Italiano
August 17, 2025
© Photo: Public domain

Marco MARANGONI

Segue nostro Telegram.  

Sanzioni europee alla Russia. «È arrivato il momento di porsi delle domande. Quanto ci costano le sanzioni alla Russia?». Dubbi degli imprenditori italiani in quell’enorme Paese. «E le sanzioni  hanno o non hanno funzionato?». A guardare la realtà sembra proprio di no. Anzi, la cura (sanzioni) che ha dato il medico non ha funzionato, in compenso si è ammalato il farmacista.

Quanto sono costate a tutti le sanzioni?

«Anziché chiederci quanto sono costate le sanzioni alla Russia e ai russi, perché non ci chiediamo quanto sono costate e quanto costano a noi (italiani ed europei, ndr)?». Vittorio Torrembini, storico presidente dell’Associazione degli imprenditori italiani in Russia, conosce il mondo russo da quando sul Cremlino sventolava ancora la bandiera rossa con falce e martello. Era la fine degli anni ’80, inquilino del Cremlino era Mikhail Gorbaciov, quando da giovane funzionario del Pci di Piacenza, Torrembini si è trasferito a Mosca, cuore pulsante dell’allora Unione Sovietica.

L’associazione degli Imprenditori italiani

Nel corso della recente assemblea, presente l’Ambasciatore d’Italia in Russia, Cecilia Piccioni, sono emersi diversi dati significativi, con spunto polemici sull’attualità Ue. «L’economia russa sta cambiando radicalmente adattandosi al nuovo contesto geopolitico – ha affermato Torrembini –. Le aziende occidentali non dovrebbero ascoltare i politici europei ma cercare di non perdere le occasioni cercando nuove forme di cooperazione con i partner finché le nicchie dell’economia russa sono ancora aperte e non saranno occupate dalle imprese cinesi e di altri Paesi asiatici».

Gli allarmismi europei

«Quasi ogni giorno da Bruxelles arrivano segnali di stare alla larga dalla Russia. Le aziende occidentali, a loro dire, sostengono che l’economia in Russia da tre anni è di tipo militare e in uno stato deplorevole, questo non è assolutamente vero», la smentita da case degli imprenditori italiani da tempo in Russia. «Le piccole e medie imprese italiane che vogliono investire nella grande Federazione, smettano di ascoltare i politici occidentali», tra perorazione ed atto d’accusa.

La Russia economica nei fatti

Il capo degli imprenditori italiani offre una visione di numeri e di fatti della situazione: «Tutti i settori dell’economia russa sono gestiti della nuova situazione geopolitica, e stanno iniziando a cambiare radicalmente. Per la prima volta nella sua lunga storia, la Russia ha la possibilità di diversificare la propria economia e di allontanarsi dalla dipendenza dal petrolio come ha sempre fatto in passato». Elementi di analisi internazionale noti ma seminascosti per contrapposte tifoserie politiche, mentre serve concretezza subito, analizzare, cercare nuove forme di cooperazione con i partner perché altrimenti si rischia di arrivare in ritardo».

La memoria delle imprese Europee

De Philippe Pegorier, Associazione delle imprese europee (AEB), lo scenario politico commerciale Russia-Occidente, partendo dal 2012, anno di chiusura delle sanzioni imposte all’Unione Sovietica, ben 21 anni dopo la fine dell’URSS. «Dall’inizio della guerra in Ucraina, solo il 12% delle ditte statunitensi presenti in Russia hanno lasciato. Il ritorno delle aziende straniere è una questione politica, il processo sarà lungo perché le sanzioni dureranno a lungo – ha detto Pegorier –. Non vedo nessun politico europeo in grado di poter fare qualcosa». La Russia è come una molla, l’allegoria finale «più la premi e più scatta verso l’alto». Forse tifoseria, forse un comprensibile sentimento di solidarietà con una popolazione che comunque deve subire scelte ‘geopolitiche’ da cui si sente estranea.

Deroga finale alla ‘Russia nascosta’ e non ufficiale

Economia come braccio della politica. Il presidente russo Vladimir Vladimirovic Putin, discutendo della possibilità di un ritorno delle aziende straniere in Russia, ha sottolineato che tale possibilità dovrebbe essere affrontata con la massima cautela per non perdere il potenziale acquisito. Mentre il vice premier Dmitry Manturov avverte che le autorità russe consentiranno l’ingresso nel mercato interno solo ad aziende straniere di interesse nazionale, esaminando attentamente ogni singolo caso.

Articolo originale Le sanzioni europee alla Russia nelle tasche italiane – Remocontro

Le sanzioni europee alla Russia nelle tasche italiane

Marco MARANGONI

Segue nostro Telegram.  

Sanzioni europee alla Russia. «È arrivato il momento di porsi delle domande. Quanto ci costano le sanzioni alla Russia?». Dubbi degli imprenditori italiani in quell’enorme Paese. «E le sanzioni  hanno o non hanno funzionato?». A guardare la realtà sembra proprio di no. Anzi, la cura (sanzioni) che ha dato il medico non ha funzionato, in compenso si è ammalato il farmacista.

Quanto sono costate a tutti le sanzioni?

«Anziché chiederci quanto sono costate le sanzioni alla Russia e ai russi, perché non ci chiediamo quanto sono costate e quanto costano a noi (italiani ed europei, ndr)?». Vittorio Torrembini, storico presidente dell’Associazione degli imprenditori italiani in Russia, conosce il mondo russo da quando sul Cremlino sventolava ancora la bandiera rossa con falce e martello. Era la fine degli anni ’80, inquilino del Cremlino era Mikhail Gorbaciov, quando da giovane funzionario del Pci di Piacenza, Torrembini si è trasferito a Mosca, cuore pulsante dell’allora Unione Sovietica.

L’associazione degli Imprenditori italiani

Nel corso della recente assemblea, presente l’Ambasciatore d’Italia in Russia, Cecilia Piccioni, sono emersi diversi dati significativi, con spunto polemici sull’attualità Ue. «L’economia russa sta cambiando radicalmente adattandosi al nuovo contesto geopolitico – ha affermato Torrembini –. Le aziende occidentali non dovrebbero ascoltare i politici europei ma cercare di non perdere le occasioni cercando nuove forme di cooperazione con i partner finché le nicchie dell’economia russa sono ancora aperte e non saranno occupate dalle imprese cinesi e di altri Paesi asiatici».

Gli allarmismi europei

«Quasi ogni giorno da Bruxelles arrivano segnali di stare alla larga dalla Russia. Le aziende occidentali, a loro dire, sostengono che l’economia in Russia da tre anni è di tipo militare e in uno stato deplorevole, questo non è assolutamente vero», la smentita da case degli imprenditori italiani da tempo in Russia. «Le piccole e medie imprese italiane che vogliono investire nella grande Federazione, smettano di ascoltare i politici occidentali», tra perorazione ed atto d’accusa.

La Russia economica nei fatti

Il capo degli imprenditori italiani offre una visione di numeri e di fatti della situazione: «Tutti i settori dell’economia russa sono gestiti della nuova situazione geopolitica, e stanno iniziando a cambiare radicalmente. Per la prima volta nella sua lunga storia, la Russia ha la possibilità di diversificare la propria economia e di allontanarsi dalla dipendenza dal petrolio come ha sempre fatto in passato». Elementi di analisi internazionale noti ma seminascosti per contrapposte tifoserie politiche, mentre serve concretezza subito, analizzare, cercare nuove forme di cooperazione con i partner perché altrimenti si rischia di arrivare in ritardo».

La memoria delle imprese Europee

De Philippe Pegorier, Associazione delle imprese europee (AEB), lo scenario politico commerciale Russia-Occidente, partendo dal 2012, anno di chiusura delle sanzioni imposte all’Unione Sovietica, ben 21 anni dopo la fine dell’URSS. «Dall’inizio della guerra in Ucraina, solo il 12% delle ditte statunitensi presenti in Russia hanno lasciato. Il ritorno delle aziende straniere è una questione politica, il processo sarà lungo perché le sanzioni dureranno a lungo – ha detto Pegorier –. Non vedo nessun politico europeo in grado di poter fare qualcosa». La Russia è come una molla, l’allegoria finale «più la premi e più scatta verso l’alto». Forse tifoseria, forse un comprensibile sentimento di solidarietà con una popolazione che comunque deve subire scelte ‘geopolitiche’ da cui si sente estranea.

Deroga finale alla ‘Russia nascosta’ e non ufficiale

Economia come braccio della politica. Il presidente russo Vladimir Vladimirovic Putin, discutendo della possibilità di un ritorno delle aziende straniere in Russia, ha sottolineato che tale possibilità dovrebbe essere affrontata con la massima cautela per non perdere il potenziale acquisito. Mentre il vice premier Dmitry Manturov avverte che le autorità russe consentiranno l’ingresso nel mercato interno solo ad aziende straniere di interesse nazionale, esaminando attentamente ogni singolo caso.

Articolo originale Le sanzioni europee alla Russia nelle tasche italiane – Remocontro

Marco MARANGONI

Segue nostro Telegram.  

Sanzioni europee alla Russia. «È arrivato il momento di porsi delle domande. Quanto ci costano le sanzioni alla Russia?». Dubbi degli imprenditori italiani in quell’enorme Paese. «E le sanzioni  hanno o non hanno funzionato?». A guardare la realtà sembra proprio di no. Anzi, la cura (sanzioni) che ha dato il medico non ha funzionato, in compenso si è ammalato il farmacista.

Quanto sono costate a tutti le sanzioni?

«Anziché chiederci quanto sono costate le sanzioni alla Russia e ai russi, perché non ci chiediamo quanto sono costate e quanto costano a noi (italiani ed europei, ndr)?». Vittorio Torrembini, storico presidente dell’Associazione degli imprenditori italiani in Russia, conosce il mondo russo da quando sul Cremlino sventolava ancora la bandiera rossa con falce e martello. Era la fine degli anni ’80, inquilino del Cremlino era Mikhail Gorbaciov, quando da giovane funzionario del Pci di Piacenza, Torrembini si è trasferito a Mosca, cuore pulsante dell’allora Unione Sovietica.

L’associazione degli Imprenditori italiani

Nel corso della recente assemblea, presente l’Ambasciatore d’Italia in Russia, Cecilia Piccioni, sono emersi diversi dati significativi, con spunto polemici sull’attualità Ue. «L’economia russa sta cambiando radicalmente adattandosi al nuovo contesto geopolitico – ha affermato Torrembini –. Le aziende occidentali non dovrebbero ascoltare i politici europei ma cercare di non perdere le occasioni cercando nuove forme di cooperazione con i partner finché le nicchie dell’economia russa sono ancora aperte e non saranno occupate dalle imprese cinesi e di altri Paesi asiatici».

Gli allarmismi europei

«Quasi ogni giorno da Bruxelles arrivano segnali di stare alla larga dalla Russia. Le aziende occidentali, a loro dire, sostengono che l’economia in Russia da tre anni è di tipo militare e in uno stato deplorevole, questo non è assolutamente vero», la smentita da case degli imprenditori italiani da tempo in Russia. «Le piccole e medie imprese italiane che vogliono investire nella grande Federazione, smettano di ascoltare i politici occidentali», tra perorazione ed atto d’accusa.

La Russia economica nei fatti

Il capo degli imprenditori italiani offre una visione di numeri e di fatti della situazione: «Tutti i settori dell’economia russa sono gestiti della nuova situazione geopolitica, e stanno iniziando a cambiare radicalmente. Per la prima volta nella sua lunga storia, la Russia ha la possibilità di diversificare la propria economia e di allontanarsi dalla dipendenza dal petrolio come ha sempre fatto in passato». Elementi di analisi internazionale noti ma seminascosti per contrapposte tifoserie politiche, mentre serve concretezza subito, analizzare, cercare nuove forme di cooperazione con i partner perché altrimenti si rischia di arrivare in ritardo».

La memoria delle imprese Europee

De Philippe Pegorier, Associazione delle imprese europee (AEB), lo scenario politico commerciale Russia-Occidente, partendo dal 2012, anno di chiusura delle sanzioni imposte all’Unione Sovietica, ben 21 anni dopo la fine dell’URSS. «Dall’inizio della guerra in Ucraina, solo il 12% delle ditte statunitensi presenti in Russia hanno lasciato. Il ritorno delle aziende straniere è una questione politica, il processo sarà lungo perché le sanzioni dureranno a lungo – ha detto Pegorier –. Non vedo nessun politico europeo in grado di poter fare qualcosa». La Russia è come una molla, l’allegoria finale «più la premi e più scatta verso l’alto». Forse tifoseria, forse un comprensibile sentimento di solidarietà con una popolazione che comunque deve subire scelte ‘geopolitiche’ da cui si sente estranea.

Deroga finale alla ‘Russia nascosta’ e non ufficiale

Economia come braccio della politica. Il presidente russo Vladimir Vladimirovic Putin, discutendo della possibilità di un ritorno delle aziende straniere in Russia, ha sottolineato che tale possibilità dovrebbe essere affrontata con la massima cautela per non perdere il potenziale acquisito. Mentre il vice premier Dmitry Manturov avverte che le autorità russe consentiranno l’ingresso nel mercato interno solo ad aziende straniere di interesse nazionale, esaminando attentamente ogni singolo caso.

Articolo originale Le sanzioni europee alla Russia nelle tasche italiane – Remocontro

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

See also

August 1, 2025

See also

August 1, 2025
The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.