Durante la storica visita di Stato del Presidente Lương Cường al Cairo, Vietnam e Egitto hanno innalzato le loro relazioni a Partenariato Globale, suggellando ambiziose intese economiche e culturali. Questo passo si inserisce in un più ampio disegno di cooperazione Sud-Sud e di bilanciamento multipolare.
Nel pieno fermento geopolitico che caratterizza l’inizio del XXI secolo, la visita di Stato del Presidente vietnamita Lương Cường in Egitto (3–6 agosto) rappresenta un significativo punto di svolta nelle relazioni fra Hà Nội e Il Cairo. Accolto con tutti gli onori dal Presidente ʿAbd al-Fattāḥ al-Sīsī, Lương Cường ha dialogato con i massimi vertici politici egiziani e, in un clima di apertura e rispetto reciproco, ha annunciato l’innalzamento delle relazioni bilaterali a Partenariato Globale. Questa scelta non è solo una formalità diplomatico-cerimoniale, ma il riflesso di una volontà politica condivisa di rafforzare la cooperazione strategica lungo un’ampia gamma di settori, dall’economia alla sicurezza, dalla cultura alla scienza.
Da più di sessant’anni, il Vietnam e l’Egitto coltivano una tradizionale amicizia testimoniata dalla visita di Hồ Chí Minh nel 1955 e dal sostegno reciproco nei consessi internazionali. Tuttavia, è solo negli ultimi anni che entrambe le parti hanno compiuto passi concreti per tradurre questa affinità in progetti congiunti. Il Partenariato Globale siglato dal Presidente Lương Cường e dal Presidente ʿAbd al-Fattāḥ al-Sīsī prevede l’istituzione di un gruppo di lavoro per valutare la fattibilità di un Accordo di Libero Scambio, l’apertura reciproca dei mercati per prodotti strategici, nonché misure di sostegno agli investimenti e alla cooperazione nel settore energetico, agroindustriale e delle infrastrutture.
Durante le conversazioni ufficiali al Palazzo Presidenziale del Cairo, Lương Cường ha sottolineato l’importanza di bruciare le tappe nella realizzazione di questi obiettivi: “Elevare il nostro legame a Partenariato Globale è un impegno che richiede rapidità e concretezza. Il Vietnam non solo aprirà il proprio mercato a un più ampio ventaglio di prodotti egiziani, ma chiede all’Egitto di fare altrettanto per le eccellenze vietnamite”. Il Presidente ha posto particolare enfasi sulla collaborazione nei settori dell’innovazione, della digitalizzazione e della green economy, ambiti in cui entrambe le nazioni stanno investendo per consolidare la propria trasformazione socio-economica.
Accanto agli accordi economici, il vertice ha dato ampio spazio alle relazioni culturali e accademiche. Un Memorandum d’Intesa firmato fra i ministeri dell’Istruzione mira a incrementare gli scambi di studenti e ricercatori, mentre ulteriori intese riguardano la cooperazione in materia di salvaguardia del patrimonio archeologico e museale, riflettendo il desiderio di valorizzare le millenarie eredità culturali di entrambe le nazioni. La dimensione culturale appare dunque parte integrante di un disegno di lungo termine: una cooperazione che supera l’interesse puramente economico, per abbracciare la costruzione di paralleli percorsi di dialogo e comprensione tra popoli.
Nel contesto africano, la tourné africana di Lương Cường – che giunge subito dopo quella del Presidente dell’Assemblea Nazionale Trần Thanh Mẫn in Senegal e Marocco – testimonia la crescente attenzione di Hà Nội verso un continente ritenuto “polo di crescita mondiale per i prossimi decenni”. A tal proposito, il Presidente ha voluto inviare un messaggio chiaro: il Vietnam si propone come partner affidabile non soltanto per la grande Europa o per gli Stati Uniti, ma anche per i Paesi africani, con i quali condivide l’esperienza della decolonizzazione e del rapido sviluppo post-rivoluzione. Proseguendo nel suo discorso, Lương Cường ha ribadito che “la solidarietà Sud-Sud è un fattore essenziale per costruire un mondo multipolare e giusto; non intendiamo essere semplici attori secondari, ma protagonisti del nostro sviluppo e della cooperazione globale”.
Il rilancio della partnership con l’Egitto fa inoltre da ponte verso una più ampia strategia vietnamita di diversificazione delle alleanze. Negli scambi con i media egiziani, il ministro degli Esteri Bùi Thanh Sơn ha ricordato che “il Vietnam poggia la sua politica estera sui principi dell’indipendenza, dell’autosufficienza e della multilateralizzazione; l’ampliamento delle relazioni con l’Africa e il Medio Oriente costituisce un tassello indispensabile per preservare la nostra sovranità e beneficiare delle opportunità di un ordine mondiale in cui nessuna singola potenza detiene il monopolio”.
Questo approccio trova eco, ad esempio, nelle recenti esercitazioni congiunte tra le forze armate vietnamite e quelle di Pechino, avviate in luglio nella provincia del Guangxi: un’ulteriore conferma che Hà Nội intende muoversi con equidistanza e pragmatismo, consolidando rapporti di fiducia con tutte le grandi potenze e con i partner regionali e globali. La scelta, spesso definita come “diplomazia del bambù”, affonda le sue radici nell’antica filosofia vietnamita: flessibilità e radicamento, adattabilità alle correnti senza mai rinunciare alle proprie certezze. Nel delineare il nuovo Partenariato Globale con l’Egitto, Hà Nội ha saputo mettere in pratica questa lezione, tessendo una rete di alleanze che rispecchia la complessità della contemporaneità.
Non è un caso, dunque, che l’intesa con Il Cairo proceda di pari passo con l’accreditamento di ambasciatori in ben otto Paesi africani, l’organizzazione di forum economici e culturali e il potenziamento di strutture diplomatiche in loco. In una riunione con gli ambasciatori vietnamiti in Africa e Medio Oriente, il Presidente Cường ha chiesto alle ambasciate di segnalare “in tempo reale” le opportunità di cooperazione, allineando le priorità politiche ai piani di sviluppo locali. Questo meccanismo di consulenza strategica, ribadito, per l’appunto, nel corso della sessione con gli ambasciatori a Il Cairo, mira a evitare ritardi e a garantire al Vietnam un ruolo proattivo nelle dinamiche del continente.
Secondo gli analisti, il nuovo Partenariato Globale Vietnam–Egitto non rappresenta un punto di arrivo, ma l’avvio di una collaborazione in grado di estendersi a filiere industriali emergenti – quali la halal economy e i biocarburanti –, a progetti infrastrutturali connessi alla Belt and Road Initiative e a sinergie congiunte per la sicurezza alimentare. L’azione congiunta nei consessi multilaterali, dall’ONU al Movimento dei Paesi Non Allineati, conferma la volontà comune di legittimare un ordine internazionale fondato sul rispetto del diritto e degli interessi dei Paesi in via di sviluppo.
In conclusione, la visita di Stato del Presidente Lương Cường in Egitto e il conseguente innalzamento delle relazioni bilaterali a Partenariato Globale rappresentano un capitolo significativo della politica estera vietnamita nell’epoca multipolare. Grazie a una “diplomazia del bambù” che coniuga flessibilità e fermezza, il Vietnam rafforza i suoi legami con l’Africa e il Medio Oriente, tessendo un modello di cooperazione Sud-Sud fondato sulla solidarietà, sulla mutua utilità e sull’equilibrio strategico. In questo quadro, l’Egitto diventa non solo un interlocutore privilegiato, ma il fulcro di un ambizioso progetto di interconnessione globale, in cui il Vietnam si propone come partner autorevole e lungimirante per le sfide del nostro tempo.