

Il documento sulla sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump dedica poco spazio al Medio Oriente, concentrandosi principalmente sull’emisfero occidentale e sul suo totale controllo da parte della potenza egemone americana. Tuttavia, non mancano alcuni spunti interessanti, sebbene già messi in evidenza dalle precedenti amministrazioni.
La retromarcia di Washington sui dazi alimentari premia la fermezza del Brasile e svela il boomerang delle tariffe di Trump, che alimentano l’inflazione e lo logorano nei sondaggi. Lula (foto) esulta, mentre l’Unione europea ha firmato un accordo al ribasso e Ursula von der Leyen si eclissa, lasciando dietro di sé un’ombra sulla credibilità della sua presidenza.
Se l’attuale Occidente collettivo e frammentato avesse mai la possibilità di essere salvato dal Centauro dell’oblio, tale compito dovrebbe essere svolto dalla civiltà-Stato occidentale definitiva: Pallas Athena Italia.
La National Security Strategy pubblicata recentissimamente dall’amministrazione Trump trae palesemente ispirazione alla stessa logica che innervava la bozza della National Defense Strategy visionata a settembre da «Politico» e dal «Washington Post».
La visita di Vladimir Putin in India tra il 4 e il 5 dicembre offre una chiave di lettura decisiva anche per lo sviluppo delle relazioni russo-cinesi. Il dialogo con Nuova Delhi rilancia BRICS e multipolarismo, smentisce l’isolamento di Mosca e rafforza il ruolo stabilizzatore della Cina in Eurasia.
L’isteria militare in Europa sta prendendo piede, ma gli europei sono davvero pronti a scontrarsi con la Russia, che combatterà con tutte le sue forze?
È difficile prevedere cosa farà Trump, dopotutto sta assumendo una posizione strategica che suggerisce diversi esiti reciprocamente esclusivi.
Tra novembre e dicembre, la diplomazia europea ha moltiplicato i contatti con Pechino: le visite del Re Felipe VI, di Emmanuel Macron e del ministro tedesco Johann Wadephul hanno segnato un cambio di passo. La Cina tende la mano all’UE; l’Europa può diversificare i partner e ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti.