Nella nuova formattazione dell’amministrazione TRUMP 2.0, compare il DOGE, nuovo ministero affidato alla guida di Elon Musk. C’è qualcosa che occorre chiarire a riguardo.
Cosa è (per ora) il DOGE
Acronimo di Department of Governative Efficiency, il DOGE rappresenta un’iniziativa nel panorama amministrativo degli Stati Uniti, affidata alla guida di Elon Musk. Questa entità è stata concepita come un organismo esterno (ricordatevi questo dettaglio) al governo federale, operando come un comitato consultivo con lo scopo di fornire indicazioni strategiche per la razionalizzazione della spesa pubblica e la riduzione della burocrazia.
In altre parole, si propone di smantellare le strutture burocratiche, ridurre le normative eccessive, tagliare spese superflue e ristrutturare le agenzie federali, sfruttando un approccio imprenditoriale innovativo e tecnologicamente avanzato. La sua missione è quella di promuovere un governo più snello e reattivo, capace di rispondere con efficienza alle esigenze della cittadinanza, minimizzando gli sprechi e ottimizzando i processi decisionali.
Ora la domanda è: perché proprio Musk?
Semplice: il miliardario di Pretoria è noto per la sua visione futuristica e la capacità di implementare soluzioni tecnologiche in vari settori, pertanto Trump prevede che apporterà una metodologia distintiva basata sull’analisi dati, l’uso dell’intelligenza artificiale e una sorta di gestione aziendale all’interno del contesto governativo. Si invocano la trasparenza e l’efficienza amministrativa, così da permettere una gestione più trasparente e accessibile delle risorse pubbliche.
Il DOGE, quindi, non si configura come un’agenzia governativa tradizionale, ma piuttosto come un’entità di consulenza che opera in sinergia con la Casa Bianca e l’Ufficio di Gestione e Bilancio per guidare una riforma strutturale su vasta scala.
Proprio così: un qualcosa di esterno, pagato coi soldi dei contribuenti, che avrà influenza sull’interno.
Una fatto curioso: alcuni ritengono che l’impatto potenziale di questo dipartimento potrebbe essere paragonato a quello del Progetto Manhattan, con un termine previsto per le sue attività entro il 4 luglio 2026. Il Progetto Manhattan fu il progetto di ricerca e sviluppo “top-secret” stipulato fra USA, UK e Canada per sviluppare la bomba atomica durante la Seconda Guerra Mondiale. Cosa significò l’esito di quel progetto? Semplicemente, per così dire, il cambiamento del corso della guerra e dell’aspetto del mondo intero, con la corsa agli armamenti nucleari, la deterrenza nucleare, ecc.
Cosa vogliono fare “gli uomini di Trump”? Seguendo questa logica, una vera e propria rivoluzione atomica dell’amministrazione americana. E forse è proprio quello che riusciranno a fare.
Qualcosa non quadra…
Ripetiamolo: una entità esterna che ha influenza interna. Alla guida, Elon Musk.
Partendo dalla considerazione che il Deep State non sarebbe altro che i banchieri che dicono allo Stato e ai suoi apparati cosa fare e come, non vi pare che si tratti della medesima cosa, solo “normalizzata” dallo Stato?
È una domanda lecita. Perché mai si dovrebbe accettare un miliardario magnate del transumanesimo, della finanza, della ricerca militare, delle telecomunicazioni come “influenza esterna” sul Governo? Non è forse quello che già fanno tanti altri signori dei potentati transnazionali? Allora cosa cambia?
È questa la domanda giusta da porre.
Elon Musk che è il più grande appaltatore privato per enti statali del nostro tempo. Principalmente della difesa e sicurezza statunitense, con Starlink, ma anche della Cina, da cui Tesla riceve ingenti finanziamenti. Ora sarà lui a dover dire come gestire gli organi federali.
Chiaramente, la natura del processo che va oltre il concetto di “conflitto di interesse”.
Stiamo assistendo ad una ufficializzazione del Deep State, un passaggio che sfumerà ancora di più la linea sottile fra pubblico e privato.
La parola “Doge” rimanda simbolicamente al capo della Repubblica di Venezia, che fu una repubblica mercantile oligarchica: è forse una allusione a ciò che sarà questo ministero o, più in generale, il Governo Trump 2?
Ma, soprattutto, perché gli americani – e i popoli colonizzati – dovrebbe accettare una simile cosa? Tanti anni di lotte contro il Deep State per poi ritrovarselo al governo. Fantastico.
Si apre probabilmente un’era di nuove relazioni politiche, di nuovi paradigmi. Se effettivamente il DOGE di Musk sarà e farà questo, dovremo teorizzare nuovamente molti aspetti della politica così come intesa nella Modernità. Teoria e prassi.
Per il momento, in attesa di veder entrare in funzione il DOGE, possiamo condividere alcune osservazioni:
1. Il potere politico nelle democrazie si basa sul principio della rappresentanza, che è il processo attraverso il quale i cittadini delegano ai loro rappresentanti, tramite elezioni, alcune loro capacità decisionali (prendere decisioni politiche, legiferare, governare). Senza la legittimazione della rappresentanza, non vi è democrazia. La rappresentanza si basa sulla sovranità popolare, sulla libertà di scelta dei cittadini e sulla rendicontabilità e responsabilità dei rappresentanti eletti.
Così facendo, il DOGE potrebbe veramente legittimare una forma di ingerenza esterna che arbitrariamente annulla, ipso facto, il bisogno e l’efficacia della rappresentanza, falsificando la democrazia fino al punto di renderla una virtualizzazione estetica.
2. Ammettendo che la democrazia non ci interessi, ed ammettendo anche la sua eventuale cessazione o falsificazione grazie all’attività del DOGE, si formerebbe una sorta di ibrido politico, quasi come un patriziato oligarchico. Il fatto che si tratti di una entità politica esterna fa comprendere che probabilmente non ci sarà nemmeno l’esigenza di rendere conto al governo e che, forse, il governo non avrà potere decisionale sul DOGE. Letteralmente una “repubblica parallela”.
Questo ci obbliga a porci domande sull’ordinamento giuridico e la prassi politica di questa configurazione. Non è chiaro quale tipo e quanto potere avrà il DOGE nella politica americana. Non è chiaro quale argine legislativo ci sarà. La triplice separazione dei poteri dello Stato, così come definita dai padri dell’epoca moderna, crolla all’improvviso.
3. Il Presidente, chiediamoci, che cosa diventerà? Se un’entità esterna potenzialmente senza limiti potrà influenzare il Governo, allora chi avrà veramente il potere, il DOGE o il Presidente?
Non è una domanda di poco conto. Le elezioni hanno eletto il presidente, non il DOGE. Musk non è stato direttamente votato da nessuno, eppure si ritrova ad avere un potere enorme, che possiamo interpretare anche come estensione e rimodellamento del suo potere finanziario.
Sarà interessante approfondire il nuovo corso della politica americana. Quello che di sicuro è sconvolgente è che il Deep State cambia nome e simboli, ma non funzione. È tutta una questione di comunicazione. L’infowarfare funziona più che mai.
D’altronde, questi burloni americani hanno scelto il nome DOGE, della repubblica marinara di Venezia. Una scelta perfettamente talassocratica. L’Impero del Mare sta preparando la sua flotta.