Ci sono voci che, nel grande frastuono della storia, sussurrano verità che nessuno vuole ascoltare. E poi c’è la voce di Emmanuel Todd. Storico, demografo, saggista, Todd non è un commentatore qualunque.
Ci sono voci che, nel grande frastuono della storia, sussurrano verità che nessuno vuole ascoltare. E poi c’è la voce di Emmanuel Todd. Storico, demografo, saggista, Todd non è un commentatore qualunque. È l’uomo che, analizzando i tassi di mortalità infantile e le strutture familiari, predisse il crollo dell’Unione Sovietica quando tutti la credevano eterna. Un “detective della demografia” capace di scorgere le crepe profonde sotto la superficie degli imperi.
Oggi, quella stessa voce torna a parlare, e lo fa con una lucidità brutale che scuote le fondamenta delle nostre certezze. In una recente, esplosiva intervista rilasciata alla stampa di lingua tedesca, Todd non usa mezzi termini. L’argomento è la guerra in Ucraina, ma la sua analisi va molto oltre il campo di battaglia. Riguarda noi. Riguarda il nostro futuro. La sua tesi, semplice e terrificante, è questa: la Russia ha vinto la guerra, e l’Occidente, perso in un labirinto di illusioni, non se n’è nemmeno accorto.
Questa non è l’opinione di un “utile idiota” del Cremlino, come lui stesso anticipa che verrà etichettato. È la diagnosi spietata di un medico che osserva un paziente – l’Europa – mentre si infligge ferite mortali, convinto di combattere per la propria salvezza. È un viaggio nel cuore oscuro del nostro tempo, un’analisi che dobbiamo avere il coraggio di ascoltare.
Lo Shock della Normalità: Un Viaggio a Mosca
Per comprendere il ragionamento di Todd, dobbiamo partire da dove è partito lui: da Mosca. Invitato per una serie di conferenze, l’intellettuale francese si aspettava di trovare una capitale sotto assedio, piegata dalle sanzioni e dal peso di una guerra totale. Invece, ha vissuto quello che definisce un “shock della normalità”.
Immaginate la scena. Le strade brulicano di persone con gli occhi fissi sugli smartphone. I negozi sono pieni, si paga con carte di credito, i monopattini elettrici sfrecciano come a Parigi. Todd annota un dettaglio quasi comico, ma rivelatore: “La grande differenza era che tutte le scale mobili e gli ascensori funzionavano”. Non è l’immagine di un regime sull’orlo del collasso. È l’immagine di un paese che ha assorbito l’urto, si è riorganizzato e continua a vivere.
Questa “normalità” non è un dettaglio di colore, ma il primo pilastro della sua tesi. Mentre l’Ucraina combatte una guerra esistenziale per la propria sopravvivenza, per la Russia si tratta di un’operazione strategica che, pur avendo un costo umano terribile, non ha destabilizzato il cuore del sistema. Le sanzioni, secondo Todd, hanno addirittura avuto un effetto paradossale: hanno costretto Putin a implementare misure di autarchia economica e a rafforzare legami commerciali alternativi, politiche che in tempo di pace non avrebbe mai potuto imporre. La Russia si è adattata. L’Occidente, invece, sembra aver perso il contatto con la realtà.
L’Apocalisse come Rivelazione: la Sconfitta Americana e il Declino dell’Occidente
Quando Todd afferma che la Russia ha vinto la guerra, non si riferisce a una parata trionfale su Kiev. La sua è un’analisi strategica. L’obiettivo primario degli Stati Uniti, spiega, era quello di usare l’esercito ucraino come proxy per infliggere una sconfitta strategica a Mosca, per logorarla e farla collassare. Questo piano è fallito.
L’America, resasi conto dell’impossibilità di piegare la Russia sul campo, ha spostato il fronte, dichiarando una guerra commerciale aperta alla Cina. Questo, per Todd, è il vero spartiacque. È l’inizio dell’Apocalisse, ma non nel senso di fine del mondo. Nel suo significato originale, biblico: una “rivelazione”. La guerra in Ucraina ha svelato la verità nascosta: il potere americano non è più assoluto. Gli arsenali si svuotano, la capacità produttiva militare arranca, e il controllo sul sistema finanziario globale inizia a vacillare.
In questo grande gioco, l’Europa è la vera vittima, il vero sconfitto. I suoi leader, da Macron a Merz, si agitano, promettono armi, pronunciano discorsi infuocati, ma non hanno voce in capitolo sulla conduzione della guerra. “Sono i burattini degli ucraini e degli americani”, afferma Todd, “ma non si sono ancora resi conto che la guerra è persa”. Forniscono armi e denaro, ma sono esclusi dalle decisioni che contano. Sognano di continuare una guerra che altri hanno già deciso di terminare.
Keynesismo degli Armamenti Germania
La Brama di Suicidio: lo Psicodramma di un’Europa alla Deriva.
Ed è qui che l’analisi di Todd si fa più oscura e inquietante. Osservando l’Europa dall’esterno, egli vede i segni di una patologia profonda, una sorta di follia collettiva che descrive con una frase agghiacciante: una “brama di suicidio” (Sehnsucht nach Selbstmord).
Non è un’iperbole. È una diagnosi basata su decisioni politiche che appaiono inspiegabili, se non come atti di autolesionismo.
Le sanzioni contro la Russia, che hanno danneggiato l’industria europea molto più di quella russa.
La scelta della Germania di abbandonare il nucleare in piena crisi energetica, una decisione definita “assurda”.
La rinuncia volontaria al gas russo a basso costo, spina dorsale della competitività industriale tedesca, senza un piano B sostenibile.
Per Todd, questa non è politica. È una “malattia delle classi dirigenti”, un’élite che ha perso ogni senso della realtà e della responsabilità, intrappolata in un moralismo astratto che la spinge a prendere decisioni contro i propri stessi interessi vitali. È un continente che, per dimostrare i propri valori pacifisti, finisce per prolungare una guerra sanguinosa. Un paradosso che rivela una profonda crisi d’identità.
L’Ombra della Germania: il Pericolo che non Vogliamo Vedere
Se l’Europa è la grande sconfitta, la Germania ne è il cuore problematico. L’analisi di Todd sul ruolo tedesco è forse la parte più originale e allarmante della sua intervista. Secondo lui, la Germania ha perso la sua sovranità. Il silenzio assordante delle sue istituzioni e dei suoi media sulla sabotaggio del Nord Stream ne è la prova più evidente. “La Germania è di nuovo un paese occupato”, afferma, “e la sua vera capitale è Ramstein”, la più grande base aerea americana in Europa.
Ma è il futuro a preoccuparlo di più. L’idea, ventilata dal nuovo establishment politico tedesco (incarnato dalla figura di Friedrich Merz), di costruire “l’esercito più forte d’Europa” è vista da Todd come un atto di “irresponsabilità storica”. Perché? Perché, a differenza di Francia e Gran Bretagna, la Germania possiede un potenziale industriale immenso. Se questo potenziale venisse messo al servizio di un riarmo massiccio, la percezione della minaccia in Europa cambierebbe radicalmente.
Todd ci ricorda un fatto storico che l’Occidente sembra voler dimenticare: la Germania è responsabile della morte di 25 milioni di russi durante la Seconda Guerra Mondiale. Che ora, proprio la Germania, si proponga di riarmarsi in funzione anti-russa, è qualcosa che a Mosca non può essere ignorato. La dottrina militare russa, di fronte a quella che percepirebbe come una minaccia esistenziale, prevede l’uso di armi nucleari tattiche.
Lo scenario da incubo di Todd va ancora oltre. Teme che, in nome di un antifascismo di facciata, la Germania possa arrivare a usare metodi illiberali contro il dissenso interno, come l’AfD. La sua è una visione terribile: un’Europa in cui, molto presto, i francesi e i polacchi potrebbero tornare ad avere più paura dei tedeschi che dei russi.
La Fine della Globalizzazione e il Ritorno della Storia
Tutto questo – la guerra, la crisi europea, il riarmo tedesco – non sono eventi isolati. Sono i sintomi di un processo molto più grande: la fine della globalizzazione. Il mito di un mondo piatto, senza confini, dove le culture sono intercambiabili e solo il mercato conta, si sta sgretolando sotto i nostri occhi.
Brexit, Trump, il successo delle forze populiste in tutta Europa non sono incidenti di percorso, ma la prova che i popoli vogliono tornare a essere sé stessi. “Si scoprirà che i popoli sono molto diversi”, dice Todd. “Gli italiani sono italiani, e i francesi sono francesi”. Questa “implosione della globalizzazione” è la seconda Apocalisse, la seconda rivelazione: il ritorno delle nazioni, con le loro identità, i loro interessi e le loro antiche paure. E questo, avverte, potrebbe portare al collasso dell’Unione Europea.
Cosa significa questo per il futuro? Significa che la Russia non si fida più dell’Occidente e non crede più ai trattati. Putin, dice Todd, non si fermerà finché non avrà raggiunto i suoi obiettivi strategici: la conquista di tutta l’Ucraina orientale fino al Dnepr, Odessa inclusa, per garantire la sicurezza della flotta russa, e la neutralizzazione completa di ciò che resterà dello stato ucraino.
Le tesi di Emmanuel Todd sono scomode. Provocatorie. Per molti, inaccettabili. Ma la domanda che dobbiamo porci non è se ci piacciono. La domanda è: e se avesse ragione? Se fossimo davvero noi, con la nostra presunzione morale e la nostra cecità strategica, i veri architetti della nostra stessa rovina? Ignorare la sua analisi potrebbe essere un lusso che non possiamo più permetterci.
Articolo originale La Strategic Culture Foundation