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Stefano Vernole
May 18, 2025
© Photo: Public domain

La Georgia è di nuovo sotto la pressione degli Stati Uniti, proprio come durante la fallita rivoluzione dei colori alla fine del 2024.

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Contact us: info@strategic-culture.su

L’attuale Governo di Tblisi, attualmente guidato dal partito “Sogno Georgiano” e da tempo in rotta di collisione con Bruxelles per aver approvato leggi “sovraniste” in tema di valori tradizionali e controllo dei finanziamenti ricevuti dalle ONG straniere che operano nel Paese, aveva riposto molte speranze nell’arrivo di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.

Come tanti esponenti politici “vittime” della narrazione a stelle e strisce secondo la quale l’attuale inquilino della Casa Bianca sarebbe un “cavaliere” che lotta contro lo “Stato profondo” U.S.A., anche quelli georgiani pensavano che grazie a Trump la pressione della NATO e della U.E. si sarebbe allentata.

Come già successo in casi analoghi (si vedano le dichiarazioni anti Dodik di Rubio e dell’Ambasciatore statunitense a Sarajevo di cui ho parlato nei precedenti articoli dedicati alla Republika Srpska), le aspettative di un cambiamento nella politica globale degli Stati Uniti d’America vengono ancora una volta completamente disattese.

Nei giorni scorsi è stato infatti portato avanti dal Congresso U.S.A. il Menobari Act, una legge che vuole “contrastare l’influenza del Partito Comunista Cinese, del regime iraniano e della Federazione Russa nella nazione georgiana”.

Tale atto smentisce completamente tutte le dichiarazioni di Trump sul fatto che gli Stati Uniti smetteranno di “esportare la democrazia” come hanno tentato di fare con le precedenti amministrazioni democratiche e repubblicane, in quanto secondo il Congresso U.S.A.:

“(1) il progresso compiuto dal popolo della Georgia nel forgiare una società innovativa e produttiva dopo l’indipendenza del Paese dall’Unione Sovietica dovrebbe essere applaudito;

(2) il consolidamento della democrazia in Georgia è fondamentale per la stabilità regionale e gli interessi nazionali degli Stati Uniti;

(3) negli ultimi anni la Georgia ha assistito a un significativo arretramento democratico, come testimoniato da numerose valutazioni e misure indipendenti;

(4) l’attuale Governo georgiano è sempre più ostile nei confronti della società civile nazionale indipendente e dei suoi principali partner euro-atlantici, mentre stringe sempre più legami con la Federazione Russa, la Repubblica Popolare Cinese e altri regimi autoritari anti-occidentali;

(5) gli Stati Uniti hanno interesse a proteggere e garantire la democrazia in Georgia; e

(6) il Segretario dovrebbe sospendere la Commissione per il partenariato strategico tra Stati Uniti e Georgia, istituita attraverso la Carta sul partenariato strategico tra Stati Uniti e Georgia il 9 gennaio 2009, fino a quando il governo della Georgia non avrà adottato misure per:

(A) rappresentare i desideri democratici dei cittadini della Georgia; e

(B) rispettare il proprio obbligo costituzionale di promuovere il Paese verso l’adesione all’Unione Europea e alla NATO” (1).

Inoltre, il punto 4 del Megobari Act sostiene che debba essere la politica ufficiale degli Stati Uniti “invitare tutti i partiti politici e i membri eletti del Parlamento della Georgia a continuare a lavorare per affrontare il piano di riforma delineato dalla Commissione europea per ripristinare lo status di Paese candidato recentemente concesso alla Georgia attraverso un processo di consultazione inclusivo e trasparente che coinvolga i partiti di opposizione e le organizzazioni della società civile, che il popolo georgiano ha liberamente scelto di perseguire;

rivalutare il suo rapporto con il Governo della Georgia e rivedere tutte le forme di assistenza estera e di sicurezza messe a disposizione del Governo se adotta le misure richieste:

(A) riorientarsi verso il suo programma di adesione all’Unione Europea; e

(B) promuovere politiche o leggi che riflettano i desideri espressi dal popolo georgiano;

sottolineare l’importanza di contribuire agli sforzi internazionali per

(A) combattere l’aggressione russa, anche attraverso sanzioni sul commercio con la Russia e l’attuazione e l’applicazione di sanzioni mondiali contro la Russia; e

(B) ridurre, anziché aumentare, i legami commerciali tra Georgia e Russia;

continuare a sostenere lo sviluppo in corso dei valori democratici in Georgia, tra cui elezioni libere e giuste, libertà di associazione, una magistratura indipendente e responsabile, media indipendenti, trasparenza e responsabilità nel settore pubblico, stato di diritto, contrasto all’influenza maligna e sforzi anticorruzione e imporre rapide conseguenze agli individui che sono direttamente responsabili di guidare o si sono impegnati direttamente e consapevolmente nel guidare azioni politiche che minano significativamente tali standard;

continuare a sostenere il popolo georgiano e le organizzazioni della società civile che riflettono le aspirazioni del popolo georgiano alla democrazia e a un futuro con i popoli d’Europa;

continuare a sostenere il diritto del popolo georgiano a partecipare liberamente a proteste pacifiche, a determinare il proprio futuro e a fare scelte indipendenti e sovrane in materia di politica estera e di sicurezza, anche per quanto riguarda le relazioni della Georgia con altri Paesi e organizzazioni internazionali, senza interferenze, intimidazioni o coercizioni da parte di altri Paesi o di coloro che agiscono per loro conto;

invitare tutti i partiti politici, i membri eletti del Parlamento della Georgia e i funzionari del Ministero degli Affari Interni della Georgia a rispettare le libertà di riunione pacifica, di associazione e di espressione, compresa la stampa, e lo stato di diritto, e a incoraggiare una società civile vivace e inclusiva;

invitare il Governo della Georgia a rilasciare tutte le persone detenute o imprigionate per motivi politici e ad abbandonare tutte le accuse pendenti nei loro confronti;

invitare il Governo della Georgia a indagare a fondo su tutte le accuse emerse dalle recenti elezioni nazionali, svoltesi nell’ottobre 2024, a determinare se le elezioni debbano essere giudicate illegittime e a ritenere responsabili coloro che hanno interferito nelle elezioni; e continuare a far presente al Governo della Georgia che gli Stati Uniti sono impegnati a sostenere e ad approfondire le relazioni bilaterali e a sostenere le aspirazioni euro-atlantiche della Georgia.”

Insomma, una completa sconfessione di tutto quanto fatto finora dal legittimo Governo della Georgia per preservare la propria sovranità e autonomia dalle pressioni esterne.

Il Parlamento georgiano ha quindi rilasciato una dichiarazione ufficiale in risposta alla legge Megobari (“amico” in lingua georgiana) recentemente approvata. Secondo Tblisi, tale atto, ribattezzato con il pretesto dell’amicizia, si basa su presupposti infondati e travisa significativamente la situazione in Georgia. L’obiettivo del Governo georgiano è rispondere con i fatti e riaffermare l’opinione che le misure proposte in base a questa legge contraddicono i principi di un autentico partenariato.

La dichiarazione del Parlamento di Tblisi disapprova tali affermazioni, affermando che “dal 2012 la Georgia ha compiuto significativi progressi democratici, tra cui l’adozione di una nuova costituzione, il rafforzamento dell’indipendenza della magistratura, il pluralismo dei media, la riduzione degli abusi nelle carceri e il miglioramento delle libertà civili. Il Parlamento accusa inoltre lo “Stato profondo” statunitense di aver tentato di minare la sovranità della Georgia, facendo riferimento alle controverse leggi statunitensi sulla trasparenza dei finanziamenti e alle presunte pressioni esercitate sui giudici georgiani” (2).

La dichiarazione insiste sul fatto che l’attuale Governo è quello che ha incorporato l’integrazione dell’UE e della NATO nella Costituzione, ha firmato importanti accordi con Bruxelles e si è assicurato lo status di Paese candidato nel 2023, accusando al contempo la “burocrazia europea” e i doppi standard degli Stati Uniti di averne bloccato i progressi.

Per quanto riguarda le relazioni estere, il Parlamento sostiene che la Georgia intrattiene scambi commerciali minimi con la Russia, applica sanzioni internazionali e ha mostrato un forte sostegno all’Ucraina. Definisce ipocrite le critiche ai legami con Cina e Iran, paragonando i modesti contatti diplomatici della Georgia a impegni occidentali ben più profondi con quei Paesi. In una sezione particolarmente dettagliata, il Parlamento sostiene che la Georgia venga punita per essersi rifiutata di “aprire un secondo fronte” contro la Russia durante la guerra in Ucraina, presumibilmente richiesto da attori occidentali del “Deep State”.

La bozza si conclude con una nota poco collaborativa in cui si afferma che la società georgiana non prende più sul serio il Parlamento europeo e si avverte il Congresso degli Stati Uniti che rischia la stessa sorte se continua su questa strada. Tuttavia, sottolinea la volontà del Paese di collaborare con gli Stati Uniti per ristabilire le relazioni una volta rovesciata l’influenza dello “Stato profondo”.

(1) Megobari Act full text, Hr36, 6 maggio 2025, congress.gov.
(2) Mariam Razmadze, Il Parlamento georgiano critica il MEGOBARI Act degli Stati Uniti definendolo ostile e incolpa lo “Stato profondo”, “Georgia Today”, 14 maggio 2025.

La Georgia, sentendosi “tradita”, risponderà al Megobari Act statunitense

La Georgia è di nuovo sotto la pressione degli Stati Uniti, proprio come durante la fallita rivoluzione dei colori alla fine del 2024.

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L’attuale Governo di Tblisi, attualmente guidato dal partito “Sogno Georgiano” e da tempo in rotta di collisione con Bruxelles per aver approvato leggi “sovraniste” in tema di valori tradizionali e controllo dei finanziamenti ricevuti dalle ONG straniere che operano nel Paese, aveva riposto molte speranze nell’arrivo di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.

Come tanti esponenti politici “vittime” della narrazione a stelle e strisce secondo la quale l’attuale inquilino della Casa Bianca sarebbe un “cavaliere” che lotta contro lo “Stato profondo” U.S.A., anche quelli georgiani pensavano che grazie a Trump la pressione della NATO e della U.E. si sarebbe allentata.

Come già successo in casi analoghi (si vedano le dichiarazioni anti Dodik di Rubio e dell’Ambasciatore statunitense a Sarajevo di cui ho parlato nei precedenti articoli dedicati alla Republika Srpska), le aspettative di un cambiamento nella politica globale degli Stati Uniti d’America vengono ancora una volta completamente disattese.

Nei giorni scorsi è stato infatti portato avanti dal Congresso U.S.A. il Menobari Act, una legge che vuole “contrastare l’influenza del Partito Comunista Cinese, del regime iraniano e della Federazione Russa nella nazione georgiana”.

Tale atto smentisce completamente tutte le dichiarazioni di Trump sul fatto che gli Stati Uniti smetteranno di “esportare la democrazia” come hanno tentato di fare con le precedenti amministrazioni democratiche e repubblicane, in quanto secondo il Congresso U.S.A.:

“(1) il progresso compiuto dal popolo della Georgia nel forgiare una società innovativa e produttiva dopo l’indipendenza del Paese dall’Unione Sovietica dovrebbe essere applaudito;

(2) il consolidamento della democrazia in Georgia è fondamentale per la stabilità regionale e gli interessi nazionali degli Stati Uniti;

(3) negli ultimi anni la Georgia ha assistito a un significativo arretramento democratico, come testimoniato da numerose valutazioni e misure indipendenti;

(4) l’attuale Governo georgiano è sempre più ostile nei confronti della società civile nazionale indipendente e dei suoi principali partner euro-atlantici, mentre stringe sempre più legami con la Federazione Russa, la Repubblica Popolare Cinese e altri regimi autoritari anti-occidentali;

(5) gli Stati Uniti hanno interesse a proteggere e garantire la democrazia in Georgia; e

(6) il Segretario dovrebbe sospendere la Commissione per il partenariato strategico tra Stati Uniti e Georgia, istituita attraverso la Carta sul partenariato strategico tra Stati Uniti e Georgia il 9 gennaio 2009, fino a quando il governo della Georgia non avrà adottato misure per:

(A) rappresentare i desideri democratici dei cittadini della Georgia; e

(B) rispettare il proprio obbligo costituzionale di promuovere il Paese verso l’adesione all’Unione Europea e alla NATO” (1).

Inoltre, il punto 4 del Megobari Act sostiene che debba essere la politica ufficiale degli Stati Uniti “invitare tutti i partiti politici e i membri eletti del Parlamento della Georgia a continuare a lavorare per affrontare il piano di riforma delineato dalla Commissione europea per ripristinare lo status di Paese candidato recentemente concesso alla Georgia attraverso un processo di consultazione inclusivo e trasparente che coinvolga i partiti di opposizione e le organizzazioni della società civile, che il popolo georgiano ha liberamente scelto di perseguire;

rivalutare il suo rapporto con il Governo della Georgia e rivedere tutte le forme di assistenza estera e di sicurezza messe a disposizione del Governo se adotta le misure richieste:

(A) riorientarsi verso il suo programma di adesione all’Unione Europea; e

(B) promuovere politiche o leggi che riflettano i desideri espressi dal popolo georgiano;

sottolineare l’importanza di contribuire agli sforzi internazionali per

(A) combattere l’aggressione russa, anche attraverso sanzioni sul commercio con la Russia e l’attuazione e l’applicazione di sanzioni mondiali contro la Russia; e

(B) ridurre, anziché aumentare, i legami commerciali tra Georgia e Russia;

continuare a sostenere lo sviluppo in corso dei valori democratici in Georgia, tra cui elezioni libere e giuste, libertà di associazione, una magistratura indipendente e responsabile, media indipendenti, trasparenza e responsabilità nel settore pubblico, stato di diritto, contrasto all’influenza maligna e sforzi anticorruzione e imporre rapide conseguenze agli individui che sono direttamente responsabili di guidare o si sono impegnati direttamente e consapevolmente nel guidare azioni politiche che minano significativamente tali standard;

continuare a sostenere il popolo georgiano e le organizzazioni della società civile che riflettono le aspirazioni del popolo georgiano alla democrazia e a un futuro con i popoli d’Europa;

continuare a sostenere il diritto del popolo georgiano a partecipare liberamente a proteste pacifiche, a determinare il proprio futuro e a fare scelte indipendenti e sovrane in materia di politica estera e di sicurezza, anche per quanto riguarda le relazioni della Georgia con altri Paesi e organizzazioni internazionali, senza interferenze, intimidazioni o coercizioni da parte di altri Paesi o di coloro che agiscono per loro conto;

invitare tutti i partiti politici, i membri eletti del Parlamento della Georgia e i funzionari del Ministero degli Affari Interni della Georgia a rispettare le libertà di riunione pacifica, di associazione e di espressione, compresa la stampa, e lo stato di diritto, e a incoraggiare una società civile vivace e inclusiva;

invitare il Governo della Georgia a rilasciare tutte le persone detenute o imprigionate per motivi politici e ad abbandonare tutte le accuse pendenti nei loro confronti;

invitare il Governo della Georgia a indagare a fondo su tutte le accuse emerse dalle recenti elezioni nazionali, svoltesi nell’ottobre 2024, a determinare se le elezioni debbano essere giudicate illegittime e a ritenere responsabili coloro che hanno interferito nelle elezioni; e continuare a far presente al Governo della Georgia che gli Stati Uniti sono impegnati a sostenere e ad approfondire le relazioni bilaterali e a sostenere le aspirazioni euro-atlantiche della Georgia.”

Insomma, una completa sconfessione di tutto quanto fatto finora dal legittimo Governo della Georgia per preservare la propria sovranità e autonomia dalle pressioni esterne.

Il Parlamento georgiano ha quindi rilasciato una dichiarazione ufficiale in risposta alla legge Megobari (“amico” in lingua georgiana) recentemente approvata. Secondo Tblisi, tale atto, ribattezzato con il pretesto dell’amicizia, si basa su presupposti infondati e travisa significativamente la situazione in Georgia. L’obiettivo del Governo georgiano è rispondere con i fatti e riaffermare l’opinione che le misure proposte in base a questa legge contraddicono i principi di un autentico partenariato.

La dichiarazione del Parlamento di Tblisi disapprova tali affermazioni, affermando che “dal 2012 la Georgia ha compiuto significativi progressi democratici, tra cui l’adozione di una nuova costituzione, il rafforzamento dell’indipendenza della magistratura, il pluralismo dei media, la riduzione degli abusi nelle carceri e il miglioramento delle libertà civili. Il Parlamento accusa inoltre lo “Stato profondo” statunitense di aver tentato di minare la sovranità della Georgia, facendo riferimento alle controverse leggi statunitensi sulla trasparenza dei finanziamenti e alle presunte pressioni esercitate sui giudici georgiani” (2).

La dichiarazione insiste sul fatto che l’attuale Governo è quello che ha incorporato l’integrazione dell’UE e della NATO nella Costituzione, ha firmato importanti accordi con Bruxelles e si è assicurato lo status di Paese candidato nel 2023, accusando al contempo la “burocrazia europea” e i doppi standard degli Stati Uniti di averne bloccato i progressi.

Per quanto riguarda le relazioni estere, il Parlamento sostiene che la Georgia intrattiene scambi commerciali minimi con la Russia, applica sanzioni internazionali e ha mostrato un forte sostegno all’Ucraina. Definisce ipocrite le critiche ai legami con Cina e Iran, paragonando i modesti contatti diplomatici della Georgia a impegni occidentali ben più profondi con quei Paesi. In una sezione particolarmente dettagliata, il Parlamento sostiene che la Georgia venga punita per essersi rifiutata di “aprire un secondo fronte” contro la Russia durante la guerra in Ucraina, presumibilmente richiesto da attori occidentali del “Deep State”.

La bozza si conclude con una nota poco collaborativa in cui si afferma che la società georgiana non prende più sul serio il Parlamento europeo e si avverte il Congresso degli Stati Uniti che rischia la stessa sorte se continua su questa strada. Tuttavia, sottolinea la volontà del Paese di collaborare con gli Stati Uniti per ristabilire le relazioni una volta rovesciata l’influenza dello “Stato profondo”.

(1) Megobari Act full text, Hr36, 6 maggio 2025, congress.gov.
(2) Mariam Razmadze, Il Parlamento georgiano critica il MEGOBARI Act degli Stati Uniti definendolo ostile e incolpa lo “Stato profondo”, “Georgia Today”, 14 maggio 2025.

La Georgia è di nuovo sotto la pressione degli Stati Uniti, proprio come durante la fallita rivoluzione dei colori alla fine del 2024.

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L’attuale Governo di Tblisi, attualmente guidato dal partito “Sogno Georgiano” e da tempo in rotta di collisione con Bruxelles per aver approvato leggi “sovraniste” in tema di valori tradizionali e controllo dei finanziamenti ricevuti dalle ONG straniere che operano nel Paese, aveva riposto molte speranze nell’arrivo di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.

Come tanti esponenti politici “vittime” della narrazione a stelle e strisce secondo la quale l’attuale inquilino della Casa Bianca sarebbe un “cavaliere” che lotta contro lo “Stato profondo” U.S.A., anche quelli georgiani pensavano che grazie a Trump la pressione della NATO e della U.E. si sarebbe allentata.

Come già successo in casi analoghi (si vedano le dichiarazioni anti Dodik di Rubio e dell’Ambasciatore statunitense a Sarajevo di cui ho parlato nei precedenti articoli dedicati alla Republika Srpska), le aspettative di un cambiamento nella politica globale degli Stati Uniti d’America vengono ancora una volta completamente disattese.

Nei giorni scorsi è stato infatti portato avanti dal Congresso U.S.A. il Menobari Act, una legge che vuole “contrastare l’influenza del Partito Comunista Cinese, del regime iraniano e della Federazione Russa nella nazione georgiana”.

Tale atto smentisce completamente tutte le dichiarazioni di Trump sul fatto che gli Stati Uniti smetteranno di “esportare la democrazia” come hanno tentato di fare con le precedenti amministrazioni democratiche e repubblicane, in quanto secondo il Congresso U.S.A.:

“(1) il progresso compiuto dal popolo della Georgia nel forgiare una società innovativa e produttiva dopo l’indipendenza del Paese dall’Unione Sovietica dovrebbe essere applaudito;

(2) il consolidamento della democrazia in Georgia è fondamentale per la stabilità regionale e gli interessi nazionali degli Stati Uniti;

(3) negli ultimi anni la Georgia ha assistito a un significativo arretramento democratico, come testimoniato da numerose valutazioni e misure indipendenti;

(4) l’attuale Governo georgiano è sempre più ostile nei confronti della società civile nazionale indipendente e dei suoi principali partner euro-atlantici, mentre stringe sempre più legami con la Federazione Russa, la Repubblica Popolare Cinese e altri regimi autoritari anti-occidentali;

(5) gli Stati Uniti hanno interesse a proteggere e garantire la democrazia in Georgia; e

(6) il Segretario dovrebbe sospendere la Commissione per il partenariato strategico tra Stati Uniti e Georgia, istituita attraverso la Carta sul partenariato strategico tra Stati Uniti e Georgia il 9 gennaio 2009, fino a quando il governo della Georgia non avrà adottato misure per:

(A) rappresentare i desideri democratici dei cittadini della Georgia; e

(B) rispettare il proprio obbligo costituzionale di promuovere il Paese verso l’adesione all’Unione Europea e alla NATO” (1).

Inoltre, il punto 4 del Megobari Act sostiene che debba essere la politica ufficiale degli Stati Uniti “invitare tutti i partiti politici e i membri eletti del Parlamento della Georgia a continuare a lavorare per affrontare il piano di riforma delineato dalla Commissione europea per ripristinare lo status di Paese candidato recentemente concesso alla Georgia attraverso un processo di consultazione inclusivo e trasparente che coinvolga i partiti di opposizione e le organizzazioni della società civile, che il popolo georgiano ha liberamente scelto di perseguire;

rivalutare il suo rapporto con il Governo della Georgia e rivedere tutte le forme di assistenza estera e di sicurezza messe a disposizione del Governo se adotta le misure richieste:

(A) riorientarsi verso il suo programma di adesione all’Unione Europea; e

(B) promuovere politiche o leggi che riflettano i desideri espressi dal popolo georgiano;

sottolineare l’importanza di contribuire agli sforzi internazionali per

(A) combattere l’aggressione russa, anche attraverso sanzioni sul commercio con la Russia e l’attuazione e l’applicazione di sanzioni mondiali contro la Russia; e

(B) ridurre, anziché aumentare, i legami commerciali tra Georgia e Russia;

continuare a sostenere lo sviluppo in corso dei valori democratici in Georgia, tra cui elezioni libere e giuste, libertà di associazione, una magistratura indipendente e responsabile, media indipendenti, trasparenza e responsabilità nel settore pubblico, stato di diritto, contrasto all’influenza maligna e sforzi anticorruzione e imporre rapide conseguenze agli individui che sono direttamente responsabili di guidare o si sono impegnati direttamente e consapevolmente nel guidare azioni politiche che minano significativamente tali standard;

continuare a sostenere il popolo georgiano e le organizzazioni della società civile che riflettono le aspirazioni del popolo georgiano alla democrazia e a un futuro con i popoli d’Europa;

continuare a sostenere il diritto del popolo georgiano a partecipare liberamente a proteste pacifiche, a determinare il proprio futuro e a fare scelte indipendenti e sovrane in materia di politica estera e di sicurezza, anche per quanto riguarda le relazioni della Georgia con altri Paesi e organizzazioni internazionali, senza interferenze, intimidazioni o coercizioni da parte di altri Paesi o di coloro che agiscono per loro conto;

invitare tutti i partiti politici, i membri eletti del Parlamento della Georgia e i funzionari del Ministero degli Affari Interni della Georgia a rispettare le libertà di riunione pacifica, di associazione e di espressione, compresa la stampa, e lo stato di diritto, e a incoraggiare una società civile vivace e inclusiva;

invitare il Governo della Georgia a rilasciare tutte le persone detenute o imprigionate per motivi politici e ad abbandonare tutte le accuse pendenti nei loro confronti;

invitare il Governo della Georgia a indagare a fondo su tutte le accuse emerse dalle recenti elezioni nazionali, svoltesi nell’ottobre 2024, a determinare se le elezioni debbano essere giudicate illegittime e a ritenere responsabili coloro che hanno interferito nelle elezioni; e continuare a far presente al Governo della Georgia che gli Stati Uniti sono impegnati a sostenere e ad approfondire le relazioni bilaterali e a sostenere le aspirazioni euro-atlantiche della Georgia.”

Insomma, una completa sconfessione di tutto quanto fatto finora dal legittimo Governo della Georgia per preservare la propria sovranità e autonomia dalle pressioni esterne.

Il Parlamento georgiano ha quindi rilasciato una dichiarazione ufficiale in risposta alla legge Megobari (“amico” in lingua georgiana) recentemente approvata. Secondo Tblisi, tale atto, ribattezzato con il pretesto dell’amicizia, si basa su presupposti infondati e travisa significativamente la situazione in Georgia. L’obiettivo del Governo georgiano è rispondere con i fatti e riaffermare l’opinione che le misure proposte in base a questa legge contraddicono i principi di un autentico partenariato.

La dichiarazione del Parlamento di Tblisi disapprova tali affermazioni, affermando che “dal 2012 la Georgia ha compiuto significativi progressi democratici, tra cui l’adozione di una nuova costituzione, il rafforzamento dell’indipendenza della magistratura, il pluralismo dei media, la riduzione degli abusi nelle carceri e il miglioramento delle libertà civili. Il Parlamento accusa inoltre lo “Stato profondo” statunitense di aver tentato di minare la sovranità della Georgia, facendo riferimento alle controverse leggi statunitensi sulla trasparenza dei finanziamenti e alle presunte pressioni esercitate sui giudici georgiani” (2).

La dichiarazione insiste sul fatto che l’attuale Governo è quello che ha incorporato l’integrazione dell’UE e della NATO nella Costituzione, ha firmato importanti accordi con Bruxelles e si è assicurato lo status di Paese candidato nel 2023, accusando al contempo la “burocrazia europea” e i doppi standard degli Stati Uniti di averne bloccato i progressi.

Per quanto riguarda le relazioni estere, il Parlamento sostiene che la Georgia intrattiene scambi commerciali minimi con la Russia, applica sanzioni internazionali e ha mostrato un forte sostegno all’Ucraina. Definisce ipocrite le critiche ai legami con Cina e Iran, paragonando i modesti contatti diplomatici della Georgia a impegni occidentali ben più profondi con quei Paesi. In una sezione particolarmente dettagliata, il Parlamento sostiene che la Georgia venga punita per essersi rifiutata di “aprire un secondo fronte” contro la Russia durante la guerra in Ucraina, presumibilmente richiesto da attori occidentali del “Deep State”.

La bozza si conclude con una nota poco collaborativa in cui si afferma che la società georgiana non prende più sul serio il Parlamento europeo e si avverte il Congresso degli Stati Uniti che rischia la stessa sorte se continua su questa strada. Tuttavia, sottolinea la volontà del Paese di collaborare con gli Stati Uniti per ristabilire le relazioni una volta rovesciata l’influenza dello “Stato profondo”.

(1) Megobari Act full text, Hr36, 6 maggio 2025, congress.gov.
(2) Mariam Razmadze, Il Parlamento georgiano critica il MEGOBARI Act degli Stati Uniti definendolo ostile e incolpa lo “Stato profondo”, “Georgia Today”, 14 maggio 2025.

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

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