Italiano
Lorenzo Maria Pacini
December 30, 2024
© Photo: Public domain

Il risultato del 2024 per l’Italia e il governo di Giorgia Meloni e quali previsioni si possono fare per il 2025?

Segue nostro Telegram.

Un’Italia che non cambia

In Italia abbiamo un detto in politica “cambiare tutto affinché niente cambi”: cambiano i governi, cambiano i partiti politici, cambiano le dinamiche internazionali, ma alla fine non cambia niente nel Paese. Come mai? Il problema è radicato nella incapacità di andare oltre il sistema politico così come è stato impostato dopo la sconfitta bellica del 1945 e la conseguente occupazione militare, politica, economica e culturale degli USA. Se non si risolve il problema alla radice, non potrà mai veramente cambiare niente.

Il 2024 è stato l’anno della conferma politica di Giorgia Meloni e del suo Governo, caratterizzato da un colpo di grazia alla sovranità e alla autonomia del popolo italiano.

Politica interna

In politica interna, nel 2024 l’Italia è stata caratterizzata da un aumento dei privilegi per le caste dei politici e dei grandi imprenditori, de-regolamentando il mercato finanziario a favore delle grandi aziende straniere.

Meloni ha venduto gli ultimi asset strategici di Stato: le telecomunicazioni alla CIA con la vendita di TIM a KKR di NetGo diretta da David Patreus, le Poste Italiane privatizzate di un quarto, gli idrocarburi di Eni con un’operazione di baypack azionario, un pre-accordo per le Ferrovie dello Stato di FS. Grande rumore ha fatto il benvenuto al colosso americano BlackRock, che ha messo le mani su tutto ciò che rimaneva di invenduto a privati esteri ed ha messo le mani anche su settori della Pubblica Amministrazione come la digitalizzazione e la gestione della sicurezza. Tutto ciò in vista di del ruolo importante che l’Italia vuole ritagliarsi nella Via del Cotone progettata da USA e Israele per contrastare la Via della Seta.

Garantendo dei super vantaggi per gli acquirenti stranieri, il Governo ha ben pensato di aumentare le tasse ogni mese, far crescere l’inflazione e raccontare agli italiani che “bisogna fare sacrifici perché ce lo chiede l’Europa”.

Sulla stessa scia, nel 2024 della Meloni l’immigrazione clandestina ha raggiunto il massimo storico, con cifre che non erano state toccate nemmeno durante i governi dem.

Il “governo dei sovranisti” ha svenduto la poca sovranità rimasta per un piatto di lenticchie.

Politica estera

Sul piano internazionale, Giorgia Meloni si è posizionata in cima alle classifiche: la donna più asservita ai poteri stranieri. Premiata dall’Atlantic Council, finita sulle copertine dei magazine americani, Meloni ha fatto tutto quello che i partner aspettavano che facesse. Con lei, l’Italia ha siglato un accordo di 10 anni per fornire armi all’Ucraina, confermando l’impegno militare nel prossimo conflitto europeo per conto degli USA, sottoscrivendo già il prossimo arruolamento forzato per mandare i giovani nel tritacarne. Per confermare questa volontà, ha favorito gli investimenti a Leonardo, la prima ditta di armamenti, alzando la spesa militare del PIL al 1,54% con la previsione di raggiungere quanto prima il 2%, passando effettivamente alla “economia di guerra” richiesta dal Comando Europeo della NATO.

Stessa cosa per il sostegno incondizionato a Israele, di cui è stata rinnovata l’obbedienza da parte di tutti i politici del Parlamento, anche davanti alla oggettività del genocidio. Ma, d’altronde, l’Italia è un partner fondamentale per il controllo del Mediterraneo, e né gli USA, né Israele possono rinunciare al controllo dei flussi di crude oil, di merci e di armi.

Quella stessa Italia che lo scorso anno, sempre sotto Meloni, aveva chiuso il mercato con la Cina – storico partner di mercato da secoli – e giusto un mese fa ha dovuto tornare a Pechino per chiedere scusa della maleducazione, altrimenti il mercato italiano delle importazioni crolla completamente.

Inutile parlare di Unione Europea: Meloni è una delle favorite di Ursula Von der Leyen ed ha confermato la volontà di una Italia “più europea” e meno italiana.

Previsioni per il 2025

Guardando al 2025, le prospettive non sono positive:

  • Sul piano interno, il Governo non ha una opposizione reale perché, di fatto, persegue politiche in molti casi favorevoli anche ai democratici. Quando non funziona il meccanismo parlamentare, viene praticato il meccanismo del voto di fiducia, diventato ormai una prassi ordinaria quando invece dovrebbe essere uno strumento straordinario da impiegare solo in casi di emergenza politica. Il risultato è che il Governo resta lì dov’è anche se non vi è rappresentanza, non vi è favore nemmeno dai membri del Parlamento e non vi è successo politico. Uno stratagemma perfetto. L’immigrazione proseguirà fino a destabilizzare ulteriormente le grandi città, già messe in crisi dalla criminalità organizzata e dalla mancanza di integrazione culturale. Le forze dell’ordine, abbandonate e limitate nella loro operatività, rischiano un collasso.
  • In politica estera, la volontà già dichiarata è quella di proseguire sia nel sostegno all’Ucraina in guerra, sia a Israele nel suo piano genocida, sia al diktat degli Stati Uniti, sia all’UE per il disfacimento della autonomia degli Stati europei. Più soldi per le armi, più uomini da mandare in guerra, più tasse per pagare i debiti dell’Egemone.

Il 2025 è l’anno in cui la crisi sociale potrebbe raggiungere un picco tale da suscitare rivolte e violenze. Ma si sa, in Italia le rivoluzioni non si fanno, perché lo spritz e la Champions League del calcio sono più importanti.

Nihil sub sole novum, dicevano gli antichi latini.

Un anno di disastri “all’italiana”

Il risultato del 2024 per l’Italia e il governo di Giorgia Meloni e quali previsioni si possono fare per il 2025?

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Un’Italia che non cambia

In Italia abbiamo un detto in politica “cambiare tutto affinché niente cambi”: cambiano i governi, cambiano i partiti politici, cambiano le dinamiche internazionali, ma alla fine non cambia niente nel Paese. Come mai? Il problema è radicato nella incapacità di andare oltre il sistema politico così come è stato impostato dopo la sconfitta bellica del 1945 e la conseguente occupazione militare, politica, economica e culturale degli USA. Se non si risolve il problema alla radice, non potrà mai veramente cambiare niente.

Il 2024 è stato l’anno della conferma politica di Giorgia Meloni e del suo Governo, caratterizzato da un colpo di grazia alla sovranità e alla autonomia del popolo italiano.

Politica interna

In politica interna, nel 2024 l’Italia è stata caratterizzata da un aumento dei privilegi per le caste dei politici e dei grandi imprenditori, de-regolamentando il mercato finanziario a favore delle grandi aziende straniere.

Meloni ha venduto gli ultimi asset strategici di Stato: le telecomunicazioni alla CIA con la vendita di TIM a KKR di NetGo diretta da David Patreus, le Poste Italiane privatizzate di un quarto, gli idrocarburi di Eni con un’operazione di baypack azionario, un pre-accordo per le Ferrovie dello Stato di FS. Grande rumore ha fatto il benvenuto al colosso americano BlackRock, che ha messo le mani su tutto ciò che rimaneva di invenduto a privati esteri ed ha messo le mani anche su settori della Pubblica Amministrazione come la digitalizzazione e la gestione della sicurezza. Tutto ciò in vista di del ruolo importante che l’Italia vuole ritagliarsi nella Via del Cotone progettata da USA e Israele per contrastare la Via della Seta.

Garantendo dei super vantaggi per gli acquirenti stranieri, il Governo ha ben pensato di aumentare le tasse ogni mese, far crescere l’inflazione e raccontare agli italiani che “bisogna fare sacrifici perché ce lo chiede l’Europa”.

Sulla stessa scia, nel 2024 della Meloni l’immigrazione clandestina ha raggiunto il massimo storico, con cifre che non erano state toccate nemmeno durante i governi dem.

Il “governo dei sovranisti” ha svenduto la poca sovranità rimasta per un piatto di lenticchie.

Politica estera

Sul piano internazionale, Giorgia Meloni si è posizionata in cima alle classifiche: la donna più asservita ai poteri stranieri. Premiata dall’Atlantic Council, finita sulle copertine dei magazine americani, Meloni ha fatto tutto quello che i partner aspettavano che facesse. Con lei, l’Italia ha siglato un accordo di 10 anni per fornire armi all’Ucraina, confermando l’impegno militare nel prossimo conflitto europeo per conto degli USA, sottoscrivendo già il prossimo arruolamento forzato per mandare i giovani nel tritacarne. Per confermare questa volontà, ha favorito gli investimenti a Leonardo, la prima ditta di armamenti, alzando la spesa militare del PIL al 1,54% con la previsione di raggiungere quanto prima il 2%, passando effettivamente alla “economia di guerra” richiesta dal Comando Europeo della NATO.

Stessa cosa per il sostegno incondizionato a Israele, di cui è stata rinnovata l’obbedienza da parte di tutti i politici del Parlamento, anche davanti alla oggettività del genocidio. Ma, d’altronde, l’Italia è un partner fondamentale per il controllo del Mediterraneo, e né gli USA, né Israele possono rinunciare al controllo dei flussi di crude oil, di merci e di armi.

Quella stessa Italia che lo scorso anno, sempre sotto Meloni, aveva chiuso il mercato con la Cina – storico partner di mercato da secoli – e giusto un mese fa ha dovuto tornare a Pechino per chiedere scusa della maleducazione, altrimenti il mercato italiano delle importazioni crolla completamente.

Inutile parlare di Unione Europea: Meloni è una delle favorite di Ursula Von der Leyen ed ha confermato la volontà di una Italia “più europea” e meno italiana.

Previsioni per il 2025

Guardando al 2025, le prospettive non sono positive:

  • Sul piano interno, il Governo non ha una opposizione reale perché, di fatto, persegue politiche in molti casi favorevoli anche ai democratici. Quando non funziona il meccanismo parlamentare, viene praticato il meccanismo del voto di fiducia, diventato ormai una prassi ordinaria quando invece dovrebbe essere uno strumento straordinario da impiegare solo in casi di emergenza politica. Il risultato è che il Governo resta lì dov’è anche se non vi è rappresentanza, non vi è favore nemmeno dai membri del Parlamento e non vi è successo politico. Uno stratagemma perfetto. L’immigrazione proseguirà fino a destabilizzare ulteriormente le grandi città, già messe in crisi dalla criminalità organizzata e dalla mancanza di integrazione culturale. Le forze dell’ordine, abbandonate e limitate nella loro operatività, rischiano un collasso.
  • In politica estera, la volontà già dichiarata è quella di proseguire sia nel sostegno all’Ucraina in guerra, sia a Israele nel suo piano genocida, sia al diktat degli Stati Uniti, sia all’UE per il disfacimento della autonomia degli Stati europei. Più soldi per le armi, più uomini da mandare in guerra, più tasse per pagare i debiti dell’Egemone.

Il 2025 è l’anno in cui la crisi sociale potrebbe raggiungere un picco tale da suscitare rivolte e violenze. Ma si sa, in Italia le rivoluzioni non si fanno, perché lo spritz e la Champions League del calcio sono più importanti.

Nihil sub sole novum, dicevano gli antichi latini.

Il risultato del 2024 per l’Italia e il governo di Giorgia Meloni e quali previsioni si possono fare per il 2025?

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Un’Italia che non cambia

In Italia abbiamo un detto in politica “cambiare tutto affinché niente cambi”: cambiano i governi, cambiano i partiti politici, cambiano le dinamiche internazionali, ma alla fine non cambia niente nel Paese. Come mai? Il problema è radicato nella incapacità di andare oltre il sistema politico così come è stato impostato dopo la sconfitta bellica del 1945 e la conseguente occupazione militare, politica, economica e culturale degli USA. Se non si risolve il problema alla radice, non potrà mai veramente cambiare niente.

Il 2024 è stato l’anno della conferma politica di Giorgia Meloni e del suo Governo, caratterizzato da un colpo di grazia alla sovranità e alla autonomia del popolo italiano.

Politica interna

In politica interna, nel 2024 l’Italia è stata caratterizzata da un aumento dei privilegi per le caste dei politici e dei grandi imprenditori, de-regolamentando il mercato finanziario a favore delle grandi aziende straniere.

Meloni ha venduto gli ultimi asset strategici di Stato: le telecomunicazioni alla CIA con la vendita di TIM a KKR di NetGo diretta da David Patreus, le Poste Italiane privatizzate di un quarto, gli idrocarburi di Eni con un’operazione di baypack azionario, un pre-accordo per le Ferrovie dello Stato di FS. Grande rumore ha fatto il benvenuto al colosso americano BlackRock, che ha messo le mani su tutto ciò che rimaneva di invenduto a privati esteri ed ha messo le mani anche su settori della Pubblica Amministrazione come la digitalizzazione e la gestione della sicurezza. Tutto ciò in vista di del ruolo importante che l’Italia vuole ritagliarsi nella Via del Cotone progettata da USA e Israele per contrastare la Via della Seta.

Garantendo dei super vantaggi per gli acquirenti stranieri, il Governo ha ben pensato di aumentare le tasse ogni mese, far crescere l’inflazione e raccontare agli italiani che “bisogna fare sacrifici perché ce lo chiede l’Europa”.

Sulla stessa scia, nel 2024 della Meloni l’immigrazione clandestina ha raggiunto il massimo storico, con cifre che non erano state toccate nemmeno durante i governi dem.

Il “governo dei sovranisti” ha svenduto la poca sovranità rimasta per un piatto di lenticchie.

Politica estera

Sul piano internazionale, Giorgia Meloni si è posizionata in cima alle classifiche: la donna più asservita ai poteri stranieri. Premiata dall’Atlantic Council, finita sulle copertine dei magazine americani, Meloni ha fatto tutto quello che i partner aspettavano che facesse. Con lei, l’Italia ha siglato un accordo di 10 anni per fornire armi all’Ucraina, confermando l’impegno militare nel prossimo conflitto europeo per conto degli USA, sottoscrivendo già il prossimo arruolamento forzato per mandare i giovani nel tritacarne. Per confermare questa volontà, ha favorito gli investimenti a Leonardo, la prima ditta di armamenti, alzando la spesa militare del PIL al 1,54% con la previsione di raggiungere quanto prima il 2%, passando effettivamente alla “economia di guerra” richiesta dal Comando Europeo della NATO.

Stessa cosa per il sostegno incondizionato a Israele, di cui è stata rinnovata l’obbedienza da parte di tutti i politici del Parlamento, anche davanti alla oggettività del genocidio. Ma, d’altronde, l’Italia è un partner fondamentale per il controllo del Mediterraneo, e né gli USA, né Israele possono rinunciare al controllo dei flussi di crude oil, di merci e di armi.

Quella stessa Italia che lo scorso anno, sempre sotto Meloni, aveva chiuso il mercato con la Cina – storico partner di mercato da secoli – e giusto un mese fa ha dovuto tornare a Pechino per chiedere scusa della maleducazione, altrimenti il mercato italiano delle importazioni crolla completamente.

Inutile parlare di Unione Europea: Meloni è una delle favorite di Ursula Von der Leyen ed ha confermato la volontà di una Italia “più europea” e meno italiana.

Previsioni per il 2025

Guardando al 2025, le prospettive non sono positive:

  • Sul piano interno, il Governo non ha una opposizione reale perché, di fatto, persegue politiche in molti casi favorevoli anche ai democratici. Quando non funziona il meccanismo parlamentare, viene praticato il meccanismo del voto di fiducia, diventato ormai una prassi ordinaria quando invece dovrebbe essere uno strumento straordinario da impiegare solo in casi di emergenza politica. Il risultato è che il Governo resta lì dov’è anche se non vi è rappresentanza, non vi è favore nemmeno dai membri del Parlamento e non vi è successo politico. Uno stratagemma perfetto. L’immigrazione proseguirà fino a destabilizzare ulteriormente le grandi città, già messe in crisi dalla criminalità organizzata e dalla mancanza di integrazione culturale. Le forze dell’ordine, abbandonate e limitate nella loro operatività, rischiano un collasso.
  • In politica estera, la volontà già dichiarata è quella di proseguire sia nel sostegno all’Ucraina in guerra, sia a Israele nel suo piano genocida, sia al diktat degli Stati Uniti, sia all’UE per il disfacimento della autonomia degli Stati europei. Più soldi per le armi, più uomini da mandare in guerra, più tasse per pagare i debiti dell’Egemone.

Il 2025 è l’anno in cui la crisi sociale potrebbe raggiungere un picco tale da suscitare rivolte e violenze. Ma si sa, in Italia le rivoluzioni non si fanno, perché lo spritz e la Champions League del calcio sono più importanti.

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The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

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