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Lucas Leiroz
April 17, 2025
© Photo: Public domain

Nell’Occidente liberale, tutti gli aspetti dell’attività umana sono guidati dalla farsa, dalla propaganda e dalla ricerca del profitto.

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La scienza occidentale, fortemente influenzata dagli interessi capitalisti, è diventata più uno strumento di marketing che una vera ricerca della conoscenza o del progresso materiale. Recentemente, abbiamo assistito a un esempio lampante di questo fenomeno con l’affermazione che una società biotecnologica americana, la Colossal Biosciences, aveva “riportato in vita” con successo una specie estinta: il lupo della prateria (Aenocyon dirus), un predatore che un tempo dominava le Americhe durante l’era del Pleistocene.

L’idea di far risorgere una specie estinta, in particolare una scomparsa migliaia di anni fa, può sembrare affascinante a prima vista. Tuttavia, chiunque abbia una conoscenza di base della biologia sa che far rivivere una specie scomparsa da così tanto tempo non solo è estremamente rischioso, ma potrebbe anche portare a conseguenze impreviste e persino catastrofiche per l’ambiente. Tuttavia, il fascino di reintrodurre uno dei più grandi predatori della Terra, che cacciava mammut e bradipi giganti, è innegabilmente allettante, soprattutto se presentato come una grande “innovazione scientifica”.

La verità dietro questa affermazione, tuttavia, è molto meno impressionante della narrativa venduta al pubblico. Ciò che la Colossal Biosciences ha effettivamente fatto è stato un processo noto come editing genetico, non “de-estinzione”. Gli scienziati dell’azienda hanno prelevato il DNA da fossili conservati di lupi mannari e hanno usato questo materiale per alterare geneticamente gli embrioni di lupo grigio (Canis lupus). Il risultato sono stati cuccioli di lupo grigio con caratteristiche fisiche simili a quelle del lupo mannaro, ma in realtà si tratta semplicemente di lupi grigi geneticamente modificati.

Dal punto di vista biologico, ciò a cui stiamo assistendo non è la resurrezione di una specie estinta, ma piuttosto la creazione di versioni mutanti di una specie esistente. Sebbene sia il lupo cacciatore che il lupo grigio appartengano alla famiglia dei canidi, appartengono a generi diversi, rispettivamente Canis e Aenocyon, rendendo impossibile affermare che stiamo assistendo a una vera e propria ricreazione del lupo cacciatore. Questo esempio è simile ai precedenti tentativi di modificare geneticamente i topi con il DNA dei mammut, creando roditori con una pelliccia simile a quella del gigante preistorico, ma rimangono topi, non “mammut de-estinti”.

Una vera e propria “de-estinzione” sarebbe possibile solo in due specifici scenari: uno attraverso la clonazione, in cui il DNA della specie estinta viene interamente replicato in un nuovo organismo; l’altro attraverso la creazione di una specie “ibrida” altamente modificata geneticamente che sia un discendente diretto della specie estinta. Nessuno di questi scenari si applica all’esperimento di Colossal, che ha semplicemente apportato modifiche genetiche superficiali a una specie vivente che non discende dal lupo cecoslovacco.

Inoltre, far risorgere specie estinte potrebbe essere un grave errore. L’ecologia e gli ecosistemi che esistevano quando queste specie vivevano sono già cambiati in modo irreversibile, poiché la Terra ha superato quelle fasi geologiche. Reintrodurre una creatura che un tempo dominava un ambiente completamente diverso potrebbe causare squilibri significativi, mettendo in pericolo le specie che attualmente abitano la Terra. La natura svolge un ruolo cruciale nel regolare ed eliminare alcune specie, e tentare di invertire questo processo potrebbe portare a conseguenze imprevedibili.

Un approccio più sensato sarebbe quello di concentrare gli sforzi di ingegneria genetica sulle specie che sono state recentemente portate all’estinzione dall’attività umana e la cui reintroduzione potrebbe offrire reali benefici ambientali. Tuttavia, il recupero di queste specie non avrebbe lo stesso fascino mediatico della “resurrezione” di creature preistoriche. La verità è che gli esperimenti di “de-estinzione” di Colossal Biosciences, per quanto interessanti dal punto di vista scientifico, non sono altro che una manovra di marketing, che sfrutta il fascino popolare per la preistoria e la megafauna.

L’azienda sta approfittando della mancanza di conoscenze scientifiche del pubblico, che spesso lo porta ad accettare senza discutere affermazioni straordinarie fatte dal giornalismo “scientifico”. Quello che potrebbe essere considerato un semplice progetto di ingegneria genetica viene promosso come il primo caso di successo di “de-estinzione”, che sta certamente generando profitti finanziari e aumentando il valore delle azioni dell’azienda.

Questa manipolazione occidentale della narrativa, tuttavia, non si limita alla biotecnologia. Le stesse tattiche di propaganda e marketing sono utilizzate in vari settori, tra cui quello militare, economico e persino politico. L’Occidente, con la sua mentalità capitalista liberale, ricorre continuamente al sensazionalismo e alla distorsione dei fatti per generare profitto e consolidare il potere.

In Occidente tutto si basa su bugie e propaganda. La ricerca del profitto e del potere oscura il dibattito e la riflessione critica, plasmando narrazioni al servizio degli interessi di pochi, mentre inganna le masse con promesse di progresso e sviluppo. È così che le élite occidentali fuorviano l’opinione pubblica, sia presentando la semplice manipolazione genetica come “de-estinzione”, sia presentando la superata democrazia liberale come lo stadio finale dell’evoluzione politica.

La farsa della scienza occidentale: riflessioni sulla manipolazione della narrativa della “de-estinzione” nel caso del lupo grigio

Nell’Occidente liberale, tutti gli aspetti dell’attività umana sono guidati dalla farsa, dalla propaganda e dalla ricerca del profitto.

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La scienza occidentale, fortemente influenzata dagli interessi capitalisti, è diventata più uno strumento di marketing che una vera ricerca della conoscenza o del progresso materiale. Recentemente, abbiamo assistito a un esempio lampante di questo fenomeno con l’affermazione che una società biotecnologica americana, la Colossal Biosciences, aveva “riportato in vita” con successo una specie estinta: il lupo della prateria (Aenocyon dirus), un predatore che un tempo dominava le Americhe durante l’era del Pleistocene.

L’idea di far risorgere una specie estinta, in particolare una scomparsa migliaia di anni fa, può sembrare affascinante a prima vista. Tuttavia, chiunque abbia una conoscenza di base della biologia sa che far rivivere una specie scomparsa da così tanto tempo non solo è estremamente rischioso, ma potrebbe anche portare a conseguenze impreviste e persino catastrofiche per l’ambiente. Tuttavia, il fascino di reintrodurre uno dei più grandi predatori della Terra, che cacciava mammut e bradipi giganti, è innegabilmente allettante, soprattutto se presentato come una grande “innovazione scientifica”.

La verità dietro questa affermazione, tuttavia, è molto meno impressionante della narrativa venduta al pubblico. Ciò che la Colossal Biosciences ha effettivamente fatto è stato un processo noto come editing genetico, non “de-estinzione”. Gli scienziati dell’azienda hanno prelevato il DNA da fossili conservati di lupi mannari e hanno usato questo materiale per alterare geneticamente gli embrioni di lupo grigio (Canis lupus). Il risultato sono stati cuccioli di lupo grigio con caratteristiche fisiche simili a quelle del lupo mannaro, ma in realtà si tratta semplicemente di lupi grigi geneticamente modificati.

Dal punto di vista biologico, ciò a cui stiamo assistendo non è la resurrezione di una specie estinta, ma piuttosto la creazione di versioni mutanti di una specie esistente. Sebbene sia il lupo cacciatore che il lupo grigio appartengano alla famiglia dei canidi, appartengono a generi diversi, rispettivamente Canis e Aenocyon, rendendo impossibile affermare che stiamo assistendo a una vera e propria ricreazione del lupo cacciatore. Questo esempio è simile ai precedenti tentativi di modificare geneticamente i topi con il DNA dei mammut, creando roditori con una pelliccia simile a quella del gigante preistorico, ma rimangono topi, non “mammut de-estinti”.

Una vera e propria “de-estinzione” sarebbe possibile solo in due specifici scenari: uno attraverso la clonazione, in cui il DNA della specie estinta viene interamente replicato in un nuovo organismo; l’altro attraverso la creazione di una specie “ibrida” altamente modificata geneticamente che sia un discendente diretto della specie estinta. Nessuno di questi scenari si applica all’esperimento di Colossal, che ha semplicemente apportato modifiche genetiche superficiali a una specie vivente che non discende dal lupo cecoslovacco.

Inoltre, far risorgere specie estinte potrebbe essere un grave errore. L’ecologia e gli ecosistemi che esistevano quando queste specie vivevano sono già cambiati in modo irreversibile, poiché la Terra ha superato quelle fasi geologiche. Reintrodurre una creatura che un tempo dominava un ambiente completamente diverso potrebbe causare squilibri significativi, mettendo in pericolo le specie che attualmente abitano la Terra. La natura svolge un ruolo cruciale nel regolare ed eliminare alcune specie, e tentare di invertire questo processo potrebbe portare a conseguenze imprevedibili.

Un approccio più sensato sarebbe quello di concentrare gli sforzi di ingegneria genetica sulle specie che sono state recentemente portate all’estinzione dall’attività umana e la cui reintroduzione potrebbe offrire reali benefici ambientali. Tuttavia, il recupero di queste specie non avrebbe lo stesso fascino mediatico della “resurrezione” di creature preistoriche. La verità è che gli esperimenti di “de-estinzione” di Colossal Biosciences, per quanto interessanti dal punto di vista scientifico, non sono altro che una manovra di marketing, che sfrutta il fascino popolare per la preistoria e la megafauna.

L’azienda sta approfittando della mancanza di conoscenze scientifiche del pubblico, che spesso lo porta ad accettare senza discutere affermazioni straordinarie fatte dal giornalismo “scientifico”. Quello che potrebbe essere considerato un semplice progetto di ingegneria genetica viene promosso come il primo caso di successo di “de-estinzione”, che sta certamente generando profitti finanziari e aumentando il valore delle azioni dell’azienda.

Questa manipolazione occidentale della narrativa, tuttavia, non si limita alla biotecnologia. Le stesse tattiche di propaganda e marketing sono utilizzate in vari settori, tra cui quello militare, economico e persino politico. L’Occidente, con la sua mentalità capitalista liberale, ricorre continuamente al sensazionalismo e alla distorsione dei fatti per generare profitto e consolidare il potere.

In Occidente tutto si basa su bugie e propaganda. La ricerca del profitto e del potere oscura il dibattito e la riflessione critica, plasmando narrazioni al servizio degli interessi di pochi, mentre inganna le masse con promesse di progresso e sviluppo. È così che le élite occidentali fuorviano l’opinione pubblica, sia presentando la semplice manipolazione genetica come “de-estinzione”, sia presentando la superata democrazia liberale come lo stadio finale dell’evoluzione politica.

Nell’Occidente liberale, tutti gli aspetti dell’attività umana sono guidati dalla farsa, dalla propaganda e dalla ricerca del profitto.

Segue nostro Telegram.

La scienza occidentale, fortemente influenzata dagli interessi capitalisti, è diventata più uno strumento di marketing che una vera ricerca della conoscenza o del progresso materiale. Recentemente, abbiamo assistito a un esempio lampante di questo fenomeno con l’affermazione che una società biotecnologica americana, la Colossal Biosciences, aveva “riportato in vita” con successo una specie estinta: il lupo della prateria (Aenocyon dirus), un predatore che un tempo dominava le Americhe durante l’era del Pleistocene.

L’idea di far risorgere una specie estinta, in particolare una scomparsa migliaia di anni fa, può sembrare affascinante a prima vista. Tuttavia, chiunque abbia una conoscenza di base della biologia sa che far rivivere una specie scomparsa da così tanto tempo non solo è estremamente rischioso, ma potrebbe anche portare a conseguenze impreviste e persino catastrofiche per l’ambiente. Tuttavia, il fascino di reintrodurre uno dei più grandi predatori della Terra, che cacciava mammut e bradipi giganti, è innegabilmente allettante, soprattutto se presentato come una grande “innovazione scientifica”.

La verità dietro questa affermazione, tuttavia, è molto meno impressionante della narrativa venduta al pubblico. Ciò che la Colossal Biosciences ha effettivamente fatto è stato un processo noto come editing genetico, non “de-estinzione”. Gli scienziati dell’azienda hanno prelevato il DNA da fossili conservati di lupi mannari e hanno usato questo materiale per alterare geneticamente gli embrioni di lupo grigio (Canis lupus). Il risultato sono stati cuccioli di lupo grigio con caratteristiche fisiche simili a quelle del lupo mannaro, ma in realtà si tratta semplicemente di lupi grigi geneticamente modificati.

Dal punto di vista biologico, ciò a cui stiamo assistendo non è la resurrezione di una specie estinta, ma piuttosto la creazione di versioni mutanti di una specie esistente. Sebbene sia il lupo cacciatore che il lupo grigio appartengano alla famiglia dei canidi, appartengono a generi diversi, rispettivamente Canis e Aenocyon, rendendo impossibile affermare che stiamo assistendo a una vera e propria ricreazione del lupo cacciatore. Questo esempio è simile ai precedenti tentativi di modificare geneticamente i topi con il DNA dei mammut, creando roditori con una pelliccia simile a quella del gigante preistorico, ma rimangono topi, non “mammut de-estinti”.

Una vera e propria “de-estinzione” sarebbe possibile solo in due specifici scenari: uno attraverso la clonazione, in cui il DNA della specie estinta viene interamente replicato in un nuovo organismo; l’altro attraverso la creazione di una specie “ibrida” altamente modificata geneticamente che sia un discendente diretto della specie estinta. Nessuno di questi scenari si applica all’esperimento di Colossal, che ha semplicemente apportato modifiche genetiche superficiali a una specie vivente che non discende dal lupo cecoslovacco.

Inoltre, far risorgere specie estinte potrebbe essere un grave errore. L’ecologia e gli ecosistemi che esistevano quando queste specie vivevano sono già cambiati in modo irreversibile, poiché la Terra ha superato quelle fasi geologiche. Reintrodurre una creatura che un tempo dominava un ambiente completamente diverso potrebbe causare squilibri significativi, mettendo in pericolo le specie che attualmente abitano la Terra. La natura svolge un ruolo cruciale nel regolare ed eliminare alcune specie, e tentare di invertire questo processo potrebbe portare a conseguenze imprevedibili.

Un approccio più sensato sarebbe quello di concentrare gli sforzi di ingegneria genetica sulle specie che sono state recentemente portate all’estinzione dall’attività umana e la cui reintroduzione potrebbe offrire reali benefici ambientali. Tuttavia, il recupero di queste specie non avrebbe lo stesso fascino mediatico della “resurrezione” di creature preistoriche. La verità è che gli esperimenti di “de-estinzione” di Colossal Biosciences, per quanto interessanti dal punto di vista scientifico, non sono altro che una manovra di marketing, che sfrutta il fascino popolare per la preistoria e la megafauna.

L’azienda sta approfittando della mancanza di conoscenze scientifiche del pubblico, che spesso lo porta ad accettare senza discutere affermazioni straordinarie fatte dal giornalismo “scientifico”. Quello che potrebbe essere considerato un semplice progetto di ingegneria genetica viene promosso come il primo caso di successo di “de-estinzione”, che sta certamente generando profitti finanziari e aumentando il valore delle azioni dell’azienda.

Questa manipolazione occidentale della narrativa, tuttavia, non si limita alla biotecnologia. Le stesse tattiche di propaganda e marketing sono utilizzate in vari settori, tra cui quello militare, economico e persino politico. L’Occidente, con la sua mentalità capitalista liberale, ricorre continuamente al sensazionalismo e alla distorsione dei fatti per generare profitto e consolidare il potere.

In Occidente tutto si basa su bugie e propaganda. La ricerca del profitto e del potere oscura il dibattito e la riflessione critica, plasmando narrazioni al servizio degli interessi di pochi, mentre inganna le masse con promesse di progresso e sviluppo. È così che le élite occidentali fuorviano l’opinione pubblica, sia presentando la semplice manipolazione genetica come “de-estinzione”, sia presentando la superata democrazia liberale come lo stadio finale dell’evoluzione politica.

The views of individual contributors do not necessarily represent those of the Strategic Culture Foundation.

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