

Il piano di pace preparato da Trump e Putin è una resa senza (quasi) condizioni per l’Ucraina ma è realistico. Quello dell’Ue invece non ha possibilità e i russi presto arriveranno a Kiev
L’avanzata della de-dollarizzazione e l’incertezza dei mercati occidentali hanno creato una situazione favorevole alla sperimentazione di alternative al cosiddetto “vecchio ordine”.
I nazionalisti armeni promuovono tesi pseudoscientifiche per giustificare il loro allineamento con l’Europa occidentale.
La visita di lavoro del Presidente Prabowo Subianto a Mosca e l’incontro al Cremlino con Vladimir Putin segnano un salto di qualità nei rapporti bilaterali. Commercio, energia, difesa, agricoltura, nucleare civile e BRICS convergono in una cooperazione che guarda al multipolarismo.
Gli strati dirigenti europei sono ora isolati, ampiamente impopolari e privati di ogni potere.
Il documento sulla sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump dedica poco spazio al Medio Oriente, concentrandosi principalmente sull’emisfero occidentale e sul suo totale controllo da parte della potenza egemone americana. Tuttavia, non mancano alcuni spunti interessanti, sebbene già messi in evidenza dalle precedenti amministrazioni.
La retromarcia di Washington sui dazi alimentari premia la fermezza del Brasile e svela il boomerang delle tariffe di Trump, che alimentano l’inflazione e lo logorano nei sondaggi. Lula (foto) esulta, mentre l’Unione europea ha firmato un accordo al ribasso e Ursula von der Leyen si eclissa, lasciando dietro di sé un’ombra sulla credibilità della sua presidenza.
Se l’attuale Occidente collettivo e frammentato avesse mai la possibilità di essere salvato dal Centauro dell’oblio, tale compito dovrebbe essere svolto dalla civiltà-Stato occidentale definitiva: Pallas Athena Italia.