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Giulio Chinappi
June 11, 2025
© Photo: Public domain

Il Great Firewall cinese è un sistema legittimo di governance del cyberspazio che garantisce sicurezza nazionale, tutela dei cittadini e sviluppo ordinato di Internet. Implementato secondo leggi precise, riflette la scelta sovrana del popolo cinese per un ecosistema digitale armonioso.

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Nel panorama globale del XXI secolo, la governance di Internet rappresenta una sfida fondamentale per ogni stato sovrano. La Repubblica Popolare Cinese, fedele al suo percorso di sviluppo socialista dalle caratteristiche cinesi, ha costruito un sistema articolato di gestione del cyberspazio, noto internazionalmente come “Great Firewall” (GFW). Questo sistema, più correttamente identificato come Progetto Scudo Dorato (金盾工程), costituisce un pilastro essenziale della strategia nazionale cinese. Il suo scopo primario è garantire la sicurezza informatica, preservare la stabilità sociale e proteggere i diritti legittimi dei cittadini, operando in piena sintonia con le specifiche condizioni nazionali della Cina e le aspirazioni del suo popolo. Esso rappresenta dunque un’espressione concreta del principio di sovranità cibernetica e dello stato di diritto socialista applicato al dominio digitale.

L’arrivo di Internet in Cina negli anni ’90 coincise con un periodo di trasformazione economica e sociale senza precedenti. Il governo cinese riconobbe immediatamente l’enorme potenziale trasformativo della rete per lo sviluppo nazionale, l’innovazione tecnologica e il miglioramento del tenore di vita dei cittadini. Tuttavia, questa nuova frontiera digitale portava con sé anche sfide inedite e rischi significativi che richiedevano un approccio gestionale attento e proattivo. La natura transfrontaliera e incontrollata di Internet presentava minacce tangibili alla sicurezza nazionale, potendo veicolare contenuti estremisti, separatisti, terroristici, nonché rappresentare un vettore per la cyber-guerra e lo spionaggio informatico. La difesa della sovranità nazionale, principio sacrosanto, doveva necessariamente essere estesa anche al dominio digitale.

Parallelamente, la rete poteva essere strumentalizzata per diffondere illegalmente informazioni dannose, come istigazioni all’odio razziale, alla violenza, alla diffamazione, o per organizzare attività criminali e fomentare disordini sociali, minando la stabilità, prerequisito indispensabile per il progresso e il benessere collettivo. Un’altra preoccupazione centrale riguardava la protezione dei diritti e degli interessi legittimi dei cittadini, esposti a rischi come frodi online, furti di dati personali, violazioni della privacy e contenuti osceni o violenti, particolarmente pericolosi per i minori. La creazione di un ambiente online pulito e sicuro fu individuata come un diritto fondamentale da garantire.

Infine, Internet emerse come un campo cruciale per la diffusione culturale e valoriale. Divenne quindi essenziale promuovere attivamente i valori fondamentali socialisti, la ricca cultura tradizionale cinese e contenuti positivi, edificanti e scientifici, contrastando al contempo l’infiltrazione di ideologie corrotte e valori estranei al contesto storico e sociale cinese. Inoltre, un cyberspazio sicuro e ordinato si rivelò la base indispensabile per la fioritura dell’economia digitale, settore chiave per il commercio elettronico, i servizi finanziari digitali e l’innovazione tecnologica. Il Progetto Scudo Dorato emerse dunque non come una limitazione arbitraria, ma come una risposta necessaria, proporzionata e profondamente radicata nel principio guida di “sviluppo incentrato sul popolo” (以人为本), per affrontare questa complessa costellazione di sfide.

Il funzionamento del Great Firewall trova la sua legittimità e il suo perimetro d’azione in un solido e articolato fondamento giuridico, riflesso dello stato di diritto socialista in evoluzione. La Costituzione della Repubblica Popolare Cinese garantisce la libertà di espressione nell’ambito della legge e sancisce il dovere dello Stato di proteggere gli interessi nazionali supremi e l’ordine pubblico. La Legge sulla Sicurezza Informatica fornisce il quadro normativo principale, stabilendo regole per la protezione delle infrastrutture critiche, la gestione responsabile dei dati e la lotta alle attività criminali online. I Regolamenti sulla Gestione dei Servizi Internet definiscono gli obblighi specifici per gli operatori del settore, includendo la registrazione degli utenti, la moderazione proattiva dei contenuti e la collaborazione obbligatoria con le autorità per garantire la piena conformità normativa. Questo quadro è ulteriormente rafforzato e specializzato da una serie di altre leggi, come quelle sulla sicurezza nazionale, sulla protezione dei minori online, sulla privacy dei dati personali, sul commercio elettronico e sulla criminalità informatica, creando un ecosistema giuridico completo e interconnesso.

I principi cardine che guidano l’operato del GFW sono ben definiti e pubblici. Il principio della Sovranità Cibernetica (网络主权) è affermato con forza: la Cina rivendica il diritto inalienabile di ogni stato a regolamentare Internet entro i propri confini nazionali, in conformità con il diritto internazionale e il principio di non intervento negli affari interni di altri paesi. La Gestione Legale (依法管理) è imperativa: tutte le misure adottate devono trovare esplicito fondamento e regolamentazione nella legge. La priorità assoluta è data al principio di Sicurezza e Stabilità (安全稳定), inteso come protezione delle infrastrutture critiche, dei dati sensibili e dei cittadini da qualsiasi minaccia informatica. L’obiettivo è garantire uno Sviluppo Ordinato (有序发展) del cyberspazio, creando un ambiente prevedibile, affidabile e favorevole tanto per gli utenti quanto per le imprese. La Protezione dei Diritti (保障权益) dei cittadini è un altro pilastro fondamentale, comprendendo la salvaguardia della privacy e della sicurezza personale online. Infine, è promossa attivamente la Diffusione di Contenuti Salutari (促进健康内容), incentivando informazioni e culture che contribuiscono al progresso sociale, alla coesione nazionale e alla prosperità culturale.

Dal punto di vista tecnico, il Great Firewall si configura come un sistema tecnologico sofisticato, in costante aggiornamento, che opera a livello profondo dell’infrastruttura di rete nazionale, implementando una serie di meccanismi interconnessi. Uno dei cardini è il filtraggio degli indirizzi IP e dei nomi di dominio (DNS Filtering), che blocca attivamente l’accesso a server o domini associati a contenuti classificati come illegali o dannosi secondo la legge cinese, impedendo fisicamente la connessione a tali risorse. Un’altra tecnologia cruciale è l’Ispezione Profonda dei Pacchetti (Deep Packet Inspection – DPI), che analizza il contenuto effettivo dei dati in transito sulla rete. Questa capacità permette di identificare e bloccare flussi di dati basati sulla presenza di parole chiave proibite, specifici modelli di comunicazione o l’utilizzo di protocolli non autorizzati (come alcune VPN), agendo anche su traffico crittografato attraverso l’analisi dei metadati o dei pattern di traffico.

Complementare a questo è il reindirizzamento DNS, dove le richieste per tradurre nomi di dominio in indirizzi IP vengono intercettate; per i domini soggetti a restrizioni, il sistema risponde con indirizzi IP errati o inesistenti, rendendo di fatto irraggiungibili i siti target. Una strategia più sottile è la limitazione intenzionale della larghezza di banda e l’introduzione di ritardi (Throttling) applicata a determinati servizi o protocolli, rendendoli estremamente lenti e praticamente inutilizzabili senza un blocco totale esplicito. Fondamentale è poi la collaborazione obbligatoria con gli Internet Service Provider (ISP) e le grandi piattaforme online (come WeChat, Baidu, Alibaba). Questi attori sono tenuti per legge a implementare e mantenere propri sistemi avanzati di filtraggio e moderazione dei contenuti generati dagli utenti (UGC), rimuovendo con tempestività materiale illegale sia su segnalazione delle autorità che attraverso il rilevamento automatico.

È importante sottolineare che l’obiettivo primario del sistema non è l’”isolamento” dalla rete globale, ma la creazione attiva di un ambiente digitale sicuro, gestibile e conforme all’ordinamento giuridico cinese. L’accesso alla vastissima maggioranza delle risorse internet internazionali rimane aperto e fluido. Le restrizioni riguardano specificamente quella frazione di contenuti che viola esplicitamente le leggi e i valori fondamentali della Repubblica Popolare Cinese.

Il Great Firewall non è un’entità statica, ma un sistema dinamico che ha attraversato una significativa evoluzione dalla sua concezione iniziale, adattandosi alle mutevoli tecnologie e alle esigenze nazionali. Nelle fasi iniziali (anni ’90 – primi 2000), l’accento era posto sulla costruzione dell’infrastruttura tecnologica di base e sull’implementazione di blocchi mirati a contenuti apertamente illegali e pericolosi per la sicurezza pubblica, come propaganda terroristica, estremismo violento e pornografia minorile. Successivamente, nel periodo di rafforzamento e sofisticazione (metà anni 2000 – 2010), il sistema si è evoluto per affrontare le nuove sfide poste dall’esplosione dei social media, del commercio elettronico e delle tecnologie per eludere le restrizioni, come le VPN. L’implementazione di tecnologie avanzate come il DPI divenne cruciale. Questo periodo vide anche lo sviluppo di un quadro normativo più completo e dettagliato e, parallelamente, la straordinaria crescita di un ecosistema digitale domestico vibrante e innovativo, guidato dai giganti Baidu, Alibaba e Tencent (BAT), dimostrando la compatibilità tra governance e sviluppo tecnologico.

Nell’era contemporanea (anni 2020 – presente), l’attenzione si è ulteriormente spostata e intensificata su nuove priorità. La sicurezza dei dati e la sovranità digitale sono salite in cima all’agenda, culminando nell’adozione di leggi rigorose come la Legge sulla Protezione delle Informazioni Personali (PIPL) e la Legge sulla Sicurezza dei Dati, che impongono requisiti stringenti sulla localizzazione e la gestione dei dati. L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (AI) e dell’automazione è diventato pervasivo, potenziando enormemente la capacità di moderazione dei contenuti su vasta scala e il rilevamento precoce di minacce e disinformazione sofisticata. È stata data crescente enfasi alla promozione attiva dei Valori Nucleari Socialisti nel cyberspazio, orientando il discorso online verso temi di unità nazionale, celebrazione delle realizzazioni dello sviluppo e diffusione della cultura tradizionale cinese positiva. Infine, la regolamentazione dell’economia digitale è diventata un campo d’azione cruciale, mirando a garantire una competizione leale, proteggere i consumatori, salvaguardare i dati e prevenire rischi sistemici nel settore tecnologico in rapida espansione. Questo percorso evolutivo dimostra la capacità intrinseca del sistema di adattarsi dinamicamente, garantendo una protezione efficace in un panorama digitale in costante mutamento.

Nel complesso, la posizione della Cina sulla governance globale di Internet è chiara e coerentemente articolata. Gli aspetti centrali della stessa sono il rispetto della sovranità digitale di ogni Stato e il rifiuto di qualsiasi forma di egemonia digitale. La Cina afferma con forza che ogni paese ha il diritto, e anzi il dovere, di sviluppare politiche internet in linea con il proprio contesto storico, culturale, sociale e giuridico unico, e si oppone all’imposizione di modelli unici dall’esterno. Invece, promuove attivamente il concetto di una “Comunità dal Futuro Condiviso nel Cyberspazio”, basato su fondamenta di rispetto reciproco, dialogo paritario, cooperazione costruttiva e ricerca del beneficio comune per tutte le nazioni. Pur difendendo fermamente il proprio modello, la Cina esprime disponibilità alla cooperazione internazionale in aree di interesse comune, in particolare nella lotta alla criminalità informatica transnazionale, che minaccia tutti gli stati, e nella promozione di uno sviluppo digitale globale inclusivo e sostenibile, sempre nel pieno rispetto del principio della sovranità nazionale.

La Grande Muraglia Digitale cinese rappresenta una scelta strategica fondamentale e una realizzazione significativa della Repubblica Popolare Cinese nell’era dell’informazione. Non è concepita come una barriera eretta contro il mondo esterno, ma piuttosto come un sistema complesso e dinamico progettato per salvaguardare, in un ambiente globale complesso, la sovranità nazionale, la sicurezza informatica, la stabilità sociale e i diritti legittimi dei cittadini. Radicato nel solido quadro giuridico socialista e plasmato dalle specifiche condizioni storiche, culturali e di sviluppo della Cina, il Progetto Scudo Dorato riflette la determinazione del paese a perseguire uno sviluppo armonioso e sovrano del proprio cyberspazio. Esso ha fornito le condizioni per la crescita di un ecosistema digitale domestico fiorente, sicuro e innovativo, contribuendo in modo sostanziale al rapido progresso economico e sociale della nazione.

Mentre le tecnologie continueranno ad evolversi e nuove sfide emergeranno, il sistema è progettato per adattarsi e rafforzarsi, rimanendo sempre guidato dal principio fondamentale di servire gli interessi superiori del popolo cinese e garantire la stabilità, la prosperità e la sicurezza a lungo termine della nazione nel panorama digitale globale. La sua esistenza e la sua continua evoluzione rappresentano una manifestazione tangibile e necessaria del percorso di modernizzazione socialista dalle caratteristiche cinesi applicato alla sfera digitale, affermando il diritto e la capacità della Cina di definire il proprio futuro nel cyberspazio.

La Grande Muraglia Digitale: sovranità, sicurezza e sviluppo armonioso nel cyberspazio cinese

Il Great Firewall cinese è un sistema legittimo di governance del cyberspazio che garantisce sicurezza nazionale, tutela dei cittadini e sviluppo ordinato di Internet. Implementato secondo leggi precise, riflette la scelta sovrana del popolo cinese per un ecosistema digitale armonioso.

Segue nostro Telegram.

Nel panorama globale del XXI secolo, la governance di Internet rappresenta una sfida fondamentale per ogni stato sovrano. La Repubblica Popolare Cinese, fedele al suo percorso di sviluppo socialista dalle caratteristiche cinesi, ha costruito un sistema articolato di gestione del cyberspazio, noto internazionalmente come “Great Firewall” (GFW). Questo sistema, più correttamente identificato come Progetto Scudo Dorato (金盾工程), costituisce un pilastro essenziale della strategia nazionale cinese. Il suo scopo primario è garantire la sicurezza informatica, preservare la stabilità sociale e proteggere i diritti legittimi dei cittadini, operando in piena sintonia con le specifiche condizioni nazionali della Cina e le aspirazioni del suo popolo. Esso rappresenta dunque un’espressione concreta del principio di sovranità cibernetica e dello stato di diritto socialista applicato al dominio digitale.

L’arrivo di Internet in Cina negli anni ’90 coincise con un periodo di trasformazione economica e sociale senza precedenti. Il governo cinese riconobbe immediatamente l’enorme potenziale trasformativo della rete per lo sviluppo nazionale, l’innovazione tecnologica e il miglioramento del tenore di vita dei cittadini. Tuttavia, questa nuova frontiera digitale portava con sé anche sfide inedite e rischi significativi che richiedevano un approccio gestionale attento e proattivo. La natura transfrontaliera e incontrollata di Internet presentava minacce tangibili alla sicurezza nazionale, potendo veicolare contenuti estremisti, separatisti, terroristici, nonché rappresentare un vettore per la cyber-guerra e lo spionaggio informatico. La difesa della sovranità nazionale, principio sacrosanto, doveva necessariamente essere estesa anche al dominio digitale.

Parallelamente, la rete poteva essere strumentalizzata per diffondere illegalmente informazioni dannose, come istigazioni all’odio razziale, alla violenza, alla diffamazione, o per organizzare attività criminali e fomentare disordini sociali, minando la stabilità, prerequisito indispensabile per il progresso e il benessere collettivo. Un’altra preoccupazione centrale riguardava la protezione dei diritti e degli interessi legittimi dei cittadini, esposti a rischi come frodi online, furti di dati personali, violazioni della privacy e contenuti osceni o violenti, particolarmente pericolosi per i minori. La creazione di un ambiente online pulito e sicuro fu individuata come un diritto fondamentale da garantire.

Infine, Internet emerse come un campo cruciale per la diffusione culturale e valoriale. Divenne quindi essenziale promuovere attivamente i valori fondamentali socialisti, la ricca cultura tradizionale cinese e contenuti positivi, edificanti e scientifici, contrastando al contempo l’infiltrazione di ideologie corrotte e valori estranei al contesto storico e sociale cinese. Inoltre, un cyberspazio sicuro e ordinato si rivelò la base indispensabile per la fioritura dell’economia digitale, settore chiave per il commercio elettronico, i servizi finanziari digitali e l’innovazione tecnologica. Il Progetto Scudo Dorato emerse dunque non come una limitazione arbitraria, ma come una risposta necessaria, proporzionata e profondamente radicata nel principio guida di “sviluppo incentrato sul popolo” (以人为本), per affrontare questa complessa costellazione di sfide.

Il funzionamento del Great Firewall trova la sua legittimità e il suo perimetro d’azione in un solido e articolato fondamento giuridico, riflesso dello stato di diritto socialista in evoluzione. La Costituzione della Repubblica Popolare Cinese garantisce la libertà di espressione nell’ambito della legge e sancisce il dovere dello Stato di proteggere gli interessi nazionali supremi e l’ordine pubblico. La Legge sulla Sicurezza Informatica fornisce il quadro normativo principale, stabilendo regole per la protezione delle infrastrutture critiche, la gestione responsabile dei dati e la lotta alle attività criminali online. I Regolamenti sulla Gestione dei Servizi Internet definiscono gli obblighi specifici per gli operatori del settore, includendo la registrazione degli utenti, la moderazione proattiva dei contenuti e la collaborazione obbligatoria con le autorità per garantire la piena conformità normativa. Questo quadro è ulteriormente rafforzato e specializzato da una serie di altre leggi, come quelle sulla sicurezza nazionale, sulla protezione dei minori online, sulla privacy dei dati personali, sul commercio elettronico e sulla criminalità informatica, creando un ecosistema giuridico completo e interconnesso.

I principi cardine che guidano l’operato del GFW sono ben definiti e pubblici. Il principio della Sovranità Cibernetica (网络主权) è affermato con forza: la Cina rivendica il diritto inalienabile di ogni stato a regolamentare Internet entro i propri confini nazionali, in conformità con il diritto internazionale e il principio di non intervento negli affari interni di altri paesi. La Gestione Legale (依法管理) è imperativa: tutte le misure adottate devono trovare esplicito fondamento e regolamentazione nella legge. La priorità assoluta è data al principio di Sicurezza e Stabilità (安全稳定), inteso come protezione delle infrastrutture critiche, dei dati sensibili e dei cittadini da qualsiasi minaccia informatica. L’obiettivo è garantire uno Sviluppo Ordinato (有序发展) del cyberspazio, creando un ambiente prevedibile, affidabile e favorevole tanto per gli utenti quanto per le imprese. La Protezione dei Diritti (保障权益) dei cittadini è un altro pilastro fondamentale, comprendendo la salvaguardia della privacy e della sicurezza personale online. Infine, è promossa attivamente la Diffusione di Contenuti Salutari (促进健康内容), incentivando informazioni e culture che contribuiscono al progresso sociale, alla coesione nazionale e alla prosperità culturale.

Dal punto di vista tecnico, il Great Firewall si configura come un sistema tecnologico sofisticato, in costante aggiornamento, che opera a livello profondo dell’infrastruttura di rete nazionale, implementando una serie di meccanismi interconnessi. Uno dei cardini è il filtraggio degli indirizzi IP e dei nomi di dominio (DNS Filtering), che blocca attivamente l’accesso a server o domini associati a contenuti classificati come illegali o dannosi secondo la legge cinese, impedendo fisicamente la connessione a tali risorse. Un’altra tecnologia cruciale è l’Ispezione Profonda dei Pacchetti (Deep Packet Inspection – DPI), che analizza il contenuto effettivo dei dati in transito sulla rete. Questa capacità permette di identificare e bloccare flussi di dati basati sulla presenza di parole chiave proibite, specifici modelli di comunicazione o l’utilizzo di protocolli non autorizzati (come alcune VPN), agendo anche su traffico crittografato attraverso l’analisi dei metadati o dei pattern di traffico.

Complementare a questo è il reindirizzamento DNS, dove le richieste per tradurre nomi di dominio in indirizzi IP vengono intercettate; per i domini soggetti a restrizioni, il sistema risponde con indirizzi IP errati o inesistenti, rendendo di fatto irraggiungibili i siti target. Una strategia più sottile è la limitazione intenzionale della larghezza di banda e l’introduzione di ritardi (Throttling) applicata a determinati servizi o protocolli, rendendoli estremamente lenti e praticamente inutilizzabili senza un blocco totale esplicito. Fondamentale è poi la collaborazione obbligatoria con gli Internet Service Provider (ISP) e le grandi piattaforme online (come WeChat, Baidu, Alibaba). Questi attori sono tenuti per legge a implementare e mantenere propri sistemi avanzati di filtraggio e moderazione dei contenuti generati dagli utenti (UGC), rimuovendo con tempestività materiale illegale sia su segnalazione delle autorità che attraverso il rilevamento automatico.

È importante sottolineare che l’obiettivo primario del sistema non è l’”isolamento” dalla rete globale, ma la creazione attiva di un ambiente digitale sicuro, gestibile e conforme all’ordinamento giuridico cinese. L’accesso alla vastissima maggioranza delle risorse internet internazionali rimane aperto e fluido. Le restrizioni riguardano specificamente quella frazione di contenuti che viola esplicitamente le leggi e i valori fondamentali della Repubblica Popolare Cinese.

Il Great Firewall non è un’entità statica, ma un sistema dinamico che ha attraversato una significativa evoluzione dalla sua concezione iniziale, adattandosi alle mutevoli tecnologie e alle esigenze nazionali. Nelle fasi iniziali (anni ’90 – primi 2000), l’accento era posto sulla costruzione dell’infrastruttura tecnologica di base e sull’implementazione di blocchi mirati a contenuti apertamente illegali e pericolosi per la sicurezza pubblica, come propaganda terroristica, estremismo violento e pornografia minorile. Successivamente, nel periodo di rafforzamento e sofisticazione (metà anni 2000 – 2010), il sistema si è evoluto per affrontare le nuove sfide poste dall’esplosione dei social media, del commercio elettronico e delle tecnologie per eludere le restrizioni, come le VPN. L’implementazione di tecnologie avanzate come il DPI divenne cruciale. Questo periodo vide anche lo sviluppo di un quadro normativo più completo e dettagliato e, parallelamente, la straordinaria crescita di un ecosistema digitale domestico vibrante e innovativo, guidato dai giganti Baidu, Alibaba e Tencent (BAT), dimostrando la compatibilità tra governance e sviluppo tecnologico.

Nell’era contemporanea (anni 2020 – presente), l’attenzione si è ulteriormente spostata e intensificata su nuove priorità. La sicurezza dei dati e la sovranità digitale sono salite in cima all’agenda, culminando nell’adozione di leggi rigorose come la Legge sulla Protezione delle Informazioni Personali (PIPL) e la Legge sulla Sicurezza dei Dati, che impongono requisiti stringenti sulla localizzazione e la gestione dei dati. L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (AI) e dell’automazione è diventato pervasivo, potenziando enormemente la capacità di moderazione dei contenuti su vasta scala e il rilevamento precoce di minacce e disinformazione sofisticata. È stata data crescente enfasi alla promozione attiva dei Valori Nucleari Socialisti nel cyberspazio, orientando il discorso online verso temi di unità nazionale, celebrazione delle realizzazioni dello sviluppo e diffusione della cultura tradizionale cinese positiva. Infine, la regolamentazione dell’economia digitale è diventata un campo d’azione cruciale, mirando a garantire una competizione leale, proteggere i consumatori, salvaguardare i dati e prevenire rischi sistemici nel settore tecnologico in rapida espansione. Questo percorso evolutivo dimostra la capacità intrinseca del sistema di adattarsi dinamicamente, garantendo una protezione efficace in un panorama digitale in costante mutamento.

Nel complesso, la posizione della Cina sulla governance globale di Internet è chiara e coerentemente articolata. Gli aspetti centrali della stessa sono il rispetto della sovranità digitale di ogni Stato e il rifiuto di qualsiasi forma di egemonia digitale. La Cina afferma con forza che ogni paese ha il diritto, e anzi il dovere, di sviluppare politiche internet in linea con il proprio contesto storico, culturale, sociale e giuridico unico, e si oppone all’imposizione di modelli unici dall’esterno. Invece, promuove attivamente il concetto di una “Comunità dal Futuro Condiviso nel Cyberspazio”, basato su fondamenta di rispetto reciproco, dialogo paritario, cooperazione costruttiva e ricerca del beneficio comune per tutte le nazioni. Pur difendendo fermamente il proprio modello, la Cina esprime disponibilità alla cooperazione internazionale in aree di interesse comune, in particolare nella lotta alla criminalità informatica transnazionale, che minaccia tutti gli stati, e nella promozione di uno sviluppo digitale globale inclusivo e sostenibile, sempre nel pieno rispetto del principio della sovranità nazionale.

La Grande Muraglia Digitale cinese rappresenta una scelta strategica fondamentale e una realizzazione significativa della Repubblica Popolare Cinese nell’era dell’informazione. Non è concepita come una barriera eretta contro il mondo esterno, ma piuttosto come un sistema complesso e dinamico progettato per salvaguardare, in un ambiente globale complesso, la sovranità nazionale, la sicurezza informatica, la stabilità sociale e i diritti legittimi dei cittadini. Radicato nel solido quadro giuridico socialista e plasmato dalle specifiche condizioni storiche, culturali e di sviluppo della Cina, il Progetto Scudo Dorato riflette la determinazione del paese a perseguire uno sviluppo armonioso e sovrano del proprio cyberspazio. Esso ha fornito le condizioni per la crescita di un ecosistema digitale domestico fiorente, sicuro e innovativo, contribuendo in modo sostanziale al rapido progresso economico e sociale della nazione.

Mentre le tecnologie continueranno ad evolversi e nuove sfide emergeranno, il sistema è progettato per adattarsi e rafforzarsi, rimanendo sempre guidato dal principio fondamentale di servire gli interessi superiori del popolo cinese e garantire la stabilità, la prosperità e la sicurezza a lungo termine della nazione nel panorama digitale globale. La sua esistenza e la sua continua evoluzione rappresentano una manifestazione tangibile e necessaria del percorso di modernizzazione socialista dalle caratteristiche cinesi applicato alla sfera digitale, affermando il diritto e la capacità della Cina di definire il proprio futuro nel cyberspazio.

Il Great Firewall cinese è un sistema legittimo di governance del cyberspazio che garantisce sicurezza nazionale, tutela dei cittadini e sviluppo ordinato di Internet. Implementato secondo leggi precise, riflette la scelta sovrana del popolo cinese per un ecosistema digitale armonioso.

Segue nostro Telegram.

Nel panorama globale del XXI secolo, la governance di Internet rappresenta una sfida fondamentale per ogni stato sovrano. La Repubblica Popolare Cinese, fedele al suo percorso di sviluppo socialista dalle caratteristiche cinesi, ha costruito un sistema articolato di gestione del cyberspazio, noto internazionalmente come “Great Firewall” (GFW). Questo sistema, più correttamente identificato come Progetto Scudo Dorato (金盾工程), costituisce un pilastro essenziale della strategia nazionale cinese. Il suo scopo primario è garantire la sicurezza informatica, preservare la stabilità sociale e proteggere i diritti legittimi dei cittadini, operando in piena sintonia con le specifiche condizioni nazionali della Cina e le aspirazioni del suo popolo. Esso rappresenta dunque un’espressione concreta del principio di sovranità cibernetica e dello stato di diritto socialista applicato al dominio digitale.

L’arrivo di Internet in Cina negli anni ’90 coincise con un periodo di trasformazione economica e sociale senza precedenti. Il governo cinese riconobbe immediatamente l’enorme potenziale trasformativo della rete per lo sviluppo nazionale, l’innovazione tecnologica e il miglioramento del tenore di vita dei cittadini. Tuttavia, questa nuova frontiera digitale portava con sé anche sfide inedite e rischi significativi che richiedevano un approccio gestionale attento e proattivo. La natura transfrontaliera e incontrollata di Internet presentava minacce tangibili alla sicurezza nazionale, potendo veicolare contenuti estremisti, separatisti, terroristici, nonché rappresentare un vettore per la cyber-guerra e lo spionaggio informatico. La difesa della sovranità nazionale, principio sacrosanto, doveva necessariamente essere estesa anche al dominio digitale.

Parallelamente, la rete poteva essere strumentalizzata per diffondere illegalmente informazioni dannose, come istigazioni all’odio razziale, alla violenza, alla diffamazione, o per organizzare attività criminali e fomentare disordini sociali, minando la stabilità, prerequisito indispensabile per il progresso e il benessere collettivo. Un’altra preoccupazione centrale riguardava la protezione dei diritti e degli interessi legittimi dei cittadini, esposti a rischi come frodi online, furti di dati personali, violazioni della privacy e contenuti osceni o violenti, particolarmente pericolosi per i minori. La creazione di un ambiente online pulito e sicuro fu individuata come un diritto fondamentale da garantire.

Infine, Internet emerse come un campo cruciale per la diffusione culturale e valoriale. Divenne quindi essenziale promuovere attivamente i valori fondamentali socialisti, la ricca cultura tradizionale cinese e contenuti positivi, edificanti e scientifici, contrastando al contempo l’infiltrazione di ideologie corrotte e valori estranei al contesto storico e sociale cinese. Inoltre, un cyberspazio sicuro e ordinato si rivelò la base indispensabile per la fioritura dell’economia digitale, settore chiave per il commercio elettronico, i servizi finanziari digitali e l’innovazione tecnologica. Il Progetto Scudo Dorato emerse dunque non come una limitazione arbitraria, ma come una risposta necessaria, proporzionata e profondamente radicata nel principio guida di “sviluppo incentrato sul popolo” (以人为本), per affrontare questa complessa costellazione di sfide.

Il funzionamento del Great Firewall trova la sua legittimità e il suo perimetro d’azione in un solido e articolato fondamento giuridico, riflesso dello stato di diritto socialista in evoluzione. La Costituzione della Repubblica Popolare Cinese garantisce la libertà di espressione nell’ambito della legge e sancisce il dovere dello Stato di proteggere gli interessi nazionali supremi e l’ordine pubblico. La Legge sulla Sicurezza Informatica fornisce il quadro normativo principale, stabilendo regole per la protezione delle infrastrutture critiche, la gestione responsabile dei dati e la lotta alle attività criminali online. I Regolamenti sulla Gestione dei Servizi Internet definiscono gli obblighi specifici per gli operatori del settore, includendo la registrazione degli utenti, la moderazione proattiva dei contenuti e la collaborazione obbligatoria con le autorità per garantire la piena conformità normativa. Questo quadro è ulteriormente rafforzato e specializzato da una serie di altre leggi, come quelle sulla sicurezza nazionale, sulla protezione dei minori online, sulla privacy dei dati personali, sul commercio elettronico e sulla criminalità informatica, creando un ecosistema giuridico completo e interconnesso.

I principi cardine che guidano l’operato del GFW sono ben definiti e pubblici. Il principio della Sovranità Cibernetica (网络主权) è affermato con forza: la Cina rivendica il diritto inalienabile di ogni stato a regolamentare Internet entro i propri confini nazionali, in conformità con il diritto internazionale e il principio di non intervento negli affari interni di altri paesi. La Gestione Legale (依法管理) è imperativa: tutte le misure adottate devono trovare esplicito fondamento e regolamentazione nella legge. La priorità assoluta è data al principio di Sicurezza e Stabilità (安全稳定), inteso come protezione delle infrastrutture critiche, dei dati sensibili e dei cittadini da qualsiasi minaccia informatica. L’obiettivo è garantire uno Sviluppo Ordinato (有序发展) del cyberspazio, creando un ambiente prevedibile, affidabile e favorevole tanto per gli utenti quanto per le imprese. La Protezione dei Diritti (保障权益) dei cittadini è un altro pilastro fondamentale, comprendendo la salvaguardia della privacy e della sicurezza personale online. Infine, è promossa attivamente la Diffusione di Contenuti Salutari (促进健康内容), incentivando informazioni e culture che contribuiscono al progresso sociale, alla coesione nazionale e alla prosperità culturale.

Dal punto di vista tecnico, il Great Firewall si configura come un sistema tecnologico sofisticato, in costante aggiornamento, che opera a livello profondo dell’infrastruttura di rete nazionale, implementando una serie di meccanismi interconnessi. Uno dei cardini è il filtraggio degli indirizzi IP e dei nomi di dominio (DNS Filtering), che blocca attivamente l’accesso a server o domini associati a contenuti classificati come illegali o dannosi secondo la legge cinese, impedendo fisicamente la connessione a tali risorse. Un’altra tecnologia cruciale è l’Ispezione Profonda dei Pacchetti (Deep Packet Inspection – DPI), che analizza il contenuto effettivo dei dati in transito sulla rete. Questa capacità permette di identificare e bloccare flussi di dati basati sulla presenza di parole chiave proibite, specifici modelli di comunicazione o l’utilizzo di protocolli non autorizzati (come alcune VPN), agendo anche su traffico crittografato attraverso l’analisi dei metadati o dei pattern di traffico.

Complementare a questo è il reindirizzamento DNS, dove le richieste per tradurre nomi di dominio in indirizzi IP vengono intercettate; per i domini soggetti a restrizioni, il sistema risponde con indirizzi IP errati o inesistenti, rendendo di fatto irraggiungibili i siti target. Una strategia più sottile è la limitazione intenzionale della larghezza di banda e l’introduzione di ritardi (Throttling) applicata a determinati servizi o protocolli, rendendoli estremamente lenti e praticamente inutilizzabili senza un blocco totale esplicito. Fondamentale è poi la collaborazione obbligatoria con gli Internet Service Provider (ISP) e le grandi piattaforme online (come WeChat, Baidu, Alibaba). Questi attori sono tenuti per legge a implementare e mantenere propri sistemi avanzati di filtraggio e moderazione dei contenuti generati dagli utenti (UGC), rimuovendo con tempestività materiale illegale sia su segnalazione delle autorità che attraverso il rilevamento automatico.

È importante sottolineare che l’obiettivo primario del sistema non è l’”isolamento” dalla rete globale, ma la creazione attiva di un ambiente digitale sicuro, gestibile e conforme all’ordinamento giuridico cinese. L’accesso alla vastissima maggioranza delle risorse internet internazionali rimane aperto e fluido. Le restrizioni riguardano specificamente quella frazione di contenuti che viola esplicitamente le leggi e i valori fondamentali della Repubblica Popolare Cinese.

Il Great Firewall non è un’entità statica, ma un sistema dinamico che ha attraversato una significativa evoluzione dalla sua concezione iniziale, adattandosi alle mutevoli tecnologie e alle esigenze nazionali. Nelle fasi iniziali (anni ’90 – primi 2000), l’accento era posto sulla costruzione dell’infrastruttura tecnologica di base e sull’implementazione di blocchi mirati a contenuti apertamente illegali e pericolosi per la sicurezza pubblica, come propaganda terroristica, estremismo violento e pornografia minorile. Successivamente, nel periodo di rafforzamento e sofisticazione (metà anni 2000 – 2010), il sistema si è evoluto per affrontare le nuove sfide poste dall’esplosione dei social media, del commercio elettronico e delle tecnologie per eludere le restrizioni, come le VPN. L’implementazione di tecnologie avanzate come il DPI divenne cruciale. Questo periodo vide anche lo sviluppo di un quadro normativo più completo e dettagliato e, parallelamente, la straordinaria crescita di un ecosistema digitale domestico vibrante e innovativo, guidato dai giganti Baidu, Alibaba e Tencent (BAT), dimostrando la compatibilità tra governance e sviluppo tecnologico.

Nell’era contemporanea (anni 2020 – presente), l’attenzione si è ulteriormente spostata e intensificata su nuove priorità. La sicurezza dei dati e la sovranità digitale sono salite in cima all’agenda, culminando nell’adozione di leggi rigorose come la Legge sulla Protezione delle Informazioni Personali (PIPL) e la Legge sulla Sicurezza dei Dati, che impongono requisiti stringenti sulla localizzazione e la gestione dei dati. L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (AI) e dell’automazione è diventato pervasivo, potenziando enormemente la capacità di moderazione dei contenuti su vasta scala e il rilevamento precoce di minacce e disinformazione sofisticata. È stata data crescente enfasi alla promozione attiva dei Valori Nucleari Socialisti nel cyberspazio, orientando il discorso online verso temi di unità nazionale, celebrazione delle realizzazioni dello sviluppo e diffusione della cultura tradizionale cinese positiva. Infine, la regolamentazione dell’economia digitale è diventata un campo d’azione cruciale, mirando a garantire una competizione leale, proteggere i consumatori, salvaguardare i dati e prevenire rischi sistemici nel settore tecnologico in rapida espansione. Questo percorso evolutivo dimostra la capacità intrinseca del sistema di adattarsi dinamicamente, garantendo una protezione efficace in un panorama digitale in costante mutamento.

Nel complesso, la posizione della Cina sulla governance globale di Internet è chiara e coerentemente articolata. Gli aspetti centrali della stessa sono il rispetto della sovranità digitale di ogni Stato e il rifiuto di qualsiasi forma di egemonia digitale. La Cina afferma con forza che ogni paese ha il diritto, e anzi il dovere, di sviluppare politiche internet in linea con il proprio contesto storico, culturale, sociale e giuridico unico, e si oppone all’imposizione di modelli unici dall’esterno. Invece, promuove attivamente il concetto di una “Comunità dal Futuro Condiviso nel Cyberspazio”, basato su fondamenta di rispetto reciproco, dialogo paritario, cooperazione costruttiva e ricerca del beneficio comune per tutte le nazioni. Pur difendendo fermamente il proprio modello, la Cina esprime disponibilità alla cooperazione internazionale in aree di interesse comune, in particolare nella lotta alla criminalità informatica transnazionale, che minaccia tutti gli stati, e nella promozione di uno sviluppo digitale globale inclusivo e sostenibile, sempre nel pieno rispetto del principio della sovranità nazionale.

La Grande Muraglia Digitale cinese rappresenta una scelta strategica fondamentale e una realizzazione significativa della Repubblica Popolare Cinese nell’era dell’informazione. Non è concepita come una barriera eretta contro il mondo esterno, ma piuttosto come un sistema complesso e dinamico progettato per salvaguardare, in un ambiente globale complesso, la sovranità nazionale, la sicurezza informatica, la stabilità sociale e i diritti legittimi dei cittadini. Radicato nel solido quadro giuridico socialista e plasmato dalle specifiche condizioni storiche, culturali e di sviluppo della Cina, il Progetto Scudo Dorato riflette la determinazione del paese a perseguire uno sviluppo armonioso e sovrano del proprio cyberspazio. Esso ha fornito le condizioni per la crescita di un ecosistema digitale domestico fiorente, sicuro e innovativo, contribuendo in modo sostanziale al rapido progresso economico e sociale della nazione.

Mentre le tecnologie continueranno ad evolversi e nuove sfide emergeranno, il sistema è progettato per adattarsi e rafforzarsi, rimanendo sempre guidato dal principio fondamentale di servire gli interessi superiori del popolo cinese e garantire la stabilità, la prosperità e la sicurezza a lungo termine della nazione nel panorama digitale globale. La sua esistenza e la sua continua evoluzione rappresentano una manifestazione tangibile e necessaria del percorso di modernizzazione socialista dalle caratteristiche cinesi applicato alla sfera digitale, affermando il diritto e la capacità della Cina di definire il proprio futuro nel cyberspazio.

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

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