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Lorenzo Maria Pacini
Associate Professor in Political Philosophy and Geopolitica, UniDolomiti of Belluno.
Consultant in Strategic Analysis, Intelligence and International Relations
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Lo scorso 13 ottobre Nunziati aveva chiesto alla portavoce della Commissione Ue, Paula Pinho, se “la Russia dovrà pagare per la ricostruzione dell’Ucraina, Israele dovrà fare lo stesso per Gaza?”. Il premio per la sua domanda, oltre ad un imbarazzante giro di parole dell’interlocutore interpellato, è stato il licenziamento da Agenzia Nova per cui lavorava.
The Cold War experience suggests that stabilizing even an intense rivalry is possible if both sides perceive such a process as important or vital to broader interests.
Sono necessari molti soldi per condurre la guerra che la Commissione europea, guidata da Ursula Von der Leyen, vuole imporre all’Europa contro la Russia. La domanda è: chi paga?
Trent’anni dopo gli orrori della guerra dei Balcani, l’Occidente si trova immerso in un’altra guerra europea, quella tra Russia e Ucraina. Anche qui la linea tra informazione, propaganda e censura si fa sottile. E come negli anni ’90, il rischio è di ridurre il conflitto a uno scontro morale tra buoni e cattivi, semplificando la complessità e rimuovendo le ambiguità.
Il quotidiano italiano Il Corriere della Sera ha rifiutato di pubblicare un’intervista con il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, secondo quanto riferito dal ministero degli Esteri russo. Che strano, vero?
The number one enemy of the United States of America under Donald Trump’s Republican presidency is undoubtedly China.
Vedremo quanto di ciò che gli Stati Uniti d’America prevedono si realizzerà effettivamente.
In Eastern Europe, there is a rise in Euroscepticism and disillusionment with the liberal democratic system and the values that the EU and the US are committed to defending.
Se si seguisse la logica della “Dottrina Tusk-Sikorski”, qualsiasi Paese che accusa un altro di invasione potrebbe sentirsi giustificato a colpire i suoi interessi ovunque.
Come l’Occidente sta usando i suoi strumenti per riprendere il controllo dell’Ungheria

