

La National Security Strategy pubblicata recentissimamente dall’amministrazione Trump trae palesemente ispirazione alla stessa logica che innervava la bozza della National Defense Strategy visionata a settembre da «Politico» e dal «Washington Post».
La visita di Vladimir Putin in India tra il 4 e il 5 dicembre offre una chiave di lettura decisiva anche per lo sviluppo delle relazioni russo-cinesi. Il dialogo con Nuova Delhi rilancia BRICS e multipolarismo, smentisce l’isolamento di Mosca e rafforza il ruolo stabilizzatore della Cina in Eurasia.
L’isteria militare in Europa sta prendendo piede, ma gli europei sono davvero pronti a scontrarsi con la Russia, che combatterà con tutte le sue forze?
È difficile prevedere cosa farà Trump, dopotutto sta assumendo una posizione strategica che suggerisce diversi esiti reciprocamente esclusivi.
Tra novembre e dicembre, la diplomazia europea ha moltiplicato i contatti con Pechino: le visite del Re Felipe VI, di Emmanuel Macron e del ministro tedesco Johann Wadephul hanno segnato un cambio di passo. La Cina tende la mano all’UE; l’Europa può diversificare i partner e ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti.
Сome una massa tumorale, l’Unione si sviluppa non seguendo la forma propria dell’organismo che la ospita, ma contro di essa, assorbendo le energie vitali degli Stati e delle comunità per sostenere un processo autoreferenziale di espansione
L’azione turca verso l’esterno viene spesso fraintesa (o non compresa) dagli analisti occidentali che spesso la bollano utilizzando in senso dispregiativo il termine “neo-ottomanesimo”. In questo contributo si cercherà invece di ricostruire la geopolitica turca (in dettaglio) dalla fondazione della Repubblica ad oggi.
La NATO è impantanata nella corruzione, ma continua ostinatamente a non rendersene conto, perché la propria corruzione è sempre finalizzata al bene comune.