocazione, dando l’idea di accondiscendere, per poi ritirare quasi subito le dichiarazioni, oppure scrivere o fare altro. In questo modo ha dato spazio e tempo ai suoi delatori e traditori di palesarsi, uscire allo scoperto e cantar vittoria, senza però averla ottenuta.

È infatti successo di tutto: senatori Dem e Rep, magistrati, blogger e influencer, personalità dello spettacolo, ma soprattutto i leader politici di Israele ed Europa, soprattutto quelli del G7. È proprio in quest’ultimo gruppo – quello più potente – che possiamo identificare i falchi dell’amministrazione Trump. Regno Unito e Francia si sono subito espressi a favore di Israele e hanno richiesto l’intervento preventivo degli USA, e a seguire anche l’Italia e la Germania si sono unite alla litania. Le imbarazzanti dichiarazioni proferite sono un esempio tangibile di stupidità diplomatica.

L’America ha effettivamente attivato i propri sistemi di difesa, al livello di massimo allarme, per proteggere le proprie basi poste attorno all’Iran, ed ha anche cercato di arginare i rischi economici tramite forti battibecchi per limitare i rischi della chiusura di Hormuz. Israele, da parte sua, ha continuato a provocare il governo americano fino a giungere a discussioni dirette.

È vero, Trump ha parlato con Bibi, più volte. D’altronde non c’è modo migliore per controllare il proprio nemico e sapere che cosa farà. Infatti Trump ha dichiarato che era pronto ad attaccare l’Iran, che voleva l’annullamento del piano di arricchimento del nucleare iraniano, che voleva una serie di garanzie. Nel ripetere queste stesse parole nelle scorse ore, Trump ha suscitato specifiche reazioni nei propri interlocutori, potendo così misurare cosa fare, veramente, dopo.

Stanno giocando con il fuoco, è vero, ma funziona.

E il gioco continua+

Dopo oltre un’ora si è concluso il vertice tra Donald Trump e i membri del Consiglio per la Sicurezza Nazionale nella Situation Room. Secondo numerosi media americani e israeliani, Trump starebbe seriamente valutando la possibilità di un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto al fianco di Israele, ipotizzando perfino un attacco mirato contro i siti nucleari iraniani, in particolare quello di Fordow. Di fatto, però, non c’è stata alcuna dichiarazione ufficiale a conferma di ciò.

È importante per la stampa occidentale colpire Trump sul piano della cognizione che la gente ne ha. Cognitve warfare, baby. Da manuale. L’unico modo per indebolirlo è screditarlo e farne un colpevole in tutta la vicenda – ammesso che già non lo sia.

Dunque, chi detiene realmente il potere globale? La risposta, per molti, è chiara: i sionisti, ovvero Israele. Trump rischia di compiere un passo clamorosamente sbagliato, cadendo nella trappola della provocazione lanciata. Anche perché l’Iran non è isolato: a sostenerlo ci sono, tra gli altri, la Russia e diversi Paesi del Medio Oriente, tra cui il Pakistan, e la Cina che potrebbe approfittare della situazione generale per muoversi su Taiwan.

Netanyahu, in piena follia omicida, non esclude l’eliminazione fisica della guida suprema iraniana, Ali Khamenei. Secondo il premier, un’azione del genere “metterebbe fine al conflitto, anziché intensificarlo”. Netanyahu ha anche affermato apertamente: “Non ci interessa alcun accordo di pace con l’Iran.” Purtroppo il primo ministro ignora, o non vuole comprendere, che la Rivoluzione non è una sola persona, la Rivoluzione sono le persone, tutti i cittadini iraniani, e la Guida ne è l’esempio trainante e collante, il riferimento spirituale, e il suo valore è inestimabile per il popolo iraniano e per molti islamici nel mondo intero.

Anche in questo senso, il grande silenzio dei Paesi islamici è un segnale molto forte. Presto potrebbero cominciare a dichiarare la propria posizione, con il grande e concreto rischio di una sollevazione in tutto il mondo, con conseguenze drammatica per tutto l’Occidente. Netanyahu ha interesse a coinvolgere tutti, buttandoli nella mischia, in modo dare la colpa a qualcuno e dimezzare la propria responsabilità, legittimandosi persino ad usare un altro livello di sistemi di difesa esistenziale.

Non è il caso di esultare per gli attacchi che l’Iran sta subendo: Israele, infatti, attende un’occasione per giustificare un’eventuale offensiva atomica e l’attuale situazione potrebbe fornirgli proprio il casus belli. Se Netanyahu ha ordinato bombardamenti così devastanti su Gaza – colpendo anche civili innocenti, donne e bambini – nulla lascia pensare che si farebbe scrupoli ad autorizzare un attacco nucleare.

Gli USA in tutto questo saranno determinanti. Trump ha la possibilità di difendere sì i propri interessi, ma anche quelli di altri popoli. Una mossa politica che sarebbe particolarmente efficace in tutta Europa. Se Trump riesce a non cadere nella trappola, forse potrà giocarsi una mossa estremamente privilegiata. In caso contrario, invece, beh…

Il mondo è con l’Iran.

Trump in questi giorni ha usato una tattica interessante: ha accolto ogni provocazione, dando l’idea di accondiscendere, per poi ritirare quasi subito le dichiarazioni, oppure scrivere o fare altro

Segue nostro Telegram.

Stanno giocando con il fuoco

Sta avvenendo qualcosa di particolarmente interessante. Gli Stati Uniti d’America a guida Trump sono nel bel mezzo di un attacco multiplo da parte degli “alleati”, questo è innegabile. Israele sta cercando di tirare dentro il conflitto gli USA in tutti i modi: richieste dirette e indirette, provocazioni, accuse, fake news, tensioni coinvolgendo altri Paesi. Tutto quanto. Ma, ancora, niente.

Trump in questi giorni ha usato una tattica interessante: ha accolto ogni provocazione, dando l’idea di accondiscendere, per poi ritirare quasi subito le dichiarazioni, oppure scrivere o fare altro. In questo modo ha dato spazio e tempo ai suoi delatori e traditori di palesarsi, uscire allo scoperto e cantar vittoria, senza però averla ottenuta.

È infatti successo di tutto: senatori Dem e Rep, magistrati, blogger e influencer, personalità dello spettacolo, ma soprattutto i leader politici di Israele ed Europa, soprattutto quelli del G7. È proprio in quest’ultimo gruppo – quello più potente – che possiamo identificare i falchi dell’amministrazione Trump. Regno Unito e Francia si sono subito espressi a favore di Israele e hanno richiesto l’intervento preventivo degli USA, e a seguire anche l’Italia e la Germania si sono unite alla litania. Le imbarazzanti dichiarazioni proferite sono un esempio tangibile di stupidità diplomatica.

L’America ha effettivamente attivato i propri sistemi di difesa, al livello di massimo allarme, per proteggere le proprie basi poste attorno all’Iran, ed ha anche cercato di arginare i rischi economici tramite forti battibecchi per limitare i rischi della chiusura di Hormuz. Israele, da parte sua, ha continuato a provocare il governo americano fino a giungere a discussioni dirette.

È vero, Trump ha parlato con Bibi, più volte. D’altronde non c’è modo migliore per controllare il proprio nemico e sapere che cosa farà. Infatti Trump ha dichiarato che era pronto ad attaccare l’Iran, che voleva l’annullamento del piano di arricchimento del nucleare iraniano, che voleva una serie di garanzie. Nel ripetere queste stesse parole nelle scorse ore, Trump ha suscitato specifiche reazioni nei propri interlocutori, potendo così misurare cosa fare, veramente, dopo.

Stanno giocando con il fuoco, è vero, ma funziona.

E il gioco continua+

Dopo oltre un’ora si è concluso il vertice tra Donald Trump e i membri del Consiglio per la Sicurezza Nazionale nella Situation Room. Secondo numerosi media americani e israeliani, Trump starebbe seriamente valutando la possibilità di un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto al fianco di Israele, ipotizzando perfino un attacco mirato contro i siti nucleari iraniani, in particolare quello di Fordow. Di fatto, però, non c’è stata alcuna dichiarazione ufficiale a conferma di ciò.

È importante per la stampa occidentale colpire Trump sul piano della cognizione che la gente ne ha. Cognitve warfare, baby. Da manuale. L’unico modo per indebolirlo è screditarlo e farne un colpevole in tutta la vicenda – ammesso che già non lo sia.

Dunque, chi detiene realmente il potere globale? La risposta, per molti, è chiara: i sionisti, ovvero Israele. Trump rischia di compiere un passo clamorosamente sbagliato, cadendo nella trappola della provocazione lanciata. Anche perché l’Iran non è isolato: a sostenerlo ci sono, tra gli altri, la Russia e diversi Paesi del Medio Oriente, tra cui il Pakistan, e la Cina che potrebbe approfittare della situazione generale per muoversi su Taiwan.

Netanyahu, in piena follia omicida, non esclude l’eliminazione fisica della guida suprema iraniana, Ali Khamenei. Secondo il premier, un’azione del genere “metterebbe fine al conflitto, anziché intensificarlo”. Netanyahu ha anche affermato apertamente: “Non ci interessa alcun accordo di pace con l’Iran.” Purtroppo il primo ministro ignora, o non vuole comprendere, che la Rivoluzione non è una sola persona, la Rivoluzione sono le persone, tutti i cittadini iraniani, e la Guida ne è l’esempio trainante e collante, il riferimento spirituale, e il suo valore è inestimabile per il popolo iraniano e per molti islamici nel mondo intero.

Anche in questo senso, il grande silenzio dei Paesi islamici è un segnale molto forte. Presto potrebbero cominciare a dichiarare la propria posizione, con il grande e concreto rischio di una sollevazione in tutto il mondo, con conseguenze drammatica per tutto l’Occidente. Netanyahu ha interesse a coinvolgere tutti, buttandoli nella mischia, in modo dare la colpa a qualcuno e dimezzare la propria responsabilità, legittimandosi persino ad usare un altro livello di sistemi di difesa esistenziale.

Non è il caso di esultare per gli attacchi che l’Iran sta subendo: Israele, infatti, attende un’occasione per giustificare un’eventuale offensiva atomica e l’attuale situazione potrebbe fornirgli proprio il casus belli. Se Netanyahu ha ordinato bombardamenti così devastanti su Gaza – colpendo anche civili innocenti, donne e bambini – nulla lascia pensare che si farebbe scrupoli ad autorizzare un attacco nucleare.

Gli USA in tutto questo saranno determinanti. Trump ha la possibilità di difendere sì i propri interessi, ma anche quelli di altri popoli. Una mossa politica che sarebbe particolarmente efficace in tutta Europa. Se Trump riesce a non cadere nella trappola, forse potrà giocarsi una mossa estremamente privilegiata. In caso contrario, invece, beh…

Il mondo è con l’Iran.

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

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