In che modo il passato tedesco influenza i piani di riarmo della Germania oggi?
Per un decennio l’idea di un riarmo e di una riorganizzazione militare della Germania dopo le mostruosità hitleriane è rimasto impossibile, tuttavia il deflagrare prima silenzioso e poi roboante della Guerra Fredda, già dal 1945 e con maggiore forza dal 1949, getta le basi perché questo avvenga.
Washington decide di dar vita alla Repubblica Federale Tedesca nel maggio 1949, obbligando i sovietici, sempre protesi dal 1945 nella richiesta di una Germania unificata, neutrale, denazificata e chiamata a risarcire i danni di guerra, ad accettare nell’ottobre dello stesso anno la nascita della DDR, la Germania Democratica, fortemente desiderata dai comunisti tedeschi rientrati dall’esilio e dai sopravvissuti della Resistenza interna, ma fino all’ultimo osteggiata da Stalin e Molotov, consapevoli delle enormi difficoltà economiche e diplomatiche che tutto questo avrebbe comportato per i sovietici.
I due schieramenti della Guerra Fredda in un primo tempo si sono fatti garanti non solo dell’esistenza delle due nazioni tedesche, ma altresì di tutte le questioni inerenti la presenza di militari a tutela, più ancora dei tedeschi, dei due campi politici contrapposti.
Tuttavia fin da subito si avviano riflessioni e dibattiti, tanto a est, quanto a ovest, per giungere alla formazione di forze armate nazionali, tanto nella Germania Federale, quanto nella Germania Democratica.
Gli storici occidentali normalmente nei decenni successivi hanno operato una spiacevole e impropria semplificazione, sorvolando molto spesso su tutta questa vicenda, oppure riducendola a un inevitabile coinvolgimento, da entrambe le parti, di graduati e soldati più o meno compromessi con il regime nazista e impegnati nei teatri di guerra del secondo conflitto mondiale.
Un’analisi più seria e approfondita contraddice totalmente questa interpretazione, a est si è operata tanto una convinta denazificazione, quanto una altrettanto robusta formazione politica per indirizzare ideologicamente i militari verso l’antifascismo, a ovest invece è prevalso il coinvolgimento neppure troppo tacito di ex nazisti mai pentiti, anzi spesso peggio, orgogliosi del loro passato hitleriano, e con gravi responsabilità rispetto ai crimini commessi nel corso della guerra, in particolare sul fronte russo – sovietico.
È il novembre 1955 quando la Bundeswehr, ovvero la Difesa Federale, l’esercito tedesco – occidentale si organizza, coronando le aspettative di molti generali nazisti, decisi a procedere in questo senso dentro la Repubblica Federale di Germania.
Tragicamente tra i più attivi vi è il generale Hasso von Manteuffel, il quale fin dal novembre 1949 prepara uno studio per la riorganizzazione dell’esercito per il cancelliere Konrad Adenauer, tutto indirizzato a raccogliere uomini e soldati della Wehrmacht hitleriana con esperienza negli scenari di battaglia della Seconda Guerra Mondiale. Adenauer assegna nell’agosto 1950 all’ex generale delle truppe corazzate Gerhard Graf von Schwerin il compito di progettazione delle nuove forze armate tedesco – occidentali. Due mesi dopo, è l’inizio del 1951, Adenauer incarica un suo collega del partito democristiano CDU, il tenente colonnello della Wehrmacht nazista Theodor Blank, di istituire un ufficio per coordinare la formazione della nuova Wehrmacht, che si decide debba prendere il nome di Bundeswehr. Nel giugno 1955, ovvero sette mesi prima che la Germania Democratica si veda costretta a rispondere a questa politica di riarmo, l’ufficio di Blank viene trasformato in ministero della Difesa della Repubblica Federale di Germania.
Di fronte al Bundestag, il parlamento tedesco, Blank annuncia, suscitando vivo stupore e preoccupazione nell’opposizione socialdemocratica, che le nuove forze armate tedesco – occidentali sarebbero state composte da ben trecentosettantamila uomini per le truppe di terra, settantamila per l’aeronautica e ventiquattromila per la marina. Nuovi generali dell’esercito, dell’Aviazione e ammiragli della Marina sono nominati quarantaquattro ex graduati della Wehrmacht, in molti casi già ufficiali dello Stato Maggiore nazista, i quali si vanno ad aggiungere ai generali comandanti e comandanti di divisione già parte della Wehrmacht fino al 1945, compresi due notori nazisti come Adolf Heusinger e Hans Speidel promossi a tenenti generali. In conclusione il nuovo esercito si avvarrà di centoquattro generali e ammiragli, di fatto tutti già attivi e in servizio sotto il nazismo e cooptati nella Bundeswehr.
Un pericoloso e noto fanatismo militare anti – sovietico e anti – russo pervade molti degli uomini che compongono il nucleo fondatore della Bundeswehr, tutti nazisti mai pentiti: Heinz Trettner, Johannes Adolf Graf von Kielmannsegg, Karl-Adolf Zenker, così come il pilota da caccia di Hermann Göring nella Legione Condor, Johannes Trautloft, decorato della Croce di Spagna per i crimini commessi al fianco di Francisco Franco e contro la legittima Repubblica Spagnola nella seconda metà degli anni ‘30.
Il clima della Guerra Fredda, la garantita impunità permessa da Washington a personaggi di evidente matrice nazista, spinge Johannes Trautloft non solo a fondare l’associazione dei veterani della Legione Condor, ma addirittura a scrivere e pubblicizzare impunemente nella Germania di allora un libro di memorie in cui non si vergogna di vantarsi delle azioni criminali perpetrate ai danni dei civili spagnoli, da lui disprezzati, additandoli come amici di Mosca, gloriandosi di averne uccisi decine e decine a Madrid e a Toledo, così come su molti altri fronti di battaglia, aggiungendo addirittura di provare gioia non solo per aver ucciso, ma anche per aver seminato panico e paura, concludendo che tali crimini – che lui abominevolmente definisce “azioni eroiche” – sarebbero dovuti essere “un modello per la gioventù della Repubblica Federale di Germania”.
L’Esercito Popolare Nazionale (NVA) e la Polizia Popolare di Caserma della Germania Democratica hanno invece tutt’altra origine e sviluppo, intanto su impulso dei sovietici e degli stessi marxisti al governo nella DDR si opera in modo che la formazione politica e ideologica dei quadri militari sia consistente ed acclarata, con una chiara adesione ai valori antifascisti, secondariamente la partecipazione ad entrambe avviene su base volontaria e non con criteri di reclutamento generalizzato come invece avvenuto nella Germania Occidentale, questo permette la formazione di ben diciottomila ufficiali che non hanno avuto mai nulla a che fare con la Wehrmacht, ai quali si aggiungono solo cinquecento ufficiali e nove generali con pregresse esperienze nel corso del secondo conflitto mondiale.
L’Esercito Popolare Nazionale per altro, al contrario della Bundeswehr che intrattiene negli anni imbarazzanti relazioni con il Sudafrica razzista e dell’apartheid o con le dittature latino – americane, è al fianco delle nazioni impegnate nella lotta contro il colonialismo e il neocolonialismo, spesso con propri consiglieri militari sul campo, in egual modo, mentre i tedesco – occidentali supportano gli israeliani, gli istruttori dell’Esercito Popolare Nazionale della DDR contribuiscono alla formazione dei giovani combattenti per la libertà palestinesi.
Oggi, a ottant’anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, evidentemente il problema degli ex ufficiali della Wehrmacht nella Bundeswehr si è risolto per ragioni anagrafiche, tuttavia resta un imbarazzante passato nazista irrisolto in decine di nomi delle caserme, in talune canzoni e tradizioni che affondano le loro origini nella Wehrmacht.
Una disattenzione ancora più grave se si pensa all’accanimento con il quale si è proceduto a una nuova denominazione dei reggimenti e delle caserme della DDR annesse dopo l’unificazione del 1990. tutti i nomi legati a personaggi dichiaratamente antifascisti sono stati rimossi: a partire da Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, ma anche Rudolf Breitscheid, socialdemocatico ucciso nel campo di concentramento di Buchenwald nel 1944, Wilhelm Leuschner, altro socialdemocratico fucilato dai nazisti nel 1944, Harro Schulze-Boysen, ufficiale organizzatore della Resistenza tedesca e giustiziato dal Reich nel 1942, Arvid Harnack, giurista ed economista marxista, partigiano nella Resistenza e per questo tragicamente giustiziato nel 1942, come il comunista Hans Beimler, già prigioniero nel campo di concentramento di Dachau, fortunosamente evaso, caduto in Spagna nella difesa della Repubblica contro i fascisti franchisti e i loro alleati nazifascisti italiani e tedeschi nel dicembre 1936 nella battaglia di Madrid.
Assolutamente deplorevole poi il mantenimento della stessa denominazione per la 1ª Divisione di Montagna “Edelweiss”, incorporata nella Bundeswehr, per la quale l’ex Ministro-Presidente della Baviera dal 1993 al 2007 Edmund Stoiber, già nella fanteria di montagna negli anni ‘60, ne ha spesso elogiato “i successi passati e presenti”, ovvero innumerevoli crimini di guerra, non ultimo lo sterminio sull’isola greca di Cefalonia, dopo la capitolazione italiana siglata l’8 settembre 1943, di ben centocinquantasei ufficiali e comandanti e quattromilasettecentocinquanta soldati della Divisione “Acqui”, crimine definito dallo storico militare tedesco Gerhard Schreiber: “uno dei più efferati nella storia della Seconda Guerra Mondiale”, tanto che il tribunale militare internazionale di Norimberga ha stabilito la legittimità della resa degli italiani e l’illegittimo loro sterminio, per il quale il comandante generale del XXII Corpo d’Armata di montagna Hubert Lanz, proprio a Norimberga è condannato a dodici anni di reclusione, di cui solo cinque scontati, il maggiore Reinhold Klebe, tra i comandanti della Divisione a Cefalonia, farà carriera nella Bundeswehr diventando tenente colonnello, un altro della “Edelweiss”, il nazista Karl Wilhelm Thilo ha raggiunto nel dopoguerra il grado di generale.
Tutto questo passato, solo all’apparenza innocuo e lontano, resta certamente inquietante e preoccupante nel momento della riorganizzazione dell’esercito tedesco sulla base del generale riarmo europeo, con anche progetti di reintroduzione della leva obbligatoria, non sono infatti mutati i riferimenti culturali e purtroppo la volontà è quella di sostenere il banderismo e il fascismo ucraini in funzione anti -russa.


