Per quanto ancora l’Europa seguirà l’idiocrazia occidentale? Non è forse giunto il momento di scegliere di stare dalla parte giusta della storia?
Una nuova dottrina di deterrenza nucleare. Questa la risposta della Federazione Russa alla ulteriore provocazione della NATO, che ha autorizzato ed iniziato l’uso di sistemi missilistici a lungo raggio nel territorio russo, attaccando il Paese.
Nella più semplice ed elementare logica, questa si chiama “ennesima dichiarazione di guerra”. Nella dottrina militare, è una provocazione volta a verificare alcune posizioni del nemico in merito ad alcuni elementi necessari nell’equazione strategica. Tutto è ai limiti dell’assurdo, perché in una fase così delicata come quella della transizione fra il governo Biden e quello Trump, l’establishment americano sembra non aver di meglio da fare che lanciare l’intera Europa nel precipizio della distruzione. Ma a Mosca sono più intelligenti.
Di dottrina in dottrina
Diamo anzitutto uno sguardo alla precedenza dottrina militare in materia di armi nucleari e deterrenza, rilasciata nel giugno del 2020 con decreto esecutivo del Presidente Vladimir Putin.
Il decreto definisce i principi fondamentali della politica statale sulla deterrenza nucleare, un elemento cardine della strategia difensiva del Paese, delineando la visione ufficiale della Russia sull’uso delle armi nucleari, identificando i rischi, le minacce e le condizioni specifiche che potrebbero portare al loro impiego, oltre a stabilire le linee guida per la gestione della deterrenza.
La deterrenza nucleare è definita come un insieme di misure politiche, militari, economiche e diplomatiche, coordinate per dissuadere un potenziale avversario dall’intraprendere azioni ostili contro la Russia e i suoi alleati. La politica, dichiaratamente di natura difensiva, mira a preservare la sovranità nazionale, l’integrità territoriale e la sicurezza dello Stato, mantenendo un livello sufficiente di capacità nucleare per prevenire aggressioni e conflitti armati. In caso di conflitto militare, questa politica si propone di prevenire un’escalation e di portare le ostilità a una conclusione accettabile per la Federazione Russa.
La Russia considera le armi nucleari uno strumento di estrema necessità, il cui utilizzo è riservato a situazioni critiche. La decisione di impiegarle spetta unicamente al Presidente, che può, se necessario, informare altre nazioni o organizzazioni internazionali della volontà o della decisione di procedere in tal senso. Le condizioni per l’uso includono la risposta a un attacco nucleare o con armi di distruzione di massa contro la Russia o i suoi alleati, un’aggressione convenzionale che minacci l’esistenza dello Stato o un attacco a infrastrutture critiche che comprometta le capacità di risposta nucleare.
Il decreto, poi, identifica diverse minacce che richiedono la deterrenza nucleare, tra cui lo sviluppo e il dispiegamento di sistemi d’arma avanzati da parte di Stati considerati avversari, l’espansione di alleanze militari ostili e la proliferazione incontrollata di armi nucleari. Altre preoccupazioni includono il dispiegamento di armi offensive vicino ai confini russi e il potenziale uso dello spazio per scopi militari.
I principi guida della deterrenza nucleare russa includono il rispetto degli impegni internazionali sul controllo degli armamenti, la continuità delle attività difensive, l’adattabilità della strategia alle minacce emergenti, la centralizzazione del controllo statale e il mantenimento di un arsenale nucleare minimo, ma sufficiente per garantire la sicurezza nazionale. La deterrenza si basa su una combinazione di forze nucleari terrestri, marittime e aeree, mantenute in uno stato di prontezza costante.
La responsabilità di attuare questa politica è distribuita tra diversi organi statali. Il Presidente guida la strategia generale, mentre il Governo si occupa di aspetti economici, diplomatici e tecnologici per sostenere il potenziale nucleare. Il Consiglio di Sicurezza coordina le attività delle istituzioni coinvolte, e il Ministero della Difesa sovrintende alla pianificazione e all’esecuzione delle misure militari.
C’è un impegno dichiarato della Federazione Russa a ridurre le tensioni internazionali e a prevenire e disinnescare conflitti, pur riservandosi il diritto di difendersi con tutti i mezzi necessari, inclusa la forza nucleare, contro qualsiasi minaccia esistenziale.
Il nuovo annuncio
Putin ha annunciato la nuova dottrina di deterrenza nucleare, non ancora resa pubblica sui canali governativi ma disponibile in traduzione non ufficiale sui canali di Sputnik.
Le differenze più importanti o, meglio, le specificazioni aggiunte nel nuovo decreto esecutivo, riguardano i seguenti punti:
- La natura del nemico, che può essere singolo o una alleanza o blocco, estendendone la definizione, in perfetta coerenza con i ripetuti annunci da parte dei funzionari di governo russi circa gli attacchi da parte della NATO e dei suoi Paesi membri;
- Le tipologie di minacce individuate, che vengono ampliate ad una vasta gamma di sistemi strategici, integrando anche le tecnologie spaziali;
- La mappatura dei domini, ridefinendo la prossimità alla Federazione Russa e ai suoi sistemi militari.
La razionalizzazione e l’aggiornamento della dottrina di deterrenza nucleare pongono un avvertimento importante a tutto l’Occidente: la Russia è pronta ad una guerra nucleare.
Il Presidente ha fatto riferimento a sistemi missilistici ipersonici russi che non erano stati resi noti in precedenza, Oreshnik, e che risultano una sorpresa non id poco conto per l’Occidente, che si era invece concentrato sulle informazioni che il Cremlino aveva fatto trapelare per distrarre dall’attività di preparazione al conflitto diretto. Un sistema, l’Oreshnik, capace di raggiungere Mach 10, oltrepassando i sistemi di difesa occidentali a noi noti.
L’annuncio è stato ribadito dalle parole di Putin il 21 novembre, quando ha parlato al mondo intero dando un ultimatum vero e proprio:
«Ripeto: stiamo testando il sistema missilistico Oreshnik in condizioni di combattimento in risposta alle azioni aggressive dei Paesi della NATO contro la Russia. La questione dell’ulteriore dispiegamento di missili a raggio intermedio e a corto raggio sarà decisa da noi a seconda delle azioni degli Stati Uniti e dei loro satelliti. Gli obiettivi da colpire durante gli ulteriori test dei nostri sistemi missilistici più recenti saranno determinati da noi in base alle minacce alla sicurezza della Federazione Russa. Ci consideriamo autorizzati a usare le nostre armi contro le strutture militari di quei Paesi che permettono all’Ucraina di usare le loro armi contro le nostre strutture e, in caso di escalation di azioni aggressive, risponderemo in modo altrettanto deciso e speculare. Raccomando alle élite al potere di quei Paesi che hanno in programma di utilizzare i loro contingenti militari contro la Russia di pensarci seriamente».
Alla follia dell’egemone americano, Putin risponde appellandosi ai Paesi europei, che sono ben consapevoli di essere quelli che verranno sacrificati in una guerra fratricida senza precedenti. Quanto ancora l’Europa seguirà l’idiocrazia occidentale? Non è forse giunto il momento di scegliere di stare dalla parte giusta della Storia?
La Russia, dunque, risponde con un contrattacco e con una promessa: continuiamo a usare armi “convenzionali”, perché riserviamo il dessert nucleare per il momento migliore. La scelta del menù dipende dall’Occidente.