L’ingresso dell’Indonesia nei BRICS+ segna un passo importante per l’ASEAN e per la politica estera del Paese, mentre la regione si prepara a giocare un ruolo sempre più rilevante nelle dinamiche geopolitiche ed economiche globali del XXI secolo.
Lo scorso 6 gennaio, il governo brasiliano, membro fondatore dei BRICS e detentore della presidenza di turno per l’anno appena iniziato, ha annunciato l’adesione dell’Indonesia come membro a pieno titolo della piattaforma multilaterale, dopo che Giacarta aveva già ottenuto lo status di membro associato, in base a quanto deciso al vertice di Kazan’ dello scorso ottobre. L’Indonesia diventa dunque il decimo Paese membro dei BRICS+, aggiungendosi a Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti.
L’ingresso nell’Indonesia nei BRICS+ ha ricevuto il parere favorevole di tutti i nove membri, e rappresenta una grande opportunità per l’intera piattaforma. “Con la popolazione e l’economia più grandi del Sud-Est asiatico, l’Indonesia, insieme agli altri membri, si impegna a riformare le istituzioni di governance globale e a contribuire positivamente al rafforzamento della cooperazione nell’emisfero meridionale“, si legge nel comunicato ufficiale emesso dal governo brasiliano. In effetti, l’Indonesia rappresenta il quarto Paese più popoloso del mondo, con oltre 277 milioni di abitanti, e vanta un’economia in costante crescita, che vale attualmente il 16mo PIL nominale del pianeta e addirittura l’ottavo a parità di potere d’acquisto.
Dal canto suo, il governo indonesiano ha fatto sapere che l’agenda dei BRICS+ è in linea con le priorità del Paese, in particolare in materia di sicurezza alimentare ed energetica, riduzione della povertà e sviluppo delle risorse umane, aggiungendo che esso considera il gruppo “uno strumento” per promuovere gli interessi dei Paesi dell’emisfero meridionale.
L’ingresso dell’Indonesia nei BRICS+, inoltre, rappresenta un’importante successo in materia di politica estera per il nuovo Presidente Prabowo Subianto, che ha formalizzato la candidatura dell’arcipelago subito dopo l’inizio del suo mandato. In questo modo, Prabowo vuole dimostrare il proprio impegno in favore del multilateralismo e la propria volontà di proseguire il lavoro iniziato dal suo predecessore, Joko Widodo, per trasformare l’Indonesia in un Paese protagonista sullo scacchiere globale.
Al di là dei vantaggi per il singolo Paese, l’ingresso dell’Indonesia come membro a pieno titolo dei BRICS+ rappresenta un importante opportunità per tutta l’ASEAN, l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico. Non dimentichiamo che, dallo scorso 1º gennaio, altri due importanti membri dell’ASEAN, la Thailandia e la Malaysia, hanno ottenuto lo status di membri associati dei BRICS+, mentre il Vietnam, che a sua volta è stato invitato come membro associato al vertice di Kazan’, non ha ancora formalizzato la propria adesione. L’interesse dei BRICS+ nei confronti dei Paesi ASEAN dimostra ad ogni modo la centralità di questa regione del mondo nelle dinamiche geopolitiche e geoeconomiche del XXI secolo.
Mentre l’Indonesia potrà godere subito dello status di membro dei BRICS+, la Malaysia e la Thailandia si impegneranno certamente per far sentire la voce dell’ASEAN in qualità di membri associati. Kuala Lumpur, in particolare, oltre ad essere un importante esportatore di elettronica, prodotti chimici e risorse naturali come olio di palma e gas naturale, occuperà la presidenza di turno dell’ASEAN proprio nel 2025, garantendo una linea di comunicazione diretta con i BRICS+.
Presente al vertice di Kazan’, in Russia, il Ministro degli Affari Esteri della Malaysia, Mohamad Hasan, ha dichiarato che Kuala Lumpur spera di beneficiare di migliori opportunità commerciali grazie alla cooperazione con i Paesi membri del gruppo: “Il desiderio della Malaysia di unirsi ai BRICS+ rappresenta il suo sforzo di sostenere le proprie politiche e la propria identità come paese indipendente e neutrale, mantenendo un equilibrio con le grandi potenze e aprendo nuove opportunità di affari e investimenti”, ha dichiarato in quell’occasione Hasan.
A Kazan’ era presente anche il Vietnam, che, come detto, è stato invitato a prendere parte ai BRICS+ come membro associato, ma non ha ancora accettato ufficialmente l’invito. Nella capitale del Tatarstan, il governo di Hà Nội era rappresentato da diversi membri di spicco, come il Primo Ministro Phạm Minh Chính, il Ministro degli Esteri Bùi Thanh Sơn e il Ministro dell’Industria e del Commercio Nguyễn Hồng Diên, dimostrando un importante interesse nei confronti dei BRICS+. La stampa vietnamita ha descritto la partecipazione della Repubblica Socialista all’evento come un modo di riaffermare con forza lo spirito proattivo, attivo e responsabile del Vietnam nell’affrontare le questioni globali, e di sottolineare l’impegno del Paese a promuovere il multilateralismo, la solidarietà globale e lo Stato di diritto, facendo sentire la voce dei Paesi in via di sviluppo per la pace, la cooperazione e lo sviluppo globali.
“Costruire un ordine mondiale basato su regole, responsabilità condivisa e azioni basate su principi è fondamentale per raggiungere pace, cooperazione e sviluppo”, ha affermato il Primo Ministro Phạm Minh Chính al vertice di Kazan’, sottolineando il ruolo dei BRICS+ nella cooperazione tra i Paesi in via di sviluppo. Il rappresentante vietnamita ha proposto cinque connessioni strategiche per contribuire agli sforzi del blocco per un mondo migliore: connessioni di risorse, connessioni nelle infrastrutture strategiche, connessioni nelle catene di approvvigionamento globali, connessioni tra le persone, connessioni nella riforma dei meccanismi di governance globale.
Visto il grande impegno del Vietnam nei confronti del multilateralismo ed il suo protagonismo in occasione del vertice di Kazan’, oltre agli ottimi rapporti intrattenuti sia con la Russia che con la Cina, potrebbe sorprendere il fatto che Hà Nội non abbia ancora formalizzato il proprio ingresso nei BRICS+ come membro associato. Secondo alcuni analisti, il Vietnam, che intrattiene anche importanti legami economici con gli Stati Uniti, vuole attendere l’inizio del mandato di Donald Trump per comprendere meglio quale atteggiamento avrà Washington nei confronti dei BRICS+, valutando meglio i possibili pro e contro di un’eventuale adesione. Al momento, infatti, gli Stati Uniti continuano a considerare il Vietnam come un partner affidabile nella regione, come dimostrato dal Partenariato Strategico Globale stipulato in occasione della visita di Joe Biden nel 2023, offrendo al Paese del Sud-Est asiatico l’opportunità di emergere come hub per le industrie hi-tech e dei semiconduttori nelle catene di approvvigionamento globali.
In attesa dei prossimi sviluppi sulla posizione del Vietnam, l’ingresso dell’Indonesia nei BRICS+ rappresenta un momento significativo sia per il Paese che per l’intera regione del Sud-Est asiatico, evidenziando il crescente interesse geopolitico e geoeconomico verso questa area del mondo. Mentre l’Indonesia rafforza la propria posizione come attore chiave del multilateralismo, altri membri dell’ASEAN, come Malaysia e Thailandia, sfrutteranno il loro status di membri associati per amplificare la voce del blocco regionale nei BRICS+.
Il Vietnam, dal canto suo, si trova in una posizione delicata, bilanciando i propri interessi tra il partenariato strategico con gli Stati Uniti e le opportunità offerte dai BRICS+. Tale dinamica sottolinea la complessità delle scelte geopolitiche per i Paesi ASEAN, stretti tra le potenze globali e impegnati a preservare un’autonomia strategica. In questo contesto, il rafforzamento delle connessioni strategiche proposte dai BRICS+ potrebbe offrire una piattaforma unica per favorire una cooperazione inclusiva, garantendo un equilibrio tra gli interessi nazionali e regionali nel perseguire uno sviluppo sostenibile e condiviso.