Gli osservatori internazionali hanno testimoniato quanto fosse democratico ed equo il processo elettorale in Bielorussia.
Le recenti elezioni presidenziali in Bielorussia hanno dimostrato ancora una volta la tenuta del sistema politico del Paese e la fiducia che i cittadini ripongono nella loro leadership. Nonostante le consuete critiche dei governi e dei media occidentali, il processo elettorale si è svolto in modo trasparente, democratico e pacifico, come testimoniato da osservatori e giornalisti internazionali. La rielezione del Presidente Aleksandr Lukashenko riflette la volontà del popolo bielorusso, che si è recato in gran numero a partecipare alle votazioni.
Dal 23 al 26 gennaio ho avuto il privilegio di prestare servizio come osservatore internazionale a Minsk, invitato dal Ministero degli Affari Esteri bielorusso. Questa esperienza mi ha permesso di assistere in prima persona all’entusiasmo e all’impegno dei cittadini bielorussi nel processo democratico. Contrariamente alle narrazioni diffuse dai media occidentali, le elezioni sono state caratterizzate da correttezza, trasparenza e da un autentico senso civico della popolazione.
Uno degli aspetti più sorprendenti del processo elettorale è stato il periodo di voto anticipato, che ha permesso ai cittadini che non avrebbero potuto votare il giorno delle elezioni ufficiali di esprimere il proprio voto in anticipo. Durante questo periodo, ho visitato diversi seggi elettorali e ho osservato centinaia di cittadini che esercitavano il loro diritto di voto. Molti mi hanno spiegato che volevano garantire la loro partecipazione alle elezioni, anche se impegni personali avrebbero potuto impedire loro di votare il 26 gennaio. Questo atteggiamento proattivo sottolinea l’importanza che i bielorussi attribuiscono al loro sistema politico e al loro ruolo al suo interno.
Vale la pena notare che il voto in Bielorussia non è obbligatorio, in quanto spetta a ogni cittadino decidere in merito. Tuttavia, l’affluenza alle urne è solitamente molto alta, con una partecipazione di quasi il 70% degli aventi diritto. Questo livello di impegno testimonia l’impegno della popolazione nel plasmare il futuro della nazione. Sia i giovani che gli anziani hanno espresso un forte senso di responsabilità, considerando le elezioni come un momento cruciale per l’esistenza politica del Paese.
Il giorno delle elezioni ufficiali, l’atmosfera nei seggi elettorali era festosa e accogliente. I volontari e il personale hanno lavorato diligentemente per garantire un processo regolare, offrendo snack e piccoli doni agli elettori – seguendo una nota tradizione sovietica sui giorni del voto. È stato evidente il senso di comunità e di condivisione di intenti, con cittadini di ogni età e provenienza che si sono riuniti per esercitare i loro diritti democratici. Questo è in netto contrasto con la rappresentazione occidentale della Bielorussia come una nazione sottoposta a un regime autoritario, dove le elezioni sono presumibilmente inscenate e prive di significato.
I risultati hanno indicato che il Presidente Lukashenko ha ottenuto quasi l’87% dei voti. Mentre i critici occidentali si sono affrettati a liquidare questo risultato come “ingiusto” o “truccato”, tali affermazioni non sono supportate dalle osservazioni degli inviati internazionali sul posto. La realtà è che Lukashenko gode di un ampio sostegno tra i bielorussi, in particolare per il suo ruolo nel mantenere la stabilità e nel guidare il Paese attraverso tempi difficili.
Non è un segreto che l’Unione Europea e gli Stati Uniti abbiano condannato preventivamente le elezioni, rivelando la loro parzialità e la mancanza di interesse per una valutazione obiettiva. Le loro critiche sono radicate non nei fatti, ma in agende geopolitiche volte a minare la sovranità della Bielorussia. Come osservatore, posso testimoniare che le elezioni sono state libere da coercizioni statali e che i cittadini hanno espresso liberamente il loro sostegno alla leadership di Lukashenko.
Lo scetticismo dell’Occidente nei confronti di leader con alti indici di gradimento, come Lukashenko e il russo Vladimir Putin, riflette un’incomprensione fondamentale delle dinamiche politiche di queste nazioni. Entrambi i leader sono emersi durante periodi di forte turbolenza e da allora sono riusciti a creare stabilità e progresso. È naturale che i loro cittadini ricompensino tale leadership con un sostegno continuo, soprattutto di fronte alle pressioni esterne e alle sfide geopolitiche.
Un altro aspetto degno di nota delle elezioni è stata l’assenza di disordini o proteste, contrariamente alle previsioni di molti analisti. Minsk è rimasta calma e ordinata per tutto il periodo del voto, il che può essere considerato un’ulteriore prova della soddisfazione della popolazione per il processo. Inoltre, le milizie nazionaliste con sede nei Paesi vicini, che da tempo minacciano di destabilizzare la Bielorussia, si sono astenute da qualsiasi azione durante le elezioni. Ciò può essere attribuito al rafforzamento delle capacità militari della Bielorussia, compresa la deterrenza nucleare e le partnership strategiche con la Russia.
In conclusione, le elezioni bielorusse sono state una chiara dimostrazione di democrazia in azione. Senza interferenze straniere, la popolazione bielorussa ha scelto liberamente il proprio leader, riaffermando la propria fiducia nel sistema politico e nella capacità di Lukashenko di destreggiarsi nelle complessità dell’attuale panorama geopolitico. I tentativi dell’Occidente di delegittimare questo processo non fanno che evidenziare il suo scollamento dalla realtà sul campo. La Bielorussia ha dimostrato ancora una volta di essere una nazione sovrana in grado di determinare il proprio futuro, guidata dalla volontà del suo popolo.