Italiano
Lorenzo Maria Pacini
December 6, 2024
© Photo: Public domain

Papà Joe ha perdonato il figlio Hunter, il Natale è salvo.

Segue nostro Telegram.

Amazing grace, how sweet the sound
That saved a wretch like me

(Amazing Grace, John Newton, 1772)

Santa Claus sta arrivando in città e per farsi notare, ha già lasciato un bel regalo sotto al camino della Casa Bianca: Papà Joe ha perdonato il figlio Hunter, il Natale è salvo.

Sulla scaletta dell’aereo

Sembra la scena di un cult natalizio, eppure è andata veramente così: sulla scaletta dell’aereo che lo portava in Angola per la prima volta, il presidente americano uscente Joe Biden ha firmato il documento con il quale decretava il perdono totale per il figlio Hunter, condannato per frode fiscale e acquisto di un’arma con omissione dello stato di pregressa tossicodipendenza. Il verdetto sarebbe stato pronunciato fra il 12 e il 16 dicembre, ma il buon Joe, in forza dei suoi valori cristiani e del buon cuore che ha caratterizzato la sua amministrazione, ha deciso di sollevare il figlio dai giorni di prigione.

Anche quest’anno il Natale è salvo, un gesto buono è stato compiuto e il mondo sarà un posto migliore. D’altronde, ognuno ha diritto ad una seconda opportunità, giusto?

Joe Biden era stato forzato dal suo partito a dimettersi a 100 giorni dalle elezioni, lasciando la scena alla sua vice, Kamala Harris, in corsa elettorale. Deluso da questo gesto sprezzante, ha ben pensato di compensare con una buona dose di amore paterno. Il perdono rilasciato è pieno e incondizionato, azzera ogni responsabilità penale per il figlio – che aveva patteggiato ammettendo le proprio colpe in sede giudiziaria – ed ha suscitato lo sdegno di Donald Trump che ha definito Biden un “ipocrita”. Niente da dire sulle 34 condanne pendenti che Trump si porta appresso, ma che saranno rimandate a tempo indeterminato perché ha vinto le elezioni. L’ipocrisia accusata è stata collegata all’assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2020, che vede ancora in prigione alcuni dei “patrioti americani” coinvolti, i quali non hanno ricevuto la grazia da Joe, ma potrebbero trovarla con Donald, coerentemente con le promesse elettorali. Negli USA perdonare all’ultimo minuto è un classico: Trump condonò il debito con la giustizia a Charles, il padre di Jared Kushner – proposto ieri come nuovo ambasciatore a Parigi – nel 2020, ai tempi in prigione perché aveva intimidito una testimone, assoldando una prostituta per sedurne il marito, spedendo successivamente il sex tape, e la testimone era la sua stessa sorella. Charles ora volerà in Francia. Poco importa che Jared sia il marito della figlia di Ivanka Trump e fosse stato mandato in Medio oriente come inviato speciale, dove poi ha fondato una società di investimenti ricevendo circa 2 miliardi di dollari dalle casse saudite. Ma i libri di storia americana sono ricchi di altri esempi, come ad esempio Ford  che perdonò Nixon, o Clinton che ripulì il curriculum del fratello Roger.

Insomma, gli americani in fondo al cuore sono buoni.

Una caricatura della democrazia

La vicenda, per quanto sdolcinata, deve farci riflettere. Ha detto bene Maria Zakharova, commentando l’accaduto: “è una caricatura della democrazia”. È in gioco ancora una volta lo Stato di diritto (o quel poco che ne rimane), che viene svenduto a favore di un po’ di sentimentalismi e di tutela degli interessi personali, in violazione delle leggi e dell’equilibrio stesso dei poteri che costituiscono lo Stato.

Lo stato di diritto (Rule of Law) è un principio fondamentale sia negli ordinamenti di common law come quello americano sia in quelli di civil law. In generale, significa che tutti – individui, governi, istituzioni pubbliche e private – sono soggetti alla legge e ugualmente protetti da essa. Nel contesto degli Stati Uniti, il Rule of Law assume caratteristiche specifiche: anzitutto, la Costituzione è la legge suprema e tutto deve rispettarla. La Corte Suprema svolge il ruolo di interprete della Costituzione, garantendo che nessuna legge o atto violi i diritti fondamentali che vi sono sanciti. La garanzia dello stato di diritto avviene tramite la classica tripartizione dei poteri, legislativo al Congresso, esecutivo al Presidente e alle agenzie federali, giudiziario al sistema delle Corti federali e statali. Il bilanciamento di questi tre poterei è la garanzia contro la concentrazione e l’abuso di potere.

Sicuramente la parabola distruttiva di eventi, decisioni e gossip che hanno travolto Hunter Biden era una macchia nera da dover pulire finché vi era “l’autorità” di farlo, non certo dopo. Nessun commento infatti è stato rilasciato a riguardo di altri “reati” (virgolette necessarie) e conflitti di interesse, come la partecipazione di Hunter ai consigli di amministrazione di aziende ucraine e cinesi, in conflitto con la diplomazia americana e in abuso del ruolo del padre presidente.

Il processo di annientamento delle poche certezze strutturali della politica americana non è certo cominciato adesso. Questo fatto di Biden è uno fra i tanti e nemmeno il più scandaloso. Il suo mandato si chiuderà con una risata collettiva, perché in fin dei conti c’è qualcosa di profondamente americano in tutto questo, che va bene sia ai Rep che ai Dem: business is business, anche con la giustizia, il self made man deve potersi riscattare, sempre. In questi casi, tutte le parti politiche chiudono un occhio.

La decostruzione dello stato amministrativo verrà ora portata avanti da Kash Patel, nominato direttore della FBI. Patel è un sostenitore agguerrito di una presidenza “imperiale”, in cui gli organi giuridici siano un prolungamento del governo. Sulla sua agenda c’è una ristrutturazione totale del sistema giuridico come apparato di vendetta e consolidamento del potere autoritario del presidente. Tanti saluti alla indipendenza della magistratura (ammesso che ci fosse prima).

Il perdono, si sa, è anche una questione di interessi. Joe ha perdonato in pochi passi per salire sull’aereo suo figlio, non come quando nel 2021 dichiarò di non condonare i debiti di 50.000 dollari per prestiti studenteschi ai migliaia di studenti e famiglie coinvolti, perché “non aveva l’autorità per farlo”, dichiarazione subito smentita dalla Casa Bianca che sottolineò la sua autorità in virtù della legislazione vigente. Probabilmente le simpatiche foto di Hunter durante festini e orge con prostitute sono più stimolanti per gli ormai degradati processi cognitivi del padre presidente.

La cosa importante rimane l’aver compiuto un gesto dal valore natalizio. Se poi questo si stato fatto nei confronti di persone bisognose o di un familiare prodigo pluricondannato, poco importa.

Amazing Grace! Il miracolo del perdono di Biden

Papà Joe ha perdonato il figlio Hunter, il Natale è salvo.

Segue nostro Telegram.

Amazing grace, how sweet the sound
That saved a wretch like me

(Amazing Grace, John Newton, 1772)

Santa Claus sta arrivando in città e per farsi notare, ha già lasciato un bel regalo sotto al camino della Casa Bianca: Papà Joe ha perdonato il figlio Hunter, il Natale è salvo.

Sulla scaletta dell’aereo

Sembra la scena di un cult natalizio, eppure è andata veramente così: sulla scaletta dell’aereo che lo portava in Angola per la prima volta, il presidente americano uscente Joe Biden ha firmato il documento con il quale decretava il perdono totale per il figlio Hunter, condannato per frode fiscale e acquisto di un’arma con omissione dello stato di pregressa tossicodipendenza. Il verdetto sarebbe stato pronunciato fra il 12 e il 16 dicembre, ma il buon Joe, in forza dei suoi valori cristiani e del buon cuore che ha caratterizzato la sua amministrazione, ha deciso di sollevare il figlio dai giorni di prigione.

Anche quest’anno il Natale è salvo, un gesto buono è stato compiuto e il mondo sarà un posto migliore. D’altronde, ognuno ha diritto ad una seconda opportunità, giusto?

Joe Biden era stato forzato dal suo partito a dimettersi a 100 giorni dalle elezioni, lasciando la scena alla sua vice, Kamala Harris, in corsa elettorale. Deluso da questo gesto sprezzante, ha ben pensato di compensare con una buona dose di amore paterno. Il perdono rilasciato è pieno e incondizionato, azzera ogni responsabilità penale per il figlio – che aveva patteggiato ammettendo le proprio colpe in sede giudiziaria – ed ha suscitato lo sdegno di Donald Trump che ha definito Biden un “ipocrita”. Niente da dire sulle 34 condanne pendenti che Trump si porta appresso, ma che saranno rimandate a tempo indeterminato perché ha vinto le elezioni. L’ipocrisia accusata è stata collegata all’assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2020, che vede ancora in prigione alcuni dei “patrioti americani” coinvolti, i quali non hanno ricevuto la grazia da Joe, ma potrebbero trovarla con Donald, coerentemente con le promesse elettorali. Negli USA perdonare all’ultimo minuto è un classico: Trump condonò il debito con la giustizia a Charles, il padre di Jared Kushner – proposto ieri come nuovo ambasciatore a Parigi – nel 2020, ai tempi in prigione perché aveva intimidito una testimone, assoldando una prostituta per sedurne il marito, spedendo successivamente il sex tape, e la testimone era la sua stessa sorella. Charles ora volerà in Francia. Poco importa che Jared sia il marito della figlia di Ivanka Trump e fosse stato mandato in Medio oriente come inviato speciale, dove poi ha fondato una società di investimenti ricevendo circa 2 miliardi di dollari dalle casse saudite. Ma i libri di storia americana sono ricchi di altri esempi, come ad esempio Ford  che perdonò Nixon, o Clinton che ripulì il curriculum del fratello Roger.

Insomma, gli americani in fondo al cuore sono buoni.

Una caricatura della democrazia

La vicenda, per quanto sdolcinata, deve farci riflettere. Ha detto bene Maria Zakharova, commentando l’accaduto: “è una caricatura della democrazia”. È in gioco ancora una volta lo Stato di diritto (o quel poco che ne rimane), che viene svenduto a favore di un po’ di sentimentalismi e di tutela degli interessi personali, in violazione delle leggi e dell’equilibrio stesso dei poteri che costituiscono lo Stato.

Lo stato di diritto (Rule of Law) è un principio fondamentale sia negli ordinamenti di common law come quello americano sia in quelli di civil law. In generale, significa che tutti – individui, governi, istituzioni pubbliche e private – sono soggetti alla legge e ugualmente protetti da essa. Nel contesto degli Stati Uniti, il Rule of Law assume caratteristiche specifiche: anzitutto, la Costituzione è la legge suprema e tutto deve rispettarla. La Corte Suprema svolge il ruolo di interprete della Costituzione, garantendo che nessuna legge o atto violi i diritti fondamentali che vi sono sanciti. La garanzia dello stato di diritto avviene tramite la classica tripartizione dei poteri, legislativo al Congresso, esecutivo al Presidente e alle agenzie federali, giudiziario al sistema delle Corti federali e statali. Il bilanciamento di questi tre poterei è la garanzia contro la concentrazione e l’abuso di potere.

Sicuramente la parabola distruttiva di eventi, decisioni e gossip che hanno travolto Hunter Biden era una macchia nera da dover pulire finché vi era “l’autorità” di farlo, non certo dopo. Nessun commento infatti è stato rilasciato a riguardo di altri “reati” (virgolette necessarie) e conflitti di interesse, come la partecipazione di Hunter ai consigli di amministrazione di aziende ucraine e cinesi, in conflitto con la diplomazia americana e in abuso del ruolo del padre presidente.

Il processo di annientamento delle poche certezze strutturali della politica americana non è certo cominciato adesso. Questo fatto di Biden è uno fra i tanti e nemmeno il più scandaloso. Il suo mandato si chiuderà con una risata collettiva, perché in fin dei conti c’è qualcosa di profondamente americano in tutto questo, che va bene sia ai Rep che ai Dem: business is business, anche con la giustizia, il self made man deve potersi riscattare, sempre. In questi casi, tutte le parti politiche chiudono un occhio.

La decostruzione dello stato amministrativo verrà ora portata avanti da Kash Patel, nominato direttore della FBI. Patel è un sostenitore agguerrito di una presidenza “imperiale”, in cui gli organi giuridici siano un prolungamento del governo. Sulla sua agenda c’è una ristrutturazione totale del sistema giuridico come apparato di vendetta e consolidamento del potere autoritario del presidente. Tanti saluti alla indipendenza della magistratura (ammesso che ci fosse prima).

Il perdono, si sa, è anche una questione di interessi. Joe ha perdonato in pochi passi per salire sull’aereo suo figlio, non come quando nel 2021 dichiarò di non condonare i debiti di 50.000 dollari per prestiti studenteschi ai migliaia di studenti e famiglie coinvolti, perché “non aveva l’autorità per farlo”, dichiarazione subito smentita dalla Casa Bianca che sottolineò la sua autorità in virtù della legislazione vigente. Probabilmente le simpatiche foto di Hunter durante festini e orge con prostitute sono più stimolanti per gli ormai degradati processi cognitivi del padre presidente.

La cosa importante rimane l’aver compiuto un gesto dal valore natalizio. Se poi questo si stato fatto nei confronti di persone bisognose o di un familiare prodigo pluricondannato, poco importa.

Papà Joe ha perdonato il figlio Hunter, il Natale è salvo.

Segue nostro Telegram.

Amazing grace, how sweet the sound
That saved a wretch like me

(Amazing Grace, John Newton, 1772)

Santa Claus sta arrivando in città e per farsi notare, ha già lasciato un bel regalo sotto al camino della Casa Bianca: Papà Joe ha perdonato il figlio Hunter, il Natale è salvo.

Sulla scaletta dell’aereo

Sembra la scena di un cult natalizio, eppure è andata veramente così: sulla scaletta dell’aereo che lo portava in Angola per la prima volta, il presidente americano uscente Joe Biden ha firmato il documento con il quale decretava il perdono totale per il figlio Hunter, condannato per frode fiscale e acquisto di un’arma con omissione dello stato di pregressa tossicodipendenza. Il verdetto sarebbe stato pronunciato fra il 12 e il 16 dicembre, ma il buon Joe, in forza dei suoi valori cristiani e del buon cuore che ha caratterizzato la sua amministrazione, ha deciso di sollevare il figlio dai giorni di prigione.

Anche quest’anno il Natale è salvo, un gesto buono è stato compiuto e il mondo sarà un posto migliore. D’altronde, ognuno ha diritto ad una seconda opportunità, giusto?

Joe Biden era stato forzato dal suo partito a dimettersi a 100 giorni dalle elezioni, lasciando la scena alla sua vice, Kamala Harris, in corsa elettorale. Deluso da questo gesto sprezzante, ha ben pensato di compensare con una buona dose di amore paterno. Il perdono rilasciato è pieno e incondizionato, azzera ogni responsabilità penale per il figlio – che aveva patteggiato ammettendo le proprio colpe in sede giudiziaria – ed ha suscitato lo sdegno di Donald Trump che ha definito Biden un “ipocrita”. Niente da dire sulle 34 condanne pendenti che Trump si porta appresso, ma che saranno rimandate a tempo indeterminato perché ha vinto le elezioni. L’ipocrisia accusata è stata collegata all’assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2020, che vede ancora in prigione alcuni dei “patrioti americani” coinvolti, i quali non hanno ricevuto la grazia da Joe, ma potrebbero trovarla con Donald, coerentemente con le promesse elettorali. Negli USA perdonare all’ultimo minuto è un classico: Trump condonò il debito con la giustizia a Charles, il padre di Jared Kushner – proposto ieri come nuovo ambasciatore a Parigi – nel 2020, ai tempi in prigione perché aveva intimidito una testimone, assoldando una prostituta per sedurne il marito, spedendo successivamente il sex tape, e la testimone era la sua stessa sorella. Charles ora volerà in Francia. Poco importa che Jared sia il marito della figlia di Ivanka Trump e fosse stato mandato in Medio oriente come inviato speciale, dove poi ha fondato una società di investimenti ricevendo circa 2 miliardi di dollari dalle casse saudite. Ma i libri di storia americana sono ricchi di altri esempi, come ad esempio Ford  che perdonò Nixon, o Clinton che ripulì il curriculum del fratello Roger.

Insomma, gli americani in fondo al cuore sono buoni.

Una caricatura della democrazia

La vicenda, per quanto sdolcinata, deve farci riflettere. Ha detto bene Maria Zakharova, commentando l’accaduto: “è una caricatura della democrazia”. È in gioco ancora una volta lo Stato di diritto (o quel poco che ne rimane), che viene svenduto a favore di un po’ di sentimentalismi e di tutela degli interessi personali, in violazione delle leggi e dell’equilibrio stesso dei poteri che costituiscono lo Stato.

Lo stato di diritto (Rule of Law) è un principio fondamentale sia negli ordinamenti di common law come quello americano sia in quelli di civil law. In generale, significa che tutti – individui, governi, istituzioni pubbliche e private – sono soggetti alla legge e ugualmente protetti da essa. Nel contesto degli Stati Uniti, il Rule of Law assume caratteristiche specifiche: anzitutto, la Costituzione è la legge suprema e tutto deve rispettarla. La Corte Suprema svolge il ruolo di interprete della Costituzione, garantendo che nessuna legge o atto violi i diritti fondamentali che vi sono sanciti. La garanzia dello stato di diritto avviene tramite la classica tripartizione dei poteri, legislativo al Congresso, esecutivo al Presidente e alle agenzie federali, giudiziario al sistema delle Corti federali e statali. Il bilanciamento di questi tre poterei è la garanzia contro la concentrazione e l’abuso di potere.

Sicuramente la parabola distruttiva di eventi, decisioni e gossip che hanno travolto Hunter Biden era una macchia nera da dover pulire finché vi era “l’autorità” di farlo, non certo dopo. Nessun commento infatti è stato rilasciato a riguardo di altri “reati” (virgolette necessarie) e conflitti di interesse, come la partecipazione di Hunter ai consigli di amministrazione di aziende ucraine e cinesi, in conflitto con la diplomazia americana e in abuso del ruolo del padre presidente.

Il processo di annientamento delle poche certezze strutturali della politica americana non è certo cominciato adesso. Questo fatto di Biden è uno fra i tanti e nemmeno il più scandaloso. Il suo mandato si chiuderà con una risata collettiva, perché in fin dei conti c’è qualcosa di profondamente americano in tutto questo, che va bene sia ai Rep che ai Dem: business is business, anche con la giustizia, il self made man deve potersi riscattare, sempre. In questi casi, tutte le parti politiche chiudono un occhio.

La decostruzione dello stato amministrativo verrà ora portata avanti da Kash Patel, nominato direttore della FBI. Patel è un sostenitore agguerrito di una presidenza “imperiale”, in cui gli organi giuridici siano un prolungamento del governo. Sulla sua agenda c’è una ristrutturazione totale del sistema giuridico come apparato di vendetta e consolidamento del potere autoritario del presidente. Tanti saluti alla indipendenza della magistratura (ammesso che ci fosse prima).

Il perdono, si sa, è anche una questione di interessi. Joe ha perdonato in pochi passi per salire sull’aereo suo figlio, non come quando nel 2021 dichiarò di non condonare i debiti di 50.000 dollari per prestiti studenteschi ai migliaia di studenti e famiglie coinvolti, perché “non aveva l’autorità per farlo”, dichiarazione subito smentita dalla Casa Bianca che sottolineò la sua autorità in virtù della legislazione vigente. Probabilmente le simpatiche foto di Hunter durante festini e orge con prostitute sono più stimolanti per gli ormai degradati processi cognitivi del padre presidente.

La cosa importante rimane l’aver compiuto un gesto dal valore natalizio. Se poi questo si stato fatto nei confronti di persone bisognose o di un familiare prodigo pluricondannato, poco importa.

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

See also

See also

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.