L’Italia è destinata all’aumento del militarismo sulla scia del corrispondente sentimento Dell’Unione Euёropea.
«La libertà per l’Europa non sarà gratuita». Con queste parole Ursula Von der Leyen ieri ha chiesto non solo di armare di più, ma di armare di più l’Europa. Più armi, più economica di guerra, più propaganda di guerra, più sacrifici di guerra.
È proprio il concetto di Europa libera che non ha senso, per il semplice fatto che l’Europa non è una Nazione e quindi libera non può esserlo, come per il fatto che è succube del giogo dell’imperialismo anglo-americano, sotto perenne occupazione miliare straniera.
È vincolo di se stessa. Questa Istituzione ibrida, questo gigante dai piedi di argilla privo di senso politico e giuridico, è diventato un discount dove acquistare gli ultimi regali di Natale in occasione del Black Friday.
Stavolta il nuovo governo europeo è forte di una coalizione fra le parti, seppur mantenendo alcune instabilità e ambiguità. Giorgia Meloni ed Elly Schlein hanno guidato i loro a votare di come accordo a favore della Von der Leyen, tradendo anche una volta il voto dei cittadini. Governano tutti assieme adesso.
Il lavoro del Parlamento Europeo non si è fatto attendere: come primo atto, ha confermato il pieno sostegno all’Ucraina, proponendo misure più aggressive verso la Russia e i suoi alleati. Con 390 voti favorevoli, 135 contrari e 52 astensioni, i deputati hanno approvato un testo che, pur dichiarando di cercare una “soluzione pacifica” al conflitto, sembra non voler deviare dalla via della guerra e delle sanzioni, nonostante l’evidente fallimento di questa strategia. Questa risoluzione, inoltre, si inserisce nel contesto di un presunto coinvolgimento di attori internazionali come la Cina e la Corea del Nord, accusati di supportare la Russia nel conflitto, ma senza alcuna prova concreta che giustifichi tali accuse. Al contrario, la risposta militare e la continua escalation sembrano essere considerate l’unica opzione percorribile, con rischi sempre maggiori per la sicurezza globale. La giustificazione di questa scelta sarebbe quella di tutelare l’Europa dalla presunta alleanza fra Russia, Bielorussia, Corea del Nord e Iran.
Non sono serviti a niente due anni di sanzioni inefficaci, che hanno affondato l’economica europea lanciando molti Paesi nell’inflazione più nera; non sono serviti a niente i risultati della borsa, i rincari di qualsiasi prodotto sul mercato, le difficoltà di approvvigionamento: l’Europa continua ad usare le sanzioni come “strumento di deterrenza”, ma l’unica cosa che detiene è la stupidità di una classe dirigente completamente prona e asservita, come mai prima se ne era vista.
Uno degli aspetti più preoccupanti della risoluzione del Parlamento Europeo è la proposta di fornitura di aerei da guerra, missili a lungo raggio, sistemi avanzati di difesa aerea come i Patriot e i Samp/T e addirittura i missili Taurus, per effettuare attacchi su obiettivi in territorio russo. Questa richiesta è accompagnata dalla proposta di impegno da parte dei paesi dell’UE e della NATO a sostenere l’Ucraina con almeno lo 0,25% del loro PIL annuale, in perfetta coerenza con la conclamata “economia di guerra” rilanciata dai vertici della NATO pochi giorni fa.
Cosa aspettarsi da tutto questo? La risposta è semplice…
L’Italia della Meloni è presente nella gabbia europea e aspetta il suo turno per essere messa a combattere con le altre bestie. Non è oggettivamente pronta per un conflitto armato convenzionale, tanto meno per uno non convenzionale su larga scala. È vero, l’Italia ha aumentato la spesa militare nazionale e da quattro anni si prepara a nuovi teatri di guerra a Est. Ha diretto per un anno intero il comando NATO dell’Operazione Blue vs Red, ma i risultati delle simulazioni non sono stati positivi. Il personale delle Forze Armate italiane è troppo vecchio e composto per lo più da ufficiali; la preparazione tecnica è buona, va riconosciuto, ma mancano i rifornimenti, gli equipaggiamenti e molte altre cose. Il soldato medio italiano, anche se ufficiale, deve acquistare da sé buona parte del proprio equipaggiamento se vuole avere materiale decente. Le forze speciali sono numericamente scarse, vale a dire ci sono pochi preparati per un conflitto armato. A livello tecnologico, sono presenti buoni prototipi sul mercato… ma restano sul mercato. Il Ministero della Difesa italiano prevede di iniziare a rinnovare il parco macchine a partire dal giugno 2025, impiegando circa 2 anni per il completamento. Un tempo molto lungo. Per quanto riguarda l’addestramento, ci sono situazioni imbarazzanti: i soldati vengono addestrati con alcuni strumenti, poi quando sono in missione ne hanno altri. Non c’è abbastanza aggiornamento.
Nel gennaio 2025, sembra che il Ministero della Difesa farà un richiamo per i nuovi soldati: tutti coloro che avevano fatto domanda per entrare come soldati semplici o come sottufficiali e come ufficiali, ma erano stati esclusi perché non avevano superato le selezioni, saranno ripescati con una procedura apposita, ma anche in questo caso si parla di una procedura che inizierà nel 2027 e terminerà nel gennaio 2028. Consideriamo anche un altro aspetto, per niente secondario: la maggior parte dei giovani che verrebbero richiamati in caso di coscrizione obbligatoria, appartengono alla Gen Z o alla Gen X, sono cresciuti con Tik Tok, Instagram, la confusione della loro identità sessuale e l’assenza di valori per la Patria. Immaginate quanto saranno felici e capaci di andare al fronte….
Che dire… l’Italia militare, se verrà davvero coinvolta, troverà i suoi cimiteri pieni di nuovi inquilini.
Dal punto di vista politico, questa chiamata alle armi è molto conveniente per tutti i partiti. Il governo Meloni era nella posizione migliore per portare a termine questa operazione, già pianificata sotto Draghi, perché Meloni è la donna più meritevole nell’obbedienza a Washinton e Tel Aviv. I membri del suo governo hanno smosso una parte significativa dell’immaginario collettivo prendendo di mira l’ultima generazione che ha prestato servizio militare e che ha ancora valori di difesa e amore per la nazione, e che sono i genitori dei ventenni e dei trentenni. Una mossa perfetta. La Meloni ha anche riformato in modo ponderato l’intelligence, compiendo mosse di ulteriore asservimento al Pentagono che non erano state pensate in precedenza. Il tutto ammantato di “sovranità nazionale”. Un colpo al cerchio e uno alla botta.
Tuttavia, sappiamo che non vi può essere alcuna sovranità fintanto che l’Italia – e qualsiasi altro Paese al mondo – resterà sotto il giogo dell’imperialismo. Si potrà finalmente cominciare a parlare seriamente di sovranità quando l’occupante sarà cacciato. Fino ad allora, sarà tutto ammantato di demagogia.