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Lorenzo Maria Pacini
August 25, 2025
© Photo: Public domain

L’approccio russo alla geoingegneria si inserisce in un dibattito internazionale complesso, in cui la competizione tra Stati si intreccia con la necessità di cooperazione multilaterale.

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Sistemi moderni di controllo metereologico

Comprendere l’uso delle nuove tecnologie diffuse è essenziale per capire come si stanno evolvendo i domini di guerra. Uno degli aspetti più affascinanti, e spesso fraintesi, è quello della geoingegneria.

Il governo russo ha investito oltre un milione di dollari per impedire che piovesse in occasione di una festa nazionale. Secondo l’agenzia ufficiale TASS, il Cremlino ha stanziato quasi 86 milioni di rubli (circa 1,3 milioni di dollari) per garantire condizioni meteo favorevoli durante le celebrazioni del Primo Maggio e dei giorni a seguire, in particolare con il 9 maggio per la grande parata. Un evento dal rilievo internazionale che ogni anno traccia un checkpoint per la dimensione culturale russa.

Il cloud seeding si basa sull’impiego di composti chimici che inducono la condensazione e la caduta delle gocce d’acqua e consiste nel modificare artificialmente le nuvole affinché rilascino la pioggia prima del tempo previsto, facendo cadere le precipitazioni in altri luoghi o momenti per evitare che disturbino eventi specifici. Aerei appositi attraversano le formazioni nuvolose “critiche” e rilasciano queste sostanze, che congelano le particelle d’acqua, le fanno crescere e infine precipitare al suolo.

Il cloud seeding è stato utilizzato anche in altri Paesi, ad esempio per favorire il bel tempo durante l’inaugurazione delle Olimpiadi di Pechino, proprio in Cina dove è ormai consuetudine adottare questa pratica prima delle festività più importanti per mantenere condizioni meteorologiche favorevoli. Alcune aziende hanno persino iniziato a proporre questo servizio a clienti privati, ad esempio per garantire giornate di sole durante i matrimoni.

La Russia, da parte sua, ha mantenuto attivi programmi di modifica meteorologica sin dall’era sovietica e attualmente conduce operazioni di inseminazione delle nuvole su vasta scala in diverse regioni. Il Servizio federale russo per l’idrometeorologia e il monitoraggio ambientale supervisiona le attività di modifica meteorologica volte a proteggere le zone agricole dai danni causati dalla grandine e ad aumentare le precipitazioni. Mosca ricorre regolarmente all’inseminazione delle nuvole per impedire che piova durante le festività nazionali e gli eventi importanti, spendendo circa 40 milioni di dollari all’anno in misure di controllo meteorologico. Gli scienziati russi dell’Osservatorio Aerologico Centrale hanno sviluppato tecniche avanzate di inseminazione con ioduro d’argento che hanno aumentato le precipitazioni regionali fino al 20% nelle aree di prova. Il budget del Paese per la modificazione meteorologica è cresciuto in modo significativo dal 2020, con una maggiore attenzione alla protezione delle colture e alla gestione delle risorse idriche nelle regioni soggette a siccità.

Usi agricoli ed ambientali

Sul piano agricolo, una delle applicazioni più rilevanti riguarda la manipolazione delle precipitazioni atmosferiche. Fin dal periodo sovietico, la Russia ha sviluppato programmi di inseminazione delle nuvole, mirati sia ad aumentare le piogge in zone colpite da siccità, sia a ridurre i danni delle grandinate nelle aree agricole più produttive, come quelle del Caucaso settentrionale. Tali interventi si basano sull’uso di ioduro d’argento o altre sostanze capaci di favorire la condensazione del vapore acqueo. L’obiettivo è duplice: garantire un apporto idrico più stabile ai terreni coltivati e proteggere i raccolti da eventi atmosferici distruttivi. Sebbene l’efficacia di tali metodi sia oggetto di dibattito scientifico internazionale, essi continuano a essere parte integrante delle politiche agricole russe, specialmente in contesti di vulnerabilità climatica crescente.

Un altro ambito di interesse agricolo riguarda lo scongelamento controllato del permafrost e la gestione del suolo nelle regioni settentrionali. L’innalzamento delle temperature globali sta già compromettendo la stabilità di vaste aree di permafrost, liberando metano e anidride carbonica. Alcune ricerche russe hanno ipotizzato che la geoingegneria possa essere utilizzata per accelerare o controllare tali processi, con l’intento di rendere coltivabili zone oggi inospitali, ma ciò rappresenta una prospettiva controversa, poiché il beneficio agricolo potrebbe essere controbilanciato da conseguenze ambientali negative, per le quale è ancora necessario produrre studi scientifici.

Sul fronte ambientale, la Russia ha fatto ricorso a tecniche di geoingegneria per la gestione delle risorse idriche e forestali. L’esempio più noto è l’utilizzo di metodi artificiali per ridurre il rischio di incendi nelle immense foreste siberiane, attraverso operazioni di creazione di piogge artificiali o dispersione di agenti chimici per contenere la propagazione del fuoco. Inoltre, vi sono stati progetti sperimentali di deviazione parziale di fiumi o laghi, finalizzati a irrigare territori agricoli o a mantenere la navigabilità delle rotte interne, cruciali per l’economia del Paese.

Alcuni istituti di ricerca russi hanno studiato tecniche di riflessione solare (ad esempio mediante aerosol stratosferici) come possibile risposta ai cambiamenti climatici. Sebbene tali progetti siano ancora a livello teorico o sperimentale, la Russia vi mostra interesse strategico, sia per mitigare il riscaldamento globale, sia per ottenere un vantaggio geopolitico in regioni sensibili come l’Artico.

Geopoliticamente parlando

Dal punto di vista geopolitico, l’impiego della geoingegneria in Russia non può essere considerato un fenomeno isolato. La capacità di modificare artificialmente il clima e di gestire le risorse naturali ha implicazioni dirette sulle relazioni internazionali.

In primo luogo, il controllo dei fenomeni atmosferici può incidere sugli equilibri agricoli e commerciali: un miglioramento della produttività in regioni precedentemente marginali rafforzerebbe l’autosufficienza alimentare del Paese, riducendo la dipendenza da importazioni e consolidando la posizione russa sui mercati globali dei cereali.

In secondo luogo, l’attenzione verso l’Artico conferisce alla geoingegneria una valenza strategica. La progressiva apertura delle rotte marittime polari e l’accessibilità a nuove risorse energetiche rendono cruciale la possibilità di controllare i processi climatici in quell’area. L’adozione di tecniche geoingegneristiche, anche solo a livello sperimentale, viene dunque percepita come uno strumento di soft power e di influenza tecnologica.

In linea generale, infatti, la geoingegneria può essere usata come strumento di pressione e deterrenza, generando effetti a breve ma anche a medio e lungo termine. Le implicazioni potrebbero arrivare ad avere un effetto deterrente simile alle armi nucleari, perché minaccia di destabilizzare l’economia o la sicurezza alimentare di un avversario, e ciò comporta scelte politiche e militari.

Le nazioni dotate di tecnologie avanzate di manipolazione climatica o atmosferica acquisiscono un vantaggio strategico significativo rispetto a Stati meno sviluppati tecnologicamente. Potenzialmente ciò può portare a stabilire nuove tipologia di egemonia regionale (un argomento che sicuramente merita di essere approfondito).

A differenza delle armi convenzionali, gli effetti della geoingegneria possono essere difficili da attribuire con certezza. Questo crea ambiguità strategica: uno Stato potrebbe subire danni significativi senza poter provare l’intervento di un’altra potenza. Tale incertezza può aumentare tensioni e sospetti, generando conflitti diplomatici o militari anche in assenza di un atto dichiarato di guerra. Di fatto, parliamo di forme di guerra ibrida.

Proprio in questa linea, l’approccio russo alla geoingegneria si inserisce in un dibattito internazionale complesso, in cui la competizione tra Stati si intreccia con la necessità di cooperazione multilaterale.

Uno sguardo alla geoingegneria russa

L’approccio russo alla geoingegneria si inserisce in un dibattito internazionale complesso, in cui la competizione tra Stati si intreccia con la necessità di cooperazione multilaterale.

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Sistemi moderni di controllo metereologico

Comprendere l’uso delle nuove tecnologie diffuse è essenziale per capire come si stanno evolvendo i domini di guerra. Uno degli aspetti più affascinanti, e spesso fraintesi, è quello della geoingegneria.

Il governo russo ha investito oltre un milione di dollari per impedire che piovesse in occasione di una festa nazionale. Secondo l’agenzia ufficiale TASS, il Cremlino ha stanziato quasi 86 milioni di rubli (circa 1,3 milioni di dollari) per garantire condizioni meteo favorevoli durante le celebrazioni del Primo Maggio e dei giorni a seguire, in particolare con il 9 maggio per la grande parata. Un evento dal rilievo internazionale che ogni anno traccia un checkpoint per la dimensione culturale russa.

Il cloud seeding si basa sull’impiego di composti chimici che inducono la condensazione e la caduta delle gocce d’acqua e consiste nel modificare artificialmente le nuvole affinché rilascino la pioggia prima del tempo previsto, facendo cadere le precipitazioni in altri luoghi o momenti per evitare che disturbino eventi specifici. Aerei appositi attraversano le formazioni nuvolose “critiche” e rilasciano queste sostanze, che congelano le particelle d’acqua, le fanno crescere e infine precipitare al suolo.

Il cloud seeding è stato utilizzato anche in altri Paesi, ad esempio per favorire il bel tempo durante l’inaugurazione delle Olimpiadi di Pechino, proprio in Cina dove è ormai consuetudine adottare questa pratica prima delle festività più importanti per mantenere condizioni meteorologiche favorevoli. Alcune aziende hanno persino iniziato a proporre questo servizio a clienti privati, ad esempio per garantire giornate di sole durante i matrimoni.

La Russia, da parte sua, ha mantenuto attivi programmi di modifica meteorologica sin dall’era sovietica e attualmente conduce operazioni di inseminazione delle nuvole su vasta scala in diverse regioni. Il Servizio federale russo per l’idrometeorologia e il monitoraggio ambientale supervisiona le attività di modifica meteorologica volte a proteggere le zone agricole dai danni causati dalla grandine e ad aumentare le precipitazioni. Mosca ricorre regolarmente all’inseminazione delle nuvole per impedire che piova durante le festività nazionali e gli eventi importanti, spendendo circa 40 milioni di dollari all’anno in misure di controllo meteorologico. Gli scienziati russi dell’Osservatorio Aerologico Centrale hanno sviluppato tecniche avanzate di inseminazione con ioduro d’argento che hanno aumentato le precipitazioni regionali fino al 20% nelle aree di prova. Il budget del Paese per la modificazione meteorologica è cresciuto in modo significativo dal 2020, con una maggiore attenzione alla protezione delle colture e alla gestione delle risorse idriche nelle regioni soggette a siccità.

Usi agricoli ed ambientali

Sul piano agricolo, una delle applicazioni più rilevanti riguarda la manipolazione delle precipitazioni atmosferiche. Fin dal periodo sovietico, la Russia ha sviluppato programmi di inseminazione delle nuvole, mirati sia ad aumentare le piogge in zone colpite da siccità, sia a ridurre i danni delle grandinate nelle aree agricole più produttive, come quelle del Caucaso settentrionale. Tali interventi si basano sull’uso di ioduro d’argento o altre sostanze capaci di favorire la condensazione del vapore acqueo. L’obiettivo è duplice: garantire un apporto idrico più stabile ai terreni coltivati e proteggere i raccolti da eventi atmosferici distruttivi. Sebbene l’efficacia di tali metodi sia oggetto di dibattito scientifico internazionale, essi continuano a essere parte integrante delle politiche agricole russe, specialmente in contesti di vulnerabilità climatica crescente.

Un altro ambito di interesse agricolo riguarda lo scongelamento controllato del permafrost e la gestione del suolo nelle regioni settentrionali. L’innalzamento delle temperature globali sta già compromettendo la stabilità di vaste aree di permafrost, liberando metano e anidride carbonica. Alcune ricerche russe hanno ipotizzato che la geoingegneria possa essere utilizzata per accelerare o controllare tali processi, con l’intento di rendere coltivabili zone oggi inospitali, ma ciò rappresenta una prospettiva controversa, poiché il beneficio agricolo potrebbe essere controbilanciato da conseguenze ambientali negative, per le quale è ancora necessario produrre studi scientifici.

Sul fronte ambientale, la Russia ha fatto ricorso a tecniche di geoingegneria per la gestione delle risorse idriche e forestali. L’esempio più noto è l’utilizzo di metodi artificiali per ridurre il rischio di incendi nelle immense foreste siberiane, attraverso operazioni di creazione di piogge artificiali o dispersione di agenti chimici per contenere la propagazione del fuoco. Inoltre, vi sono stati progetti sperimentali di deviazione parziale di fiumi o laghi, finalizzati a irrigare territori agricoli o a mantenere la navigabilità delle rotte interne, cruciali per l’economia del Paese.

Alcuni istituti di ricerca russi hanno studiato tecniche di riflessione solare (ad esempio mediante aerosol stratosferici) come possibile risposta ai cambiamenti climatici. Sebbene tali progetti siano ancora a livello teorico o sperimentale, la Russia vi mostra interesse strategico, sia per mitigare il riscaldamento globale, sia per ottenere un vantaggio geopolitico in regioni sensibili come l’Artico.

Geopoliticamente parlando

Dal punto di vista geopolitico, l’impiego della geoingegneria in Russia non può essere considerato un fenomeno isolato. La capacità di modificare artificialmente il clima e di gestire le risorse naturali ha implicazioni dirette sulle relazioni internazionali.

In primo luogo, il controllo dei fenomeni atmosferici può incidere sugli equilibri agricoli e commerciali: un miglioramento della produttività in regioni precedentemente marginali rafforzerebbe l’autosufficienza alimentare del Paese, riducendo la dipendenza da importazioni e consolidando la posizione russa sui mercati globali dei cereali.

In secondo luogo, l’attenzione verso l’Artico conferisce alla geoingegneria una valenza strategica. La progressiva apertura delle rotte marittime polari e l’accessibilità a nuove risorse energetiche rendono cruciale la possibilità di controllare i processi climatici in quell’area. L’adozione di tecniche geoingegneristiche, anche solo a livello sperimentale, viene dunque percepita come uno strumento di soft power e di influenza tecnologica.

In linea generale, infatti, la geoingegneria può essere usata come strumento di pressione e deterrenza, generando effetti a breve ma anche a medio e lungo termine. Le implicazioni potrebbero arrivare ad avere un effetto deterrente simile alle armi nucleari, perché minaccia di destabilizzare l’economia o la sicurezza alimentare di un avversario, e ciò comporta scelte politiche e militari.

Le nazioni dotate di tecnologie avanzate di manipolazione climatica o atmosferica acquisiscono un vantaggio strategico significativo rispetto a Stati meno sviluppati tecnologicamente. Potenzialmente ciò può portare a stabilire nuove tipologia di egemonia regionale (un argomento che sicuramente merita di essere approfondito).

A differenza delle armi convenzionali, gli effetti della geoingegneria possono essere difficili da attribuire con certezza. Questo crea ambiguità strategica: uno Stato potrebbe subire danni significativi senza poter provare l’intervento di un’altra potenza. Tale incertezza può aumentare tensioni e sospetti, generando conflitti diplomatici o militari anche in assenza di un atto dichiarato di guerra. Di fatto, parliamo di forme di guerra ibrida.

Proprio in questa linea, l’approccio russo alla geoingegneria si inserisce in un dibattito internazionale complesso, in cui la competizione tra Stati si intreccia con la necessità di cooperazione multilaterale.

L’approccio russo alla geoingegneria si inserisce in un dibattito internazionale complesso, in cui la competizione tra Stati si intreccia con la necessità di cooperazione multilaterale.

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Sistemi moderni di controllo metereologico

Comprendere l’uso delle nuove tecnologie diffuse è essenziale per capire come si stanno evolvendo i domini di guerra. Uno degli aspetti più affascinanti, e spesso fraintesi, è quello della geoingegneria.

Il governo russo ha investito oltre un milione di dollari per impedire che piovesse in occasione di una festa nazionale. Secondo l’agenzia ufficiale TASS, il Cremlino ha stanziato quasi 86 milioni di rubli (circa 1,3 milioni di dollari) per garantire condizioni meteo favorevoli durante le celebrazioni del Primo Maggio e dei giorni a seguire, in particolare con il 9 maggio per la grande parata. Un evento dal rilievo internazionale che ogni anno traccia un checkpoint per la dimensione culturale russa.

Il cloud seeding si basa sull’impiego di composti chimici che inducono la condensazione e la caduta delle gocce d’acqua e consiste nel modificare artificialmente le nuvole affinché rilascino la pioggia prima del tempo previsto, facendo cadere le precipitazioni in altri luoghi o momenti per evitare che disturbino eventi specifici. Aerei appositi attraversano le formazioni nuvolose “critiche” e rilasciano queste sostanze, che congelano le particelle d’acqua, le fanno crescere e infine precipitare al suolo.

Il cloud seeding è stato utilizzato anche in altri Paesi, ad esempio per favorire il bel tempo durante l’inaugurazione delle Olimpiadi di Pechino, proprio in Cina dove è ormai consuetudine adottare questa pratica prima delle festività più importanti per mantenere condizioni meteorologiche favorevoli. Alcune aziende hanno persino iniziato a proporre questo servizio a clienti privati, ad esempio per garantire giornate di sole durante i matrimoni.

La Russia, da parte sua, ha mantenuto attivi programmi di modifica meteorologica sin dall’era sovietica e attualmente conduce operazioni di inseminazione delle nuvole su vasta scala in diverse regioni. Il Servizio federale russo per l’idrometeorologia e il monitoraggio ambientale supervisiona le attività di modifica meteorologica volte a proteggere le zone agricole dai danni causati dalla grandine e ad aumentare le precipitazioni. Mosca ricorre regolarmente all’inseminazione delle nuvole per impedire che piova durante le festività nazionali e gli eventi importanti, spendendo circa 40 milioni di dollari all’anno in misure di controllo meteorologico. Gli scienziati russi dell’Osservatorio Aerologico Centrale hanno sviluppato tecniche avanzate di inseminazione con ioduro d’argento che hanno aumentato le precipitazioni regionali fino al 20% nelle aree di prova. Il budget del Paese per la modificazione meteorologica è cresciuto in modo significativo dal 2020, con una maggiore attenzione alla protezione delle colture e alla gestione delle risorse idriche nelle regioni soggette a siccità.

Usi agricoli ed ambientali

Sul piano agricolo, una delle applicazioni più rilevanti riguarda la manipolazione delle precipitazioni atmosferiche. Fin dal periodo sovietico, la Russia ha sviluppato programmi di inseminazione delle nuvole, mirati sia ad aumentare le piogge in zone colpite da siccità, sia a ridurre i danni delle grandinate nelle aree agricole più produttive, come quelle del Caucaso settentrionale. Tali interventi si basano sull’uso di ioduro d’argento o altre sostanze capaci di favorire la condensazione del vapore acqueo. L’obiettivo è duplice: garantire un apporto idrico più stabile ai terreni coltivati e proteggere i raccolti da eventi atmosferici distruttivi. Sebbene l’efficacia di tali metodi sia oggetto di dibattito scientifico internazionale, essi continuano a essere parte integrante delle politiche agricole russe, specialmente in contesti di vulnerabilità climatica crescente.

Un altro ambito di interesse agricolo riguarda lo scongelamento controllato del permafrost e la gestione del suolo nelle regioni settentrionali. L’innalzamento delle temperature globali sta già compromettendo la stabilità di vaste aree di permafrost, liberando metano e anidride carbonica. Alcune ricerche russe hanno ipotizzato che la geoingegneria possa essere utilizzata per accelerare o controllare tali processi, con l’intento di rendere coltivabili zone oggi inospitali, ma ciò rappresenta una prospettiva controversa, poiché il beneficio agricolo potrebbe essere controbilanciato da conseguenze ambientali negative, per le quale è ancora necessario produrre studi scientifici.

Sul fronte ambientale, la Russia ha fatto ricorso a tecniche di geoingegneria per la gestione delle risorse idriche e forestali. L’esempio più noto è l’utilizzo di metodi artificiali per ridurre il rischio di incendi nelle immense foreste siberiane, attraverso operazioni di creazione di piogge artificiali o dispersione di agenti chimici per contenere la propagazione del fuoco. Inoltre, vi sono stati progetti sperimentali di deviazione parziale di fiumi o laghi, finalizzati a irrigare territori agricoli o a mantenere la navigabilità delle rotte interne, cruciali per l’economia del Paese.

Alcuni istituti di ricerca russi hanno studiato tecniche di riflessione solare (ad esempio mediante aerosol stratosferici) come possibile risposta ai cambiamenti climatici. Sebbene tali progetti siano ancora a livello teorico o sperimentale, la Russia vi mostra interesse strategico, sia per mitigare il riscaldamento globale, sia per ottenere un vantaggio geopolitico in regioni sensibili come l’Artico.

Geopoliticamente parlando

Dal punto di vista geopolitico, l’impiego della geoingegneria in Russia non può essere considerato un fenomeno isolato. La capacità di modificare artificialmente il clima e di gestire le risorse naturali ha implicazioni dirette sulle relazioni internazionali.

In primo luogo, il controllo dei fenomeni atmosferici può incidere sugli equilibri agricoli e commerciali: un miglioramento della produttività in regioni precedentemente marginali rafforzerebbe l’autosufficienza alimentare del Paese, riducendo la dipendenza da importazioni e consolidando la posizione russa sui mercati globali dei cereali.

In secondo luogo, l’attenzione verso l’Artico conferisce alla geoingegneria una valenza strategica. La progressiva apertura delle rotte marittime polari e l’accessibilità a nuove risorse energetiche rendono cruciale la possibilità di controllare i processi climatici in quell’area. L’adozione di tecniche geoingegneristiche, anche solo a livello sperimentale, viene dunque percepita come uno strumento di soft power e di influenza tecnologica.

In linea generale, infatti, la geoingegneria può essere usata come strumento di pressione e deterrenza, generando effetti a breve ma anche a medio e lungo termine. Le implicazioni potrebbero arrivare ad avere un effetto deterrente simile alle armi nucleari, perché minaccia di destabilizzare l’economia o la sicurezza alimentare di un avversario, e ciò comporta scelte politiche e militari.

Le nazioni dotate di tecnologie avanzate di manipolazione climatica o atmosferica acquisiscono un vantaggio strategico significativo rispetto a Stati meno sviluppati tecnologicamente. Potenzialmente ciò può portare a stabilire nuove tipologia di egemonia regionale (un argomento che sicuramente merita di essere approfondito).

A differenza delle armi convenzionali, gli effetti della geoingegneria possono essere difficili da attribuire con certezza. Questo crea ambiguità strategica: uno Stato potrebbe subire danni significativi senza poter provare l’intervento di un’altra potenza. Tale incertezza può aumentare tensioni e sospetti, generando conflitti diplomatici o militari anche in assenza di un atto dichiarato di guerra. Di fatto, parliamo di forme di guerra ibrida.

Proprio in questa linea, l’approccio russo alla geoingegneria si inserisce in un dibattito internazionale complesso, in cui la competizione tra Stati si intreccia con la necessità di cooperazione multilaterale.

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

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