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Giulio Chinappi
December 27, 2024
© Photo: Public domain

Prabowo Subianto, nuovo presidente dell’Indonesia, eredita un paese variegato e un ruolo cruciale nella politica regionale. Tra riforme interne, equilibrio tra Cina e Stati Uniti e rafforzamento dell’ASEAN, affronta sfide decisive per stabilità nazionale e rilevanza internazionale.

Segue nostro Telegram.

Dopo aver vinto le elezioni di febbraio, lo scorso 20 ottobre Prabowo Subianto ha ufficialmente preso le redini della presidenza in Indonesia. La vittoria di Prabowo è stata propiziata anche dall’inaspettato sostegno da parte del suo predecessore, Joko Widodo, meglio noto come “Jokowi”, che, in rottura con il suo partito, il PDI-P (Partai Demokrasi Indonesia Perjuangan), ha deciso di garantire il suo endorsement a quello che era stato il suo principale avversario in passato.

Il nuovo presidente del quarto paese più popoloso al mondo, ex presidente e ministro della Difesa, si è presentato alla cittadinanza affermando di voler combattere la corruzione dilagante. Inoltre, nel suo discorso inaugurale, l’ottavo presidente del paese ha promesso di rendere l’Indonesia più autosufficiente. Prabowo ha inoltre deciso di essere affiancato da Gibran Rakabuming Raka, figlio di Jokowi, che ha assunto la carica di vicepresidente.

Per quanto riguarda la politica estera, Prabowo ha raccolto l’eredità di Jokowi, che, nel corso del suo mandato, ha riportato l’Indonesia ad essere protagonista a livello internazionale sia all’interno dell’ASEAN, organizzazione della quale l’Indonesia ha occupato la presidenza di turno nel 2023, che a livello globale, promuovendo la candidatura di Giacarta per l’ingresso nei BRICS e costruendo ottime relazioni con la Cina.

Subito dopo aver vinto le elezioni, Prabowo ha confermato di voler proseguire sulla stessa strada di Jokowi per quanto riguarda i rapporti con Pechino, effettuando una visita nella capitale cinese prima ancora di assumere la presidenza. A questa, ha fatto seguito una seconda visita effettuata subito dopo essere entrato in carica, mentre lo scorso aprile era stato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi a recarsi a Giacarta, con il fine principale di trovare una linea comune sulle questioni del Mar Cinese Meridionale.

Allo stesso tempo, l’Indonesia dovrebbe continuare a mantenere una strategia di equilibrio e di non allineamento tra le potenze, come dimostra il fatto che Prabowo ha visitato anche la Russia e l’Australia da presidente eletto, ha viaggiato a Londra nel mese di novembre, mentre poco dopo essersi recato a Pechino per la seconda volta ha effettuato anche una visita ufficiale a Washington, incontrando il presidente uscente Joe Biden e tenendo una conversazione telefonica con il presidente eletto Donald Trump.

Tuttavia, gli analisti hanno evidenziato anche alcune differenze tra la linea di politica estera di Jokowi e quella di Prabowo. In particolare, l’ex presidente ha costruito le sue relazioni internazionali basandosi soprattutto sull’attrazione degli investimenti esteri e lo sviluppo delle esportazioni, dando dunque la precedenza all’aspetto economico-commerciale, mentre il nuovo capo di Stato sembra intenzionato a dare una maggior rilevanza alle questioni legate alla difesa.

Di fronte alle crescenti tensioni nel Mar Cinese Meridionale e lungo lo Stretto di Taiwan, l’Indonesia intende mantenere buone relazioni sia con Washington che con Pechino, con l’obiettivo di non lasciarsi coinvolgere in un eventuale conflitto. A tal proposito, Prabowo ha mostrato interesse per lo svolgimento di esercitazioni militari congiunte sia con l’esercito statunitense che con l’Esercito Popolare di Liberazione cinese.

Al fine di diminuire l’effetto della rivalità tra le grandi potenze nella regione, Prabowo punta anche su un ulteriore rafforzamento dell’ASEAN, ampliando la cooperazione con gli altri principali paesi della regione, in particolare il Vietnam, che ha costruito un’ottima relazione con Giacarta nel corso del mandato presidenziale di Jokowi. Negli ultimi anni, infatti, il Vietnam e l’Indonesia si sono affermati come i principali protagonisti della politica regionale, ergendosi a paesi leader all’interno dell’ASEAN.

Nel frattempo, Prabowo deve anche tenere conto del contesto politico interno, in un paese assai variegato nel quale convivono numerosi gruppi etnici, religiosi e linguistici che fanno riferimento a diverse forze politiche. Un quadro che è stato confermato dalle recenti elezioni locali del 27 novembre, che hanno visto l’intero paese recarsi alle urne con l’unica eccezione della Regione Speciale di Yogyakarta, il cui governatore non viene eletto in quanto la carica spetta di diritto al sultano Hamengkubuwono X.

Queste elezioni sono inoltre state le prime da quando, nel novembre del 2022, la parte indonesiana dell’isola di Nuova Guinea (Papua) è stata suddivisa in sei province differenti a fronte delle due esistenti in precedenza, con il fine di placare alcuni movimenti autonomisti e indipendentisti che hanno dato vita anche ad azioni violente negli ultimi anni. Tale riforma ha portato a 38 il numero complessivo delle province che compongono l’Indonesia.

Tra le 37 province andate al voto, nove hanno eletto governatori provenienti dal Partito Gerindra (Partai Gerakan Indonesia Raya), quello del presidente Prabowo, comprese le province di Sumatra Settentrionale, Giava Occidentale e Giava Centrale. Il Partito Golkar (Partai Golongan Karya), il più antico partito ancora esistente in Indonesia, ha invece eletto cinque governatori, compreso quello della nuova provincia della Papua Pegunungan (Alta Papua), al confine con la Papua Nuova Guinea. Il PDI-P, il partito al quale apparteneva in precedenza l’ex presidente Prabowo, ha invece eletto solo quattro governatori, vincendo tuttavia l’importante corsa elettorale della capitale Giacarta (in attesa che la capitale venga spostata a Nusantara, città nuova in costruzione nel Borneo) ed imponendosi anche a Bali.

In un contesto interno caratterizzato da una straordinaria diversità etnica, culturale e politica, e da un quadro regionale segnato da rivalità crescenti tra grandi potenze, il presidente Prabowo Subianto dovrà dunque attribuire la giusta attenzione sia alle questioni interne che a quelle esterne. Da un lato, il suo impegno nel rafforzare la coesione interna, attraverso riforme istituzionali e l’inclusione di diverse forze politiche, sarà cruciale per mantenere la stabilità del paese. Dall’altro, la strategia di equilibrio tra Cina e Stati Uniti, unita al rafforzamento dell’ASEAN e alla costruzione di partnership regionali diversificate, rappresenta un tentativo ambizioso di preservare l’indipendenza strategica dell’Indonesia e promuovere la cooperazione internazionale. Il successo del suo mandato dipenderà dalla capacità di tradurre queste ambizioni in politiche concrete, in grado di garantire sia il progresso economico che la sicurezza regionale, consolidando così il ruolo di Giacarta come attore centrale nello scenario globale.

Il nuovo corso dell’Indonesia sotto la presidenza di Prabowo Subianto

Prabowo Subianto, nuovo presidente dell’Indonesia, eredita un paese variegato e un ruolo cruciale nella politica regionale. Tra riforme interne, equilibrio tra Cina e Stati Uniti e rafforzamento dell’ASEAN, affronta sfide decisive per stabilità nazionale e rilevanza internazionale.

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Dopo aver vinto le elezioni di febbraio, lo scorso 20 ottobre Prabowo Subianto ha ufficialmente preso le redini della presidenza in Indonesia. La vittoria di Prabowo è stata propiziata anche dall’inaspettato sostegno da parte del suo predecessore, Joko Widodo, meglio noto come “Jokowi”, che, in rottura con il suo partito, il PDI-P (Partai Demokrasi Indonesia Perjuangan), ha deciso di garantire il suo endorsement a quello che era stato il suo principale avversario in passato.

Il nuovo presidente del quarto paese più popoloso al mondo, ex presidente e ministro della Difesa, si è presentato alla cittadinanza affermando di voler combattere la corruzione dilagante. Inoltre, nel suo discorso inaugurale, l’ottavo presidente del paese ha promesso di rendere l’Indonesia più autosufficiente. Prabowo ha inoltre deciso di essere affiancato da Gibran Rakabuming Raka, figlio di Jokowi, che ha assunto la carica di vicepresidente.

Per quanto riguarda la politica estera, Prabowo ha raccolto l’eredità di Jokowi, che, nel corso del suo mandato, ha riportato l’Indonesia ad essere protagonista a livello internazionale sia all’interno dell’ASEAN, organizzazione della quale l’Indonesia ha occupato la presidenza di turno nel 2023, che a livello globale, promuovendo la candidatura di Giacarta per l’ingresso nei BRICS e costruendo ottime relazioni con la Cina.

Subito dopo aver vinto le elezioni, Prabowo ha confermato di voler proseguire sulla stessa strada di Jokowi per quanto riguarda i rapporti con Pechino, effettuando una visita nella capitale cinese prima ancora di assumere la presidenza. A questa, ha fatto seguito una seconda visita effettuata subito dopo essere entrato in carica, mentre lo scorso aprile era stato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi a recarsi a Giacarta, con il fine principale di trovare una linea comune sulle questioni del Mar Cinese Meridionale.

Allo stesso tempo, l’Indonesia dovrebbe continuare a mantenere una strategia di equilibrio e di non allineamento tra le potenze, come dimostra il fatto che Prabowo ha visitato anche la Russia e l’Australia da presidente eletto, ha viaggiato a Londra nel mese di novembre, mentre poco dopo essersi recato a Pechino per la seconda volta ha effettuato anche una visita ufficiale a Washington, incontrando il presidente uscente Joe Biden e tenendo una conversazione telefonica con il presidente eletto Donald Trump.

Tuttavia, gli analisti hanno evidenziato anche alcune differenze tra la linea di politica estera di Jokowi e quella di Prabowo. In particolare, l’ex presidente ha costruito le sue relazioni internazionali basandosi soprattutto sull’attrazione degli investimenti esteri e lo sviluppo delle esportazioni, dando dunque la precedenza all’aspetto economico-commerciale, mentre il nuovo capo di Stato sembra intenzionato a dare una maggior rilevanza alle questioni legate alla difesa.

Di fronte alle crescenti tensioni nel Mar Cinese Meridionale e lungo lo Stretto di Taiwan, l’Indonesia intende mantenere buone relazioni sia con Washington che con Pechino, con l’obiettivo di non lasciarsi coinvolgere in un eventuale conflitto. A tal proposito, Prabowo ha mostrato interesse per lo svolgimento di esercitazioni militari congiunte sia con l’esercito statunitense che con l’Esercito Popolare di Liberazione cinese.

Al fine di diminuire l’effetto della rivalità tra le grandi potenze nella regione, Prabowo punta anche su un ulteriore rafforzamento dell’ASEAN, ampliando la cooperazione con gli altri principali paesi della regione, in particolare il Vietnam, che ha costruito un’ottima relazione con Giacarta nel corso del mandato presidenziale di Jokowi. Negli ultimi anni, infatti, il Vietnam e l’Indonesia si sono affermati come i principali protagonisti della politica regionale, ergendosi a paesi leader all’interno dell’ASEAN.

Nel frattempo, Prabowo deve anche tenere conto del contesto politico interno, in un paese assai variegato nel quale convivono numerosi gruppi etnici, religiosi e linguistici che fanno riferimento a diverse forze politiche. Un quadro che è stato confermato dalle recenti elezioni locali del 27 novembre, che hanno visto l’intero paese recarsi alle urne con l’unica eccezione della Regione Speciale di Yogyakarta, il cui governatore non viene eletto in quanto la carica spetta di diritto al sultano Hamengkubuwono X.

Queste elezioni sono inoltre state le prime da quando, nel novembre del 2022, la parte indonesiana dell’isola di Nuova Guinea (Papua) è stata suddivisa in sei province differenti a fronte delle due esistenti in precedenza, con il fine di placare alcuni movimenti autonomisti e indipendentisti che hanno dato vita anche ad azioni violente negli ultimi anni. Tale riforma ha portato a 38 il numero complessivo delle province che compongono l’Indonesia.

Tra le 37 province andate al voto, nove hanno eletto governatori provenienti dal Partito Gerindra (Partai Gerakan Indonesia Raya), quello del presidente Prabowo, comprese le province di Sumatra Settentrionale, Giava Occidentale e Giava Centrale. Il Partito Golkar (Partai Golongan Karya), il più antico partito ancora esistente in Indonesia, ha invece eletto cinque governatori, compreso quello della nuova provincia della Papua Pegunungan (Alta Papua), al confine con la Papua Nuova Guinea. Il PDI-P, il partito al quale apparteneva in precedenza l’ex presidente Prabowo, ha invece eletto solo quattro governatori, vincendo tuttavia l’importante corsa elettorale della capitale Giacarta (in attesa che la capitale venga spostata a Nusantara, città nuova in costruzione nel Borneo) ed imponendosi anche a Bali.

In un contesto interno caratterizzato da una straordinaria diversità etnica, culturale e politica, e da un quadro regionale segnato da rivalità crescenti tra grandi potenze, il presidente Prabowo Subianto dovrà dunque attribuire la giusta attenzione sia alle questioni interne che a quelle esterne. Da un lato, il suo impegno nel rafforzare la coesione interna, attraverso riforme istituzionali e l’inclusione di diverse forze politiche, sarà cruciale per mantenere la stabilità del paese. Dall’altro, la strategia di equilibrio tra Cina e Stati Uniti, unita al rafforzamento dell’ASEAN e alla costruzione di partnership regionali diversificate, rappresenta un tentativo ambizioso di preservare l’indipendenza strategica dell’Indonesia e promuovere la cooperazione internazionale. Il successo del suo mandato dipenderà dalla capacità di tradurre queste ambizioni in politiche concrete, in grado di garantire sia il progresso economico che la sicurezza regionale, consolidando così il ruolo di Giacarta come attore centrale nello scenario globale.

Prabowo Subianto, nuovo presidente dell’Indonesia, eredita un paese variegato e un ruolo cruciale nella politica regionale. Tra riforme interne, equilibrio tra Cina e Stati Uniti e rafforzamento dell’ASEAN, affronta sfide decisive per stabilità nazionale e rilevanza internazionale.

Segue nostro Telegram.

Dopo aver vinto le elezioni di febbraio, lo scorso 20 ottobre Prabowo Subianto ha ufficialmente preso le redini della presidenza in Indonesia. La vittoria di Prabowo è stata propiziata anche dall’inaspettato sostegno da parte del suo predecessore, Joko Widodo, meglio noto come “Jokowi”, che, in rottura con il suo partito, il PDI-P (Partai Demokrasi Indonesia Perjuangan), ha deciso di garantire il suo endorsement a quello che era stato il suo principale avversario in passato.

Il nuovo presidente del quarto paese più popoloso al mondo, ex presidente e ministro della Difesa, si è presentato alla cittadinanza affermando di voler combattere la corruzione dilagante. Inoltre, nel suo discorso inaugurale, l’ottavo presidente del paese ha promesso di rendere l’Indonesia più autosufficiente. Prabowo ha inoltre deciso di essere affiancato da Gibran Rakabuming Raka, figlio di Jokowi, che ha assunto la carica di vicepresidente.

Per quanto riguarda la politica estera, Prabowo ha raccolto l’eredità di Jokowi, che, nel corso del suo mandato, ha riportato l’Indonesia ad essere protagonista a livello internazionale sia all’interno dell’ASEAN, organizzazione della quale l’Indonesia ha occupato la presidenza di turno nel 2023, che a livello globale, promuovendo la candidatura di Giacarta per l’ingresso nei BRICS e costruendo ottime relazioni con la Cina.

Subito dopo aver vinto le elezioni, Prabowo ha confermato di voler proseguire sulla stessa strada di Jokowi per quanto riguarda i rapporti con Pechino, effettuando una visita nella capitale cinese prima ancora di assumere la presidenza. A questa, ha fatto seguito una seconda visita effettuata subito dopo essere entrato in carica, mentre lo scorso aprile era stato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi a recarsi a Giacarta, con il fine principale di trovare una linea comune sulle questioni del Mar Cinese Meridionale.

Allo stesso tempo, l’Indonesia dovrebbe continuare a mantenere una strategia di equilibrio e di non allineamento tra le potenze, come dimostra il fatto che Prabowo ha visitato anche la Russia e l’Australia da presidente eletto, ha viaggiato a Londra nel mese di novembre, mentre poco dopo essersi recato a Pechino per la seconda volta ha effettuato anche una visita ufficiale a Washington, incontrando il presidente uscente Joe Biden e tenendo una conversazione telefonica con il presidente eletto Donald Trump.

Tuttavia, gli analisti hanno evidenziato anche alcune differenze tra la linea di politica estera di Jokowi e quella di Prabowo. In particolare, l’ex presidente ha costruito le sue relazioni internazionali basandosi soprattutto sull’attrazione degli investimenti esteri e lo sviluppo delle esportazioni, dando dunque la precedenza all’aspetto economico-commerciale, mentre il nuovo capo di Stato sembra intenzionato a dare una maggior rilevanza alle questioni legate alla difesa.

Di fronte alle crescenti tensioni nel Mar Cinese Meridionale e lungo lo Stretto di Taiwan, l’Indonesia intende mantenere buone relazioni sia con Washington che con Pechino, con l’obiettivo di non lasciarsi coinvolgere in un eventuale conflitto. A tal proposito, Prabowo ha mostrato interesse per lo svolgimento di esercitazioni militari congiunte sia con l’esercito statunitense che con l’Esercito Popolare di Liberazione cinese.

Al fine di diminuire l’effetto della rivalità tra le grandi potenze nella regione, Prabowo punta anche su un ulteriore rafforzamento dell’ASEAN, ampliando la cooperazione con gli altri principali paesi della regione, in particolare il Vietnam, che ha costruito un’ottima relazione con Giacarta nel corso del mandato presidenziale di Jokowi. Negli ultimi anni, infatti, il Vietnam e l’Indonesia si sono affermati come i principali protagonisti della politica regionale, ergendosi a paesi leader all’interno dell’ASEAN.

Nel frattempo, Prabowo deve anche tenere conto del contesto politico interno, in un paese assai variegato nel quale convivono numerosi gruppi etnici, religiosi e linguistici che fanno riferimento a diverse forze politiche. Un quadro che è stato confermato dalle recenti elezioni locali del 27 novembre, che hanno visto l’intero paese recarsi alle urne con l’unica eccezione della Regione Speciale di Yogyakarta, il cui governatore non viene eletto in quanto la carica spetta di diritto al sultano Hamengkubuwono X.

Queste elezioni sono inoltre state le prime da quando, nel novembre del 2022, la parte indonesiana dell’isola di Nuova Guinea (Papua) è stata suddivisa in sei province differenti a fronte delle due esistenti in precedenza, con il fine di placare alcuni movimenti autonomisti e indipendentisti che hanno dato vita anche ad azioni violente negli ultimi anni. Tale riforma ha portato a 38 il numero complessivo delle province che compongono l’Indonesia.

Tra le 37 province andate al voto, nove hanno eletto governatori provenienti dal Partito Gerindra (Partai Gerakan Indonesia Raya), quello del presidente Prabowo, comprese le province di Sumatra Settentrionale, Giava Occidentale e Giava Centrale. Il Partito Golkar (Partai Golongan Karya), il più antico partito ancora esistente in Indonesia, ha invece eletto cinque governatori, compreso quello della nuova provincia della Papua Pegunungan (Alta Papua), al confine con la Papua Nuova Guinea. Il PDI-P, il partito al quale apparteneva in precedenza l’ex presidente Prabowo, ha invece eletto solo quattro governatori, vincendo tuttavia l’importante corsa elettorale della capitale Giacarta (in attesa che la capitale venga spostata a Nusantara, città nuova in costruzione nel Borneo) ed imponendosi anche a Bali.

In un contesto interno caratterizzato da una straordinaria diversità etnica, culturale e politica, e da un quadro regionale segnato da rivalità crescenti tra grandi potenze, il presidente Prabowo Subianto dovrà dunque attribuire la giusta attenzione sia alle questioni interne che a quelle esterne. Da un lato, il suo impegno nel rafforzare la coesione interna, attraverso riforme istituzionali e l’inclusione di diverse forze politiche, sarà cruciale per mantenere la stabilità del paese. Dall’altro, la strategia di equilibrio tra Cina e Stati Uniti, unita al rafforzamento dell’ASEAN e alla costruzione di partnership regionali diversificate, rappresenta un tentativo ambizioso di preservare l’indipendenza strategica dell’Indonesia e promuovere la cooperazione internazionale. Il successo del suo mandato dipenderà dalla capacità di tradurre queste ambizioni in politiche concrete, in grado di garantire sia il progresso economico che la sicurezza regionale, consolidando così il ruolo di Giacarta come attore centrale nello scenario globale.

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

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