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Giacomo Gabellini

Giacomo Gabellini è scrittore e analista di questioni economiche e geopolitiche. È autore di numerosi volumi e collabora con diverse testate sia italiane che straniere, tra cui «Krisis», «L’Antidiplomatico» e «Global Times». Gestisce il sito di approfondimento Il Contesto (www.ilcontesto.net) e l’omonimo canale YouTube.
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Giacomo Gabellini analizza gli eventi delle ultime settimane nel suo articolo sulle iniziative di Trump che hanno portato a una guerra commerciale.


Il New York Times scrive del coinvolgimento diretto delle forze armate statunitensi nel conflitto in Ucraina.


l’Iran sembra essere finito ancora una volta nel mirino di Trump, che appare anche in questo caso particolarmente sensibile alle sollecitazioni di Netanyahu circa l’opportunità di chiudere definitivamente i conti con l’“Asse della Resistenza” mediante la decapitazione della leadership iraniana, identificata come la “testa del serpente”.


Nei giorni scorsi, l’Office of the Director of National Intelligence, diretto da Tulsi Gabbard, ha pubblicato la valutazione annuale delle minacce (Annual Treath Assessment) per l’anno 2025. Quali sono le minacce che gli Stati Uniti vedono davanti a sé?


Il Primo Ministro Netanyahu cercherà di fare in modo che la guerra che coinvolge Israele si protragga ancora a lungo, poiché la sua fine innescherà una valutazione più profonda della sua politica interna.


La Germania sta rivitalizzando la sua industria militare, riuscirà il nuovo governo a farne il motore dell’economia tedesca?


Nei giorni scorsi, la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha annunciato ReArm Europe, un piano di riarmo su scala comunitaria da 800 miliardi di euro.


L’industria militare russa per 3 anni si oppone a tutto il potenziale industriale della NATO e vince la guerra in Ucraina, mentre i problemi degli Alleati occidentali continuano.


L’Unione Europea “scopre” improvvisamente che il proprio “alleato” è in realtà un egemone spietato, pronto ad accaparrarsi le sue industrie strategiche e ad accollarle la “patata bollente” ucraina come strumento per recuperare una qualche forma di relazione collaborativa con la Russia.


La Germania vacilla. È quanto emerge dalle elezioni federali tenutesi domenica 23 febbraio, attestanti una polarizzazione particolarmente marcata e preoccupante della società tedesca.