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Lorenzo Maria Pacini
January 20, 2025
© Photo: Public domain

Non è facile capire come sono andate le cose, ma quello che è certo è che l’evento tragico della precipitazione del volo Azerbaijan Airlines 8243 lascerà un segno nelle relazioni geopolitiche fra i Paesi coinvolti. Cerchiamo di capire come.

Segue nostro Telegram.

Un evento non molto chiaro

A ricostruire la vicenda ci hanno già pensato le autorità e numerosi giornalisti ed esperti. Riassumendo brevemente, il 25 dicembre 2020, l’Embraer 190AR che operava il volo internazionale da Baku a Grozny, è precipitato vicino all’aeroporto di Aktau, in Kazakistan. A bordo c’erano 62 passeggeri e 5 membri dell’equipaggio. L’aereo è stato gravemente danneggiato, presumibilmente da un missile antiaereo russo, durante l’avvicinamento a Grozny, costringendo l’equipaggio a tentare un atterraggio di emergenza. Purtroppo, l’aereo non è riuscito a completare la manovra e si è schiantato, causando la morte di 38 persone, inclusi i piloti e un assistente di volo, mentre 29 persone sono sopravvissute con vari livelli di ferite. Le indagini preliminari hanno rivelato che l’aereo ha subito interferenze fisiche e tecniche esterne, con testimonianze di esplosioni udite in volo. La Russia ha ammesso che il suo sistema di difesa aerea era attivo per respingere attacchi di droni ucraini nella zona, ma non ha confermato la responsabilità diretta. Le indagini sono state avviate da Azerbaigian, Kazakistan e Russia per determinare le cause precise dell’incidente.

Le relazioni tra Azerbaijan e Russia

Dal punto di vista commerciale, storicamente le relazioni tra i due Paesi hanno conosciuto alti e bassi, ma negli ultimi anni, specialmente dopo l’inizio della SMO in Ucraina, hanno visto una significativa convergenza di interessi, soprattutto nel settore energetico.

La Russia ha una posizione strategica importante per l’Azerbaigian, non solo per la sua vicinanza geografica ma anche per la sua influenza politica e militare nella regione del Caucaso. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, l’Azerbaigian è diventato un canale cruciale per la Russia per mantenere e sviluppare le sue relazioni commerciali con l’Europa, specialmente attraverso la triangolazione delle merci. Questo è particolarmente evidente nel settore energetico, dove la Russia ha ripreso a fornire gas alla società statale azera SOCAR per compensare le crescenti richieste dei partner europei, nonostante le sanzioni imposte dall’Occidente. Questo accordo ha sollevato preoccupazioni a livello internazionale, con l’Unione Europea che monitora attentamente questa collaborazione per evitare che il gas russo arrivi in Europa attraverso l’Azerbaigian, potenzialmente minando l’efficacia delle sanzioni.

Il commercio è oggigiorno significativo. Il volume degli scambi commerciali supera i 4 miliardi di dollari, con la Russia che esporta principalmente petrolio, gas e prodotti derivati verso l’Azerbaigian, mentre quest’ultimo esporta verso la Russia prodotti come locomotive, automobili e beni alimentari. La cooperazione si estende anche al settore tecnico-militare, con accordi bilaterali che includono la protezione dei diritti intellettuali derivanti dalla cooperazione in questo ambito.

L’Azerbaigian, pur mantenendo buone relazioni con Mosca, ha cercato di bilanciare i suoi legami internazionali, sviluppando anche rapporti con l’Occidente, in particolare con l’Italia, che è diventata uno dei principali partner commerciali in Europa. L’importanza strategica dell’Azerbaigian per la Russia, però, è evidente anche nel progetto del Corridoio Nord-Sud, che mira a creare un o sbocco di trasporto internazionale alternativo, senza basi militari degli Stati Uniti, incrementando così la cooperazione strategica tra Gazprom e SOCAR.

Nonostante le tensioni geopolitiche, come quelle legate al conflitto del Nagorno-Karabakh e le critiche internazionali per le politiche di entrambi i paesi, la necessità di mantenere una certa stabilità economica ha spinto entrambi a rafforzare i loro legami commerciali. La Russia, sotto pressione per le sanzioni, ha trovato nell’Azerbaigian un alleato utile per aggirare alcune di queste restrizioni, mentre l’Azerbaigian ha sfruttato la sua posizione per aumentare la sua rilevanza geopolitica e il suo peso economico.

Geopoliticamente parlando, negli ultimi tre anni  le relazioni sono state caratterizzate da una complessa dinamica di cooperazione e tensione. Il conflitto in Ucraina del 2022 ha significativamente alterato il panorama, portando l’Azerbaigian in una posizione  più strategica di quanto non fosse in precedenza.. Nonostante la cooperazione economica e militare, le relazioni tra i due Paesi mostrano una varietà di sfumature, da cordiali a pragmatiche, con momenti di tensione dovuti alle diverse alleanze e interessi geopolitici.

Nel 2022, la Russia ha cercato di rafforzare i suoi legami per contrastare l’influenza occidentale nella regione, utilizzando strumenti come l’Unione Economica Eurasiatica (EAEU) per attrarre Baku verso un’integrazione più stretta, ma l’Azerbaigian ha mantenuto una politica estera equilibrata, cercando di non alienarsi né la Russia né i suoi partner occidentali, come dimostrato dalla visita del Presidente Ilham Aliyev a Bruxelles e dalle sue dichiarazioni di supportare la NATO, in particolare attraverso le sue relazioni con la Turchia.

Il conflitto in Nagorno-Karabakh ha ulteriormente complicato le relazioni. Dopo la guerra del 2020, che ha visto la Russia schierare forze di pacekeeping nella regione, l’Azerbaigian ha espresso insoddisfazione per la presenza russa, vedendola come un ostacolo alla sua integrità territoriale. Nonostante ciò, la Russia è rimasta un giocatore chiave nel mantenimento della stabilità nella regione, con il Presidente Putin e Aliyev che hanno mantenuto contatti personali regolari, come evidenziato dai loro incontri e numerose conversazioni telefoniche.

Nonostante questo, la percezione dell’Azerbaigian verso la Russia è cambiata, soprattutto tra i giovani e gli esperti politici, andando verso una “complicazione” della percezione sociale della Russia, anche grazie alle pressione fatte dal governo di Ankara, soprattutto negli ultimi mesi. Una sorta di attacco a basso profilo che Mosca sta cercando di contro-bilanciare al meglio, perché non è contemplata la perdita dell’Azerbaijan come partner.

A chi giova questo incidente?

La vicenda, ovviamente, giova ai soliti: il Regno Unito ha subito commentato la vicenda, puntando il dito contro la Russia. Stessa cosa ha fatto il ministro degli esteri del Canada, di concerto con gli Stati Uniti, che tramite i social hanno accusato la Russia.

La CNN ha citato un funzionario statunitense anonimo per riferire che l’incidente del volo J2-8243 dell’Azerbaijan Airlines in Kazakistan, che viaggiava da Baku a Grozny prima di deviare improvvisamente dalla rotta verso il Mar Caspio, potrebbe essere stato causato dalle difese aeree russe che hanno erroneamente sparato sul volo. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ammonito a non indulgere in speculazioni e ad attendere la conclusione delle indagini, ma il suo consiglio è rimasto ovviamente inascoltato dagli Stati Uniti, che hanno interesse a plasmare la narrazione.

È chiaro che vogliano assolvere l’Ucraina da ogni responsabilità, nonostante fosse emerso che aveva lanciato attacchi di droni a lungo raggio su Grozny all’incirca al momento dell’incidente, il che avrebbe potuto indurre le difese aeree russe a sparare erroneamente sull’aereo 8243, oppure potrebbero essere state le schegge di un drone distrutto a colpirlo. Un dettaglio da non sottovalutare: Grozny è molto lontana dalle aree della SMO, gli attacchi che sono avvenuti lì riguardano una precisa strategia di terrore.

Ciò che è certo è che un caso del genere è un boccone ghiotto per l’infowarfare anglo-americano. Il rapporto della CNN, per quanto preliminare e del tutto arbitrario, si è diffuso come verità assoluta: il funzionario americano citato è anonimo, quindi non si sa nemmeno se sia vero; le dichiarazioni fatte provengono da un presunto soggetto che abiterebbe a migliaia di chilometri di distanza dal luogo dell’incidente;  quanto dichiarato non ha niente a che fare con le indagini che ben tre Stati stanno conducendo. Curioso, no?

Chiudere a tempo indeterminato l’intero spazio aereo meridionale per precauzione a causa della lunga gittata dei droni ucraini sarebbe stata oggettivamente una reazione eccessiva con costi finanziari incalcolabili, proprio come se gli Stati Uniti avessero fatto lo stesso in risposta a misteriosi avvistamenti di droni sulla costa orientale all’inizio del mese. Tuttavia, proprio perché la Russia non l’ha fatto, l’Ucraina e i suoi alleati mediatici affermeranno prevedibilmente che si è trattato di una reazione irresponsabile dopo l’accaduto.

Creare tensione nelle relazioni fra Russia e Azerbaijan è nell’interesse degli USA (e dell’Ucraina).

Sul piano militare e diplomatico, gli Stati Uniti hanno fornito all’Azerbaigian assistenza militare e supporto per modernizzare le sue forze armate sin dal 1992 – anno dell’uscita dalla URSS dopo il suo crollo -, con gli USA che sono diventati un importante fornitore di equipaggiamento militare, inclusi sistemi di artiglieria e aviazione da campo. Un esempio significativo di questa cooperazione è stato l’annuncio nel 2009 da parte della compagnia israeliana Aeronautics Defense Systems Ltd, con il supporto degli USA, di costruire una fabbrica a Baku, che rafforzava ulteriormente i legami militari. Pr di più, l’Azerbaigian ha ricevuto 30 milioni di dollari in aiuti militari dagli Stati Uniti nel 2022. Sul fronte diplomatico, ci sono stati numerosi scambi di visite ufficiali che hanno rafforzato i legami, con il presidente azero Ilham Aliyev che ha espresso l’intenzione di elevare le relazioni bilaterali a un livello strategico. Questi sviluppi sono stati accompagnati da cooperazione in ambito energetico, con l’Azerbaigian che gioca un ruolo chiave nelle forniture di petrolio e gas naturale verso l’Europa, spesso con il supporto degli Stati Uniti.

Aliyev è un sostenitore di Donald Trump, nonostante sia stato proprio sotto la sua scorsa presidenza che l’Azerbaijan è stato coinvolto nel conflitto per il Nagorno Karabakh. A luglio, a margine di COP 29, aveva espresso molti apprezzamenti per Trump, soprattutto per quanto riguardava la disinformazione e i valori condivisi. Non ha tardato ad inviare una missiva di congratulazioni per le elezioni di novembre. D’altronde, Aliyev è un uomo d’affari, e lo è anche Trump.

L’amministrazione Biden, invece, ha giocato contro il Paese, mettendo al bando gli aiuti economici diretti da parte del governo americano, tramite la riqualificazione del Freedom Support Act del 2001, che nella Sezione 907 prevedeva i blocchi verso l’Azerbaijan. Ancora, a livello di diritto umani, il Rapporto annuale 2023 degli USA sulla libertà religiosa hanno indicato Baku come un governo responsabile di molte violazioni.

Infrangere la buona amicizia fra Russia e Azerbaijan giocherebbe a favore degli USA per garantirsi un accesso in più nel Caucaso meridionale e sul Mar Caspio. Il Caspio è, come già in altre occasioni spiegato, un punto fondamentale del Rimland e controllarlo significa accedere non soltanto alla Russia e molti altri Paesi della CSI, ma anche dividere verticalmente un grande spazio geopolitico come l’Eurasia.

Azzardando alcune ipotesi, vediamo che:

  1. Se si è trattato di un attacco pianificato, i mandanti possono essere solo Kiev e Washington, gli unici a trovare profitto;
  2. Se si è trattato di un incidente, la rapidità degli USA-UK nel diffondere ipotesi sull’evento conferma la volontà di infastidire la Russia in una fase delicata delle relazioni caucasiche;
  3. Se, invece, c’è lo zampino di altri Paesi “ad alto rischio”, come l’Armenia o la Georgia, beh… questo è uno scenario che andrà esplorato.

In tutti e tre i casi, nella guerra dell’informazione non vince la notizia “vera”, ma quella più “credibile”, e per arrivare ciò bisogna dominare l’informazione, impossessarsi dei significati e dei significati, in modo da scrivere la cornice della realtà in cui viviamo.

L’oscuro caso del Volo 8243, una trappola per Mosca?

Non è facile capire come sono andate le cose, ma quello che è certo è che l’evento tragico della precipitazione del volo Azerbaijan Airlines 8243 lascerà un segno nelle relazioni geopolitiche fra i Paesi coinvolti. Cerchiamo di capire come.

Segue nostro Telegram.

Un evento non molto chiaro

A ricostruire la vicenda ci hanno già pensato le autorità e numerosi giornalisti ed esperti. Riassumendo brevemente, il 25 dicembre 2020, l’Embraer 190AR che operava il volo internazionale da Baku a Grozny, è precipitato vicino all’aeroporto di Aktau, in Kazakistan. A bordo c’erano 62 passeggeri e 5 membri dell’equipaggio. L’aereo è stato gravemente danneggiato, presumibilmente da un missile antiaereo russo, durante l’avvicinamento a Grozny, costringendo l’equipaggio a tentare un atterraggio di emergenza. Purtroppo, l’aereo non è riuscito a completare la manovra e si è schiantato, causando la morte di 38 persone, inclusi i piloti e un assistente di volo, mentre 29 persone sono sopravvissute con vari livelli di ferite. Le indagini preliminari hanno rivelato che l’aereo ha subito interferenze fisiche e tecniche esterne, con testimonianze di esplosioni udite in volo. La Russia ha ammesso che il suo sistema di difesa aerea era attivo per respingere attacchi di droni ucraini nella zona, ma non ha confermato la responsabilità diretta. Le indagini sono state avviate da Azerbaigian, Kazakistan e Russia per determinare le cause precise dell’incidente.

Le relazioni tra Azerbaijan e Russia

Dal punto di vista commerciale, storicamente le relazioni tra i due Paesi hanno conosciuto alti e bassi, ma negli ultimi anni, specialmente dopo l’inizio della SMO in Ucraina, hanno visto una significativa convergenza di interessi, soprattutto nel settore energetico.

La Russia ha una posizione strategica importante per l’Azerbaigian, non solo per la sua vicinanza geografica ma anche per la sua influenza politica e militare nella regione del Caucaso. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, l’Azerbaigian è diventato un canale cruciale per la Russia per mantenere e sviluppare le sue relazioni commerciali con l’Europa, specialmente attraverso la triangolazione delle merci. Questo è particolarmente evidente nel settore energetico, dove la Russia ha ripreso a fornire gas alla società statale azera SOCAR per compensare le crescenti richieste dei partner europei, nonostante le sanzioni imposte dall’Occidente. Questo accordo ha sollevato preoccupazioni a livello internazionale, con l’Unione Europea che monitora attentamente questa collaborazione per evitare che il gas russo arrivi in Europa attraverso l’Azerbaigian, potenzialmente minando l’efficacia delle sanzioni.

Il commercio è oggigiorno significativo. Il volume degli scambi commerciali supera i 4 miliardi di dollari, con la Russia che esporta principalmente petrolio, gas e prodotti derivati verso l’Azerbaigian, mentre quest’ultimo esporta verso la Russia prodotti come locomotive, automobili e beni alimentari. La cooperazione si estende anche al settore tecnico-militare, con accordi bilaterali che includono la protezione dei diritti intellettuali derivanti dalla cooperazione in questo ambito.

L’Azerbaigian, pur mantenendo buone relazioni con Mosca, ha cercato di bilanciare i suoi legami internazionali, sviluppando anche rapporti con l’Occidente, in particolare con l’Italia, che è diventata uno dei principali partner commerciali in Europa. L’importanza strategica dell’Azerbaigian per la Russia, però, è evidente anche nel progetto del Corridoio Nord-Sud, che mira a creare un o sbocco di trasporto internazionale alternativo, senza basi militari degli Stati Uniti, incrementando così la cooperazione strategica tra Gazprom e SOCAR.

Nonostante le tensioni geopolitiche, come quelle legate al conflitto del Nagorno-Karabakh e le critiche internazionali per le politiche di entrambi i paesi, la necessità di mantenere una certa stabilità economica ha spinto entrambi a rafforzare i loro legami commerciali. La Russia, sotto pressione per le sanzioni, ha trovato nell’Azerbaigian un alleato utile per aggirare alcune di queste restrizioni, mentre l’Azerbaigian ha sfruttato la sua posizione per aumentare la sua rilevanza geopolitica e il suo peso economico.

Geopoliticamente parlando, negli ultimi tre anni  le relazioni sono state caratterizzate da una complessa dinamica di cooperazione e tensione. Il conflitto in Ucraina del 2022 ha significativamente alterato il panorama, portando l’Azerbaigian in una posizione  più strategica di quanto non fosse in precedenza.. Nonostante la cooperazione economica e militare, le relazioni tra i due Paesi mostrano una varietà di sfumature, da cordiali a pragmatiche, con momenti di tensione dovuti alle diverse alleanze e interessi geopolitici.

Nel 2022, la Russia ha cercato di rafforzare i suoi legami per contrastare l’influenza occidentale nella regione, utilizzando strumenti come l’Unione Economica Eurasiatica (EAEU) per attrarre Baku verso un’integrazione più stretta, ma l’Azerbaigian ha mantenuto una politica estera equilibrata, cercando di non alienarsi né la Russia né i suoi partner occidentali, come dimostrato dalla visita del Presidente Ilham Aliyev a Bruxelles e dalle sue dichiarazioni di supportare la NATO, in particolare attraverso le sue relazioni con la Turchia.

Il conflitto in Nagorno-Karabakh ha ulteriormente complicato le relazioni. Dopo la guerra del 2020, che ha visto la Russia schierare forze di pacekeeping nella regione, l’Azerbaigian ha espresso insoddisfazione per la presenza russa, vedendola come un ostacolo alla sua integrità territoriale. Nonostante ciò, la Russia è rimasta un giocatore chiave nel mantenimento della stabilità nella regione, con il Presidente Putin e Aliyev che hanno mantenuto contatti personali regolari, come evidenziato dai loro incontri e numerose conversazioni telefoniche.

Nonostante questo, la percezione dell’Azerbaigian verso la Russia è cambiata, soprattutto tra i giovani e gli esperti politici, andando verso una “complicazione” della percezione sociale della Russia, anche grazie alle pressione fatte dal governo di Ankara, soprattutto negli ultimi mesi. Una sorta di attacco a basso profilo che Mosca sta cercando di contro-bilanciare al meglio, perché non è contemplata la perdita dell’Azerbaijan come partner.

A chi giova questo incidente?

La vicenda, ovviamente, giova ai soliti: il Regno Unito ha subito commentato la vicenda, puntando il dito contro la Russia. Stessa cosa ha fatto il ministro degli esteri del Canada, di concerto con gli Stati Uniti, che tramite i social hanno accusato la Russia.

La CNN ha citato un funzionario statunitense anonimo per riferire che l’incidente del volo J2-8243 dell’Azerbaijan Airlines in Kazakistan, che viaggiava da Baku a Grozny prima di deviare improvvisamente dalla rotta verso il Mar Caspio, potrebbe essere stato causato dalle difese aeree russe che hanno erroneamente sparato sul volo. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ammonito a non indulgere in speculazioni e ad attendere la conclusione delle indagini, ma il suo consiglio è rimasto ovviamente inascoltato dagli Stati Uniti, che hanno interesse a plasmare la narrazione.

È chiaro che vogliano assolvere l’Ucraina da ogni responsabilità, nonostante fosse emerso che aveva lanciato attacchi di droni a lungo raggio su Grozny all’incirca al momento dell’incidente, il che avrebbe potuto indurre le difese aeree russe a sparare erroneamente sull’aereo 8243, oppure potrebbero essere state le schegge di un drone distrutto a colpirlo. Un dettaglio da non sottovalutare: Grozny è molto lontana dalle aree della SMO, gli attacchi che sono avvenuti lì riguardano una precisa strategia di terrore.

Ciò che è certo è che un caso del genere è un boccone ghiotto per l’infowarfare anglo-americano. Il rapporto della CNN, per quanto preliminare e del tutto arbitrario, si è diffuso come verità assoluta: il funzionario americano citato è anonimo, quindi non si sa nemmeno se sia vero; le dichiarazioni fatte provengono da un presunto soggetto che abiterebbe a migliaia di chilometri di distanza dal luogo dell’incidente;  quanto dichiarato non ha niente a che fare con le indagini che ben tre Stati stanno conducendo. Curioso, no?

Chiudere a tempo indeterminato l’intero spazio aereo meridionale per precauzione a causa della lunga gittata dei droni ucraini sarebbe stata oggettivamente una reazione eccessiva con costi finanziari incalcolabili, proprio come se gli Stati Uniti avessero fatto lo stesso in risposta a misteriosi avvistamenti di droni sulla costa orientale all’inizio del mese. Tuttavia, proprio perché la Russia non l’ha fatto, l’Ucraina e i suoi alleati mediatici affermeranno prevedibilmente che si è trattato di una reazione irresponsabile dopo l’accaduto.

Creare tensione nelle relazioni fra Russia e Azerbaijan è nell’interesse degli USA (e dell’Ucraina).

Sul piano militare e diplomatico, gli Stati Uniti hanno fornito all’Azerbaigian assistenza militare e supporto per modernizzare le sue forze armate sin dal 1992 – anno dell’uscita dalla URSS dopo il suo crollo -, con gli USA che sono diventati un importante fornitore di equipaggiamento militare, inclusi sistemi di artiglieria e aviazione da campo. Un esempio significativo di questa cooperazione è stato l’annuncio nel 2009 da parte della compagnia israeliana Aeronautics Defense Systems Ltd, con il supporto degli USA, di costruire una fabbrica a Baku, che rafforzava ulteriormente i legami militari. Pr di più, l’Azerbaigian ha ricevuto 30 milioni di dollari in aiuti militari dagli Stati Uniti nel 2022. Sul fronte diplomatico, ci sono stati numerosi scambi di visite ufficiali che hanno rafforzato i legami, con il presidente azero Ilham Aliyev che ha espresso l’intenzione di elevare le relazioni bilaterali a un livello strategico. Questi sviluppi sono stati accompagnati da cooperazione in ambito energetico, con l’Azerbaigian che gioca un ruolo chiave nelle forniture di petrolio e gas naturale verso l’Europa, spesso con il supporto degli Stati Uniti.

Aliyev è un sostenitore di Donald Trump, nonostante sia stato proprio sotto la sua scorsa presidenza che l’Azerbaijan è stato coinvolto nel conflitto per il Nagorno Karabakh. A luglio, a margine di COP 29, aveva espresso molti apprezzamenti per Trump, soprattutto per quanto riguardava la disinformazione e i valori condivisi. Non ha tardato ad inviare una missiva di congratulazioni per le elezioni di novembre. D’altronde, Aliyev è un uomo d’affari, e lo è anche Trump.

L’amministrazione Biden, invece, ha giocato contro il Paese, mettendo al bando gli aiuti economici diretti da parte del governo americano, tramite la riqualificazione del Freedom Support Act del 2001, che nella Sezione 907 prevedeva i blocchi verso l’Azerbaijan. Ancora, a livello di diritto umani, il Rapporto annuale 2023 degli USA sulla libertà religiosa hanno indicato Baku come un governo responsabile di molte violazioni.

Infrangere la buona amicizia fra Russia e Azerbaijan giocherebbe a favore degli USA per garantirsi un accesso in più nel Caucaso meridionale e sul Mar Caspio. Il Caspio è, come già in altre occasioni spiegato, un punto fondamentale del Rimland e controllarlo significa accedere non soltanto alla Russia e molti altri Paesi della CSI, ma anche dividere verticalmente un grande spazio geopolitico come l’Eurasia.

Azzardando alcune ipotesi, vediamo che:

  1. Se si è trattato di un attacco pianificato, i mandanti possono essere solo Kiev e Washington, gli unici a trovare profitto;
  2. Se si è trattato di un incidente, la rapidità degli USA-UK nel diffondere ipotesi sull’evento conferma la volontà di infastidire la Russia in una fase delicata delle relazioni caucasiche;
  3. Se, invece, c’è lo zampino di altri Paesi “ad alto rischio”, come l’Armenia o la Georgia, beh… questo è uno scenario che andrà esplorato.

In tutti e tre i casi, nella guerra dell’informazione non vince la notizia “vera”, ma quella più “credibile”, e per arrivare ciò bisogna dominare l’informazione, impossessarsi dei significati e dei significati, in modo da scrivere la cornice della realtà in cui viviamo.

Non è facile capire come sono andate le cose, ma quello che è certo è che l’evento tragico della precipitazione del volo Azerbaijan Airlines 8243 lascerà un segno nelle relazioni geopolitiche fra i Paesi coinvolti. Cerchiamo di capire come.

Segue nostro Telegram.

Un evento non molto chiaro

A ricostruire la vicenda ci hanno già pensato le autorità e numerosi giornalisti ed esperti. Riassumendo brevemente, il 25 dicembre 2020, l’Embraer 190AR che operava il volo internazionale da Baku a Grozny, è precipitato vicino all’aeroporto di Aktau, in Kazakistan. A bordo c’erano 62 passeggeri e 5 membri dell’equipaggio. L’aereo è stato gravemente danneggiato, presumibilmente da un missile antiaereo russo, durante l’avvicinamento a Grozny, costringendo l’equipaggio a tentare un atterraggio di emergenza. Purtroppo, l’aereo non è riuscito a completare la manovra e si è schiantato, causando la morte di 38 persone, inclusi i piloti e un assistente di volo, mentre 29 persone sono sopravvissute con vari livelli di ferite. Le indagini preliminari hanno rivelato che l’aereo ha subito interferenze fisiche e tecniche esterne, con testimonianze di esplosioni udite in volo. La Russia ha ammesso che il suo sistema di difesa aerea era attivo per respingere attacchi di droni ucraini nella zona, ma non ha confermato la responsabilità diretta. Le indagini sono state avviate da Azerbaigian, Kazakistan e Russia per determinare le cause precise dell’incidente.

Le relazioni tra Azerbaijan e Russia

Dal punto di vista commerciale, storicamente le relazioni tra i due Paesi hanno conosciuto alti e bassi, ma negli ultimi anni, specialmente dopo l’inizio della SMO in Ucraina, hanno visto una significativa convergenza di interessi, soprattutto nel settore energetico.

La Russia ha una posizione strategica importante per l’Azerbaigian, non solo per la sua vicinanza geografica ma anche per la sua influenza politica e militare nella regione del Caucaso. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, l’Azerbaigian è diventato un canale cruciale per la Russia per mantenere e sviluppare le sue relazioni commerciali con l’Europa, specialmente attraverso la triangolazione delle merci. Questo è particolarmente evidente nel settore energetico, dove la Russia ha ripreso a fornire gas alla società statale azera SOCAR per compensare le crescenti richieste dei partner europei, nonostante le sanzioni imposte dall’Occidente. Questo accordo ha sollevato preoccupazioni a livello internazionale, con l’Unione Europea che monitora attentamente questa collaborazione per evitare che il gas russo arrivi in Europa attraverso l’Azerbaigian, potenzialmente minando l’efficacia delle sanzioni.

Il commercio è oggigiorno significativo. Il volume degli scambi commerciali supera i 4 miliardi di dollari, con la Russia che esporta principalmente petrolio, gas e prodotti derivati verso l’Azerbaigian, mentre quest’ultimo esporta verso la Russia prodotti come locomotive, automobili e beni alimentari. La cooperazione si estende anche al settore tecnico-militare, con accordi bilaterali che includono la protezione dei diritti intellettuali derivanti dalla cooperazione in questo ambito.

L’Azerbaigian, pur mantenendo buone relazioni con Mosca, ha cercato di bilanciare i suoi legami internazionali, sviluppando anche rapporti con l’Occidente, in particolare con l’Italia, che è diventata uno dei principali partner commerciali in Europa. L’importanza strategica dell’Azerbaigian per la Russia, però, è evidente anche nel progetto del Corridoio Nord-Sud, che mira a creare un o sbocco di trasporto internazionale alternativo, senza basi militari degli Stati Uniti, incrementando così la cooperazione strategica tra Gazprom e SOCAR.

Nonostante le tensioni geopolitiche, come quelle legate al conflitto del Nagorno-Karabakh e le critiche internazionali per le politiche di entrambi i paesi, la necessità di mantenere una certa stabilità economica ha spinto entrambi a rafforzare i loro legami commerciali. La Russia, sotto pressione per le sanzioni, ha trovato nell’Azerbaigian un alleato utile per aggirare alcune di queste restrizioni, mentre l’Azerbaigian ha sfruttato la sua posizione per aumentare la sua rilevanza geopolitica e il suo peso economico.

Geopoliticamente parlando, negli ultimi tre anni  le relazioni sono state caratterizzate da una complessa dinamica di cooperazione e tensione. Il conflitto in Ucraina del 2022 ha significativamente alterato il panorama, portando l’Azerbaigian in una posizione  più strategica di quanto non fosse in precedenza.. Nonostante la cooperazione economica e militare, le relazioni tra i due Paesi mostrano una varietà di sfumature, da cordiali a pragmatiche, con momenti di tensione dovuti alle diverse alleanze e interessi geopolitici.

Nel 2022, la Russia ha cercato di rafforzare i suoi legami per contrastare l’influenza occidentale nella regione, utilizzando strumenti come l’Unione Economica Eurasiatica (EAEU) per attrarre Baku verso un’integrazione più stretta, ma l’Azerbaigian ha mantenuto una politica estera equilibrata, cercando di non alienarsi né la Russia né i suoi partner occidentali, come dimostrato dalla visita del Presidente Ilham Aliyev a Bruxelles e dalle sue dichiarazioni di supportare la NATO, in particolare attraverso le sue relazioni con la Turchia.

Il conflitto in Nagorno-Karabakh ha ulteriormente complicato le relazioni. Dopo la guerra del 2020, che ha visto la Russia schierare forze di pacekeeping nella regione, l’Azerbaigian ha espresso insoddisfazione per la presenza russa, vedendola come un ostacolo alla sua integrità territoriale. Nonostante ciò, la Russia è rimasta un giocatore chiave nel mantenimento della stabilità nella regione, con il Presidente Putin e Aliyev che hanno mantenuto contatti personali regolari, come evidenziato dai loro incontri e numerose conversazioni telefoniche.

Nonostante questo, la percezione dell’Azerbaigian verso la Russia è cambiata, soprattutto tra i giovani e gli esperti politici, andando verso una “complicazione” della percezione sociale della Russia, anche grazie alle pressione fatte dal governo di Ankara, soprattutto negli ultimi mesi. Una sorta di attacco a basso profilo che Mosca sta cercando di contro-bilanciare al meglio, perché non è contemplata la perdita dell’Azerbaijan come partner.

A chi giova questo incidente?

La vicenda, ovviamente, giova ai soliti: il Regno Unito ha subito commentato la vicenda, puntando il dito contro la Russia. Stessa cosa ha fatto il ministro degli esteri del Canada, di concerto con gli Stati Uniti, che tramite i social hanno accusato la Russia.

La CNN ha citato un funzionario statunitense anonimo per riferire che l’incidente del volo J2-8243 dell’Azerbaijan Airlines in Kazakistan, che viaggiava da Baku a Grozny prima di deviare improvvisamente dalla rotta verso il Mar Caspio, potrebbe essere stato causato dalle difese aeree russe che hanno erroneamente sparato sul volo. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ammonito a non indulgere in speculazioni e ad attendere la conclusione delle indagini, ma il suo consiglio è rimasto ovviamente inascoltato dagli Stati Uniti, che hanno interesse a plasmare la narrazione.

È chiaro che vogliano assolvere l’Ucraina da ogni responsabilità, nonostante fosse emerso che aveva lanciato attacchi di droni a lungo raggio su Grozny all’incirca al momento dell’incidente, il che avrebbe potuto indurre le difese aeree russe a sparare erroneamente sull’aereo 8243, oppure potrebbero essere state le schegge di un drone distrutto a colpirlo. Un dettaglio da non sottovalutare: Grozny è molto lontana dalle aree della SMO, gli attacchi che sono avvenuti lì riguardano una precisa strategia di terrore.

Ciò che è certo è che un caso del genere è un boccone ghiotto per l’infowarfare anglo-americano. Il rapporto della CNN, per quanto preliminare e del tutto arbitrario, si è diffuso come verità assoluta: il funzionario americano citato è anonimo, quindi non si sa nemmeno se sia vero; le dichiarazioni fatte provengono da un presunto soggetto che abiterebbe a migliaia di chilometri di distanza dal luogo dell’incidente;  quanto dichiarato non ha niente a che fare con le indagini che ben tre Stati stanno conducendo. Curioso, no?

Chiudere a tempo indeterminato l’intero spazio aereo meridionale per precauzione a causa della lunga gittata dei droni ucraini sarebbe stata oggettivamente una reazione eccessiva con costi finanziari incalcolabili, proprio come se gli Stati Uniti avessero fatto lo stesso in risposta a misteriosi avvistamenti di droni sulla costa orientale all’inizio del mese. Tuttavia, proprio perché la Russia non l’ha fatto, l’Ucraina e i suoi alleati mediatici affermeranno prevedibilmente che si è trattato di una reazione irresponsabile dopo l’accaduto.

Creare tensione nelle relazioni fra Russia e Azerbaijan è nell’interesse degli USA (e dell’Ucraina).

Sul piano militare e diplomatico, gli Stati Uniti hanno fornito all’Azerbaigian assistenza militare e supporto per modernizzare le sue forze armate sin dal 1992 – anno dell’uscita dalla URSS dopo il suo crollo -, con gli USA che sono diventati un importante fornitore di equipaggiamento militare, inclusi sistemi di artiglieria e aviazione da campo. Un esempio significativo di questa cooperazione è stato l’annuncio nel 2009 da parte della compagnia israeliana Aeronautics Defense Systems Ltd, con il supporto degli USA, di costruire una fabbrica a Baku, che rafforzava ulteriormente i legami militari. Pr di più, l’Azerbaigian ha ricevuto 30 milioni di dollari in aiuti militari dagli Stati Uniti nel 2022. Sul fronte diplomatico, ci sono stati numerosi scambi di visite ufficiali che hanno rafforzato i legami, con il presidente azero Ilham Aliyev che ha espresso l’intenzione di elevare le relazioni bilaterali a un livello strategico. Questi sviluppi sono stati accompagnati da cooperazione in ambito energetico, con l’Azerbaigian che gioca un ruolo chiave nelle forniture di petrolio e gas naturale verso l’Europa, spesso con il supporto degli Stati Uniti.

Aliyev è un sostenitore di Donald Trump, nonostante sia stato proprio sotto la sua scorsa presidenza che l’Azerbaijan è stato coinvolto nel conflitto per il Nagorno Karabakh. A luglio, a margine di COP 29, aveva espresso molti apprezzamenti per Trump, soprattutto per quanto riguardava la disinformazione e i valori condivisi. Non ha tardato ad inviare una missiva di congratulazioni per le elezioni di novembre. D’altronde, Aliyev è un uomo d’affari, e lo è anche Trump.

L’amministrazione Biden, invece, ha giocato contro il Paese, mettendo al bando gli aiuti economici diretti da parte del governo americano, tramite la riqualificazione del Freedom Support Act del 2001, che nella Sezione 907 prevedeva i blocchi verso l’Azerbaijan. Ancora, a livello di diritto umani, il Rapporto annuale 2023 degli USA sulla libertà religiosa hanno indicato Baku come un governo responsabile di molte violazioni.

Infrangere la buona amicizia fra Russia e Azerbaijan giocherebbe a favore degli USA per garantirsi un accesso in più nel Caucaso meridionale e sul Mar Caspio. Il Caspio è, come già in altre occasioni spiegato, un punto fondamentale del Rimland e controllarlo significa accedere non soltanto alla Russia e molti altri Paesi della CSI, ma anche dividere verticalmente un grande spazio geopolitico come l’Eurasia.

Azzardando alcune ipotesi, vediamo che:

  1. Se si è trattato di un attacco pianificato, i mandanti possono essere solo Kiev e Washington, gli unici a trovare profitto;
  2. Se si è trattato di un incidente, la rapidità degli USA-UK nel diffondere ipotesi sull’evento conferma la volontà di infastidire la Russia in una fase delicata delle relazioni caucasiche;
  3. Se, invece, c’è lo zampino di altri Paesi “ad alto rischio”, come l’Armenia o la Georgia, beh… questo è uno scenario che andrà esplorato.

In tutti e tre i casi, nella guerra dell’informazione non vince la notizia “vera”, ma quella più “credibile”, e per arrivare ciò bisogna dominare l’informazione, impossessarsi dei significati e dei significati, in modo da scrivere la cornice della realtà in cui viviamo.

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