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Stefano Vernole
March 12, 2025
© Photo: Public domain

Nell’ambizione di Mosca e dell’Unione Economica Eurasiatica di diventare un futuro interconnettore tra l’Eurasia settentrionale e il Sud Globale, il Kazakistan svolge un ruolo determinante.

Segue nostro Telegram.

Al vertice dell’Unione Economica Eurasiatica nel 2018, il Kazakistan propose la costruzione di un Canale dell’Eurasia, ovvero un corridoio di navigazione lungo i fiumi che vanno dal Mar Caspio al Mar Nero e che arrecherebbe enormi benefici commerciali ai Paesi rivieraschi e alla Cina. Questo Canale potrebbe essere incorporato progressivamente nel Corridoio di trasporto internazionale Nord-Sud e creerebbe 200.000 nuovi posti di lavoro. Una parte significativa del traffico merci tra la Cina e i Paesi della UE che hanno porti sul Mediterraneo beneficerebbe di questa nuova rotta.

Al vertice EAU dell’8 maggio 2023, il presidente Kassym-Jomart Tokayev ha suggerito di implementare un meccanismo per la convalida remota di tutti i documenti di spedizione utilizzando codici QR e il riconoscimento reciproco dei documenti digitali come mezzo per facilitare il processo. Questa iniziativa di digitalizzazione andrà a beneficio del commercio estero aumentando il volume, semplificando le procedure di attraversamento delle frontiere, riducendo i tempi di consegna delle merci e abbassando i costi di trasporto.

Per mantenere il funzionamento ininterrotto del sistema di trasporto eurasiatico, il Kazakistan intende effettuare riparazioni su 11.000 km e costruire altri 5.000 km di nuovi binari ferroviari. La nazione ha avviato un ammodernamento completo dei valichi di frontiera internazionali. Negli ultimi 15 anni, il Paese ha investito oltre 35 miliardi di dollari in infrastrutture di trasporto, migliorando la connettività con Cina, Asia meridionale, Russia ed Europa.

Per accedere ai mercati del Golfo Persico, il Kazakistan ha aderito all’accordo di Ashgabat sulla creazione di un corridoio di trasporto internazionale e ha invitato i partner della UEE a fare altrettanto. L’accordo sulla creazione di un corridoio internazionale di trasporto e transito tra Iran, Oman, Turkmenistan e Uzbekistan (Accordo di Ashgabat) è stato firmato nel 2011 e solo successivamente vi hanno aderito appunto il Kazakistan, il Qatar e l’India.

Questi progetti dovrebbero aumentare significativamente la competitività della logistica terrestre continentale rispetto alle rotte commerciali marittime tradizionalmente appannaggio delle potenze talassocratiche. Con lo sviluppo interno dell’Eurasia, il percorso terrestre delle merci diverrà significativamente più breve rispetto a quello marittimo e consentirà una forte ottimizzazione dei tempi di trasporto; il percorso terrestre intercontinentale, così come quello della Northern Sea Route (Rotta Artica), appaiono molto più sicuri delle rotte tradizionali del traffico marittimo vista la crescente instabilità degli Stretti di Malacca, Bab-el-Mandeb, Hormuz e del Canale di Suez.

Il fattore principale della competitività delle rotte continentali attraverso i Paesi dell’Unione Eurasiatica potrebbe essere una combinazione di tecnologia senza equipaggio ed energia a basso costo: l’eccedenza di energia e gli inevitabili progressi nello stoccaggio e nel trasporto, insieme ai costi minimi della manodopera grazie alle tecnologie senza pilota, offrirà prezzi altamente competitivi rispetto a quelli mondiali.

Mentre la comunità internazionale si avvia verso un’era di crescente polarizzazione e divisione geopolitica, il Kazakistan lancia una nuova piattaforma di dialogo, l’Astana International Forum, per unire gli sforzi e affrontare le principali sfide globali.

Il forum, che si svolgerà nella capitale kazaka il 29-30 maggio 2025, fungerà da piattaforma per delegati di alto livello provenienti da governi stranieri, organizzazioni internazionali, aziende e circoli accademici per dialogare e cercare soluzioni a problemi quali il cambiamento climatico, la carenza di cibo e la sicurezza energetica.

Grazie alla sua posizione strategica e al crescente impegno internazionale, il Kazakistan sta svolgendo un ruolo sempre più attivo nel facilitare la cooperazione transfrontaliera in periodi di tensione geopolitica. Storico legame tra Oriente e Occidente, il Paese ha a lungo sostenuto un sistema internazionale inclusivo e rimane fermamente impegnato nel raggiungimento di questo obiettivo.

L’Asia centrale è sempre più importante per i mercati energetici mondiali e la regione affronta la sfida di bilanciare tre realtà: circostanze nazionali, pressioni geopolitiche e il passaggio globale alla decarbonizzazione. Ad esempio, il Kazakistan punta al 50% di energia rinnovabile entro il 2030 e alla neutralità carbonica entro il 2060. Tuttavia, questa è una regione in cui le infrastrutture post-sovietiche richiedono un massiccio rinnovamento e il raggiungimento di tale obiettivo richiederà investimenti sostenuti e una leadership audace come quella dimostrata fino ad oggi da Tokayev.

Il presidente kazako ha sottolineato l’urgente necessità di strategie di adattamento climatico, tra cui sistemi di allerta precoce, una migliore gestione delle acque e del territorio, la modernizzazione dei sistemi di irrigazione, accordi efficaci sulla gestione delle acque e l’uso dell’intelligenza artificiale, del monitoraggio satellitare e di altri strumenti digitali. In questo contesto, il Kazakistan potrebbe sfruttare l’esperienza degli Emirati Arabi Uniti nella desalinizzazione per affrontare le sfide della gestione delle acque. Inoltre, i due Paesi potrebbero collaborare a investimenti congiunti nell’energia rinnovabile, con gli Emirati Arabi Uniti che offrono abbondanti opportunità per l’energia solare e il Kazakistan che capitalizza i suoi vantaggi geografici per l’energia eolica.

Un’iniziativa significativa in questa partnership è lo sviluppo di un progetto di energia eolica su larga scala in Kazakistan. Nel dicembre 2023, durante la COP28 a Dubai, i Governi degli Emirati Arabi Uniti e del Kazakistan hanno firmato un accordo per co-sviluppare il settore delle energie rinnovabili in patria. Ciò include un importante progetto di energia eolica con una capacità di 1 gigawatt (GW), guidato da Masdar, la società di energia pulita degli Emirati Arabi Uniti. A novembre 2024 erano stati compiuti progressi sostanziali, con Masdar che aveva firmato un accordo di investimento per un parco eolico situato nella regione di Jambyl in Kazakistan. Destinata a essere uno dei più grandi progetti di energia eolica in Asia centrale, questa iniziativa include un sistema di accumulo di energia a batteria (BESS) da 600 megawattora. Alla sua data di operatività prevista nel primo trimestre del 2026, si prevede che fornirà energia pulita a circa 300.000 case e ridurrà le emissioni di CO₂ di 2 milioni di tonnellate all’anno.

Il Paese svolge infine un ruolo fondamentale nello sviluppo della Trans-Caspian Energy Route, un progetto epocale mirato al trasporto di energia verde dal Kazakistan e dall’Uzbekistan attraverso l’Azerbaijan verso l’Europa. Questa iniziativa non solo sosterrà le ambizioni del Kazakistan come esportatore di energia verde, ma rafforzerà anche la capacità del Corridoio di Mezzo di fornire energia ai mercati europei. Il presidente Tokayev ha sottolineato che il Kazakistan intende garantire un approvvigionamento diversificato di materie prime essenziali per i mercati globali, poiché tali materiali sono indispensabili per raggiungere gli obiettivi mondiali di zero emissioni nette.

Kazakistan, perno geopolitico d’Eurasia

Nell’ambizione di Mosca e dell’Unione Economica Eurasiatica di diventare un futuro interconnettore tra l’Eurasia settentrionale e il Sud Globale, il Kazakistan svolge un ruolo determinante.

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Al vertice dell’Unione Economica Eurasiatica nel 2018, il Kazakistan propose la costruzione di un Canale dell’Eurasia, ovvero un corridoio di navigazione lungo i fiumi che vanno dal Mar Caspio al Mar Nero e che arrecherebbe enormi benefici commerciali ai Paesi rivieraschi e alla Cina. Questo Canale potrebbe essere incorporato progressivamente nel Corridoio di trasporto internazionale Nord-Sud e creerebbe 200.000 nuovi posti di lavoro. Una parte significativa del traffico merci tra la Cina e i Paesi della UE che hanno porti sul Mediterraneo beneficerebbe di questa nuova rotta.

Al vertice EAU dell’8 maggio 2023, il presidente Kassym-Jomart Tokayev ha suggerito di implementare un meccanismo per la convalida remota di tutti i documenti di spedizione utilizzando codici QR e il riconoscimento reciproco dei documenti digitali come mezzo per facilitare il processo. Questa iniziativa di digitalizzazione andrà a beneficio del commercio estero aumentando il volume, semplificando le procedure di attraversamento delle frontiere, riducendo i tempi di consegna delle merci e abbassando i costi di trasporto.

Per mantenere il funzionamento ininterrotto del sistema di trasporto eurasiatico, il Kazakistan intende effettuare riparazioni su 11.000 km e costruire altri 5.000 km di nuovi binari ferroviari. La nazione ha avviato un ammodernamento completo dei valichi di frontiera internazionali. Negli ultimi 15 anni, il Paese ha investito oltre 35 miliardi di dollari in infrastrutture di trasporto, migliorando la connettività con Cina, Asia meridionale, Russia ed Europa.

Per accedere ai mercati del Golfo Persico, il Kazakistan ha aderito all’accordo di Ashgabat sulla creazione di un corridoio di trasporto internazionale e ha invitato i partner della UEE a fare altrettanto. L’accordo sulla creazione di un corridoio internazionale di trasporto e transito tra Iran, Oman, Turkmenistan e Uzbekistan (Accordo di Ashgabat) è stato firmato nel 2011 e solo successivamente vi hanno aderito appunto il Kazakistan, il Qatar e l’India.

Questi progetti dovrebbero aumentare significativamente la competitività della logistica terrestre continentale rispetto alle rotte commerciali marittime tradizionalmente appannaggio delle potenze talassocratiche. Con lo sviluppo interno dell’Eurasia, il percorso terrestre delle merci diverrà significativamente più breve rispetto a quello marittimo e consentirà una forte ottimizzazione dei tempi di trasporto; il percorso terrestre intercontinentale, così come quello della Northern Sea Route (Rotta Artica), appaiono molto più sicuri delle rotte tradizionali del traffico marittimo vista la crescente instabilità degli Stretti di Malacca, Bab-el-Mandeb, Hormuz e del Canale di Suez.

Il fattore principale della competitività delle rotte continentali attraverso i Paesi dell’Unione Eurasiatica potrebbe essere una combinazione di tecnologia senza equipaggio ed energia a basso costo: l’eccedenza di energia e gli inevitabili progressi nello stoccaggio e nel trasporto, insieme ai costi minimi della manodopera grazie alle tecnologie senza pilota, offrirà prezzi altamente competitivi rispetto a quelli mondiali.

Mentre la comunità internazionale si avvia verso un’era di crescente polarizzazione e divisione geopolitica, il Kazakistan lancia una nuova piattaforma di dialogo, l’Astana International Forum, per unire gli sforzi e affrontare le principali sfide globali.

Il forum, che si svolgerà nella capitale kazaka il 29-30 maggio 2025, fungerà da piattaforma per delegati di alto livello provenienti da governi stranieri, organizzazioni internazionali, aziende e circoli accademici per dialogare e cercare soluzioni a problemi quali il cambiamento climatico, la carenza di cibo e la sicurezza energetica.

Grazie alla sua posizione strategica e al crescente impegno internazionale, il Kazakistan sta svolgendo un ruolo sempre più attivo nel facilitare la cooperazione transfrontaliera in periodi di tensione geopolitica. Storico legame tra Oriente e Occidente, il Paese ha a lungo sostenuto un sistema internazionale inclusivo e rimane fermamente impegnato nel raggiungimento di questo obiettivo.

L’Asia centrale è sempre più importante per i mercati energetici mondiali e la regione affronta la sfida di bilanciare tre realtà: circostanze nazionali, pressioni geopolitiche e il passaggio globale alla decarbonizzazione. Ad esempio, il Kazakistan punta al 50% di energia rinnovabile entro il 2030 e alla neutralità carbonica entro il 2060. Tuttavia, questa è una regione in cui le infrastrutture post-sovietiche richiedono un massiccio rinnovamento e il raggiungimento di tale obiettivo richiederà investimenti sostenuti e una leadership audace come quella dimostrata fino ad oggi da Tokayev.

Il presidente kazako ha sottolineato l’urgente necessità di strategie di adattamento climatico, tra cui sistemi di allerta precoce, una migliore gestione delle acque e del territorio, la modernizzazione dei sistemi di irrigazione, accordi efficaci sulla gestione delle acque e l’uso dell’intelligenza artificiale, del monitoraggio satellitare e di altri strumenti digitali. In questo contesto, il Kazakistan potrebbe sfruttare l’esperienza degli Emirati Arabi Uniti nella desalinizzazione per affrontare le sfide della gestione delle acque. Inoltre, i due Paesi potrebbero collaborare a investimenti congiunti nell’energia rinnovabile, con gli Emirati Arabi Uniti che offrono abbondanti opportunità per l’energia solare e il Kazakistan che capitalizza i suoi vantaggi geografici per l’energia eolica.

Un’iniziativa significativa in questa partnership è lo sviluppo di un progetto di energia eolica su larga scala in Kazakistan. Nel dicembre 2023, durante la COP28 a Dubai, i Governi degli Emirati Arabi Uniti e del Kazakistan hanno firmato un accordo per co-sviluppare il settore delle energie rinnovabili in patria. Ciò include un importante progetto di energia eolica con una capacità di 1 gigawatt (GW), guidato da Masdar, la società di energia pulita degli Emirati Arabi Uniti. A novembre 2024 erano stati compiuti progressi sostanziali, con Masdar che aveva firmato un accordo di investimento per un parco eolico situato nella regione di Jambyl in Kazakistan. Destinata a essere uno dei più grandi progetti di energia eolica in Asia centrale, questa iniziativa include un sistema di accumulo di energia a batteria (BESS) da 600 megawattora. Alla sua data di operatività prevista nel primo trimestre del 2026, si prevede che fornirà energia pulita a circa 300.000 case e ridurrà le emissioni di CO₂ di 2 milioni di tonnellate all’anno.

Il Paese svolge infine un ruolo fondamentale nello sviluppo della Trans-Caspian Energy Route, un progetto epocale mirato al trasporto di energia verde dal Kazakistan e dall’Uzbekistan attraverso l’Azerbaijan verso l’Europa. Questa iniziativa non solo sosterrà le ambizioni del Kazakistan come esportatore di energia verde, ma rafforzerà anche la capacità del Corridoio di Mezzo di fornire energia ai mercati europei. Il presidente Tokayev ha sottolineato che il Kazakistan intende garantire un approvvigionamento diversificato di materie prime essenziali per i mercati globali, poiché tali materiali sono indispensabili per raggiungere gli obiettivi mondiali di zero emissioni nette.

Nell’ambizione di Mosca e dell’Unione Economica Eurasiatica di diventare un futuro interconnettore tra l’Eurasia settentrionale e il Sud Globale, il Kazakistan svolge un ruolo determinante.

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Al vertice dell’Unione Economica Eurasiatica nel 2018, il Kazakistan propose la costruzione di un Canale dell’Eurasia, ovvero un corridoio di navigazione lungo i fiumi che vanno dal Mar Caspio al Mar Nero e che arrecherebbe enormi benefici commerciali ai Paesi rivieraschi e alla Cina. Questo Canale potrebbe essere incorporato progressivamente nel Corridoio di trasporto internazionale Nord-Sud e creerebbe 200.000 nuovi posti di lavoro. Una parte significativa del traffico merci tra la Cina e i Paesi della UE che hanno porti sul Mediterraneo beneficerebbe di questa nuova rotta.

Al vertice EAU dell’8 maggio 2023, il presidente Kassym-Jomart Tokayev ha suggerito di implementare un meccanismo per la convalida remota di tutti i documenti di spedizione utilizzando codici QR e il riconoscimento reciproco dei documenti digitali come mezzo per facilitare il processo. Questa iniziativa di digitalizzazione andrà a beneficio del commercio estero aumentando il volume, semplificando le procedure di attraversamento delle frontiere, riducendo i tempi di consegna delle merci e abbassando i costi di trasporto.

Per mantenere il funzionamento ininterrotto del sistema di trasporto eurasiatico, il Kazakistan intende effettuare riparazioni su 11.000 km e costruire altri 5.000 km di nuovi binari ferroviari. La nazione ha avviato un ammodernamento completo dei valichi di frontiera internazionali. Negli ultimi 15 anni, il Paese ha investito oltre 35 miliardi di dollari in infrastrutture di trasporto, migliorando la connettività con Cina, Asia meridionale, Russia ed Europa.

Per accedere ai mercati del Golfo Persico, il Kazakistan ha aderito all’accordo di Ashgabat sulla creazione di un corridoio di trasporto internazionale e ha invitato i partner della UEE a fare altrettanto. L’accordo sulla creazione di un corridoio internazionale di trasporto e transito tra Iran, Oman, Turkmenistan e Uzbekistan (Accordo di Ashgabat) è stato firmato nel 2011 e solo successivamente vi hanno aderito appunto il Kazakistan, il Qatar e l’India.

Questi progetti dovrebbero aumentare significativamente la competitività della logistica terrestre continentale rispetto alle rotte commerciali marittime tradizionalmente appannaggio delle potenze talassocratiche. Con lo sviluppo interno dell’Eurasia, il percorso terrestre delle merci diverrà significativamente più breve rispetto a quello marittimo e consentirà una forte ottimizzazione dei tempi di trasporto; il percorso terrestre intercontinentale, così come quello della Northern Sea Route (Rotta Artica), appaiono molto più sicuri delle rotte tradizionali del traffico marittimo vista la crescente instabilità degli Stretti di Malacca, Bab-el-Mandeb, Hormuz e del Canale di Suez.

Il fattore principale della competitività delle rotte continentali attraverso i Paesi dell’Unione Eurasiatica potrebbe essere una combinazione di tecnologia senza equipaggio ed energia a basso costo: l’eccedenza di energia e gli inevitabili progressi nello stoccaggio e nel trasporto, insieme ai costi minimi della manodopera grazie alle tecnologie senza pilota, offrirà prezzi altamente competitivi rispetto a quelli mondiali.

Mentre la comunità internazionale si avvia verso un’era di crescente polarizzazione e divisione geopolitica, il Kazakistan lancia una nuova piattaforma di dialogo, l’Astana International Forum, per unire gli sforzi e affrontare le principali sfide globali.

Il forum, che si svolgerà nella capitale kazaka il 29-30 maggio 2025, fungerà da piattaforma per delegati di alto livello provenienti da governi stranieri, organizzazioni internazionali, aziende e circoli accademici per dialogare e cercare soluzioni a problemi quali il cambiamento climatico, la carenza di cibo e la sicurezza energetica.

Grazie alla sua posizione strategica e al crescente impegno internazionale, il Kazakistan sta svolgendo un ruolo sempre più attivo nel facilitare la cooperazione transfrontaliera in periodi di tensione geopolitica. Storico legame tra Oriente e Occidente, il Paese ha a lungo sostenuto un sistema internazionale inclusivo e rimane fermamente impegnato nel raggiungimento di questo obiettivo.

L’Asia centrale è sempre più importante per i mercati energetici mondiali e la regione affronta la sfida di bilanciare tre realtà: circostanze nazionali, pressioni geopolitiche e il passaggio globale alla decarbonizzazione. Ad esempio, il Kazakistan punta al 50% di energia rinnovabile entro il 2030 e alla neutralità carbonica entro il 2060. Tuttavia, questa è una regione in cui le infrastrutture post-sovietiche richiedono un massiccio rinnovamento e il raggiungimento di tale obiettivo richiederà investimenti sostenuti e una leadership audace come quella dimostrata fino ad oggi da Tokayev.

Il presidente kazako ha sottolineato l’urgente necessità di strategie di adattamento climatico, tra cui sistemi di allerta precoce, una migliore gestione delle acque e del territorio, la modernizzazione dei sistemi di irrigazione, accordi efficaci sulla gestione delle acque e l’uso dell’intelligenza artificiale, del monitoraggio satellitare e di altri strumenti digitali. In questo contesto, il Kazakistan potrebbe sfruttare l’esperienza degli Emirati Arabi Uniti nella desalinizzazione per affrontare le sfide della gestione delle acque. Inoltre, i due Paesi potrebbero collaborare a investimenti congiunti nell’energia rinnovabile, con gli Emirati Arabi Uniti che offrono abbondanti opportunità per l’energia solare e il Kazakistan che capitalizza i suoi vantaggi geografici per l’energia eolica.

Un’iniziativa significativa in questa partnership è lo sviluppo di un progetto di energia eolica su larga scala in Kazakistan. Nel dicembre 2023, durante la COP28 a Dubai, i Governi degli Emirati Arabi Uniti e del Kazakistan hanno firmato un accordo per co-sviluppare il settore delle energie rinnovabili in patria. Ciò include un importante progetto di energia eolica con una capacità di 1 gigawatt (GW), guidato da Masdar, la società di energia pulita degli Emirati Arabi Uniti. A novembre 2024 erano stati compiuti progressi sostanziali, con Masdar che aveva firmato un accordo di investimento per un parco eolico situato nella regione di Jambyl in Kazakistan. Destinata a essere uno dei più grandi progetti di energia eolica in Asia centrale, questa iniziativa include un sistema di accumulo di energia a batteria (BESS) da 600 megawattora. Alla sua data di operatività prevista nel primo trimestre del 2026, si prevede che fornirà energia pulita a circa 300.000 case e ridurrà le emissioni di CO₂ di 2 milioni di tonnellate all’anno.

Il Paese svolge infine un ruolo fondamentale nello sviluppo della Trans-Caspian Energy Route, un progetto epocale mirato al trasporto di energia verde dal Kazakistan e dall’Uzbekistan attraverso l’Azerbaijan verso l’Europa. Questa iniziativa non solo sosterrà le ambizioni del Kazakistan come esportatore di energia verde, ma rafforzerà anche la capacità del Corridoio di Mezzo di fornire energia ai mercati europei. Il presidente Tokayev ha sottolineato che il Kazakistan intende garantire un approvvigionamento diversificato di materie prime essenziali per i mercati globali, poiché tali materiali sono indispensabili per raggiungere gli obiettivi mondiali di zero emissioni nette.

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

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