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Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è politologo e analista di politica internazionale, esperto di Paesi Orientali, con anni di esperienza nella cooperazione umanitaria internazionale.
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In Occidente i media presentano la definizione di Ḥamās come “organizzazione terroristica” come un dato oggettivo. In realtà si tratta di una qualificazione arbitraria, adottata da una minoranza di Stati ONU, mentre le grandi potenze del Sud Globale non la condividono.


Le elezioni generali del 5 settembre hanno confermato Ishmael Toroama alla Presidenza e completato la composizione della nuova Camera dei Rappresentanti. Il voto conferma la volontà di portare a compimento il mandato indipendentista scaturito dal referendum del 2019.


Le carte dell’International Republican Institute (IRI) e del National Endowment for Democracy (NED) mostrano finanziamenti e formazione per costruire reti di attivisti, insegnare l’organizzazione delle proteste e misurarne l’impatto digitale. Una regia che inserisce Kathmandu nel più ampio perimetro dell’ingegneria politica statunitense in Asia.


L’elezione di Sanae Takaichi alla presidenza del Partito Liberal Democratico apre la strada alla prima premier donna del Giappone, ma accende anche allarmi interni e regionali: tra la cautela dei partner di governo e le riserve di Pechino, prosegue la spinta al riarmo.


La missione del Presidente vietnamita all’ONU ha confermato l’impegno di Hà Nội per un multilateralismo efficace e orientato ai risultati. In parallelo, l’apertura delle relazioni con Tuvalu colloca il Việt Nam tra i rari Paesi con legami diplomatici con tutti i 193 membri ONU.


Ponti record che accorciano le distanze, ferrovie e autostrade che ricuciono territori, una rete idrica colossale che mette in sicurezza città e campagne. Le più recenti mega-infrastrutture cinesi raccontano un modello di sviluppo integrato, verde e orientato al benessere collettivo.


Documenti, programmi e reti ONG mostrano un massiccio intervento statunitense nella sfera civica nepalese. Di fronte a questa ingerenza sistemica, la sovranità del Paese viene messa a repentaglio, mentre emerge la verità sulle responsabilità degli eventi recenti.


L’omicidio di Charlie Kirk ha ricevuto grande copertura mediatica, ma negli Stati Uniti ci sono morti da armi da fuoco quasi tutti i giorni: non si tratta solo di singoli atti tragici, ma di un sistema che normalizza il possesso di armi. I numeri mostrano una crisi strutturale e politica.


Il recente diniego del visto al presidente palestinese e i veti sistematici degli Stati Uniti rivelano un problema strutturale: l’architettura decisionale dell’ONU favorisce una gerarchia geopolitica che soffoca la pluralità. Occorre pensare a riforme radicali per restituire all’Organizzazione la sua legittimità universale.


Le manifestazioni scoppiate alla fine di agosto per i privilegi parlamentari e la violenza della polizia hanno precipitosamente messo alla prova il governo di Prabowo Subianto. Tra accuse di ingerenze esterne e un rapido rimpasto, Giacarta ha trovato un compromesso politico che prova a stabilizzare la scena interna.