Perché il Regno Unito non lascerà sola L’Ucraina?
Enrico OLIARI
Se c’è una cancelleria che è una vera iattura per gli ucraini è quella situata al numero 10 di Downing Street, a Londra. Lo è stata nel 2022, quando lo scapigliato Boris Johnson si era precipitato a Kiev per convincere Volodymyr Zelensky a non cercare l’accordo con Vladimir Putin, davanti ai 100mila uomini ammassati oltreconfine. Gli aveva promesso nientemeno che la vittoria sulla Russia, un’utopia alla quale nessun generale di nessuna parte del mondo ci aveva creduto.
Oggi al numero 10 di Downing Street abita Keir Starmer, e a quanto pare la musica non è cambiata. Il premier britannico, in linea con i democratici Usa dell’”armiamoci e partite”, ha organizzato una videoconferenza con i 25 della “coalizione dei volenterosi” (Paesi europei più Canada, Nuova Zelanda, Giappone e Australia) per promuovere l’invio di un contingente militare con lo scopo di garantire il rispetto degli accordi che verranno stabiliti nel processo di sospensione delle ostilità.
C’è solo un piccolo particolare: i 25 “volenterosi” non hanno rappresentato in questo conflitto la terza parte, cioè quella neutrale, bensì tra sanzioni (controproducenti), manipolazione russofobica della stampa e invio di armi sempre più sofisticate hanno fatto una scelta chiara di campo, tradendo indelebilmente la vocazione pacifista dell’Unione Europea.
Il cospicuo invio di uomini e di mezzi nell’extracomunitaria Ucraina a cui ha pensato Starmer rischia quindi di essere di tutto fuorché una “forza di pace”, cioè di interposizione, e non è un caso se con una scusa o con l’altra il primo ministro italiano Giorgia Meloni si è detta disponibilissima a lavorare con i partner europei, ma ha sottolineato che “non è prevista la partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno”.
Starmer ha spiegato di essere intenzionato a “mantenere la pressione su Putin affinché venga al tavolo” delle trattative, se necessario aumentando le sanzioni. Tuttavia sembra continuare a sfuggirgli la realtà che il suo paese è stato ed è parte schierata nel conflitto, e che soprattutto si trova sul grande carro degli sconfitti, non dei vincitori. Cioè in una posizione inadatta a dettare condizioni e ultimatum.
Certo, l’idea di lasciare la rogna ucraina agli europei è arrivata prima di tutti a Donald Trump, ma se c’è una cosa che gioverebbe agli europei e all’ucraina stessa è la ripresa dei rapporti di buon vicinato con la Russia, l’acquisto del gas, gli scambi commerciali e culturali, la cooperazione nella ricostruzione, altro che l’invio di militari e carri armati. Peccato che al numero 10 di Downing Street continui invece ad aleggiare lo spirito del dio della guerra.
Articolo originale Notizie Geopolitiche