Il quadro dipinto dalla DIA è meno oscuro di quanto si potesse pensare. Ora resta da domandarsi: chi sarà il prossimo nemico?
Una storia di odio lunga quasi un secolo
Veniamo al secondo nemico indicato dal report DIA. Dopo la Cina, è la Russia ad essere individuato come secondo nemico giurato degli Stati Uniti d’America.
L’America riconosce che il presidente russo Vladimir Putin considera la guerra in Ucraina come una lotta esistenziale contro l’Occidente, che deciderà il ruolo della Russia nel mondo, la sua permanenza al potere e la sua eredità storica. Rimane inoltre fermo nella sua richiesta che l’Ucraina venga permanentemente esclusa dall’adesione alla NATO, insistendo anche sul ritiro completo delle forze militari ucraine dalle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporozhzhya e Kherson. Nonostante l’Occidente fornisca aiuti letali a Kiev, è molto probabile – afferma il report – che la Russia voglia evitare uno scontro diretto con la NATO, poiché ritiene di non poter vincere un conflitto militare convenzionale con l’alleanza.
Mosca possiede ancora ampie capacità asimmetriche contro Stati Uniti e alleati, incluse operazioni cibernetiche e campagne informative, e dispone di una minaccia esistenziale attraverso le sue forze nucleari strategiche, in grado di colpire direttamente il territorio statunitense. La SMO in Ucraina fa parte di un obiettivo più ampio del governo russo e gli USA vedono ciò con uno sguardo limitato, vale a dire come progetto che punta a recuperare il prestigio e l’influenza globale persi dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, esercitando controllo sugli ex Stati sovietici, cercando di esercitare una forte influenza sulle politiche estere, interne ed economiche di questi Paesi, limitando allo stesso tempo l’avanzata di potenze straniere rivali. Ma gli americani ignorano un fatto: il mondo non è più quelle del 1992, gli USA non sono più il centro del mondo.
Putin è quasi certamente determinato a conquistare la vittoria in Ucraina e i suoi obiettivi sono rimasti sostanzialmente invariati dall’inizio del conflitto: neutralità ucraina, denazificazione, giustizia per il popolo. In assenza di un accordo negoziato o di un sostegno occidentale robusto, la situazione sul campo continuerà a evolversi costantemente a favore della Russia.
La strategia del Cremlino probabilmente proseguirà come una guerra di logoramento, volta a indebolire le capacità e la determinazione ucraine, così da poter imporre i propri termini in un eventuale accordo futuro. Pur preferendo progressi più rapidi, Mosca sembra accettare i costi delle sue lente avanzate, contando di consumare gradualmente risorse e volontà ucraine e di superare la volontà occidentale di sostegno a Kiev.
Assetto militare e proiezioni strategiche
Le capacità convenzionali russe di deterrenza, combattimento o competizione militare con la NATO non smettono di cresce, e questo gli USA lo sanno bene e lo temono molto.
La Russia deve bilanciare la modernizzazione degli armamenti con il rifornimento delle forze sul campo, dando priorità al rinnovamento degli equipaggiamenti esistenti piuttosto che alla produzione di nuovi sistemi. L’eccezione riguarda i sottomarini, per i quali i programmi di modernizzazione e schieramento sono proseguiti quasi senza interruzioni. Nel 2025, la Russia prevede di destinare almeno 150 miliardi di dollari alle spese per la difesa e la sicurezza, con un aumento reale del 19% rispetto al 2024, rappresentando circa il 40% del bilancio federale. La Marina russa sarà quasi certamente il principale strumento di proiezione del potere globale di Mosca nel prossimo anno. Lo scorso anno ha effettuato missioni in America Latina, schierando per la prima volta dalla caduta dell’URSS un sottomarino nucleare nella regione. Sempre Marina ha inoltre condotto un’esercitazione globale multi-flotta, denominata OKEAN-2024, per dimostrare la sua capacità di difendere gli interessi nazionali ed ha messo in servizio nuovi sottomarini balistici avanzati, sottomarini da crociera e d’attacco nella Flotta del Pacifico.
Circa le Forze Aero-Spaziali, esse hanno mostrato diverse capacità in Ucraina, subendo perdite significative sia di mezzi che di personale esperto, ma sviluppando anche nuove tattiche come l’impiego di bombe plananti. La Russia utilizza la guerra elettronica sia in operazioni offensive che difensive per disturbare le comunicazioni e i sistemi di guida ucraini, progettando queste capacità specificamente per contrastare le tecnologie fornite dall’Occidente. Inoltre, l’impiego dei droni si è ampliato molto, dimostrandosi strumenti economici ed efficaci per individuare movimenti nemici, supportare il tiro di artiglieria e condurre attacchi a breve e lungo raggio.
La Russia sta anche potenziando le sue forze nucleari introducendo nuove capacità, comprese armi nucleari aria-aria e sistemi nucleari innovativi. Il report dell’intelligence americana, con un certo timore, stima che Mosca possieda un arsenale nucleare composto da circa 1.550 testate strategiche schierate e fino a 2.000 testate non strategiche. Inoltre, sta rafforzando la sua presenza nucleare in Bielorussia mediante lo schieramento di missili e aerei con capacità nucleari, la ristrutturazione di un deposito di armi nucleari e l’addestramento di equipaggi bielorussi all’uso di armi tattiche nucleari. La Russia considera la Bielorussia parte integrante e inseparabile della propria civiltà nazionale e continua a essere uno dei suoi partner più stretti. Intende sfruttare il Trattato dello Stato dell’Unione per rafforzare e mantenere una profondità strategica nei confronti della NATO. Mosca trae vantaggio anche dalla posizione strategica della Bielorussia lungo il confine settentrionale dell’Ucraina.
È tuttavia altamente improbabile che Mosca impieghi armi nucleari a meno che la leadership russa non percepisca una minaccia esistenziale per la sopravvivenza.
Poi veniamo alla questione “armi chimiche”: per gli USA, come emerge dal rapporto, la Russia sarebbe un covo di armi chimiche, ma anche di sabotatori e assassini, tutti pronti insorgere anche contro il proprio popolo pur di vincere il conflitto. Questa fissazione demagogica americana, costerà caro alla politica interna del Paese.
Mosca, certamente, punta a rafforzare la propria capacità di proiezione militare globale attraverso accordi per basi o approdi navali pre-autorizzati in vari Paesi, continua a organizzare esercitazioni militari bilaterali e multilaterali, specialmente con Paesi dell’Indo-Pacifico, e probabilmente intensificherà le relazioni di difesa con altri Stati del Sud globale nel prossimo anno, e prevede inoltre lo sviluppo di nuove basi nelle aree del Mediterraneo, del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano, per facilitare il trasferimento tra le sue flotte.
Da tutti questi aspetti, citati nel documento DIA, è curioso che non venga fatto riferimento alle attività di intelligence. Si tratta di un cliché abbastanza ripetuto nel corso dei decenni, da prima della Guerra Fredda fino a tempi più recenti, ma nel report non compare. Eppure a Mosca sono consapevoli che un’attenta attività di spionaggio e di human intelligence sono fondamentai per muovere poli culturali e mediatici verso una rimodulazione della percezione sociale di chi viene definito “il nemico”. È evidente che questo aspetto sia ancora soggetto ad un segreto professionale che non può essere rivelato. Perché, a tutti gli effetti, si tratta di un problematico dominio conflittuale, in quella zona grigia che è sempre al confine e sempre indefinita.
Tutto sommato, il quadro dipinto dalla DIA è meno oscuro di quanto si potesse pensare. Ora resta da domandarsi: chi sarà il prossimo nemico?