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Giulio Chinappi
April 11, 2025
© Photo: Public domain

Di fronte alle nuove tariffe statunitensi, l’ASEAN risponde con un fronte comune guidato dal Việt Nam. Tra negoziati diretti con Washington, riunioni straordinarie e misure di diversificazione, il blocco regionale mira a salvaguardare crescita e stabilità economica, sociale e commerciale.

Segue nostro Telegram.

La decisione del Presidente statunitense Donald Trump di imporre “tariffe reciproche” fino al 49% sulle importazioni provenienti dai paesi del Sud‑Est asiatico ha provocato un’ondata di preoccupazione tra i governi regionali. Tra i Paesi più colpiti, il Việt Nam ha subito un aumento dei dazi fino al 46%, secondo solo alla Cambogia (49%), mentre Thailandia, Indonesia, Malaysia e altri Stati dell’ASEAN hanno dovuto affrontare tariffe comprese tra il 36% e il 10%. Questa svolta protezionistica, annunciata lo scorso 2 aprile, è parte della strategia “Liberation Day” di Trump, volta a riequilibrare i deficit commerciali statunitensi, ma rischia di innescare pressioni inflazionistiche negli USA e di mettere a dura prova le economie dell’ASEAN.

Poco dopo che la notizia dei dazi è diventata ufficiale, il Segretario Generale del Partito Comunista del Việt Nam, Tô Lâm, ha telefonato direttamente al Presidente Trump il 4 aprile, chiedendo un rinvio dell’entrata in vigore delle nuove tariffe per aprire un tavolo negoziale. Questo gesto diplomatico, il primo di tale portata tra i due leader, ha segnato il posizionamento del Việt Nam come Paese guida all’interno dell’ASEAN in questo difficile momento. “Ho ribadito al Presidente Trump la volontà del Việt Nam di collaborare per trovare una soluzione che rispetti gli interessi di entrambe le nazioni”, ha spiegato Tô Lâm in un comunicato ufficiale. Lâm ha inoltre sottolineato come il Việt Nam non intenda rimanere passivo di fronte a una misura che rischia di danneggiare le sue esportazioni, ma al tempo stesso non voglia alimentare una spirale protezionistica che penalizzi i consumatori e le catene di approvvigionamento globali.

Il 5 aprile, il Vice Primo Ministro Hồ Đức Phớc ha aggiunto un ulteriore elemento di pragmatismo, annunciando che il Governo vietnamita ha già ridotto a zero i dazi su 23 categorie di prodotti importati dagli USA, dalla componentistica elettronica ai macchinari industriali. “Questa misura dimostra la nostra buona volontà e il nostro impegno a riequilibrare il commercio con gli Stati Uniti in modo equo e sostenibile”, ha dichiarato Phớc, che è stato nominato inviato speciale per proseguire le trattative a Washington.

Riconoscendo la portata della crisi, la Malaysia, in qualità di presidente di turno dell’ASEAN per il 2025, ha convocato per il 10 aprile una riunione straordinaria dei Ministri economici del blocco. “Discuteremo le implicazioni di queste tariffe sui flussi commerciali e di investimento, sulla stabilità macroeconomica e sulla risposta coordinata dell’ASEAN per tutelare i nostri interessi economici”, ha spiegato il Ministro Zafrul Abdul Aziz, annunciando l’incontro a Kuala Lumpur. L’obiettivo è presentare una strategia unitaria, che comprenda misure di diversificazione dei mercati, intensificazione dei rapporti con l’Unione Europea e il Consiglio di Cooperazione del Golfo, e il potenziamento dei partenariati Sud‑Sud con Africa e America Latina.

Parallelamente all’iniziativa del governo di Kuala Lumpur, il Primo Ministro Phạm Minh Chính ha tenuto colloqui telefonici con il suo omologo malese Anwar Ibrahim, ricevendo il sostegno per il ruolo guida del Việt Nam nelle trattative con Washington. “La Malaysia e molti Paesi dell’ASEAN apprezzano il dialogo tra il nostro Segretario Generale e il Presidente Trump, e sostengono il nostro approccio costruttivo”, ha riferito Chính, ribadendo la necessità di una soluzione negoziata.

Anche la Thailandia e l’Indonesia hanno espresso solidarietà al Việt Nam, riconoscendo che la frammentazione delle risposte a livello nazionale indebolirebbe l’unità del blocco. In una dichiarazione congiunta, inoltre, quattro Paesi dell’ASEAN – Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam – hanno sottolineato la volontà di “tutelare la nostra coesione e di difendere la prosperità dell’intera regione”.

Commentando i dazi imposti da Trump, molti esperti hanno sottolineato come, di fronte a uno shock esterno di questa portata, l’ASEAN possa contare su strumenti come il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) e il Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership (CPTPP). Questi accordi, infatti, offrono mercati alternativi e opportunità di investimento, riducendo la dipendenza dagli USA. Come ha spiegato Deborah Elms, direttrice dell’Asian Trade Centre, “RCEP e CPTPP sono scudi economici che permettono all’ASEAN di mantenere un commercio intraregionale dinamico e di attrarre capitali anche in un contesto di tensioni protezionistiche”.

Il Vietnam, in particolare, potrà sfruttare l’EVFTA (Accordo di libero scambio UE–Vietnam) e spingere per la rapida ratifica dell’EVIPA (Accordo UE–Vietnam sulla protezione degli investimenti), in modo da rafforzare i legami con il mercato europeo. A tal proposito, il Vice Ministro degli Affari Esteri Bùi Thanh Sơn ha sottolineato che “il Belgio e altri partner UE possono svolgere un ruolo chiave nell’equilibrio dei nostri rapporti commerciali globali”.

Per quanto riguarda i settori economici, quelli più esposti alle tariffe sono quelli tessile, calzaturiero, elettronico e dell’export ittico. Con il 50% dei tessuti vietnamiti destinati agli USA, le aziende come Vinatex e TNG rischiano una contrazione degli ordini. Nel comparto tecnologico, Apple e i suoi fornitori – Foxconn, Pegatron e Luxshare – dovranno rivedere i piani di delocalizzazione, poiché il Vietnam non garantirebbe più l’esenzione dai dazi.

Nel complesso, la crisi dei dazi statunitensi rappresenta un banco di prova importante per l’ASEAN e per uno dei suoi principali motori economici, il Việt Nam, che, nonostante questa situazione, ha confermato i suoi obiettivi di crescita per l’anno in corso. Tuttavia, grazie al ruolo guida di Hà Nội, all’impegno dei governi regionali e alla forza dei partenariati multilaterali come RCEP e CPTPP, il blocco sta dimostrando di poter reagire con unità e determinazione.

Le contromisure vietnamite – dal dialogo diretto con Trump all’abbattimento dei dazi su 23 categorie di importazioni, fino alla spinta verso nuovi accordi commerciali – hanno tracciato una strada pragmatica. L’ASEAN si prepara ora a rispondere congiuntamente, rafforzando la propria competitività e mantenendo saldo l’impegno per un commercio aperto, equo e basato su regole.

In un mondo di crescenti tensioni, il Vietnam continua a mostrare una grande capacità di leadership e resilienza, confermando il suo ruolo di guida nel Sud‑Est asiatico e nel contesto internazionale. Come ha sintetizzato il Segretario Generale Tô Lâm, “solo un’ASEAN unita, che agisce in modo coordinato e strategico, potrà trasformare le sfide in opportunità e garantire un futuro di prosperità condivisa”.

Il Việt Nam guida la risposta dell’ASEAN alla nuova sfida commerciale di Trump

Di fronte alle nuove tariffe statunitensi, l’ASEAN risponde con un fronte comune guidato dal Việt Nam. Tra negoziati diretti con Washington, riunioni straordinarie e misure di diversificazione, il blocco regionale mira a salvaguardare crescita e stabilità economica, sociale e commerciale.

Segue nostro Telegram.

La decisione del Presidente statunitense Donald Trump di imporre “tariffe reciproche” fino al 49% sulle importazioni provenienti dai paesi del Sud‑Est asiatico ha provocato un’ondata di preoccupazione tra i governi regionali. Tra i Paesi più colpiti, il Việt Nam ha subito un aumento dei dazi fino al 46%, secondo solo alla Cambogia (49%), mentre Thailandia, Indonesia, Malaysia e altri Stati dell’ASEAN hanno dovuto affrontare tariffe comprese tra il 36% e il 10%. Questa svolta protezionistica, annunciata lo scorso 2 aprile, è parte della strategia “Liberation Day” di Trump, volta a riequilibrare i deficit commerciali statunitensi, ma rischia di innescare pressioni inflazionistiche negli USA e di mettere a dura prova le economie dell’ASEAN.

Poco dopo che la notizia dei dazi è diventata ufficiale, il Segretario Generale del Partito Comunista del Việt Nam, Tô Lâm, ha telefonato direttamente al Presidente Trump il 4 aprile, chiedendo un rinvio dell’entrata in vigore delle nuove tariffe per aprire un tavolo negoziale. Questo gesto diplomatico, il primo di tale portata tra i due leader, ha segnato il posizionamento del Việt Nam come Paese guida all’interno dell’ASEAN in questo difficile momento. “Ho ribadito al Presidente Trump la volontà del Việt Nam di collaborare per trovare una soluzione che rispetti gli interessi di entrambe le nazioni”, ha spiegato Tô Lâm in un comunicato ufficiale. Lâm ha inoltre sottolineato come il Việt Nam non intenda rimanere passivo di fronte a una misura che rischia di danneggiare le sue esportazioni, ma al tempo stesso non voglia alimentare una spirale protezionistica che penalizzi i consumatori e le catene di approvvigionamento globali.

Il 5 aprile, il Vice Primo Ministro Hồ Đức Phớc ha aggiunto un ulteriore elemento di pragmatismo, annunciando che il Governo vietnamita ha già ridotto a zero i dazi su 23 categorie di prodotti importati dagli USA, dalla componentistica elettronica ai macchinari industriali. “Questa misura dimostra la nostra buona volontà e il nostro impegno a riequilibrare il commercio con gli Stati Uniti in modo equo e sostenibile”, ha dichiarato Phớc, che è stato nominato inviato speciale per proseguire le trattative a Washington.

Riconoscendo la portata della crisi, la Malaysia, in qualità di presidente di turno dell’ASEAN per il 2025, ha convocato per il 10 aprile una riunione straordinaria dei Ministri economici del blocco. “Discuteremo le implicazioni di queste tariffe sui flussi commerciali e di investimento, sulla stabilità macroeconomica e sulla risposta coordinata dell’ASEAN per tutelare i nostri interessi economici”, ha spiegato il Ministro Zafrul Abdul Aziz, annunciando l’incontro a Kuala Lumpur. L’obiettivo è presentare una strategia unitaria, che comprenda misure di diversificazione dei mercati, intensificazione dei rapporti con l’Unione Europea e il Consiglio di Cooperazione del Golfo, e il potenziamento dei partenariati Sud‑Sud con Africa e America Latina.

Parallelamente all’iniziativa del governo di Kuala Lumpur, il Primo Ministro Phạm Minh Chính ha tenuto colloqui telefonici con il suo omologo malese Anwar Ibrahim, ricevendo il sostegno per il ruolo guida del Việt Nam nelle trattative con Washington. “La Malaysia e molti Paesi dell’ASEAN apprezzano il dialogo tra il nostro Segretario Generale e il Presidente Trump, e sostengono il nostro approccio costruttivo”, ha riferito Chính, ribadendo la necessità di una soluzione negoziata.

Anche la Thailandia e l’Indonesia hanno espresso solidarietà al Việt Nam, riconoscendo che la frammentazione delle risposte a livello nazionale indebolirebbe l’unità del blocco. In una dichiarazione congiunta, inoltre, quattro Paesi dell’ASEAN – Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam – hanno sottolineato la volontà di “tutelare la nostra coesione e di difendere la prosperità dell’intera regione”.

Commentando i dazi imposti da Trump, molti esperti hanno sottolineato come, di fronte a uno shock esterno di questa portata, l’ASEAN possa contare su strumenti come il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) e il Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership (CPTPP). Questi accordi, infatti, offrono mercati alternativi e opportunità di investimento, riducendo la dipendenza dagli USA. Come ha spiegato Deborah Elms, direttrice dell’Asian Trade Centre, “RCEP e CPTPP sono scudi economici che permettono all’ASEAN di mantenere un commercio intraregionale dinamico e di attrarre capitali anche in un contesto di tensioni protezionistiche”.

Il Vietnam, in particolare, potrà sfruttare l’EVFTA (Accordo di libero scambio UE–Vietnam) e spingere per la rapida ratifica dell’EVIPA (Accordo UE–Vietnam sulla protezione degli investimenti), in modo da rafforzare i legami con il mercato europeo. A tal proposito, il Vice Ministro degli Affari Esteri Bùi Thanh Sơn ha sottolineato che “il Belgio e altri partner UE possono svolgere un ruolo chiave nell’equilibrio dei nostri rapporti commerciali globali”.

Per quanto riguarda i settori economici, quelli più esposti alle tariffe sono quelli tessile, calzaturiero, elettronico e dell’export ittico. Con il 50% dei tessuti vietnamiti destinati agli USA, le aziende come Vinatex e TNG rischiano una contrazione degli ordini. Nel comparto tecnologico, Apple e i suoi fornitori – Foxconn, Pegatron e Luxshare – dovranno rivedere i piani di delocalizzazione, poiché il Vietnam non garantirebbe più l’esenzione dai dazi.

Nel complesso, la crisi dei dazi statunitensi rappresenta un banco di prova importante per l’ASEAN e per uno dei suoi principali motori economici, il Việt Nam, che, nonostante questa situazione, ha confermato i suoi obiettivi di crescita per l’anno in corso. Tuttavia, grazie al ruolo guida di Hà Nội, all’impegno dei governi regionali e alla forza dei partenariati multilaterali come RCEP e CPTPP, il blocco sta dimostrando di poter reagire con unità e determinazione.

Le contromisure vietnamite – dal dialogo diretto con Trump all’abbattimento dei dazi su 23 categorie di importazioni, fino alla spinta verso nuovi accordi commerciali – hanno tracciato una strada pragmatica. L’ASEAN si prepara ora a rispondere congiuntamente, rafforzando la propria competitività e mantenendo saldo l’impegno per un commercio aperto, equo e basato su regole.

In un mondo di crescenti tensioni, il Vietnam continua a mostrare una grande capacità di leadership e resilienza, confermando il suo ruolo di guida nel Sud‑Est asiatico e nel contesto internazionale. Come ha sintetizzato il Segretario Generale Tô Lâm, “solo un’ASEAN unita, che agisce in modo coordinato e strategico, potrà trasformare le sfide in opportunità e garantire un futuro di prosperità condivisa”.

Di fronte alle nuove tariffe statunitensi, l’ASEAN risponde con un fronte comune guidato dal Việt Nam. Tra negoziati diretti con Washington, riunioni straordinarie e misure di diversificazione, il blocco regionale mira a salvaguardare crescita e stabilità economica, sociale e commerciale.

Segue nostro Telegram.

La decisione del Presidente statunitense Donald Trump di imporre “tariffe reciproche” fino al 49% sulle importazioni provenienti dai paesi del Sud‑Est asiatico ha provocato un’ondata di preoccupazione tra i governi regionali. Tra i Paesi più colpiti, il Việt Nam ha subito un aumento dei dazi fino al 46%, secondo solo alla Cambogia (49%), mentre Thailandia, Indonesia, Malaysia e altri Stati dell’ASEAN hanno dovuto affrontare tariffe comprese tra il 36% e il 10%. Questa svolta protezionistica, annunciata lo scorso 2 aprile, è parte della strategia “Liberation Day” di Trump, volta a riequilibrare i deficit commerciali statunitensi, ma rischia di innescare pressioni inflazionistiche negli USA e di mettere a dura prova le economie dell’ASEAN.

Poco dopo che la notizia dei dazi è diventata ufficiale, il Segretario Generale del Partito Comunista del Việt Nam, Tô Lâm, ha telefonato direttamente al Presidente Trump il 4 aprile, chiedendo un rinvio dell’entrata in vigore delle nuove tariffe per aprire un tavolo negoziale. Questo gesto diplomatico, il primo di tale portata tra i due leader, ha segnato il posizionamento del Việt Nam come Paese guida all’interno dell’ASEAN in questo difficile momento. “Ho ribadito al Presidente Trump la volontà del Việt Nam di collaborare per trovare una soluzione che rispetti gli interessi di entrambe le nazioni”, ha spiegato Tô Lâm in un comunicato ufficiale. Lâm ha inoltre sottolineato come il Việt Nam non intenda rimanere passivo di fronte a una misura che rischia di danneggiare le sue esportazioni, ma al tempo stesso non voglia alimentare una spirale protezionistica che penalizzi i consumatori e le catene di approvvigionamento globali.

Il 5 aprile, il Vice Primo Ministro Hồ Đức Phớc ha aggiunto un ulteriore elemento di pragmatismo, annunciando che il Governo vietnamita ha già ridotto a zero i dazi su 23 categorie di prodotti importati dagli USA, dalla componentistica elettronica ai macchinari industriali. “Questa misura dimostra la nostra buona volontà e il nostro impegno a riequilibrare il commercio con gli Stati Uniti in modo equo e sostenibile”, ha dichiarato Phớc, che è stato nominato inviato speciale per proseguire le trattative a Washington.

Riconoscendo la portata della crisi, la Malaysia, in qualità di presidente di turno dell’ASEAN per il 2025, ha convocato per il 10 aprile una riunione straordinaria dei Ministri economici del blocco. “Discuteremo le implicazioni di queste tariffe sui flussi commerciali e di investimento, sulla stabilità macroeconomica e sulla risposta coordinata dell’ASEAN per tutelare i nostri interessi economici”, ha spiegato il Ministro Zafrul Abdul Aziz, annunciando l’incontro a Kuala Lumpur. L’obiettivo è presentare una strategia unitaria, che comprenda misure di diversificazione dei mercati, intensificazione dei rapporti con l’Unione Europea e il Consiglio di Cooperazione del Golfo, e il potenziamento dei partenariati Sud‑Sud con Africa e America Latina.

Parallelamente all’iniziativa del governo di Kuala Lumpur, il Primo Ministro Phạm Minh Chính ha tenuto colloqui telefonici con il suo omologo malese Anwar Ibrahim, ricevendo il sostegno per il ruolo guida del Việt Nam nelle trattative con Washington. “La Malaysia e molti Paesi dell’ASEAN apprezzano il dialogo tra il nostro Segretario Generale e il Presidente Trump, e sostengono il nostro approccio costruttivo”, ha riferito Chính, ribadendo la necessità di una soluzione negoziata.

Anche la Thailandia e l’Indonesia hanno espresso solidarietà al Việt Nam, riconoscendo che la frammentazione delle risposte a livello nazionale indebolirebbe l’unità del blocco. In una dichiarazione congiunta, inoltre, quattro Paesi dell’ASEAN – Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam – hanno sottolineato la volontà di “tutelare la nostra coesione e di difendere la prosperità dell’intera regione”.

Commentando i dazi imposti da Trump, molti esperti hanno sottolineato come, di fronte a uno shock esterno di questa portata, l’ASEAN possa contare su strumenti come il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) e il Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership (CPTPP). Questi accordi, infatti, offrono mercati alternativi e opportunità di investimento, riducendo la dipendenza dagli USA. Come ha spiegato Deborah Elms, direttrice dell’Asian Trade Centre, “RCEP e CPTPP sono scudi economici che permettono all’ASEAN di mantenere un commercio intraregionale dinamico e di attrarre capitali anche in un contesto di tensioni protezionistiche”.

Il Vietnam, in particolare, potrà sfruttare l’EVFTA (Accordo di libero scambio UE–Vietnam) e spingere per la rapida ratifica dell’EVIPA (Accordo UE–Vietnam sulla protezione degli investimenti), in modo da rafforzare i legami con il mercato europeo. A tal proposito, il Vice Ministro degli Affari Esteri Bùi Thanh Sơn ha sottolineato che “il Belgio e altri partner UE possono svolgere un ruolo chiave nell’equilibrio dei nostri rapporti commerciali globali”.

Per quanto riguarda i settori economici, quelli più esposti alle tariffe sono quelli tessile, calzaturiero, elettronico e dell’export ittico. Con il 50% dei tessuti vietnamiti destinati agli USA, le aziende come Vinatex e TNG rischiano una contrazione degli ordini. Nel comparto tecnologico, Apple e i suoi fornitori – Foxconn, Pegatron e Luxshare – dovranno rivedere i piani di delocalizzazione, poiché il Vietnam non garantirebbe più l’esenzione dai dazi.

Nel complesso, la crisi dei dazi statunitensi rappresenta un banco di prova importante per l’ASEAN e per uno dei suoi principali motori economici, il Việt Nam, che, nonostante questa situazione, ha confermato i suoi obiettivi di crescita per l’anno in corso. Tuttavia, grazie al ruolo guida di Hà Nội, all’impegno dei governi regionali e alla forza dei partenariati multilaterali come RCEP e CPTPP, il blocco sta dimostrando di poter reagire con unità e determinazione.

Le contromisure vietnamite – dal dialogo diretto con Trump all’abbattimento dei dazi su 23 categorie di importazioni, fino alla spinta verso nuovi accordi commerciali – hanno tracciato una strada pragmatica. L’ASEAN si prepara ora a rispondere congiuntamente, rafforzando la propria competitività e mantenendo saldo l’impegno per un commercio aperto, equo e basato su regole.

In un mondo di crescenti tensioni, il Vietnam continua a mostrare una grande capacità di leadership e resilienza, confermando il suo ruolo di guida nel Sud‑Est asiatico e nel contesto internazionale. Come ha sintetizzato il Segretario Generale Tô Lâm, “solo un’ASEAN unita, che agisce in modo coordinato e strategico, potrà trasformare le sfide in opportunità e garantire un futuro di prosperità condivisa”.

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

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