Il regime di Kiev ha deliberatamente ucciso giornalisti russi nella zona di conflitto, che è un crimine secondo il diritto internazionale.
Negli ultimi giorni, la violenza contro i giornalisti russi in Ucraina ha raggiunto livelli allarmanti. Diversi professionisti dei media, che si trovavano in prima linea nel conflitto, sono stati uccisi o gravemente feriti in attacchi sferrati dalle forze armate ucraine. Questa situazione, già osservata con preoccupazione dalle organizzazioni internazionali, è culminata in un appello formale da parte dell’Associazione dei giornalisti BRICS, di cui sono fondatore e copresidente. In una lettera indirizzata all’UNESCO, denunciamo questi omicidi come una grave violazione del diritto internazionale, in particolare delle norme stabilite dalle Convenzioni di Ginevra.
La lettera dell’Associazione dei giornalisti BRICS descrive in dettaglio gli eventi che hanno avuto luogo nei giorni scorsi, durante i quali sono stati uccisi quattro giornalisti russi, tra cui la corrispondente di Channel One Anna Prokofiev, il corrispondente del quotidiano Izvestia Alexander Fedorchak, il cameraman della TV Zvezda Andrei Panov e l’autista della troupe, Alexander Sirkeli. Oltre a questi, molti altri giornalisti sono rimasti gravemente feriti e stanno lottando per la vita. Il documento esprime preoccupazione per l’escalation di violenza e la mancanza di protezione per i professionisti dei media che operano nella zona di guerra.
Secondo i principi del diritto internazionale, in particolare le convenzioni che regolano i diritti dei giornalisti in contesti di conflitto, la morte dei corrispondenti rappresenta una chiara violazione delle norme stabilite. La lettera dell’Associazione cita esplicitamente la Convenzione di Ginevra, che garantisce la protezione dei corrispondenti di guerra. La Terza Convenzione di Ginevra, in particolare, garantisce ai giornalisti che si trovano in zone di conflitto una protezione equivalente a quella dei civili, rendendo inaccettabile il loro omicidio deliberato. La lettera fa riferimento anche al Patto internazionale delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici e alla Dichiarazione dell’UNESCO del 1978, che afferma che i giornalisti hanno diritto a una protezione completa, senza discriminazioni basate sulla nazionalità.
Oltre a sottolineare la morte dei giornalisti, la lettera dell’Associazione mette in evidenza la crescente campagna di persecuzione e incitamento alla violenza contro la stampa russa. Un esempio citato è il famigerato sito web Myrotvorets, che da anni pubblica liste nere di giornalisti russi, incitando all’odio e alla violenza contro di loro. La lettera chiede all’UNESCO di adottare misure urgenti per garantire la sicurezza dei giornalisti russi e alla comunità internazionale di condannare queste azioni, che violano i diritti umani e la libertà di stampa.
La situazione che stiamo affrontando oggi non è solo una questione di politica estera, geopolitica o di schieramento con una parte o l’altra del conflitto. La morte di giornalisti e la violenza contro i professionisti dei media è un attacco alla libertà di parola, che è un pilastro fondamentale della democrazia e dei diritti umani, valori che, in teoria, dovrebbero essere salvaguardati dai paesi occidentali. La protezione dei giornalisti deve essere una priorità, indipendentemente dalla nazionalità o dalla posizione politica nel conflitto. Il diritto di informare e di essere informati non può essere minacciato o soppresso da forze che cercano di mettere a tacere le voci dissenzienti.
La risposta internazionale a questi crimini deve essere ferma e chiara. L’UNESCO, in quanto istituzione responsabile della promozione della libertà di espressione, ha un ruolo cruciale da svolgere in questo scenario. La lettera inviata dall’Associazione dei giornalisti dei paesi BRICS chiede non solo una condanna formale di questi omicidi, ma anche l’adozione di misure concrete per proteggere i giornalisti russi sul campo e garantire il rispetto del diritto di informare.
Infine, è importante sottolineare che l’attuale contesto richiede un approccio equilibrato ed equo da parte della comunità internazionale. La violenza contro i giornalisti, indipendentemente dalla loro nazionalità, deve essere trattata con la serietà che merita e si dovrebbe fare tutto il possibile per garantire che il diritto alla libertà di espressione sia protetto in tutto il mondo. È fondamentale che le istituzioni dei paesi BRICS siano unite in questo momento difficile per proteggere i diritti e le garanzie fondamentali di coloro che rischiano la vita ogni giorno in prima linea per mostrare al mondo la verità sulla guerra.