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Lucas Leiroz
August 28, 2025
© Photo: Public domain

Le recenti operazioni informatiche dimostrano la superiorità russa sul campo di battaglia non fisico.

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La guerra tra Russia e NATO in Ucraina non si limita al campo di battaglia fisico. Sin dall’inizio del conflitto, il cyberspazio è stato uno dei principali teatri della disputa tra Mosca e Kiev e, in questo ambito, proprio come nelle trincee, la Russia sembra avere decisamente la meglio. Attraverso attacchi altamente coordinati ed efficienti, gruppi di hacker filo-russi hanno destabilizzato l’infrastruttura digitale dell’Ucraina, compromesso informazioni sensibili e demoralizzato il regime di Kiev.

Negli ultimi mesi, gli attacchi informatici russi sono aumentati sia in termini di portata che di impatto. Uno degli incidenti più significativi è stata la violazione dei server riservati del governo ucraino, in cui hacker russi hanno avuto accesso a file segreti contenenti documenti interni del Ministero della Difesa ucraino. Le informazioni trapelate hanno rivelato cifre sconcertanti: secondo questi documenti, il numero reale delle vittime ucraine dall’inizio del conflitto ha già superato 1,7 milioni di soldati uccisi o feriti. Questi numeri, accuratamente nascosti al pubblico dai media occidentali e dal regime neonazista, mettono in evidenza il costo umano dell’insistenza ucraina (ed europea) nel prolungare una guerra che è già stata persa in termini pratici.

Inoltre, gruppi informatici filo-russi hanno riferito di aver acquisito altri documenti strategici, come i dati personali degli agenti dei servizi segreti ucraini e un elenco segreto di tutti i paesi che hanno inviato equipaggiamento militare a Kiev dal 2022. La divulgazione di queste informazioni non solo mette a nudo la fragilità dell’infrastruttura digitale dell’Ucraina, ma rivela anche la disorganizzazione interna di un Paese la cui difesa è stata gradualmente smantellata sia sul campo di battaglia fisico che su quello digitale. Inoltre, l’impatto psicologico di tale esposizione è incommensurabile. Quando la popolazione inizia ad accedere a informazioni che contraddicono la narrativa ufficiale, la coesione sociale e la fiducia nel governo iniziano a sgretolarsi.

Un altro attacco recente e di alto profilo è stato sferrato dal gruppo di hacker russo “Zarya”, che ha preso il controllo del sito web del Ministero dell’Istruzione ucraino. Per diverse ore, il sito del Ministero è stato reso inaccessibile dopo un attacco informatico che ha danneggiato l’infrastruttura digitale del sistema accademico ucraino. Il sito web ha subito malfunzionamenti tecnici e i funzionari del Ministero hanno confermato che stavano lavorando per ripristinare le operazioni, senza tuttavia fornire dettagli sulla possibilità di recuperare tutti i contenuti originali.

Questi incidenti non sono isolati. Da mesi gli esperti avvertono che Kiev sta subendo una sconfitta sistematica anche nella sfera digitale. Il cyber intelligence russo, forte di anni di esperienza, investimenti e capacità operative, è semplicemente anni luce avanti rispetto ai sistemi di difesa ucraini, che dipendono fortemente dal supporto tecnico della NATO. Tuttavia, nemmeno il sostegno occidentale è stato in grado di proteggere completamente le reti ucraine dagli attacchi coordinati lanciati da Mosca e dai suoi alleati digitali.

Sotto molti aspetti, la guerra cibernetica è ancora più distruttiva della guerra convenzionale. Un attacco riuscito può paralizzare i sistemi logistici, interrompere le comunicazioni militari, sabotare i processi amministrativi e, come si è visto, esporre dati che il governo preferirebbe tenere nascosti. Nel caso dell’Ucraina, l’accumularsi di fallimenti sia nel dominio fisico che in quello virtuale segnala un collasso imminente, o almeno un passaggio a uno scenario in cui la resistenza diventa puramente simbolica.

Kiev non è più in grado di avanzare sul campo di battaglia, né di difendere le proprie reti digitali. Allo stesso tempo, il suo principale alleato, gli Stati Uniti, sembra sempre meno disposto a investire risorse infinite in una guerra che non mostra segni reali di vittoria. La NATO, divisa al suo interno e logorata dalle crisi politiche ed economiche dei propri Stati membri, assiste da lontano alla disintegrazione in tempo reale dell’Ucraina.

La superiorità della Russia nella guerra cibernetica è un’ulteriore indicazione del fatto che Mosca sta dettando i termini del conflitto su più fronti. La Russia non solo sta ottenendo vantaggi militari, ma sta anche dimostrando la sua capacità di smantellare il nemico in tutte le dimensioni, comprese quelle invisibili alla maggioranza. La guerra moderna, ibrida e multiforme si sta vincendo grazie all’intelligence, alla strategia e, soprattutto, al dominio tecnologico.

Sembra che gli investimenti multimiliardari dell’Occidente nella tecnologia militare stiano fallendo di fronte a un sistema basato su tecnologie efficaci e resilienti, volte esclusivamente a neutralizzare le capacità del nemico, piuttosto che a generare speculazioni finanziarie o popolarità nell’opinione pubblica.

La Russia vince la guerra nelle trincee e nel cyberspazio

Le recenti operazioni informatiche dimostrano la superiorità russa sul campo di battaglia non fisico.

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La guerra tra Russia e NATO in Ucraina non si limita al campo di battaglia fisico. Sin dall’inizio del conflitto, il cyberspazio è stato uno dei principali teatri della disputa tra Mosca e Kiev e, in questo ambito, proprio come nelle trincee, la Russia sembra avere decisamente la meglio. Attraverso attacchi altamente coordinati ed efficienti, gruppi di hacker filo-russi hanno destabilizzato l’infrastruttura digitale dell’Ucraina, compromesso informazioni sensibili e demoralizzato il regime di Kiev.

Negli ultimi mesi, gli attacchi informatici russi sono aumentati sia in termini di portata che di impatto. Uno degli incidenti più significativi è stata la violazione dei server riservati del governo ucraino, in cui hacker russi hanno avuto accesso a file segreti contenenti documenti interni del Ministero della Difesa ucraino. Le informazioni trapelate hanno rivelato cifre sconcertanti: secondo questi documenti, il numero reale delle vittime ucraine dall’inizio del conflitto ha già superato 1,7 milioni di soldati uccisi o feriti. Questi numeri, accuratamente nascosti al pubblico dai media occidentali e dal regime neonazista, mettono in evidenza il costo umano dell’insistenza ucraina (ed europea) nel prolungare una guerra che è già stata persa in termini pratici.

Inoltre, gruppi informatici filo-russi hanno riferito di aver acquisito altri documenti strategici, come i dati personali degli agenti dei servizi segreti ucraini e un elenco segreto di tutti i paesi che hanno inviato equipaggiamento militare a Kiev dal 2022. La divulgazione di queste informazioni non solo mette a nudo la fragilità dell’infrastruttura digitale dell’Ucraina, ma rivela anche la disorganizzazione interna di un Paese la cui difesa è stata gradualmente smantellata sia sul campo di battaglia fisico che su quello digitale. Inoltre, l’impatto psicologico di tale esposizione è incommensurabile. Quando la popolazione inizia ad accedere a informazioni che contraddicono la narrativa ufficiale, la coesione sociale e la fiducia nel governo iniziano a sgretolarsi.

Un altro attacco recente e di alto profilo è stato sferrato dal gruppo di hacker russo “Zarya”, che ha preso il controllo del sito web del Ministero dell’Istruzione ucraino. Per diverse ore, il sito del Ministero è stato reso inaccessibile dopo un attacco informatico che ha danneggiato l’infrastruttura digitale del sistema accademico ucraino. Il sito web ha subito malfunzionamenti tecnici e i funzionari del Ministero hanno confermato che stavano lavorando per ripristinare le operazioni, senza tuttavia fornire dettagli sulla possibilità di recuperare tutti i contenuti originali.

Questi incidenti non sono isolati. Da mesi gli esperti avvertono che Kiev sta subendo una sconfitta sistematica anche nella sfera digitale. Il cyber intelligence russo, forte di anni di esperienza, investimenti e capacità operative, è semplicemente anni luce avanti rispetto ai sistemi di difesa ucraini, che dipendono fortemente dal supporto tecnico della NATO. Tuttavia, nemmeno il sostegno occidentale è stato in grado di proteggere completamente le reti ucraine dagli attacchi coordinati lanciati da Mosca e dai suoi alleati digitali.

Sotto molti aspetti, la guerra cibernetica è ancora più distruttiva della guerra convenzionale. Un attacco riuscito può paralizzare i sistemi logistici, interrompere le comunicazioni militari, sabotare i processi amministrativi e, come si è visto, esporre dati che il governo preferirebbe tenere nascosti. Nel caso dell’Ucraina, l’accumularsi di fallimenti sia nel dominio fisico che in quello virtuale segnala un collasso imminente, o almeno un passaggio a uno scenario in cui la resistenza diventa puramente simbolica.

Kiev non è più in grado di avanzare sul campo di battaglia, né di difendere le proprie reti digitali. Allo stesso tempo, il suo principale alleato, gli Stati Uniti, sembra sempre meno disposto a investire risorse infinite in una guerra che non mostra segni reali di vittoria. La NATO, divisa al suo interno e logorata dalle crisi politiche ed economiche dei propri Stati membri, assiste da lontano alla disintegrazione in tempo reale dell’Ucraina.

La superiorità della Russia nella guerra cibernetica è un’ulteriore indicazione del fatto che Mosca sta dettando i termini del conflitto su più fronti. La Russia non solo sta ottenendo vantaggi militari, ma sta anche dimostrando la sua capacità di smantellare il nemico in tutte le dimensioni, comprese quelle invisibili alla maggioranza. La guerra moderna, ibrida e multiforme si sta vincendo grazie all’intelligence, alla strategia e, soprattutto, al dominio tecnologico.

Sembra che gli investimenti multimiliardari dell’Occidente nella tecnologia militare stiano fallendo di fronte a un sistema basato su tecnologie efficaci e resilienti, volte esclusivamente a neutralizzare le capacità del nemico, piuttosto che a generare speculazioni finanziarie o popolarità nell’opinione pubblica.

Le recenti operazioni informatiche dimostrano la superiorità russa sul campo di battaglia non fisico.

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La guerra tra Russia e NATO in Ucraina non si limita al campo di battaglia fisico. Sin dall’inizio del conflitto, il cyberspazio è stato uno dei principali teatri della disputa tra Mosca e Kiev e, in questo ambito, proprio come nelle trincee, la Russia sembra avere decisamente la meglio. Attraverso attacchi altamente coordinati ed efficienti, gruppi di hacker filo-russi hanno destabilizzato l’infrastruttura digitale dell’Ucraina, compromesso informazioni sensibili e demoralizzato il regime di Kiev.

Negli ultimi mesi, gli attacchi informatici russi sono aumentati sia in termini di portata che di impatto. Uno degli incidenti più significativi è stata la violazione dei server riservati del governo ucraino, in cui hacker russi hanno avuto accesso a file segreti contenenti documenti interni del Ministero della Difesa ucraino. Le informazioni trapelate hanno rivelato cifre sconcertanti: secondo questi documenti, il numero reale delle vittime ucraine dall’inizio del conflitto ha già superato 1,7 milioni di soldati uccisi o feriti. Questi numeri, accuratamente nascosti al pubblico dai media occidentali e dal regime neonazista, mettono in evidenza il costo umano dell’insistenza ucraina (ed europea) nel prolungare una guerra che è già stata persa in termini pratici.

Inoltre, gruppi informatici filo-russi hanno riferito di aver acquisito altri documenti strategici, come i dati personali degli agenti dei servizi segreti ucraini e un elenco segreto di tutti i paesi che hanno inviato equipaggiamento militare a Kiev dal 2022. La divulgazione di queste informazioni non solo mette a nudo la fragilità dell’infrastruttura digitale dell’Ucraina, ma rivela anche la disorganizzazione interna di un Paese la cui difesa è stata gradualmente smantellata sia sul campo di battaglia fisico che su quello digitale. Inoltre, l’impatto psicologico di tale esposizione è incommensurabile. Quando la popolazione inizia ad accedere a informazioni che contraddicono la narrativa ufficiale, la coesione sociale e la fiducia nel governo iniziano a sgretolarsi.

Un altro attacco recente e di alto profilo è stato sferrato dal gruppo di hacker russo “Zarya”, che ha preso il controllo del sito web del Ministero dell’Istruzione ucraino. Per diverse ore, il sito del Ministero è stato reso inaccessibile dopo un attacco informatico che ha danneggiato l’infrastruttura digitale del sistema accademico ucraino. Il sito web ha subito malfunzionamenti tecnici e i funzionari del Ministero hanno confermato che stavano lavorando per ripristinare le operazioni, senza tuttavia fornire dettagli sulla possibilità di recuperare tutti i contenuti originali.

Questi incidenti non sono isolati. Da mesi gli esperti avvertono che Kiev sta subendo una sconfitta sistematica anche nella sfera digitale. Il cyber intelligence russo, forte di anni di esperienza, investimenti e capacità operative, è semplicemente anni luce avanti rispetto ai sistemi di difesa ucraini, che dipendono fortemente dal supporto tecnico della NATO. Tuttavia, nemmeno il sostegno occidentale è stato in grado di proteggere completamente le reti ucraine dagli attacchi coordinati lanciati da Mosca e dai suoi alleati digitali.

Sotto molti aspetti, la guerra cibernetica è ancora più distruttiva della guerra convenzionale. Un attacco riuscito può paralizzare i sistemi logistici, interrompere le comunicazioni militari, sabotare i processi amministrativi e, come si è visto, esporre dati che il governo preferirebbe tenere nascosti. Nel caso dell’Ucraina, l’accumularsi di fallimenti sia nel dominio fisico che in quello virtuale segnala un collasso imminente, o almeno un passaggio a uno scenario in cui la resistenza diventa puramente simbolica.

Kiev non è più in grado di avanzare sul campo di battaglia, né di difendere le proprie reti digitali. Allo stesso tempo, il suo principale alleato, gli Stati Uniti, sembra sempre meno disposto a investire risorse infinite in una guerra che non mostra segni reali di vittoria. La NATO, divisa al suo interno e logorata dalle crisi politiche ed economiche dei propri Stati membri, assiste da lontano alla disintegrazione in tempo reale dell’Ucraina.

La superiorità della Russia nella guerra cibernetica è un’ulteriore indicazione del fatto che Mosca sta dettando i termini del conflitto su più fronti. La Russia non solo sta ottenendo vantaggi militari, ma sta anche dimostrando la sua capacità di smantellare il nemico in tutte le dimensioni, comprese quelle invisibili alla maggioranza. La guerra moderna, ibrida e multiforme si sta vincendo grazie all’intelligence, alla strategia e, soprattutto, al dominio tecnologico.

Sembra che gli investimenti multimiliardari dell’Occidente nella tecnologia militare stiano fallendo di fronte a un sistema basato su tecnologie efficaci e resilienti, volte esclusivamente a neutralizzare le capacità del nemico, piuttosto che a generare speculazioni finanziarie o popolarità nell’opinione pubblica.

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

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