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Stefano Vernole
January 19, 2025
© Photo: Public domain

Storico partner economico di Italia, Francia e Spagna, l’Algeria rappresenta un perfetto esempio di equilibrismo geopolitico in un contesto multipolare.

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Storico partner economico di Italia (41% delle sue importazioni di gas naturale nel 2023 provenivano da questo Paese), Francia e Spagna, l’Algeria rappresenta un perfetto esempio di equilibrismo geopolitico in un contesto multipolare.

Se da un lato è verosimile che l’Algeria continuerà a mantenere un approccio bilanciato sulle questioni internazionali, dall’altro il legame con Mosca è destinato a rimanere saldo, anche in considerazione del sostegno degli Stati Uniti alle ambizioni territoriali del Marocco sulla regione contesa del Sahara occidentale e di crescenti aperture al piano di autonomia marocchino da parte di alcuni Paesi europei.

Tuttavia, con ogni probabilità l’Algeria eviterà di mettere a repentaglio le proficue relazioni energetiche che intrattiene con i suoi partner occidentali.

Sulla questione del Sahara occidentale, poi, il rischio di scontri tra l’esercito marocchino e le forze del Fronte Polisario sostenute dall’Algeria rimane concreto e potrebbe portare a un ulteriore peggioramento dei rapporti fra Rabat e Algeri, in un contesto di progressivo riarmo da parte dei due Paesi. Si ricordi che, nel quadro delle tensioni sul Sahara occidentale, l’Algeria ha interrotto i rapporti diplomatici con il Marocco nell’agosto del 2021 e, due mesi dopo, ha deciso di chiudere il gasdotto Maghreb-Europe (che fornisce gas all’Europa attraverso il Marocco).

La Russia non è il solo partner di Algeri che preoccupa gli Stati Uniti e i Paesi europei.

L’Algeria, infatti, continua ad accrescere i legami con la Cina. Pechino ha investito notevolmente nelle infrastrutture e nel settore energetico e minerario algerino, mentre i flussi commerciali tra i due Paesi sono aumentati in misura considerevole negli ultimi dieci anni, al punto che dal 2020 la Cina è diventata il primo fornitore dell’Algeria con il 17,5% delle importazioni.

Inoltre, dal 2021, un consorzio di aziende algerine e cinesi che include le China Harbour Engineering Corporation (Chec) e la China State Construction Engineering Corporation (Csce) sta portando avanti la costruzione del porto di El Hamdania, un progetto da 3,3 miliardi di dollari che garantirà all’Algeria il secondo porto mercantile di tutto il continente africano e offrirà all’azienda di Stato cinese Shanghai International Port Group un’esclusiva di 25 anni sulla gestione dello scalo.

Uno sviluppo particolarmente importante, che riguarda da vicino anche i rapporti di Algeri con Pechino, riguarda la richiesta ufficiale avanzata da Algeri di entrare a far parte del blocco di economie emergenti Brics +.

Sul piano regionale, il Governo algerino sta cercando di intraprendere una politica più proattiva e collaborativa con i suoi vicini per far fronte alle numerose sfide che interessano l’area. Da un lato Algeri continua a supportare le iniziative internazionali volte a promuovere la riconciliazione in Libia e in Mali, rinsaldando allo stesso tempo la cooperazione regionale con i Paesi saheliani sulle questioni di sicurezza e contrasto al terrorismo. Dall’altro lato, la diplomazia algerina punta a rafforzare l’influenza del Paese nel continente africano anche attraverso progetti di sviluppo come l’autostrada trans-sahariana che dovrebbe collegare Algeri a Lagos.
Secondo l’ex Ambasciatore francese Xavier Driencourt, il sistema algerino è l’erede del modo di governo dei wilaya (province) durante la guerra d’indipendenza. Ha le stesse caratteristiche: opacità, legami personali molto forti, lealtà alla religione e al capo, un certo orientamento al business, equilibrio regionale, nazionalismo, discorso pubblico antifrancese. Per il momento, la stessa generazione governa l’Algeria dal 1962. Si tratta di persone che hanno conosciuto solo questo “sistema”, che hanno ammesso il ruolo essenziale dell’Esercito nel governo del Paese e che hanno compreso l’importanza della rendita petrolifera. Il “sistema” ha cercato di rinnovarsi negli anni ’90 durante il governo di Mouloud Hamrouche o successivamente con Zéroual. Ma questa apertura ha permesso l’ascesa dell’islamismo e l’arrivo del Fronte Islamico di Salvezza, il famigerato FIS.

L’unica volta che la “scatola” si è aperta a causa del sistema multipartitico nel 1988, il Fronte Islamico di Salvezza (FIS) ha effettivamente vinto la scommessa. Il sistema algerino è quindi per forza di cose prudente, perché i proventi degli idrocarburi mantengono la stabilità del patto sociale tra Governo e cittadini, mentre la Francia e l’Europa tengono un profilo basso perché hanno interesse al mantenimento di tale equilibrio.

La recente scoperta di un giacimento di gas a Hassi R’mel, associato alla decisione tripartita Algeria-Niger-Nigeria di avviare i lavori per il gasdotto trans-sahariano il prima possibile, sanciscono che la maggior parte del gas africano passerà attraverso il territorio algerino. Questo vantaggio geografico rende il Paese una potenza energetica comprovata, con ambizioni di sviluppo delle energie rinnovabili.

L’Agenzia nazionale per la valorizzazione degli idrocarburi (ALNAFT) sarebbe prossima a concedere nuove licenze estrattive per gas e petrolio e l’Eni dovrebbe presentare un’offerta. La stessa ha poi spiegato che altre grandi multinazionali del settore starebbero elaborando le loro valutazioni. In particolare, oltre all’azienda italiana, ci sarebbero la statunitense Chevron, la cinese Sinopec e la ExxonMobil. Quest’ultima all’inizio del 2024 ha concluso un accordo con il Governo di Algeri per le esplorazioni di due bacini di gas naturale, quelli di Ahnet e di Gourara, nel sud del Paese. Con l’ExxonMobil collaborerà la compagnia statale Sonatrach.

L’apertura dell’economia algerina – imperniata sugli idrocarburi – necessiterà quindi di più investimenti esteri e di maggiori esportazioni. Da qui, l’accrescimento delle produzioni e il varo di misure che contribuiranno all’aumento delle riserve in valuta straniera.

La revisione degli articoli 31 e 91 della Costituzione algerina, pur non implicando un cambiamento radicale rispetto al passato, prevede chiaramente che il Presidente può inviare “unità dell’esercito all’estero” dopo aver ottenuto il consenso dei due terzi del Parlamento e che le truppe algerine possono partecipare alle missioni di mantenimento della pace all’estero. Lo stesso forte aumento delle spese militari suggerisce la volontà dell’Algeria di assumersi maggiori responsabilità internazionali (18,3 miliardi di dollari nel 2023 con un aumento del 76% rispetto al 2022).

Nei giorni scorsi, l’innalzamento della tensione tra Algeri e Parigi ha visto il Presidente francese Macron affermare che l’Algeria si sta “disonorando” trattenendo il romanziere franco-algerino Boualem Sansal, arrestato ad Algeri a novembre per “motivi di sicurezza nazionale” (Sansal è una figura importante della letteratura francofona moderna). Tale contrasto dovrebbe favorire il riavvicinamento costante di Algeri con Mosca – attualmente tra i due Paesi si sta discutendo un accordo di forniture militari per svariati miliardi di dollari –   basato su continui sforzi diplomatici, visite ad alto livello e meccanismi per consultazioni regolari su politica estera, sicurezza e difesa che dimostrano l’impegno condiviso nel preservare il partenariato, nonostante alcune tensioni nel Sahel rimangano irrisolte. Per la Russia, l’Algeria rappresenta d’altronde una nazione importante alla luce della sua vicinanza alla Libia e del ridimensionamento del ruolo di Mosca in Siria.

Il peso dell’Algeria all’interno del nuovo scacchiere africano

Storico partner economico di Italia, Francia e Spagna, l’Algeria rappresenta un perfetto esempio di equilibrismo geopolitico in un contesto multipolare.

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Storico partner economico di Italia (41% delle sue importazioni di gas naturale nel 2023 provenivano da questo Paese), Francia e Spagna, l’Algeria rappresenta un perfetto esempio di equilibrismo geopolitico in un contesto multipolare.

Se da un lato è verosimile che l’Algeria continuerà a mantenere un approccio bilanciato sulle questioni internazionali, dall’altro il legame con Mosca è destinato a rimanere saldo, anche in considerazione del sostegno degli Stati Uniti alle ambizioni territoriali del Marocco sulla regione contesa del Sahara occidentale e di crescenti aperture al piano di autonomia marocchino da parte di alcuni Paesi europei.

Tuttavia, con ogni probabilità l’Algeria eviterà di mettere a repentaglio le proficue relazioni energetiche che intrattiene con i suoi partner occidentali.

Sulla questione del Sahara occidentale, poi, il rischio di scontri tra l’esercito marocchino e le forze del Fronte Polisario sostenute dall’Algeria rimane concreto e potrebbe portare a un ulteriore peggioramento dei rapporti fra Rabat e Algeri, in un contesto di progressivo riarmo da parte dei due Paesi. Si ricordi che, nel quadro delle tensioni sul Sahara occidentale, l’Algeria ha interrotto i rapporti diplomatici con il Marocco nell’agosto del 2021 e, due mesi dopo, ha deciso di chiudere il gasdotto Maghreb-Europe (che fornisce gas all’Europa attraverso il Marocco).

La Russia non è il solo partner di Algeri che preoccupa gli Stati Uniti e i Paesi europei.

L’Algeria, infatti, continua ad accrescere i legami con la Cina. Pechino ha investito notevolmente nelle infrastrutture e nel settore energetico e minerario algerino, mentre i flussi commerciali tra i due Paesi sono aumentati in misura considerevole negli ultimi dieci anni, al punto che dal 2020 la Cina è diventata il primo fornitore dell’Algeria con il 17,5% delle importazioni.

Inoltre, dal 2021, un consorzio di aziende algerine e cinesi che include le China Harbour Engineering Corporation (Chec) e la China State Construction Engineering Corporation (Csce) sta portando avanti la costruzione del porto di El Hamdania, un progetto da 3,3 miliardi di dollari che garantirà all’Algeria il secondo porto mercantile di tutto il continente africano e offrirà all’azienda di Stato cinese Shanghai International Port Group un’esclusiva di 25 anni sulla gestione dello scalo.

Uno sviluppo particolarmente importante, che riguarda da vicino anche i rapporti di Algeri con Pechino, riguarda la richiesta ufficiale avanzata da Algeri di entrare a far parte del blocco di economie emergenti Brics +.

Sul piano regionale, il Governo algerino sta cercando di intraprendere una politica più proattiva e collaborativa con i suoi vicini per far fronte alle numerose sfide che interessano l’area. Da un lato Algeri continua a supportare le iniziative internazionali volte a promuovere la riconciliazione in Libia e in Mali, rinsaldando allo stesso tempo la cooperazione regionale con i Paesi saheliani sulle questioni di sicurezza e contrasto al terrorismo. Dall’altro lato, la diplomazia algerina punta a rafforzare l’influenza del Paese nel continente africano anche attraverso progetti di sviluppo come l’autostrada trans-sahariana che dovrebbe collegare Algeri a Lagos.
Secondo l’ex Ambasciatore francese Xavier Driencourt, il sistema algerino è l’erede del modo di governo dei wilaya (province) durante la guerra d’indipendenza. Ha le stesse caratteristiche: opacità, legami personali molto forti, lealtà alla religione e al capo, un certo orientamento al business, equilibrio regionale, nazionalismo, discorso pubblico antifrancese. Per il momento, la stessa generazione governa l’Algeria dal 1962. Si tratta di persone che hanno conosciuto solo questo “sistema”, che hanno ammesso il ruolo essenziale dell’Esercito nel governo del Paese e che hanno compreso l’importanza della rendita petrolifera. Il “sistema” ha cercato di rinnovarsi negli anni ’90 durante il governo di Mouloud Hamrouche o successivamente con Zéroual. Ma questa apertura ha permesso l’ascesa dell’islamismo e l’arrivo del Fronte Islamico di Salvezza, il famigerato FIS.

L’unica volta che la “scatola” si è aperta a causa del sistema multipartitico nel 1988, il Fronte Islamico di Salvezza (FIS) ha effettivamente vinto la scommessa. Il sistema algerino è quindi per forza di cose prudente, perché i proventi degli idrocarburi mantengono la stabilità del patto sociale tra Governo e cittadini, mentre la Francia e l’Europa tengono un profilo basso perché hanno interesse al mantenimento di tale equilibrio.

La recente scoperta di un giacimento di gas a Hassi R’mel, associato alla decisione tripartita Algeria-Niger-Nigeria di avviare i lavori per il gasdotto trans-sahariano il prima possibile, sanciscono che la maggior parte del gas africano passerà attraverso il territorio algerino. Questo vantaggio geografico rende il Paese una potenza energetica comprovata, con ambizioni di sviluppo delle energie rinnovabili.

L’Agenzia nazionale per la valorizzazione degli idrocarburi (ALNAFT) sarebbe prossima a concedere nuove licenze estrattive per gas e petrolio e l’Eni dovrebbe presentare un’offerta. La stessa ha poi spiegato che altre grandi multinazionali del settore starebbero elaborando le loro valutazioni. In particolare, oltre all’azienda italiana, ci sarebbero la statunitense Chevron, la cinese Sinopec e la ExxonMobil. Quest’ultima all’inizio del 2024 ha concluso un accordo con il Governo di Algeri per le esplorazioni di due bacini di gas naturale, quelli di Ahnet e di Gourara, nel sud del Paese. Con l’ExxonMobil collaborerà la compagnia statale Sonatrach.

L’apertura dell’economia algerina – imperniata sugli idrocarburi – necessiterà quindi di più investimenti esteri e di maggiori esportazioni. Da qui, l’accrescimento delle produzioni e il varo di misure che contribuiranno all’aumento delle riserve in valuta straniera.

La revisione degli articoli 31 e 91 della Costituzione algerina, pur non implicando un cambiamento radicale rispetto al passato, prevede chiaramente che il Presidente può inviare “unità dell’esercito all’estero” dopo aver ottenuto il consenso dei due terzi del Parlamento e che le truppe algerine possono partecipare alle missioni di mantenimento della pace all’estero. Lo stesso forte aumento delle spese militari suggerisce la volontà dell’Algeria di assumersi maggiori responsabilità internazionali (18,3 miliardi di dollari nel 2023 con un aumento del 76% rispetto al 2022).

Nei giorni scorsi, l’innalzamento della tensione tra Algeri e Parigi ha visto il Presidente francese Macron affermare che l’Algeria si sta “disonorando” trattenendo il romanziere franco-algerino Boualem Sansal, arrestato ad Algeri a novembre per “motivi di sicurezza nazionale” (Sansal è una figura importante della letteratura francofona moderna). Tale contrasto dovrebbe favorire il riavvicinamento costante di Algeri con Mosca – attualmente tra i due Paesi si sta discutendo un accordo di forniture militari per svariati miliardi di dollari –   basato su continui sforzi diplomatici, visite ad alto livello e meccanismi per consultazioni regolari su politica estera, sicurezza e difesa che dimostrano l’impegno condiviso nel preservare il partenariato, nonostante alcune tensioni nel Sahel rimangano irrisolte. Per la Russia, l’Algeria rappresenta d’altronde una nazione importante alla luce della sua vicinanza alla Libia e del ridimensionamento del ruolo di Mosca in Siria.

Storico partner economico di Italia, Francia e Spagna, l’Algeria rappresenta un perfetto esempio di equilibrismo geopolitico in un contesto multipolare.

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Storico partner economico di Italia (41% delle sue importazioni di gas naturale nel 2023 provenivano da questo Paese), Francia e Spagna, l’Algeria rappresenta un perfetto esempio di equilibrismo geopolitico in un contesto multipolare.

Se da un lato è verosimile che l’Algeria continuerà a mantenere un approccio bilanciato sulle questioni internazionali, dall’altro il legame con Mosca è destinato a rimanere saldo, anche in considerazione del sostegno degli Stati Uniti alle ambizioni territoriali del Marocco sulla regione contesa del Sahara occidentale e di crescenti aperture al piano di autonomia marocchino da parte di alcuni Paesi europei.

Tuttavia, con ogni probabilità l’Algeria eviterà di mettere a repentaglio le proficue relazioni energetiche che intrattiene con i suoi partner occidentali.

Sulla questione del Sahara occidentale, poi, il rischio di scontri tra l’esercito marocchino e le forze del Fronte Polisario sostenute dall’Algeria rimane concreto e potrebbe portare a un ulteriore peggioramento dei rapporti fra Rabat e Algeri, in un contesto di progressivo riarmo da parte dei due Paesi. Si ricordi che, nel quadro delle tensioni sul Sahara occidentale, l’Algeria ha interrotto i rapporti diplomatici con il Marocco nell’agosto del 2021 e, due mesi dopo, ha deciso di chiudere il gasdotto Maghreb-Europe (che fornisce gas all’Europa attraverso il Marocco).

La Russia non è il solo partner di Algeri che preoccupa gli Stati Uniti e i Paesi europei.

L’Algeria, infatti, continua ad accrescere i legami con la Cina. Pechino ha investito notevolmente nelle infrastrutture e nel settore energetico e minerario algerino, mentre i flussi commerciali tra i due Paesi sono aumentati in misura considerevole negli ultimi dieci anni, al punto che dal 2020 la Cina è diventata il primo fornitore dell’Algeria con il 17,5% delle importazioni.

Inoltre, dal 2021, un consorzio di aziende algerine e cinesi che include le China Harbour Engineering Corporation (Chec) e la China State Construction Engineering Corporation (Csce) sta portando avanti la costruzione del porto di El Hamdania, un progetto da 3,3 miliardi di dollari che garantirà all’Algeria il secondo porto mercantile di tutto il continente africano e offrirà all’azienda di Stato cinese Shanghai International Port Group un’esclusiva di 25 anni sulla gestione dello scalo.

Uno sviluppo particolarmente importante, che riguarda da vicino anche i rapporti di Algeri con Pechino, riguarda la richiesta ufficiale avanzata da Algeri di entrare a far parte del blocco di economie emergenti Brics +.

Sul piano regionale, il Governo algerino sta cercando di intraprendere una politica più proattiva e collaborativa con i suoi vicini per far fronte alle numerose sfide che interessano l’area. Da un lato Algeri continua a supportare le iniziative internazionali volte a promuovere la riconciliazione in Libia e in Mali, rinsaldando allo stesso tempo la cooperazione regionale con i Paesi saheliani sulle questioni di sicurezza e contrasto al terrorismo. Dall’altro lato, la diplomazia algerina punta a rafforzare l’influenza del Paese nel continente africano anche attraverso progetti di sviluppo come l’autostrada trans-sahariana che dovrebbe collegare Algeri a Lagos.
Secondo l’ex Ambasciatore francese Xavier Driencourt, il sistema algerino è l’erede del modo di governo dei wilaya (province) durante la guerra d’indipendenza. Ha le stesse caratteristiche: opacità, legami personali molto forti, lealtà alla religione e al capo, un certo orientamento al business, equilibrio regionale, nazionalismo, discorso pubblico antifrancese. Per il momento, la stessa generazione governa l’Algeria dal 1962. Si tratta di persone che hanno conosciuto solo questo “sistema”, che hanno ammesso il ruolo essenziale dell’Esercito nel governo del Paese e che hanno compreso l’importanza della rendita petrolifera. Il “sistema” ha cercato di rinnovarsi negli anni ’90 durante il governo di Mouloud Hamrouche o successivamente con Zéroual. Ma questa apertura ha permesso l’ascesa dell’islamismo e l’arrivo del Fronte Islamico di Salvezza, il famigerato FIS.

L’unica volta che la “scatola” si è aperta a causa del sistema multipartitico nel 1988, il Fronte Islamico di Salvezza (FIS) ha effettivamente vinto la scommessa. Il sistema algerino è quindi per forza di cose prudente, perché i proventi degli idrocarburi mantengono la stabilità del patto sociale tra Governo e cittadini, mentre la Francia e l’Europa tengono un profilo basso perché hanno interesse al mantenimento di tale equilibrio.

La recente scoperta di un giacimento di gas a Hassi R’mel, associato alla decisione tripartita Algeria-Niger-Nigeria di avviare i lavori per il gasdotto trans-sahariano il prima possibile, sanciscono che la maggior parte del gas africano passerà attraverso il territorio algerino. Questo vantaggio geografico rende il Paese una potenza energetica comprovata, con ambizioni di sviluppo delle energie rinnovabili.

L’Agenzia nazionale per la valorizzazione degli idrocarburi (ALNAFT) sarebbe prossima a concedere nuove licenze estrattive per gas e petrolio e l’Eni dovrebbe presentare un’offerta. La stessa ha poi spiegato che altre grandi multinazionali del settore starebbero elaborando le loro valutazioni. In particolare, oltre all’azienda italiana, ci sarebbero la statunitense Chevron, la cinese Sinopec e la ExxonMobil. Quest’ultima all’inizio del 2024 ha concluso un accordo con il Governo di Algeri per le esplorazioni di due bacini di gas naturale, quelli di Ahnet e di Gourara, nel sud del Paese. Con l’ExxonMobil collaborerà la compagnia statale Sonatrach.

L’apertura dell’economia algerina – imperniata sugli idrocarburi – necessiterà quindi di più investimenti esteri e di maggiori esportazioni. Da qui, l’accrescimento delle produzioni e il varo di misure che contribuiranno all’aumento delle riserve in valuta straniera.

La revisione degli articoli 31 e 91 della Costituzione algerina, pur non implicando un cambiamento radicale rispetto al passato, prevede chiaramente che il Presidente può inviare “unità dell’esercito all’estero” dopo aver ottenuto il consenso dei due terzi del Parlamento e che le truppe algerine possono partecipare alle missioni di mantenimento della pace all’estero. Lo stesso forte aumento delle spese militari suggerisce la volontà dell’Algeria di assumersi maggiori responsabilità internazionali (18,3 miliardi di dollari nel 2023 con un aumento del 76% rispetto al 2022).

Nei giorni scorsi, l’innalzamento della tensione tra Algeri e Parigi ha visto il Presidente francese Macron affermare che l’Algeria si sta “disonorando” trattenendo il romanziere franco-algerino Boualem Sansal, arrestato ad Algeri a novembre per “motivi di sicurezza nazionale” (Sansal è una figura importante della letteratura francofona moderna). Tale contrasto dovrebbe favorire il riavvicinamento costante di Algeri con Mosca – attualmente tra i due Paesi si sta discutendo un accordo di forniture militari per svariati miliardi di dollari –   basato su continui sforzi diplomatici, visite ad alto livello e meccanismi per consultazioni regolari su politica estera, sicurezza e difesa che dimostrano l’impegno condiviso nel preservare il partenariato, nonostante alcune tensioni nel Sahel rimangano irrisolte. Per la Russia, l’Algeria rappresenta d’altronde una nazione importante alla luce della sua vicinanza alla Libia e del ridimensionamento del ruolo di Mosca in Siria.

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

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